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T
i € P
T
Quanto più elevato è il prezzo del titolo, tanto minore sarà il tasso di interesse
pagato dal titolo stesso.
Allo stesso modo, conoscendo il tasso di interesse si può risalire al prezzo del titolo
manipolando la formula precedente:
100€
€ P
T 1 i
Se il tasso di interesse è positivo, il prezzo del titolo è inferiore al valore di rimborso.
Operazioni di mercato aperto
intervento espansivo di mercato aperto
- la banca centrale acquista titoli e li paga emettendo nuova moneta
- poiché acquista titoli, la banca centrale fa aumentare la domanda di titoli e,
di conseguenza, ne fa aumentare il prezzo
- se il prezzo aumenta, il tasso d’interesse sui titoli diminuisce
- la banca centrale, comprando titoli attraverso la creazione di nuova moneta,
espande l’offerta di moneta
intervento restrittivo di mercato aperto
- la banca centrale vende titoli, ricevendo moneta
- poiché vende titoli, la banca centrale aumenta l’offerta di titoli e, di
conseguenza, il prezzo diminuisce
- se il prezzo diminuisce, il tasso d’interesse sui titoli aumenta
- la banca centrale, vendendo titoli a imprese e famiglie in cambio di moneta,
riduce l’offerta di moneta 19
Riassumendo …
Riassumiamo quanto visto finora:
Il tasso di interesse è determinato dall’uguaglianza tra offerta e domanda di
moneta
Variando l’offerta di moneta, la banca centrale può influenzare il tasso di interesse
La Banca centrale modifica l’offerta di moneta attraverso le operazioni di mercato
aperto, che consistono in acquisti o vendite di titoli in cambio di moneta
L’acquisto di titoli da parte della banca centrale sposta la curva di offerta di
moneta verso destra (intervento espansivo di mercato aperto)
La vendita di titoli da parte della banca centrale sposta la curva di offerta di
moneta verso sinistra (intervento restrittivo di mercato aperto)
Politica monetaria: attraverso il controllo dell’offerta di moneta o del tasso d’interesse?
Finora abbiamo ipotizzato che la banca centrale scelga l’offerta di moneta e lasci il tasso
di interesse libero di aggiustarsi.
Alternativamente, come accade nella realtà, avremmo potuto immaginare che la
banca centrale scelga il tasso di interesse e aggiusti l’offerta di moneta in modo tale da
raggiungere quel tasso. Questa seconda descrizione è più utile della prima, in quanto è
quello che effettivamente fanno le banche centrali moderne (come BCE o FED).
Quando ascolterete i notiziari, non sentirete: “La banca centrale ha deciso di aumentare
l’offerta di moneta”, ma piuttosto “La banca centrale ha deciso di tagliare i tassi di
interesse”.
3. La determinazione del tasso d’interesse (II)
Nel paragrafo 2, assumendo che tutta la moneta presente nell’economia fosse costituita
da moneta circolante fornita dalla banca centrale, abbiamo adottato una grande
semplificazione. In questo paragrafo introdurremo i depositi in conto corrente e vedremo
come questo modifichi le conclusioni precedenti.
3.1 Il ruolo delle banche
Gli intermediari finanziari sono istituzioni che ricevono fondi dagli individui e dalle imprese
e li usano per accordare prestiti e acquistare titoli.
Le banche, una particolare tipologia di intermediari finanziari. Ciò che le caratterizza è
che le loro passività sono moneta: gli individui possono pagare le transazioni emettendo
assegni (o usando la carta di debito) fino all’ammontare massimo dei propri depositi in
conto corrente. 20
(a) Banca centrale → la figura riporta il bilancio della banca centrale in un’economia in
cui sono presenti le banche. Le attività sono costituite dai titoli che detiene in portafoglio.
Le passività della banca centrale sono invece costituite dalla moneta emessa dalla
banca centrale. La novità è che quest’ultima non è detenuta dal pubblico in contanti,
ma è ora detenuta anche dalle banche sottoforma di riserve.
(b) Banche → Le passività delle banche sono rappresentate dei depositi in conto
corrente. Le banche, infatti, ricevono fondi da individui e imprese che li depositano
direttamente o attraverso bonifici o assegni bancari.
In qualunque momento, gli individui o le imprese possono emettere assegni o prelevare
fino all’ammontare del loro saldo di conto corrente.
Le banche detengono parte dei fondi ricevuti sottoforma di riserve.
Perché le banche detengono riserve di riserva? Per tre ragioni:
1) Ogni giorno, alcuni correntisti prelevano dai loro conti correnti e altri versano
nei loro conti correnti. Non vi è alcuna ragione per cui entrate e uscite
debbano essere uguali.
2) Allo stesso modo emettono assegni a correntisti di altre banche e viceversa.
Quanto la banca, in seguito a queste transazioni, deve alle altre potrebbe
essere maggiore di quanto essa deve ricevere dalle stesse.
