Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
FILTRO PER LE MACROMOLECOLE
ZONA DI DIFFERENZIAMENTO E POLARIZZAZIONE PER LE CELLULE
NELLA RIGENERAZIONE FUNZIONA DA AUTOSTRADA PER LA MIGRAZIONE CELLULARE
COMPONENTI DELLA MEMBRANA BASALE
KELLY H. I ANNO BIOTECNOLOGIE UNIUPO
COLLAGENE (componente fibrillare)
Costituiscono la maggior parte della matrice extracellulare dei tessuti connettivi.
Il collagene è la proteina più abbondante nell'uomo (circa il 20% delle proteine totali).
È ricco di glicina, prolina e idrossiprolina; è formato da un numero variabile di microfibrille, formate per sovrapposizione di molecole di tropocollagene.
Il collagene forma fibre lunghe, resistenti ma flessibili, non ramificate.
La bandeggiatura tipica è dovuta alla modalità di associazione delle subunità di tropocollagene che si associano parallelamente in modo regolarmente sfasato a formare microfibrille.
KELLY H. I ANNO BIOTECNOLOGIE UNIUPO
CLASSIFICAZIONE DEI DIVERSI TIPI DI
COLLAGENE
I 45 tipi di catene alfa generano 30 tipi di collagene, i principali sono:
- I: 90% (ossa, tendini, legamenti, derma)
- II: cartilagine ialina ed elastica, dischi intervertebrali
- III: milza, fegato, derma, vasi
- IV: membrane basali
COLLAGENE FIBRILLARI (associati a fibrille)
I collageni fibrillari costituiscono la maggior parte della matrice extracellulare dei tessuti connettivi formando le tipiche lunghe molecole.
TIPO I: solo collagene presente nelle ossa e nei tendini, predominante del derma. E’ prodotta da due distinti geni strutturali, per cui la tripla elica è costituita da due catene alfa diverse (2X alfa1e 1X alfa2)
TIPO II: presente nella cartilagine ialina ed elastica, nei dischi intervertebrali e nel corpo vitreo dell’occhio (3X alfa1)
TIPO III: presente nel derma, nel connettivo lasso e nei vasi; è il primo ad essere prodotto durante il processo di cicatrizzazione.
KELLY H. I ANNO BIOTECNOLOGIE UNIUPO
COLLAGENI LAMINARI O
RETICOLARII collageni laminari (reticolari) sono localizzati sulla superficie delle cellule esi organizzano in strutture sottili. Contengono un alto contenuto di idrossilinaglicosilata.
TIPO IV: componente di tutte le membrane basali degli epiteli dirivestimento; forma maglie reticolate
TIPO VII: forma fibrille ancoranti che favoriscono l'adesione dell'epidermideal derma sottostante
I collageni associati a fibrille sono costituiti da molecole in cui la tripla elica è interrotta da uno o due domini non elicoidali e le cui estremità sonoglobulari; si associano a collageni fibrillari stabilendo legami all'interno dellefibrille e tra di esse e altre molecole della matrice
Il tipo IX è presente nella cartilagine ialina ed elastica.
KELLY H. I ANNO BIOTECNOLOGIE UNIUPOKELLY H. I ANNO BIOTECNOLOGIE UNIUPOMATURAZIONE DELLE FIBRILLE COLLAGENELa fibrillogenesi è l'evento iniziale nella formazione delle fibre collagene: adesso segue la fase della
crescita e dell'assemblaggio. Le molecole di tropocollagene si auto-assemblano formano legami crociatiallineandosi testa-coda e disponendosi in file parallele a costituire lamicrofibrilla. Le microfibrille si associano in file parallele a formare la fibrilla di collagene.
KELLY H. I ANNO BIOTECNOLOGIE UNIUPOTURNOVER DEL COLLAGENE Questo processo deve impedire l'assemblaggio in fibrille all'interno dellacellula ma solo al di fuoridella stessa. Si tratta di un processomolto rapido.
