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Lezione 0531. Su quali posizioni ci si attestò in Italia durante il Risorgimento?
spiritualismo cattolico e cattolico-liberale
parlamentare e federalista
monarchico e aristocratico
nazionalista e democratico
Su quali aspetti possiamo soffermarci in merito al discorso pedagogico italiano nel Risorgimento?
Nella prima metà dell'Ottocento, l'Italia è stata caratterizzata da una fase di notevole sviluppo politico e da un processo di unificazione. Questo periodo chiamato Risorgimento era attraversato da un'intensa attività pedagogico educativa. Tale periodo vide delinearsi iniziative educative, progetti di riforma scolastica, posizioni pedagogiche articolate, che attivarono un ricco dialogo sui temi e i problemi educativi, intessendo anche forti spinte ideologiche. Per ricostruire le diverse posizioni è necessario soffermarsi su 4 aspetti: l'educazione pubblica così come si viene definendo sul fronte laico (da Cuoco a Cattaneo); Lo
spiritualismo di Rosmini e Gioberti;
Le tesi cattolicoliberali;
Il riformismo educativo di Aporti e Mayer relativo agli asili infantili.
3. Cosa si intende con l'espressione pedagogizzare la società?
01. Si caratterizzò per il proprio impegno etico e civile:
Antonio Labriola
Gino Capponi
Giuseppe Garibaldi
Giuseppe Mazzini
2. Su quale nucleo teoretico ruota la pedagogia risorgimentale?
della pedagogia strutturata
della pedagogia della libertà
della pedagogia della responsabilità
della pedagogia della democrazia
3. Da cosa venne condizionato il pensiero pedagogico italiano dell'Ottocento?
4. Qual era il compito degli insegnanti?
01. Precursori del movimento di idee pedagogiche ed educative furono?
Cuoco e Gioberti
Rosmini e Gioberti
Ripamonti e Rosmini
Mazzini e Gioberti
2. Quali differenze intercorrono tra Cuoco e Gioberti?
3. Che funzione svolsero gli oratori di don Bosco?
4. Come mai vennero a formarsi nuove agenzie educative come le associazioni e gli oratori?
01.
Antonino Romano definisce lo stile educativo di don Bosco come: pedagogia del cuore, prepedagogia cattolica, un unicum educativo, fede e pedagogia. 2. Modelli di don Bosco furono: tutte le risposte sono corrette, Carlo Borromeo, Giovanni Battista de La Salle, Filippo Neri. 3. L'opera Il sistema preventivo per l'educazione della gioventù fu pubblicata nel: 1847, 1874, 1871, 1877. 4. Come si definisce la proposta educativa di don Bosco? sistema preventivo, sistema pedagogico, sistema prelettivo, sistema coercitivo. 5. Quali caratteri ebbe l'azione educativa di don Bosco? 01. Uno dei sacerdoti che si adoperò per gli emarginati fu?, Lazzaretto, nessuna risposta è corretta, Cottolengo, Trivulzio. 2. Quali sono i due metodi che don Bosco identifica? metodo preventivo e metodo punitivo, metodo caritativo e metodo repressivo, metodo coercitivo e metodo caritativo, metodo preventivo e metodo repressivo. 3. In cosa consisteva il metodo repressivo? 4. In cosa consisteva il metodo preventivo? 5. In cosa si- Il lavoro per don Bosco era:
- dovere e diritto
- subordinazione e pietà
- dovere, gioia e preghiera
- subordinazione e carità
- Quale papa in una propria lettera sottolineò la validità del metodo di don Bosco?
- Francesco
- Paolo VI
- Benedetto XVI
- Giovanni Paolo II
- Quali furono le intuizioni e i metodi di don Bosco?
Nel sistema preventivo di don Bosco, vi è la volontà di prevenire il sorgere di esperienze negative, che potrebbero compromettere le energie del giovane oppure obbligarlo a lunghi e penosi sforzi di recupero. Il sistema è ricco di profonde intuizioni, precise opzioni e criteri metodologici quali, l'arte di educare in positivo, proponendo il bene in esperienze adeguate e coinvolgenti, capaci di attrarre per la loro nobiltà e bellezza; l'arte di far crescere i giovani dall'interno, facendo leva sulla libertà interiore, contrastando i condizionamenti e i formalismi esteriori;
L'arte di conquistare il cuore dei giovani per invogliarli con gioia e con soddisfazione verso il bene, correggendo le deviazioni e preparandoli al domani attraverso una solida formazione del carattere.
4. Come intendeva don Bosco il problema del lavoro?
Don Bosco fu tra i primi ad intuire che la problematica che maggiormente metteva insubbuglio la società era il problema del lavoro. Questo fu avvertito come un problema morale, politico, economico; problema dei diritti del popolo lavoratore. Per questo motivo don Bosco vedeva l'addestramento professionale come fattore di emancipazione dell'operaio, come mezzo per la liberazione di questi dalla miseria economica e spirituale. Il lavoro doveva essere pienamente integrato nel mondo dello spirito, doveva essere visto come dovere, gioia e preghiera.
