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DA PREVEDERE IN FASE DI PROGETTAZIONE DELLE OPERE E/O IN FASE DI
PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO. (considero il rischio idraulico)
(PRIMA PROVA SCRITTA, I SESSIONE 2009)
Il rischio ambientale deve essere considerato in ragione della possibilità che
Definizione di rischio.
il verificarsi di un certo fenomeno naturale diventi causa dei danni significativi alla popolazione ed
all'economia. Il rischio deriva dal prodotto della pericolosità ambientale per la vulnerabilità di un
territorio. La pericolosità rappresenta la probabilità che un dato evento (terremoto, pioggia intensa,
frana, alluvione) si presenti in una regione con intensità o di dimensioni non inferiori ad un limite
prefissato; la vulnerabilità del territorio corrisponde al grado di sensibilità, in termini di danni
ipotizzabili, della popolazione e delle varie opere umane nei confronti di un determinato evento che
dovesse verificarsi nella regione considerata con un certo grado di intensità.
Il rischio ambientale è dato dalla probabilità che le conseguenze economiche e sociali di un certo
fenomeno ambientale intenso superino una determinata soglia. Se uno dei due parametri
fondamentali è nullo, vulnerabilità o pericolosità, anche il rischio risulterà necessariamente pari a
zero. Nella realtà è pressoché impossibile che una regione sia del tutto priva di elementi di
pericolosità, mentre uno spazio naturale totalmente privo di tracce di antropizzazione può essere
considerato a livello nullo di vulnerabilità e quindi di rischio.
Si è visto come la definizione di rischio sia riferita ad un
Soglia di accettabilità del rischio.
concetto di soglia ed infatti, per poter varare delle efficaci politiche sul territorio, è necessario
stabilire un limite massimo per i danni che la regione è in grado di sopportare. La valutazione del
rischio consisterà, allora, nel calcolare la probabilità che sia oltrepassata la soglia stabilita. La
probabilità di un evento è sovente espressa in termini di tempo di ritorno, definito come l'intervallo
di tempo che statisticamente intercorre tra due successivi eventi di una prefissata intensità. La stima
dei tempi di ritorno è abbastanza attendibile quando si opera con grandezze misurabili in modo
continuo e per le quali si possa disporre di sufficienti serie temporali di dati (ad esempio piovosità e
portate fluviali) cui applicare le appropriate metodologie estati. Per altri eventi naturali, quali ad
esempio le eruzioni vulcaniche, la pericolosità si esplica in distinti episodi parossistici, separati da
periodi di quiescenza anche molto lunghi, per cui le valutazioni probabilistiche risultano spesso
inadeguate. Le forme in cui si esplica la pericolosità ambientale sono molteplici e
Pericolosità ambientale.
possono suddividersi in tre categorie. La prima riguarda quei fenomeni legati a cause
esclusivamente naturali, quali ad esempio i terremoti, i maremoti, le eruzioni vulcaniche, gli uragani
e le mareggiate. La seconda categoria è riferita a quelle manifestazioni per le quali, accanto alle
relative cause naturali, si nota spesso il concorso più o meno variabile di altre cause riconducibili
alle trasformazioni imposte all'ambiente dall'uomo: è il caso dell'erosione, delle frane, delle
esondazioni fluviali e degli allagamenti per piogge molto intense. Nella terza categoria, infine, si
hanno forme di pericolosità addebitabili quasi sempre ad azioni antropiche quali incendi boschivi,
conseguenze relative agli incidenti industriali, onde di sovversione generate dal crollo di una diga,
etc.
Al primo posto nella tragica classifica delle catastrofi che devastano il nostro Paese troviamo le
alluvioni e le frane, segno dell'estrema fragilità del territorio nazionale dal punto di vista
idrogeologico e della scarsa efficienza del sistema di previsione e prevenzione. Il continuo ricorrere
di fenomeni di dissesto idrogeologico negli ultimi anni dipende solo in parte da fattori naturali,
come il clima pluviometrico e la conformazione geologica e geomorfologia del nostro
territorio, in quanto alcuni fenomeni antropici edilizio, il continuo
hanno
sicuramente aggravato il dissesto e messo ulteriormente in evidenza la fragilità del
territorio. Le aree potenzialmente interessate da fenomeni di tipo idraulico e geologico
Vulnerabilità.
che potrebbero arrecare danno alle persone ed ai beni costituiscono le aree vulnerabili. In un'area
vulnerabile possono essere identificati gli elementi a rischio, cioè le persone ed i beni che possono
evento calamitoso. In realtà per un'analisi completa del parametro
sub
vulnerabilità, si pone il problema di individuare non solo i singoli elementi che possono subire
danni sotto l'impatto dell'evento, ma anche di definire gli effetti che il loro collasso indurrà sui
sistemi cui appartengono; la vulnerabilità può considerarsi come somma di tre componenti:
vulnerabilità diretta, indotta e differita. La vulnerabilità diretta è rappresentata dalla propensione a
subire danni da parte degli elementi. In essa ricadranno la vulnerabilità di una strada, di un ponte, di
delle persone, è una questione prettamente tecnica che si basa, a seconda dei casi, su metodi
analitici o sull'osservazione degli effetti già registrati in eventi passati, consentendo la formulazione
di previsioni attendibili sui danni immediati che un determinato fenomeno potrà provocare. La
vulnerabilità indotta è quella relativa allo stato di crisi sofferto da un sistema a causa del
danneggiamento di uno o più dei suoi elementi. Un esempio tipico è quello della riduzione della
funzionalità generale di una rete di trasporti quando qualcuna delle linee che ne fanno parte risulta
inutilizzabile per un certo periodo di tempo. La stima della vulnerabilità indotta è già più
complessa, in quanto implica un'indagine sulle conseguenze che si svilupperanno a breve termine.
