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GENI PER RNA
Gli RNA che differiscono da quello messaggero costituiscono circa il 15-12% del genoma e formano circa
3000 geni, questi sono:
• L’rRNA detto rna ribosomale con funzione implicata nella traduzione. Questo rna deriva da geni
policistronici e è coinvolto nello splicing dei geni 28S, 5,8S e 18S durante la maturazione della
sequenza.
• Il tRNA detto rna di trasporto, anche questo di origine policistronica e coinvolto nella traduzione.
• Gli rna coinvolti nella maturazione degli rna sopracitati sono gli snRNA e gli snoRNA.
• in fine gli RNA coinvolti nella regolazione dell’rna sono i micro rna detti miRNA con funzione
antisenso rispetto alla traduzione degli mRNA.
La funzione del mRNA è quella di essere tradotto in proteina: questo in genere è costituito da esoni di
lunghezza costante ( circa 200 bp) e introni di lunghezza variabile.
Per FAMIGLIE GENICA si intende una classe di due o più geni che codificano per proteine che svolgono
funzioni simili. Queste possono essere: copie geniche ; copie geniche in tandem; geni per proteine non
uguali.
In alcuni casi dei geni si possono trovare dentro altri geni (come negli introni), in questo caso si parla di
sovrapposizione di geni.
Gli pseudogeni sono sequenze omologhe a geni funzionali ma che non svolgono funzione, perché non
vengono trascritti o tradotti. Sono residue genici dell’evoluzione, e in generale derivano da eventi di
duplicazione e mutazione. Varie classi:
- pseudogeni non processati
- copie tronche
- frammenti interni
- pseudogeni processati
- retrogeni
CODICE GENETICO E TRADUZIONE
STRUTTURA DELLE PROTEINE E DEGLI AMMINOACIDI
Quando l’mRNA viene trascritto ed è maturo va incontro al processo di traduzione in proteina. Ogni
proteina è costituita da amminoacidi. Gli amminoacidi sono 20 composti organici costituiti da un gruppo
amminico, uno carbossilico e un idrogeno legati ad un carbonio centrale. La parte che differenzia gli
amminoacidi sono le catene laterali R.
In base alle catene laterali R gli amminoacidi possono essere classificati come: catene laterali idrofobiche o
non polari; catene laterali idrofiliche o polari; catene laterali acide; catene laterali basiche.
Alternativamente le catene possono essere classificate come: gruppi non polari ,alifatici; gruppi R
aromatici; gruppi polari, non carichi; gruppi R carichi positivamente; gruppi R carichi negativamente.
Se due amminoacidi si legano in corrispondenza di un gruppo amminico e di un gruppo carbossilico di due
rispettivi amminoacidi si forma un peptide con rilascio di una molecola di H2O. Se ad un dipeptide vengono
aggiunti altri amminoacidi si forma un polipeptide che si forma secondo l’orientamento dell’mRNA ma con
alle estremità sempre un gruppo amminico da una parte, e carbossilico dall’altra.
La struttura primaria della proteina corrisponde alla sequenza di amminoacidi; la secondaria può essere ad
elica oppure a foglietto pieghettato; la terziaria forma una struttura tridimensionale che si forma a
partire dai ripiegamenti della struttura secondaria e può essere una struttura globinica o globinica ; la
struttura quaternaria è costituita da 4 subunità della struttura terziaria. I ripiegamenti della struttura
primaria a formare le altre strutture sono determinati da forze intermolecolari di vario tipo presenti tra gli
amminoacidi.
CODICE GENETICO
Al momento della traduzione ad ogni tripletta di nucleotidi presente sulla sequenza di mRNA viene
associato uno specifico amminoacido. In questo modo dato che le lettere del codice sono 4 si ha che le
3
4 = 64.
combinazioni di nucleotidi possono essere al massimo Gli amminoacidi tuttavia essendo 20
devono essere necessariamente ripetuti in più triplette di nucleotidi quindi molti amminoacidi sono
degeneri. Le triplette più importanti da sapere ai fini dell’ esame sono quelle iniziatrici e quelle terminatrici
della traduzioni.
Il codice genetico inoltre tende a non avere sovrapposizioni di condoni (triplette) in quanto queste
causerebbero delle mutazioni. La lettura dei codoni di mRNA non presenta punteggiatura e quindi deve
essere continua. In caso di inserzione oppure delezione gli amminoacidi vengono codificati in maniera
errata e si va in contro a fenotipo mutante. Al contrario quando si ha prima una inserzione e poi una
delezione o viceversa durante la traduzione si ha una correzione delle sequenze amminoacidiche e quindi il
fenotipo può essere ancora selvatico; la correzione si può avere anche nel caso ci siano tre inserzioni
oppure tre delezioni consecutive.
DIMOSTRAZIONE DEL CODICE GENETICO A TRIPLETTE
Gli esperimenti di Crick e Brenner dimostrarono che il codice genetico è a triplette. In particolare per
raggiungere questo scopo utilizzarono la molecola acriflavina che ha proprietà mutagene. Si osservava che
dei fagi T4 diventavano mutanti in contatto con questa sostanza e si ipotizzò che ciò fosse dovuto al fatto
che la molecola si intercalasse tra le basi di dna provocando inserzioni o delezioni. Successivamente si
arrivò alla seguente conclusione: se si hanno due fagi T4 e si ipotizza che questi siano rispettivamente
mutanti uno per inserzione (+) e uno per delezione (-), questi presi singolarmente non sono in grado di
eseguire una lisi ad una cellula bersaglio (E.coli K12). Tuttavia se vengono introdotti entrambi insieme al
batterio avviene la lisi: ciò si spiega con il fatto che deve esserci scambio di materiale genetico. Altri
esperimenti con fattori di mutazione hanno indicato che se ci sono tre inserzioni (+++) o tre delezioni (- - -) i
mutanti riacquisiscono fenotipo selvatico quindi diventano ancora virulenti.
parallelismo tra linguaggio italiano e codice genetico relativo a inserzione e delezione
Altri esperimenti hanno permesso di specificare a quali amminoacidi fossero associate le possibili
combinazioni del codice genetico. I primi esperimenti a riguardo furono condotti da Niremberg e Khorana.
