vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
MOTIVI LEGANTI IL DNA NEI PROCARIOTI
Uno è l’helix-loop-helix. Queste sono tre proteine diverse che hanno in comune l’elica blu e l’elica
rossa che sono connesse da un loop. Sono proteine dimeriche, hanno in comune che la distanza
tra i due motivi strutturali in tutti i casi è 3,4 Amstrong che la distanza tra i passi dell’elica, queste
proteine infatti si infilano nel solco maggiore del Dna proprio grazie a questi motivi strutturali.
Perché proteina e Dna si leghino ci deve essere un riconoscimento chimico tra le parti variabili di
una e dell’altra, se la proteina arriva nel punto sbagliato non ci sono abbastanza legami da
formare. Ci sono poi interazioni aspecifiche che stabilizzano il tutto tra la parte costante di una e
dell’altra, per esempio tra il fosfato del Dna e il backbone della proteina.
Le interazioni avvengono fondamentalmente grazie a legami idrogeno.
A livello del solco maggiore del Dna i motivi strutturali sono quindi alla distanza giusta e hanno le
catene laterali giuste per interagire con le basi del Dna. Molto spesso il binding delle proteine al
Dna causa delle distorsioni locali necessarie
Il tema helix-loop-helip si può trovare anche nelle proteine che legano il Dna negli Eucarioti.
Es. la TATA box binding protein (TBP) che induce un cambiamento strutturale nel Dna
la P53 che si trova mutata in alcuni tipi di tumore
La sua particolare struttura presenta tre domini:
la parte rossa è quella che lega il Dna, mentre il C-
terminale (blu) è il dominio di oligomerizzazione.
Analizzando le mutazioni più frequentemente trovate
in molti tipi di tumore si è visto che c’è una forte
correlazione con i residui imputati al binding con il
Dna, si è visto che l’arginina 248 è mutata nel 9,8 %
nei casi, per cui la p53 non può più legare il Dna.
Un:altro motivo che lega il Dna negli Eucarioti è Zinc- Fingers
L’alfa-elica il loop e i due filamenti- beta
formano un po’ un dito che si va ad infilare
nel solco maggiore del Dna, questo dito è
tenuto in questa conformazione perché un
atomo di Zinco, coordinato da due residui di
istidina e due residui di cisteina.
Ci sono zinc fingers più complessi che hanno
due atomi di zinco e richiedono 6 atomi di
cisteina che coordinano il metallo .
Leucine Zippers Sono motivi formati da due alfa eliche che si accostano e
sono tenuti insieme perché c’è un interfaccia piena di
residui di leucina che formano un core idrofobiche, quindi
le due eliche sono tenute insieme dalle interazioni
idrofobiche tra i vari residui di leucina, questa cerniera si
può aprire parzialmente e andarsi ad infilare nel solco
maggiore del Dna
Struttura terziaria
I domini sono le unità fondamentali della struttura terziaria.
Il dominio è una pozione della proteina che si ripiega in modo indipendente dal resto della catena.
I domini spesso sono unità funzionale, per esempio un dominio è il sito di legame per un cofattore
e l’altro è il sito catalitico dell’enzima. Ci sono metodi computazionali che permettono di
discriminare quanti domini ci sono in una proteina
proteina con un dominio proteina con due domini
Struttura quaternaria
Si ha nel caso in cui più catene si assemblano a formare una proteina multimerica. Ciascuna catena
è chiamata subunità.
Gli anticorpi sono un esempio di struttura quaternaria, ci sono più catene polipeptidi che, divise in
catene pesanti e catene leggere
Folding delle proteine
Nella formazione della struttura sia terziaria che quaternaria ci sono delle forze che guidano il
ripiegamento in base alla sequenza amminoacidica.
Il folding avviene non appena la proteina esce dal ribosoma.
I legami che si formano sono interazioni deboli: legami idrogeno che posso coinvolgere sia gruppi
del backbone che delle side chain. Un’altra forza che lega il folding proteico è la forza idrofobica:
una proteina nel citoplasma tenderà a ripiegarsi in maniera tale che i residui idrofobici vadano nel
core della proteina, ad ogni aa può essere associato un valore di idrofobicità in una scala (es.
profili di idrofobicità). Ci possono essere interazioni elettrostatiche tra residui di cariche opposte
che formano ponti salini e infine possono esserci interazioni di van del Waals. Tra due atomi c’è
una distanza interatomica ottimane alla quale i due atomi interagiscono ottimamente, se sono
troppo vicine le nuvole atomiche degli atomi vanno a compenetrarsi, se troppo lontani non
interagiscono neanche. I ponti di solfuro che si formano quando due residui di cisteina sono vicina,
in condizioni ossidanti, stabilizzano ulteriormente la struttura, sono legami covalenti.
Queste stesse interazioni coinvolgono anche la formazione della struttura quaternaria.
Maggiori sono le interazioni che mantengono la proteina foldata, maggiore sarà la forza necessaria
a rompere i legami.
