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FOTOGRAMMETRIA: PRINCIPI E STRUMENTI

1. DEFINIZIONE E CLASSIFICAZIONE. Nella topografia la rappresentazione del territorio si realizza rilevando una serie di punti caratteristici che vengono poi restituiti per via analitica e disegnati nella scala prescelta. Il rilievo topografico per punti presenta alcuni elementi critici:

  • costi elevati per le operazioni di campagna, in quanto i punti devono essere rilevati uno per uno;
  • necessità di associare alle misure ottenute dal goniometro anche delle annotazioni per riconoscere il punto a cui sono riferite;
  • necessità di eseguire interpolazioni per la costruzione delle curve di livello e per la rappresentazione planimetrica di elementi non lineari.

RILIEVO TOPOGRAFICO

RILIEVO FOTOGRAMMETRICO

È una descrizione puntuale della realtà

È una descrizione continua della realtà

Posizione del teodolite è prestabilita

Posizione della camera fotografica non è prestabilita

Il teodolite ha 4 gradi di libertà rappresentati dalle tre coordinate Xo, Yo, Zo del punto di stazione e dall'origine del cerchio orizzontale.

La camera da presa fotogrammetrica ha 6 gradi di libertà: le tre coordinate Xo, Yo, Zo del centro di proiezione e i tre angoli di rotazione φ, ω, κ dell'asse ottico.

Per definire una retta nello spazio con il teodolite occorre conoscere: quattro parametri d'orientamento (Xo, Yo, Zo) del centro del teodolite, posizione dell'origine O del cerchio orizzontale, misura dell'angolo orizzontale e misura dell'angolo verticale.

Per definire una retta nello spazio con la fotocamera occorre conoscere: sei parametri di orientamento (Xo, Yo, Zo) del centro di proiezione, (φ, ω, κ) angoli di orientamento dell'asse ottico, due misure delle coordinate di lastra x, y.

La collimazione con il teodolite è sempre monoscopica.

La collimazione in

è stereoscopica, cioè tridimensionale come la visione umana quando viene messo in stazione, assume con l'asse principale la direzione della . Il , verticale. Gli angoli zenitali hanno origine nota legata appunto alla direzione della verticale. Inoltre, due teodoliti che collimano contemporaneamente un punto, ne permettono la sua determinazione nella realtà tridimensionale, per intersezione diretta in avanti, come avviene con due prese fotogrammetriche. Quindi una presa fotografica corrisponde ad una stazione effettuata con il teodolite. Con l'invenzione della fotografia (1839) si pensò subito di affiancare al tradizionale rilievo per punti, quello realizzato con fotografie. Così l'idea della nasce: una tecnica in cui le operazioni di campagna vengono effettuate con una macchina fotografica invece che con un goniometro. In questo modo il terreno è sempre disponibile per le misure e le elaborazioni.senza richiedere la presenza fisica sugli elementi da rilevare.
  1. DEFINIZIONE. La fotogrammetria è quella tecnica di rilievo che consente di definire la posizione, la forma e le dimensioni degli oggetti sul terreno, utilizzando le informazioni contenute in opportune immagini fotografiche degli stessi oggetti, riprese da punti diversi. È la scienza che consente di ottenere informazioni affidabili di oggetti fisici e dell'ambiente circostante mediante processi di registrazione, misura e interpretazione delle immagini fotografiche e digitali formate dall'energia elettromagnetica radiante e da altri fenomeni fisici. È la scienza che consente di estrarre informazioni da immagini e di presentarle all'utente in modo efficace. Si può definire come una geometria proiettiva. Rappresenta uno strumento di acquisizione di dati metrici e tematici; è una procedura di rilevamento, prospezione e documentazione delle realtà territoriali, ambientali,
urbane e architettoniche. Questa tecnica però non deve e non può sostituirsi ai rilievo diretti, ma può offrire un supporto geometricamente obiettivo. È il rilevamento di oggetti di qualsiasi forma e dimensione che necessitano di un elevato numero di punti per una descrizione di forma completa. Ciò è consentito dall'utilizzo di speciali camere che producono fotografie sulle quali è possibile eseguire misure di precisione, e che possono essere considerate prospettive centrali. La prospettiva centrale è un procedimento geometrico che trasforma una realtà 3D in una realtà 2D. Utilizzando due prospettive centrali di uno stesso punto oggetto è possibile ricostruire la posizione spaziale del punto stesso. CLASSIFICAZIONE. In base al tipo di presa utilizzata: - FOTOGRAMMETRIA TERRESTRE: le prese avvengono da terra (oggetti a meno di 200 m) - FOTOGRAMMETRIA AEREA: le prese avvengono da un aereo (oggi a

più di 200 m)

  • Fotogrammetria dei vicini: oggetti interessati sono situati a una distanza inferiore a 300m
  • Fotogrammetria dei lontani: oggetti interessati sono a distanze maggiori di 300m

In base al tipo di elaborazione, la ricostruzione degli oggetti rilevati si ottiene:

  • con dispositivi fisici che riproducono all’inverso il fenomeno della presa. È l’azione fisica di componenti ottici, meccanici ed elettronici a ricostruire le corrispondenze geometriche
  • FOTOGRAMMETRIA ANALITICA: elaborando numericamente opportune misure effettuate direttamente sui fotogrammi. La ricostruzione è affidata alla modellazione matematica supportata dall’elaborazione digitale

In base al tipo di fotografia utilizzata:

  • FOTOGRAMMETRIA CLASSICA: le fotografie sono ottenute dallo sviluppo di emulsioni fotosensibili su pellicola o su lastre di vetro
  • FOTOGRAMMETRIA DIGITALE: le fotografie sono ottenute sotto forma

Numerica e organizzate in un grigliato di pixel. Possono essere ottenute da una macchina digitale o per scansione di una fotografia tradizionale.

