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CLASSIFICAZIONE DEI METODI DI ESTRAZIONE COMUNALITA’ A’A (3 FAMIGLIE) E MATRICE
CORRELAZIONE FATTORI VARIABILI A
a) Si richiede che n/p sia non inferiore a 2, : quanto più aumenta questo rapporto, tanto più si
avranno dei risultati sicuri. NON ESAGERARE NEL N. FATTORI
b) Si estraggono fattori fino a quando viene spiegata una certa quota di varianza . Un criterio per
valutare se il numero p dei fattori comuni considerati è considerare solo i primi p fattori se la
quota di varianza cumulata estratta da questi è maggiore di p. dato che la somma
degli autovalori della matrice con le comunalità rappresenta la varianza dei fattori conservati ( ES.
METODO FATTORI PRINCIPALI O CORRELAZIONE CANONICA)
c) Se l’analisi è svolta su una matrice di correlazione , si considerano solo gli autovalori maggiori o
uguali a 1. La rappresentazione degli autovalori rispetto all’ordine di estrazione (screen plot)
consente di individuare con immediatezza gli autovalori più importanti. Se questa mostra una forte
inclinazione all’altezza dei primi fattori e un successivo appiattimento, allora il criterio afferma che
gli ultimi fattori possono essere ignorati ( ES. METODO FATTORI PRINCIPALI O CORRELAZIONE
CANONICA.
d) gli elementi della matrice dei residui possono fornire un’indicazione sul grado di accuratezza
raggiunta dai p fattori considerati nel riprodurre la matrice delle varianze e covarianze tra le q
variabili standardizzate ( ES.METODO MINRES) e) Per la maggior parte dei metodi di estrazione dei
fattori, è, poi possibile trovare un test statistico per verificare l’opportunità o meno di estrarre un
ulteriore fattore dopo i primi p,. Bartlett suggerisce un test che può essere impiegato
indipendentemente dal metodo di estrazione dei fattori usato. L’ipotesi nulla è che p fattori sono
sufficienti a descrivere un certo campo in sostituzione delle q variabili originarie.
Altrimenti significa che le q variabili costituiscono, di per sé, le dimensioni minime del fenomeno
considerato e l’analisi fattoriale non potrebbe fare altro che confermarle. È pertanto inutile in
questo caso effettuare l’analisi fattoriale. Per decidere il numero di fattori se l’ipotesi nulla è
rifiutata per p fattori si procede aumentando Se è maggiore del valore del corrispondente al livello
di probabilità scelto e per detti gradi di libertà, si dovrà rifiutare l’ipotesi nulla per p fattori e
procedere all’estrazione di un successivo fattore, dopodiché sarà nuovamente calcolato .
11.B MODELLO FATTORIALE: Metodo della massima verosimiglianza
Quando si hanno dati di tipo inferenziale, utilizzando il metodo della massima verosimiglianza, si
utilizza questa formula introdotta anche nelle lezioni precedenti:
Va a cercare una struttura ignota di valori della popolazione partendo da valori noti che sono la
struttura di matrice di correlazione o varianze e covarianze. 01/06/2021
“PARTE B”
11.B MODELLO FATTORIALE: Identificazione dei fattori
La potenza dell’analisi dei fattori è alta, poiché si ha una pretesa fortissima perché significa stimare
delle cause comuni non osservate che sottostanno a ciò che avviene nella realtà.
Il concetto di identificazione è stato introdotto originariamente da Koopmans e Reiersol. Nell’analisi
fattoriale la funzione di distribuzione del vettore casuale dipendente è completamente determinata
se la distribuzione delle variabili indipendenti è nota e se i parametri sono specificati
numericamente. Tale specificazione viene chiamata “struttura”. Una struttura allora può essere
considerata come una realizzazione di un modello, e un modello in questo senso può essere
considerato come l’insieme di tutte le possibili strutture con le assunzioni. Ad ogni struttura
ammissibile è associata esattamente una distribuzione condizionata del vettore casuale
dipendente. Due strutture dello stesso modello sono dette equivalenti (all’osservazione) se
generano la stessa distribuzione per le variabili dipendenti: si dice che tali strutture non sono
identificabili. Analogamente una struttura è identificabile se non esiste nessun’altra struttura
equivalente dello stesso modello. Se un parametro ha lo stesso valore in tutte le strutture
equivalenti, si dice che è identificabile. I parametri che invece possono assumere valori diversi in
strutture equivalenti non sono identificabili.
RIASSUNTO: definizioni
Sotto il profilo teorico sono state individuate da numerosi studiosi condizioni necessarie ed altre
sufficienti per la loro identificabilità, ma tali condizioni sono applicabili solo in situazioni particolari
e spesso sono formulate solo in termini matematici e rischiano di non corrispondere ai problemi
affrontati nella realtà. In altre parole gli assunti del modello fattoriale non sono sufficienti in
termini per determinare in modo univoco i parametri per un modello: al di là delle rotazioni dei
fattori per ottenere soluzioni uniche si devono costruire delle restrizioni sulla matrice A tali per cui
venga superato il problema di soluzioni e tali restrizioni sono da formularsi non in termini teorici
ma pratici in funzione dei problemi affrontati Si apre qui la fondamentale distinzione tra modelli
esplorativi e confermativi.