5. Perché il sistema preventivo può definirsi attuale?
Giovanni Paolo II in occasione del centenario della morte di San Giovanni
Bosco, considerato padre e maestro dei giovani, scrive una lettera, Juvenum Patris, nella quale per riflettere ancora una volta sul problema dei giovani, meditando sulle responsabilità che la Chiesa ha nella loro preparazione al domani. Il Papa in particolare si sofferma sul termine preventivo che deve essere visto nella ricchezza delle caratteristiche tipiche dell'arte educativa del santo, nella volontà di prevenire il sorgere di esperienze negative, che potrebbero compromettere le energie del giovane oppure obbligarlo a lunghi e penosi sforzi di recupero. Sottolinea le profonde intuizioni di San Bosco sull'importanza di educare in positivo, proponendo il bene in esperienze adeguate e coinvolgenti, l'arte di far crescere i giovani dall'interno, facendo leva sulla libertà interiore, contrastando i condizionamenti e i formalismi esteriori; l'arte di conquistare il cuore dei giovani per invogliarli con gioia e con soddisfazione verso il bene.
correggendo le deviazioni e preparandoli al domani attraverso una solida formazione del carattere. Il Santo Padre con queste parole sottolinea l'attualità del sistema preventivo la convinzione che dell'onestà. Il Papa in ogni giovane, per quanto emarginato o deviato, abbia energie di bene he, opportunamente stimolate, possano determinare la scelta della fede e precisa però che il messaggio di don Bosco richiede di essere ancora approfondito, adattato, rinnovato con intelligenza e coraggio, proprio in ragione dei mutati contesti socioculturali, ecclesiali e pastorali.- Per Vincenzo Cuoco la questione risorgimentale è:
- una questione storica e pedagogica
- una questione educativa e politica
- una questione sociale
- una questione morale e pedagogica
2. Quale tesi sostiene Cuoco nel suo Saggio?
La tesi sostenuta da Cuoco nel saggio è che il fallimento della rivoluzione va attribuito alla
natura sociale e culturale del napoletano, diviso tra una minoranza colta, aperta alle idee illuministiche europee, ed una maggioranza, fatta di plebi contadine, del tutto estranea alle idee della nuova cultura, con propri usi e costumi e con propri bisogni. Secondo Cuoco l'errore politico compiuto dagli intellettuali napoletani era quello di aver trascurato il collegamento diretto coi bisogni e i costumi dei più, e quindi aver peccato di astrattezza ideologica, nella presunzione che la libertà e la rigenerazione di un popolo si possano realizzare mediante l'importazione di un modello rivoluzionario straniero. 3. Quale importanza riveste il Saggio storico sulla rivoluzione napoletana? 4. Che ruolo ricopre l'educazione per Cuoco? 01. La prospettiva sostenuta da Cuoco ebbe una connotazione: - riformatrice - pedagogico liberale - socialista - risorgimentale 2. Per Cuoco, la morale pubblica è: - l'amore dell'utile insegnamento - l'amor della patria - l'amorpropriol'amor dell'utile lavoro 3. Quando inizia ad uscire il Giornale italiano? 1804 1800 1802 1803 4. Quale compito affidò Cuoco al Giornale italiano? 5. Quali sono le tesi sostenute dal Cuoco ne A Francesco Melzi d'Eril vicepresidente della Repubblica italiana? 6. Come si poteva intervenire sulla realtà secondo Cuoco? 01. Quali sono i 3 livelli identificati da Cuoco? nessuna delle risposte è corretta della Premessa, del piano di studi, delle scelte didattiche dell'educazione, del metodo e della scuola del metodo, dell'istruzione, della didattica 2. Quali sono i punti cardini dei lavori Rapporto al Re G. Murat e Progetto di decreto per l'ordine della Pubblica Istruzione nel Regno di Napoli? 3. Cosa intende Cuoco per amor del lavoro? 01. Quale caratteristica principale ebbe il Rapporto di Cuoco? di essere napoletano di essere pedagogico di essere federalista di essere risorgimentale 2. Il fine del sapere per Cuoco è?verità l'istruzione l'agire il divenire 3. Quali attributi deve avere l'istruzione per Cuoco? essere cattolica e uniformata essere universale, privata, uniforme essere universale, pubblica, uniforme essere elitaria, omogenea 4. Qual è per Cuoco il fine dell'educazione? Per Cuoco l'istruzione dev'essere universale e dunque comprendere tutte le scienze e tutte le arti. Il fine del sapere, scrive Cuoco, è l'agire. Le scienze non sono utili nel normale uso quotidiano se sono strettamente unite alle arti, altrimenti rimangono imperfette. L'orizzonte culturale e formativo sostenuto liquida la vecchia cultura retorica per raccordare le arti belle con le arti utili. Che coniuga cultura e vita, pensiero e azione. Quello imbastito da Cuoco è un programma di una cultura davvero popolare perché affonda le proprie radici nel tessuto sociale e morale della nazione, cultura viva perché finalizzata all'azione, che per Cuocoere garantiti un'istruzione primaria gratuita e accessibile. Inoltre, Cuoco sottolinea l'importanza di un'educazione che promuova l'emancipazione individuale e una coscienza morale pubblica. Questo lo rende il primo educatore del Risorgimento italiano.