In ogni caso i prodotti finali ottenibili dalla fotogrammetria possono essere di due tipi:

  • Prodotti immagine, derivati da immagini originali per trasformazioni geometriche più o meno complesse:
    • Raddrizzamento di immagini o fotopiano (applicabile ad oggetti piani)
    • Attraverso un modello geometrico tridimensionale l'immagine
    • Ortofoto: viene geometricamente corretta in modo che la scalasia uniforme
    • Accorpamenti di immagini singole raddrizzate o ortorettificate per realizzare una copertura unitaria dell'area di interesse
    • Mosaici
  • Prodotti numerici puntuali o vettoriali, in cui la restituzione passa attraverso la determinazione di punti oggetti in un sistema di riferimento tridimensionale:
    • Cartografie: carte topografiche planimetriche con informazioni altimetriche
    • Disegni architettonici

vettoriali in proiezione ortogonale• Profili

SVILUPPO STORICO DELLA FOTOGRAMMETRIA. La storia della fotogrammetria è legata alla storia della geometriadescrittiva e alla formulazione della teoria della prospettiva; mentre nella sua applicazione è legata alla storia dell’ottica, della fotografia.

Fasi:

  • fase pionieristica (1850-1900). La fotogrammetria fu fondata da Aimé Laussedat, che nel 1851 ne indicò i procedimenti, basati suuna intersezione in avanti in cui le misure venivano ottenute dai fotogrammi. La misura delle grandezze sul fotogramma erafonte di errori dovuti alla distorsione degli obiettivi fotografici. Fu Ignazio Porro che nel 1865 cercò di rimediare a tali errori,integrando questa tecnica con il fotogoniometro, uno strumento che permetteva di misurare gli angoli delle direzioni che vannodal centro dell’obiettivo ai punti dell’oggetto fotografato
  • fase analogica e stereoscopica (1900-1960). La stereoscopia

Il principio della marca mobile permise di superare le difficoltà del riconoscimento dei punti omologhi su due fotogrammi diversi. Nel 1909 si costruì lo stereo-autografo, grazie al quale fu risolto il problema di passare da una coppia di fotogrammi alla proiezione orizzontale, non attraverso il calcolo delle coordinate dei singoli punti in modo analogico. Si aprì l'era dei punti, ma in maniera continua utilizzando elementi fisici restitutori analogici. La Prima guerra mondiale vide l'introduzione della fotogrammetria aerea per la produzione di carte di media e grande estensione.

Fase analitica (dal 1960 in poi). I mezzi di calcolo erano limitati e impedivano di sviluppare le procedure analitiche necessarie per passare dalla prospettiva (fotografia) alla proiezione ortogonale (carta). A partire dagli anni '60, l'avvento dei calcolatori elettronici con grande capacità di calcolo (e piccole dimensioni) ha indirizzato lo sviluppo della

fotogrammetria verso unaimpostazione analitica del problema. Essa prevede che il passaggio da una coppia stereoscopica di fotogrammi alla relativaproiezione ortogonale avvenga tramite lo sviluppo numerico di un certo numero di equazioni elaborate dal computer.

• A partire dagli anni ’90 è stato possibile produrre e utilizzarefase digitale. immagini numeriche, cioè immagini digitali,L’impiego di queste immaginistrutturate in una matrice di piccoli elementi detti pixel. ha dato luogo alla fase digitale dellafotogrammetria che svolge le procedure connesse attraverso un computer.

16PRINCIPIO DI BASE DELLA FOTOGRAMMETRIA. Per poter determinare le posizioni dei punti di un oggettonell’ambiente reale del territorio utilizzando le posizioni dei punti corrispondenti sulla fotografia, è necessario definire le relazionifra le posizioni tridimensionali dei punti dell’oggetto e quelle delle loro immaginigeometriche sul piano della fotografia (lastra).

A ogni punto dell'oggetto tridimensionale A, B, ... (spazio corrisponde un punto omologo Al, Bl, ... sul piano della lastra (spazio oggetto) immagine). La fotografia è quindi una prospettiva centrale (tutti i raggi provenienti dal mondo esterno vengono convogliati attraverso le lenti dell'obiettivo in un punto e proiettati su uno schermo che li intercetta), in base alla quale i segmenti che congiungono i punti dell'oggetto con le loro corrispondenti immagini (stella proiettante) si incontrano tutti in un punto O, distante pochi centimetri dal piano dell'emulsione fotografica (lastra), detto centro di presa. È un punto dell'obiettivo della camera; la distanza di O dal piano della lastra è detta distanza principale e indicata con p. Essa si mantiene fissa e può essere considerata uguale alla distanza focale dello stesso obiettivo (p = f). Il punto di proiezione di O sul piano della lastra è detto punto

essarie per definire la posizione e le dimensioni di un oggetto tridimensionale sono la coordinata x, la coordinata y e la coordinata z. Queste coordinate possono essere espresse in diversi sistemi di riferimento, come ad esempio il sistema di coordinate cartesiane o il sistema di coordinate polari. Inoltre, per definire le dimensioni di un oggetto tridimensionale, è necessario specificare la lunghezza, la larghezza e l'altezza dell'oggetto.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
57 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/12 Tecnologia dell'architettura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher annafullin di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Rilievo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Iuav di Venezia o del prof Balletti Caterina.