12.B MODELLO FATTORIALE: Esplorativo e Confermativo
Come si è accennato il modello fattoriale può essere adoperato secondo due ottiche totalmente
diverse: come analisi di tipo esplorativo oppure come analisi di tipo confermativo Nel caso
esplorativo il ricercatore non ha ipotesi teoriche sulla struttura sottostante ai dati osservati e usa
l'analisi dei fattori proprio per indagare la struttura latente: ma le soluzioni non sono uniche anche
al di là delle rotazioni. Nel caso confermativo, il ricercatore ha informazioni a priori sulla struttura
dei dati sottostanti comuni e vuole verificare l'adeguatezza della struttura proposta. Deve con
queste informazioni anche ottenere soluzioni uniche
Abbiamo tre tipi di parametri:
parametri fissi a cui sono stati assegnati valori dati (cioè 0 assumendo che i relativi fattori comuni
non contribuiscano a determinare la variabile collegata)
parametri incogniti vincolati, che sono ma uguali a uno o più parametri;
parametri liberi che sono incogniti e non vincolati ad essere uguali a nessun altro parametro.
Nel contesto esplorativo, f1 f2 ed f3 rappresentano i fattori non direttamente osservabili e spesso
supposti ortogonali; ognuna delle xi è una variabile osservabile che rappresenta misura dei fattori. I
legami fra le variabili ed i fattori sono costruiti tramite i pesi fattoriali λi . Gli ei rappresentano
invece i termini di errore, supposti fra loro indipendenti.
Le correlazioni fra i fattori sono nulle: Φ =Φ =Φ =0 (23)
12 13 23
Si noti che nella analisi esplorativa le variabili xi possono rappresentare più di un fattore
contemporaneamente, ed è possibile stabilire in che misura ogni variabile sia influenzata dal
fattore sottostante solo dopo aver stimato i coefficienti λ . Al contrario, nell’analisi confermativa il
i
fattore f è misurato solo dalle variabili x e x , e tutti gli altri legami sono annullati. Si noti che i
1 1 2
fattori possono essere fra loro collegati.
Nel caso confermativo , invece, il ricercatore dispone di informazioni a priori circa la struttura
comune sottostante i dati e desidera, dunque, verificare l’appropriatezza della struttura ipotizzata
confermandola o smentendola. Lo studioso parte, perciò, da un modello in cui alcuni elementi di A
ed alcuni elementi di Φ sono fissati a priori, ad esempio alcuni aij sono posti uguali a zero (anche ad
uno) ipotizzando che i relativi fattori comuni non concorrano nel determinare la variabile in esame.
L’analisi fattoriale confermativa si avvale della stima di massima verosimiglianza come metodo di
estrazione dei fattori, a patto che le variabili in esame abbiamo una distribuzione normale
multivariata
Si introducono perciò negli input delle nostre analisi vincoli sui parametri fissi o vincolati e nelle
rotazioni oblique vincoli di incorrelazione fra i fattori comuni
13.B MODELLO FATTORIALE: Indeterminatezza
Teorema del ’55: Gli scores dei punteggi fattoriali non sono unici anche quando il modello è
completamente identificato. Ciò significa come ha dimostrato Guttman (1955) che anche se il
modello è perfettamente e univocamente identificati i punteggi fattoriali possono essere diversi e
con uguale struttura identificativa anche correlati negativamente. In altre parola partendo dalla
stessa matrice di correlazione delle variabili osservate e avendo ricavato sia nel modello esplorativo
che anche in un modello confermativo, una sola matrice di correlazione tra fattori comuni e
variabili A esistono infinite soluzioni interne di punteggi fattoriali indistinguibili sul piano logico e
addirittura in certi casi correlate fra loro negativamente (cioè il punteggio fattoriale non è
attendibile) . CONCLUSIONI MODELLO FATTORIALE:
COMPONENTI PRINCIPALI VS ANALISI FATTORIALE
Alcuni autori trattano l’analisi delle componenti principali come un tipo particolare di analisi dei
fattori, in quanto in entrambi i casi si vanno ad individuare variabili non osservabili, latenti, in una le
componenti principali e nell’altra i fattori comuni e quelli specifici. Inoltre, nella pratica tali metodi
che a volte portano a risultati molto simili. In realtà, questi due tipi di analisi differiscono
sensibilmente. Proviamo a sottolinearne le differenze.
1) Innanzitutto, nelle componenti principali abbiamo bisogno di p componenti per spiegare la
varianza totale delle p variabili originarie e la somma delle varianze delle p componenti è
esattamente uguale alla somma delle varianze delle p variabili di partenza. Nell’analisi fattoriale si
tenti di ricavare da uno spazio a p dimensioni (quello delle variabili osservate), uno spazio a m + p
dimensioni (quello dei fattori comuni e specifici) con i problemi di unicità soluzioni descritti.
MODELLO FATTORIALE VS MODELLO LINEARE MULTIEQUAZIONALE
1) In entrambi i modelli si spiega la varianza delle variabili dipendenti mediante la varianza delle
indipendenti, ma l'analogia si ferma qui.
2) Nel modello multiequazionale le variabili dipendenti X sono combinazioni lineari delle variabili
dipendenti Y e si cerca semplicemente di "descrivere" il legame tra Y e X. Nel modello fattoriale si
vuole individuare le cause latenti Φ di Y e quantificarle (unitamente alle cause specifiche). 3)In
questo senso gli e sono residui dovuti a una non completa approssimazione (anche in campo
descrittivo), gli ε sono "cause specifiche" suscettibili di interpretazione ( comprendenti anche
l’errore stocastico)