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AUTENTICITÀ E INAUTENTICITÀ
L’Esserci può appropriarsi di sé e conquistare dell’autenticità o può disappropiarsi di sé e
disperdersi io ciò che normalmente non è.
L’Esserci comprende se stesso con una comprensione esistentiva (ontica).
Nel vocabolario di Heidegger “esistentivo” e “ontico” si oppongono a “esistenziale” e
“ontologico”.
Col termine Esistentivo (e ontico) indica che la comprensione non è rivolta all’Esserci ma
agli enti, a semplici cose o oggetti.
L’Esserci comprende se stesso come una cosa (modo di esistenza inautentico), e in un
secondo momento la comprensione diventa comprensione esistenziale, in quanto l’Esserci
si riappropria di sé e si comprende in modo autentico.
Autenticità e inautenticità sono modalità esistenziali che svolgono un ruolo fondamentale nel
libro di Heidegger “Essere e tempo” e devono essere intese come modi di “essere” originari.
IL PROGETTO DELLA RICERCA E IL METODO FENOMENOLOGICO.
Heidegger nel libro “Essere e tempo” risponde alla domanda sul senso dell’essere.
Questa riposta si articola in due momenti:
1)bisogna prima condurre un’analisi dell’Esserci (analitica ontologica dell’Esserci);
nel primo momento viene messo a rapporto l’Esserci col tempo, e solo col tempo si rende
comprensibile.
2)bisogna criticare, attraverso la fenomenologia (studio dei fenomeni che per Hediegger è la
via che conduce “alla
cosa stessa”), l’intera storia dell’ontologia (teoria che stabilisce i criteri di esistenza).
Il secondo momento non è stato pubblicato nel libro.
Per Heidegger bisogna tornare al senso originario di verità espresso in greco col termine
“aletheia”.
La verità per Heidegger è il “non nascondimento” o “svelamento”, ed è una specie di
manifestazione dell’essere.
ESSERCI È ESSERE-NEL-MONDO
Heidegger chiama, le caratteristiche proprie dell’Esserci, esistenziali, capace di cogliere i
caratteri originari dell’esistenza.
Il primo esistenziale è l’essere-nel-mondo, poiché l’esserci è inteso come “apertura” al
mondo infatti l’Esserci non è un ente isolato che si aggiunge poi al mondo, infatti l’Esserci è
anche trascendenza, che è indicata dal “ci”, che apre alla possibilità del mondo, quindi
l’Esserci è essere-nel-mondo.
Il mondo per Heidegger è col che rende possibile ogni esperienza di vita.
Il secondo esistenziale riguarda il modo d’essere delle cose; di tratta dell’essere-alla-mano,
ovvero l’utilizzabilità (approccio primario al mondo da parte dell’Esserci).
L’Esserci esiste sia come “essere-presso” (enti di cui si prende cura) e sia come
“essere-con” altri Esserci.
Hediggerr utilizza il termine deiezione (tendenza dell’Esserci a decadere nel mondo), e
quindi a decadere da se stesso.
Anziché appropriarsi delle sue possibilità autentiche, l’Esserci si muove nell’inautentico “si”
impersonale.
ESSERCI È CURA: ANGOSCIA ED ESSERE-PER-LA-MORTE.
Heidegger rivolge la sua attenzione ad un’esperienza esistenziale che l’Esserci vive a partire
dal proprio essere gettato nel mondo.
È gettato perché l’Esserci non ha scelto di essere in un mondo, infatti la sua provenienza è
ignota.
L’esperienza esistenziale più importante nell’essere gettato nel mondo è lo stato d’animo
dell’angoscia.
L’angoscia esistenziale non riguarda enti ma l’essere dell’Esserci in quanto
essere-nel-mondo.
L’angoscia inoltre strappa l’Esserci dalla quotidianità un’autentica e lo pone davanti a sé
stesso, e fa vedere che l’Esserci così non è un ente come gli altri.
Lo stato d’animo dell’angoscia, fa emergere la cura che è l’unità, l’insieme di tutti gli
esistenziali, ossia quelle categorie che spiegano come l’Esserci comprende il proprio essere.
La Cura è il modo stesso in cui l’Esserci si pone di fronte alle cose.
La cura si articola in: comprensione, situazione emotiva e discorso.
-La comprensione si riferisce alla comprensione che l’Esserci ha di sé stesso come
possibilità.
-La situazione emotiva si riferisce a sensazioni e stati d’animo, il modo in cui l’Esserci è
aperto a se stesso.
-Il discorso è la determinazione esistenziale dell’Esserci in cui si fonde la possibilità di
linguaggio.
L’angoscia rileva l’Esserci-per-la-morte, ossia un esistenziale cioè uno degli aspetti
fondamentali con cui l’Esserci comprende il proprio modo di essere. La morte è la possibilità
più estrema che l’Esserci può anticipare.
La morte permette la comprensione che l’Esserci non può essere una cosa (impossibilità
ontica) e permette anche una riappropriazione autentica della propria esistenza da parte
dell’Esserci.
ESSERCI, TEMPORALITÀ, STORICITÀ
La temporalità è il modo in cui l’Essere esiste e accade, è il senso stesso dell’Esserci.
La storicità è una concreta elaborazione della temporalità. Collegato a ciò, Heidegger parla
di destino ovvero che l’Esserci si destina a possibilità che ha ereditato ma che sceglie
liberamente.
In conclusione attraverso il libro “Essere e tempo”, si può dire che l’analitica esistenziale
(discussioni filosofiche più difficili) ha avuto un enorme impatto sulla cultura (in diversi ambiti:
teologia, filosofia, religione, psichiatria…)