Versione originale in latino
Atque in omni re considerandum est et quid postules ab amico et quid patiare a te impetrari.
Est etiam quaedam calamitas in amicitiis dimittendis non numquam necessaria; iam enim a sapientium familiaritatibus ad vulgares amicitias oratio nostra delabitur. Erumpunt saepe vitia amicorum tum in ipsos amicos, tum in alienos, quorum tamen ad amicos redundet infamia. Tales igitur amicitiae sunt remissione usus eluendae et, ut Catonem dicere audivi, dissuendae magis quam discindendae, nisi quaedam admodum intolerabilis iniuria exarserit, ut neque rectum neque honestum sit nec fieri possit, ut non statim alienatio disiunctioque faciunda sit.
Traduzione all'italiano
Insomma, in ogni circostanza devi valutare attentamente cosa chiedi all'amico e cosa sei disposto a concedergli.
Incombe sulle amicizie una calamità, e non sempre è possibile evitarla: la rottura. Il mio discorso si abbassa ormai dall'amicizia tra saggi alle amicizie comuni. I difetti degli amici, infatti, molte volte si manifestano all'improvviso, ora a danno degli stessi amici, ora degli estranei, ma in modo che il disonore ricada sempre sugli amici. Bisogna frequentare tali amicizie sempre meno, sino ad arrivare allo scioglimento definitivo. Come ho sentito dire da Catone, dobbiamo scucirle, non strapparle, a meno che non divampi un motivo di risentimento davvero insopportabile; in tal caso non sarebbe giusto, né dignitoso, né possibile non troncare una volta per tutte il rapporto.