Quando la proteina non è foldata, è random coil, quando inizia il folding il random-coil si organizza
in diversi stadi intermedi che convergono verso la formazione della struttura nativa, che poi è
quella funzionale. La proteina sa come foldarsi, l’ informazione è già presente nella sequenza ,
durante il folding la proteina deve oltrepassare delle barriere energetiche per arrivare allo stato
foldato che è quello con il minimo di energia possibile, ovvero stabilità maggiore, tante interazioni
formate. La natura tende a selezionare un numero piuttosto ridotto di domini
rispetto a quelli che si potrebbero predire basandosi sulla sequenza.
Quindi da sequenze diverse posso ottenere stessi domini e questo è un
esempio di evoluzione molecolare convergente. Ci sono anche dei casi
in cui sequenze molto simili, con poche sostituzioni amminoacidiche,
possono dare origine a scaffold molecolari molto diversi, questo è un
esempio di evoluzione molecolare divergente.
Esistono banche dati di domini: CATH e SCOP che raccolgono tutti i
domini molecolari noti.
La classificazione dei domini si basa sugli elementi di struttura
secondaria al loro interno:
Singola proteina che si avvolge a Domini tutti α→ solo -eliche
formare quattro domini Domini tutti β → solo β-foglietti
Domini α/β→ un’ alternanza di elementi α e β
Tutti gli altri vengono chiamati domini α+β
Nei domini tutti α le eliche non sono del tutto parallele e ciò è dovuto ad una ragione strutturale,
dalle eliche sporgono le catene laterali e per far sì che due eliche interagiscono bene, bisogna
incastrare una catena laterale nei solchi lasciati dalle catene laterali dell’altra α elica ruotando le
catene di 18/20° l’una rispetto all’altra. Un’altra soluzione è quella di ruotare un elica rispetto
all’altra di circa 50°. Un esempio è quello che succede nel folding della Globina, abbiamo 8 α-eliche
più o meno lunghe e il loro arrangiamento è tale che formano una tasca idrofobica che lega l’EME,
e viene sempre rispettata la regola dei 20° o 30° gradi in modo che le interazioni di van der Waals
degli atomi sulle catene laterali vengano massimizzate.
Domini α/β: Nella struttura a sinistra a botte (barrel) la proteina
invece di stare lineare come sul diagramma di topologia
tende a ripiegarsi in modo da avvolgere una struttura
cilindrica teorica con i suoi elementi β, le α eliche
stanno tutte all’esterno della botte. Questa struttura è
più stabile perché il filamento β si forma tra filamenti β
adiacenti, quindi le α-eliche andrebbero ad interferire
con la formazione del foglietto β per cui è più
conveniente spostare le α eliche tutte da una parte e
Barrel Sheet massimizzare le interazioni tra i foglietti β, nella
Una struttura a botte α/β è favorita rispetto ad un foglietto α/β. Questo tipo di dominio è molto
struttura a botte c’è un legame idrogeno in più tra il
conservato nelle proteine, il primo enzima in cui è stato descritto è la Triosofosfato isomerasi per
primo e l’ultimo foglietto β
questo dominio viene chiamato anche botte TIM. La troviamo soprattt in idrolasi.
Il dominio α/β lo troviamo in enzimi diversi, la variabilità è associata alle regioni loop, che
rimangono filamento disorganizzato, che possono legare substrati diversi. Le catene laterali in un
foglietto β stanno al di sotto e al di sopra del piano del foglietto che in questo caso è la botte,
all’interno della botte ci sono diversi layer, quelli più interni sono formati da aa idrofobici, mentre
quelli più esterni devono iniziare ad interagire con il solvente, pertanto saranno polari e carichi.
I foglietti α/β sono diversi, in questi domini le α-eliche sono da entrambi i lati e la struttura non
tende a richiudersi, in questa topologia ci sono due elementi di struttura secondaria che portano
dei loop che vanno da parti opposte, è lo switching point ed è importante perché forma delle
fessure, questa fessura è importante perché normalmente alloggia qualcosa, un substrato, un
cofattore.
Domini tutti β:
Barrels Greek key Jelly rool
Struttura botte tutta β: i foglietti β sono antiparalleli
Botte a chiave greca: deriva dall’unione di due motivi a chiave greca
Jelly roll: ci sono dei loop che attraversano le vasi della struttura cilindrica, ricoprono le basi come
la gelatina sulle basi.
Proteine di membrana
Ci sono proteine che stanno sulla membrana della cellula, nucleare, del RE, dei mitocondri che
sono coinvolte in processi processi che permettono la sopravvivenza.
Per capire come sono fatte bisogna risolverne la struttura, usando cristallografia a raggi X o NMR
che richiedono un campione puro. Per avere un campione puro devo estrarre la proteina dalla
membrana, ma le sue regioni molto idrofobiche in acqua andrebbero incontro ad aggregazione
casuale. Per le proteine estrinseche (che attraversano solo una volta la membrana) è tutto molto
più semplice, mentre quelle intrinseche (che attraversano molte volte la membrana) sono più
difficili da purificare. Si utilizzano molecole che hanno le stesse caratteristiche dei fosfolipidi di
membrana, molecole antipatiche, ovvero i detergenti. Quando estraiamo delle proteine di
membrana con dei detergenti la zona idrofobica della proteina va ad interagire con le code apolari
dei detergenti, è come se i detergenti facessero da tramite tra le regioni idrofobiche della proteina
e l’acqua, così si può avere una soluzione cristallizabile, perché le proteine si aggregano seguendo
un ordine specifico che