COLLAGENOPATIE Si tratta di mutazioni a carico dei geni che codificano per i vari tipi di collagene e ne sono state identificate veramente tante, più di 1000 mutazioni in 23 geni. Spesso la mutazione è puntiforme, con sostituzione di una glicina nellacatena con la conseguente alterazione dell'allineamento delle catene alfa. L'ostegenesi imperfetta è una malattia genetica trasmessa come carattere autosomico dominante ma di cui è anche frequente l'insorgenza ex.
novo.Porta a mutazioni in alcuni tipi di collagene:COLLAGENE I: osteogenesi imperfetta: fragilità ossea e deformità scheletriche
COLLAGENE II: ipo- o a-condrogenesi: ridotto o assente sviluppo di cartilagini
COLLAGENE IV: sindrome di Alport: alterazione progressiva della funzione visiva, uditiva e renale
KELLY H. I ANNO BIOTECNOLOGIE UNIUPO
COMPONENTE FIBRILLARE RETICOLARE
Le fibre reticolari formate da collagene III sono sottili ed hanno la stessa struttura periodica delle fibrille elementari di collagene ma NON si associano in grossi fasci.
Appaiono sottili e ramificate colorabili con metodi di impregnazione argentica.
Sono meno resistenti ma più flessibili delle fibre di collagene.
Comuni nello sviluppo embrionale nel passaggio dal mesenchima al connettivo; nella vita adulta:
STROMA ORGANI GHIANDOLARI
STROMA ORGANI LINFOIDI
MEMBRANA BASALE EPITELI
COMPONENTE FIBRILLARE ELASTICA
Le fibre elastiche sono costituite da fibrillina immersa in una matrice amorfa in cui
è presente elastina. Sono molto estensibili (fino al 120%) e riprendono facilmente la forma iniziale dopo la cessazione della forza che le ha estese (scarsa deformazione).
MICROSTRUTTURA DI FIBRE ELASTICHE:
La componente amorfa è costituita da elastina mentre le microfibrille sono ricche di fibrillina.
L’elastina è abbondante nella parete dell’aorta e dei vasi maggiori e nei legamenti elastici.
L’assemblaggio delle microfibrille nello spazio pericellulare precede la secrezione della tropoelastina (precursore dell’elastina), la cui polimerizzazione dipende dallo spazio stampo costituito dalle microfibrille.
KELLY H. I ANNO BIOTECNOLOGIE UNIUPO
ELASTINOPATIE
Come per il collagene anche alterazioni a carico delle fibre elastiche assumono caratteri di malattie gravi.
DELEZIONE COMPLETA DEL GENE DELL’ELASTINA. sindrome di Williams: anomalie cardiache, ritardo mentale
MUTAZIONI DEL GENE DELLA FIBRILLINA: sindrome di Marfan con deformità ossee.
tessuto connettivo. Le cellule del tessuto connettivo possono essere divise in due categorie: residenti e migranti. Le cellule residenti svolgono il loro ciclo vitale nel connettivo e includono i fibroblasti, i macrofagi residenti, i melanociti e gli adipociti. Le cellule migranti, invece, concludono il loro ciclo vitale fuori dal connettivo e comprendono i mastociti, le plasmacellule, i linfociti e le microfagi. Le cellule del tessuto connettivo svolgono diverse funzioni, tra cui la sintesi e la secrezione delle macromolecole nella matrice, la riserva e il metabolismo dei lipidi e la difesa immunitaria. I fibroblasti, ad esempio, svolgono le stesse funzioni anche in altri tipi di cellule presenti in diversi tessuti, come i condroblasti nella cartilagine, gli osteoblasti nell'osso e gli odontoblasti e i cementoblasti nel dente. Tutti questi tipi di cellule derivano dalla cellula mesenchimale embrionale, che è una cellula staminale multipotente del tessuto connettivo.Il fibroblasto è una cellula che può presentarsi in diverse forme: fusiforme, stellata.
Elaborano gli elementi costitutivi della componente fibrosa della matrice extracellulare oltre che essere responsabili della sintesi delle glicoproteine e dei proteoglicani della matrice amorfa.