La vulnerabilità differita, infine, comprende tutti gli effetti che si potranno manifestare a medio-
lungo termine, successivamente all'evento, nel complesso del sistema regionale. Ad esempio
può condurre al blocco o al rallentamento di alcune attività, determinando ricadute
negative sulla popolazione quali la riduzione del reddito medio, il calo della domanda, la
disoccupazione, etc. Oppure se una città di grandi dimensioni subisce danni diretti, è quasi certo che
anche la popolazione dei centri minori che essa gravano risulti penalizzata per non poter usufruire
dei relativi servizi; al contrario se i danni fisici si verificano in alcuni piccoli centri, sarà poi la città
grande a subire delle ripercussioni negative per la riduzione del bacino di utenza di alcuni suoi
settori economici. Dopo questa lunga premessa sul concetto di rischio in generale, ci si sofferma di
seguito e più nello specifico sul rischio idraulico e sui possibili interventi di mitigazione da
prevedere in fase di pianificazione territoriale e progettazione di opere.
Si verifica una inondazione quando un corso d'acqua
Definizione inondazione/alluvione.
raggiunge una portata così elevata da non poter essere interamente convogliata nella sezione
forma di dissesto idrogeologico può comportare una serie di gravi conseguenze dirette per il
territorio: allagamento di aree urbanizzate, inagibilità di infrastrutture di trasporto, distruzione di
coltivazione, deposito sulla superficie del terreno di grandi quantità di materiale solido trasportato
dalle acque. Soffermandosi su quest'ultimo punto, è importante ricordare che una delle
caratteristiche delle piene è quasi sempre quella di essere accompagnate da un cospicuo trasporto di
materiale terroso. Quando questo fenomeno determina effetti rilevanti sulle superfici inondate si
parla allora di alluvione. Una delle maggiori fonti di informazione sulla presenza e
Cause naturali e antropiche. preliminare delle
Tali eventi catastrofici,
però, possono comunque colpire anche zone che storicamente non erano considerate
suscettibili, in quanto il rischio idraulico sta crescendo nel tempo. Molte persone sono convinte che
ciò sia dovuto ai cambiamenti climatici indotti dall'effetto serra, anche se non vi è ancora alcuna
prova scientifica al riguardo. Di sicuro, invece, si può affermare che è cresciuta molto la
vulnerabilità del territorio a seguito del passaggio da società rurale ad industrializzata. In particolare
ha comportato ad una riduzione dei tempi di scorrimento delle acque piovane che, non
più trattenute dal nuovo suolo, in occasione di piogge di lunga durata ed intensità si uniscono
molto più rapidamente ed abbondantemente al deflusso fluviale e, quindi, a quella che diventerà la
portata di piena. A ciò si aggiungono tutti quegli interventi che, per svariati motivi, riducono la
sezione utile e che aumentano, quindi, la probabilità di
esondazione. La pianificazione territoriale consiste sostanzialmente nell'elaborazione
Pianificazione territoriale.
economico stabile per la popolazione, attuando una gestione sostenibile del territorio. Affinché ciò
sia possibile è necessario disporre di appositi programmi per la difesa del territorio dai rischi
ambientali. Il processo con cui si affronta il rischio idraulico è articolato in
Previsione e prevenzione.
due fasi essenziali: la previsione e la prevenzione. La fase di previsione consente di suddividere il
territorio in aree a bassa probabilità di inondazione (con tempi di ritorno di 300-500 anni), a
moderata probabilità di inondazione (tempi di ritorno di 100-200 anni) e ad elevata probabilità di
inondazione (tempi di ritorno di 20-50 anni). Poi, tenuto anche conto della presenza nelle varie aree
della tipologia di beni a rischio e della relativa vulnerabilità, si suddivide il territorio in quattro zone
nelle quali sono possibili la perdita
a differente classe di rischio: R4 (Area a rischio molto elevato,
di vite umane e danni gravi agli edifici, alle infrastrutture, al patrimonio ambientale e distruzione di
attività economiche); R3 (Area a rischio elevato, dove
persone, danni funzionali agli edifici e alle infrastrutture, interruzione di attività socioeconomiche,
nonché danni rilevanti al patrimonio ambientale); R2 (Area a rischio medio, dove sono possibili
danni minori agli edifici, alle infrastrutture e al patrimonio ambientale che non pregiudicano
alità delle attività economiche); R1
(Area a rischio moderato, nella quale i danni sociali, economici e ambientali sono marginali). La
previsione è quindi una azione di tipo conoscitivo. La prevenzione consiste, invece,
natura strutturale