L’esperimento consistette nell’ eliminare delle cellule e il loro dna con DNAsi ma vennero lasciate intatte le
loro molecole per la costruzione di proteine nella coltura. Quindi si riprodusse questa procedura 20 volte in
venti rispettive provette e in ogni provetta venivano introdotte delle quantità di ogni tipo di aminoacido.
L’esperimento doveva prevedere in quale provetta contente uno specifico tipo di aminoacido si sarebbero
sintetizzate delle proteine introducendo in ogni provetta mRNA poli (U) sintetico. Si individuò che la
fenilalanina era l’unico amminoacido che sintetizzava proteine, quindi per poterle marcare le si fecero
precipitare con una particolare sostanza (TCA) adatta allo scopo e le si marcarono con la radioattività in
modo da poterle individuare sul fondo. Dato che solo l’aminoacido fenilalanina reagiva con l’mRNA poli (U)
si è potuto concludere che questo amminoacido codifica solo per la sequenza (UUU). Analogamente
vennero decifrate la lisina (AAA) e la prolina (CCC). Successivamente vennero utilizzati per la sintesi proteica
polinucleotidi complessi a composizione statistica nota. Es. fornendo G e U in proporzioni rispettive di G = ¼
U = ¾ si possono prevedere le seguenti proporzioni per i possibili codoni presenti nel polinucleotide
sintetizzato. . Il codice genetico è quasi universale.
TRADUZIONE
La traduzione è il processo che avviene nei ribosomi in cui dalla sequenza di mRNA si produce un
polipeptide costituito da aminoacidi.
Questo processo vede coinvolti diversi fattori tra i quali i principali sono:
• Il tRNA per il trasporto degli amminoacidi. Questo viene caricato del rispettivo aminoacido in una
molecola chiamata aminoacil-tRNA sintetasi attraverso l’apporto dell’ ATP. Il tRNA é importante
anche perché è capace di compiere la vacillazione in corrispondenza della terza base del codone
tale per cui un singolo tRNA può riconoscere più di un codone.
• Il ribosoma che è la sede della sintesi proteica. Questo nei procarioti è 70S e negli eucarioti è 80S.
Entrambi i ribosomi si caratterizzano per la presenza di una subunità maggiore e una minore
costituite da rRNA e proteine e da dei siti di sintesi.
• L’mRNA che deve essere tradotto
• e fattori proteici di traduzione.
Una volta che il tRNA iniziatore (che trasporta N-formil metionina nei procarioti e metionina negli eucarioti)
arriva al ribosoma quest’ultimo si presenta con tre siti di sintesi (A per l’attivazione , P per l’allungamento
del polipeptide e E per la liberazione del polipeptide). Inizialmente l’mRNA viene posto sulla subunità
minore del ribosoma e qui deve essere riconosciuta la sequenza iniziatrice, detta anche Shine Dalgarno per
i procarioti o Kozak per gli eucarioti ( anche se è più importante il cappuccio per questa funzione in questo
caso), dal rRNA che presenta un anticodone complementare per l’attivazione della sintesi. A questo punto
la subunità maggiore si dispone sul mRNA e il primo tRNA è posto sul sito P attraverso l’accompagnamento
dei fattori proteici di inizio e l’apporto di GTP. Il primo tRNA è quello che deve riconoscere il codone di inizio
(AUG). Dopo di che partecipano altri fattori proteici di allungamento del polipeptide e il GTP come fonte
energetica; stavolta succede che i nuovi tRNA carchi si dispongono nel sito A , i fattori di allungamento
permettono il passaggio del polipeptide che si sta formando presente sul sito P al sito A e una volta
aggiunta la subunità aminoacidica il polipeptide presente sul tRNA del sito A torna sul sito P facendo in
modo che il tRNA scaricato che lo precede vada sul sito E per essere liberato. Alla fine del processo la
sequenza di stop (UAA o UAG o UGA) si appaia sotto il sito A e a questo punto intervengono i fattori
proteici di rilascio e il GTP che permettono la liberazione del polipeptide dal tRNA presente sul sito P. Di
solito la fMet o la Met iniziale vengono rimosse. Nei batteri il processo di trascrizione è accoppiato al
processo di traduzione. Infatti la traduzione può incominciare prima che la trascrizione sia terminata. Negli
eucarioti il processo di trascrizione e di traduzione non sono accoppiati, perché i due processi si svolgono in
compartimenti cellulari diversi: la trascrizione nel nucleo e la traduzione nel citosol. Inoltre il polipeptide
può rimanere nel citosol o avere diversa destinazione in uno degli organelli subcellulari (mitocondrio,
perossisoma, cloroplasto ecc.).
41)
42)
MUTAZIONI GENICHE
Le mutazioni della struttura del DNA possono essere in base al livello di analisi considerato: genomiche,
cromosomiche o genetica.
In base al tipo di cellula che subisce il processo invece possono essere somatiche (non ereditabili) o
germinali (ereditabili).
In fine possono essere spontanee quindi casuali o in