Sono cellule poco mobili e prive di attività fagocitaria. Nel tessuto adulto sono spesso quiescenti e prendono il nome di fibrociti.
I fibroblasti al microscopio elettronico:
- Sono immersi in una matrice di fibrille di collagene
- Elementi fusati con nucleo allungato o forma stellata con prolungamenti
- Presenza di nucleoli ben visibili nel nucleo
- Presenza di Golgi e RER molto sviluppato per l'elaborazione rapida di proteine
- Ben rappresentato il citoscheletro
- Il citoplasma è basofilo per la presenza di numerosi mRNA
Sono cellule voluminose e polinucleate; in risposta a determinati stimoli si possono differenziare in due tipologie:
MACROFAGI M1
MACROFAGI M2
Rappresentano due estremi di un continuum differenziativo.
I macrofagi M1 rappresentano i macrofagi di tipo classico.
I macrofagi M2 rappresentano quelli molto simili ai TAM (macrofagi tumore-associati).
Numerosi in molti tessuti del corpo umano, nel connettivo in particolare svolgono un ruolo fondamentale di difesa dall'attacco di agenti esogeni.
I macrofagi derivano dai monociti circolanti nel sangue.
Hanno un'attività di fagocitosi estremamente efficace contro:
- batteri
- numerosi antigeni
- cellule morte e detriti
Presentano un efficiente apparato lisosomiale molto efficace.
Le principali funzioni dei macrofagi sono:
- Fagocitano residui e li degradano attraverso i lisosomi
- Sono fonte delle proteine del completamento e dei regolatori della crescita
- Aiutano la risposta
KELLY H. I ANNO BIOTECNOLOGIE UNIUPO
immunitaria. ● I macrofagi residenti prendono nomi differenti a seconda degli organi in cui si trovano: - MICROGLIA: sistema nervoso centrale - CELLULE DI KUPFFER: fegato - MACROFAGI ALVEOLARI: alveoli polmonari - CELLULE DI LANGERHANS: epidermide - OSTEOCLASTI: osso ● Esistono anche macrofagi liberi che migrano nei tessuti SOLO a seguito di processi di infiammazione e di riparo, richiamati da citochine; derivano dai monociti. Quando sono stimolati o attivati nel corso dell'infiammazione, i macrofagi ritirano i loro prolungamenti, si staccano dalle fibre e diventano macrofagi liberi provvisti di elevata motilità e attività fagocitaria risultando, quindi, facilmente distinguibili dal fibroblasti. La microscopia elettronica rileva la presenza di lisosomi e di numerosi fagosomi contenenti materiale ingerito. Grazie alla loro motilità e attività fagocitaria, i macrofagi insieme ai leucociti polimorfonucleati sono agenti importanti nei processi di immunitaria.ato all'interno dei fagociti grazie all'azione di enzimi digestivi. Questo processo di fagocitosi è fondamentale per eliminare i patogeni e mantenere l'omeostasi dell'organismo. La risposta infiammatoria è un'altra importante componente della difesa dell'organismo. Essa si manifesta con sintomi come arrossamento, gonfiore, calore e dolore ed è causata dalla liberazione di mediatori chimici da parte dei fagociti e delle cellule danneggiate. Questa risposta aiuta a limitare la diffusione dell'infezione e a promuovere la guarigione dei tessuti danneggiati. Inoltre, il sistema immunitario adattativo svolge un ruolo cruciale nella difesa dell'organismo. Esso è costituito da cellule specializzate chiamate linfociti, che sono in grado di riconoscere specifici antigeni presenti sui patogeni. I linfociti producono anticorpi che si legano agli antigeni e li neutralizzano, facilitando così la loro eliminazione da parte dei fagociti. In conclusione, il sistema immunitario svolge un ruolo fondamentale nella difesa dell'organismo contro le infezioni. La sua azione si basa sulla capacità dei fagociti di inglobare e distruggere i patogeni, sulla risposta infiammatoria che limita la diffusione dell'infezione e sulla risposta immunitaria adattativa che produce anticorpi specifici per neutralizzare i patogeni.