3) In Europa è prevista una riserva obbligatoria, proporzionale ai depositi in
conto corrente. In particolare è prevista un’aliquota di riserva pari all’1% sui
depositi a vista e overnight, sui depositi a scadenza fino a due anni e sui titoli
di debito emessi con scadenza fino a due anni.
I prestiti rappresentano circa il 70% delle attività diverse da riserve. Il restante 30% è
rappresentato da titoli. Tuttavia, ai fini della comprensione dei fattori che determinano
l’offerta di moneta, la distinzione tra titoli e prestiti non è importante. Ipotizzeremo quindi,
per il momento, che le banche non concedano prestiti e che le attività di una banca
siano costituite esclusivamente da riserve e titoli.
3.2. Offerta e domanda di moneta della banca centrale
La domanda di moneta emessa dalla banca centrale → è uguale alla domanda di
circolante da parte degli individui più la domanda di riserve da parte delle
banche.
L’offerta di moneta emessa dalla banca centrale → è sotto il controllo diretto della
banca centrale.
Il tasso di interesse di equilibrio → è tale per cui domanda e l’offerta di moneta
emessa dalla banca centrale sono uguali.
La domanda di moneta della banca centrale
La domanda di moneta della banca centrale ha ora due componenti: riserve +
circolante. Assumeremo che gli individui vogliano detenere moneta solo nella forma di
depositi di conto corrente, e non vogliano quindi detenere circolante (il caso più
generale ci porta alle stesse conclusioni). 21
Nel caso che affronteremo ora, la domanda di moneta della banca centrale coincide
con la domanda di riserve da parte delle banche.
Questa domanda dipende, a sua volta, dalla domanda di depositi di conto corrente da
parte delle persone. Sotto la nostra ipotesi che gli individui non detengono circolante,
la domanda di moneta da parte degli individui coincide quindi con la domanda di
depositi di conto corrente, che assumeremo come prima pari a:
€ ( )
d
M YL i
( )
L’equazione ci dice che le persone vogliono detenere più depositi quando il reddito
nominale è elevato e quando il tasso di interesse sui titoli è basso.
Domanda di riserve da parte delle banche
Quanto più grande è l’ammontare dei depositi, tanto maggiori saranno le riserve che le
banche devono tenere, sia per precauzione sia per ragioni di regolamentazione.
Sia θ il coefficiente di riserva, cioè l’ammontare di riserve che le banche decidono di
detenere per ogni euro di depositi di conto corrente.
La domanda di riserve da parte delle banche può essere così descritta:
H = θM = θ€YL(i)
d d
La prima uguaglianza riflette il fatto che la domanda di riserve è proporzionale alla
domanda di depositi di conto corrente
La seconda uguaglianza riflette il fatto che la domanda di depositi dipende dal
reddito nominale e dal tasso di interesse
Quindi, la domanda di moneta emessa dalla banca centrale, che equivale alla
domanda di riserve da parte delle banche, è data da θ moltiplicato per la domanda di
moneta da parte degli individui.
L’equilibrio nel mercato della moneta della banca centrale
La condizione di equilibrio è che l’offerta di moneta della banca centrale sia uguale alla
domanda di moneta della banca centrale, ossia: H = H .
d
Utilizzando l’equazione H = θM = θ€YL(i) otteniamo: H = θ€YL(i)
d d
La domanda di moneta della banca centrale, H , è tracciata per un dato livello di
d
reddito nominale. 22
N.B. → Un più elevato tasso di interesse implica una minore domanda di moneta della
banca centrale poiché la domanda per i depositi di conto corrente da parte delle
persone, diminuisce quando i tassi di interesse sono maggiori (questo perché le persone
vogliono investire di più in titoli e ridurre la moneta sottoforma di depositi). L’offerta di
moneta è fissa ed è rappresentata da H. Un aumento dell’offerta di moneta della banca
centrale porta a una diminuzione del tasso di interesse e, viceversa, una diminuzione
dell’offerta di moneta porta a un aumento dei tassi di interesse.
3.3. Fed e Bce: federal funds rate e tasso di rifinanziamento
Negli Stati Uniti:
La banca centrale è la Fed (Federal Reserve)
Il mercato delle riserve è chiamato federal funds market
Il tasso di interesse in esso determinato è chiamato federal funds rate
La Fed fa variare questo tasso attraverso aggiustamenti dell’offerta di riserve
Nell’Eurozona:
La banca centrale è la Bce (Banca Centrale Europea)
L’implementazione della politica monetaria è leggermente più complessa
nell’Eurozona
Il tasso di interesse associato a queste aste è chiamato tasso di rifinanziamento
principale
Esso è il costo dei prestiti che le banche ottengono dalla Bce ed è strettamente
legato all’offerta di moneta della banca centrale: maggiore è questo tasso,
minore sarà la quantità di riserve che il sistema bancario prende a prestito dalla
Bce e minore sarà quindi l’offerta di moneta.
4. La trappola della liquidità
La banca centrale non può ridurre il tasso di interesse nominale al di sotto dello
zero: limite conosciuto come zero lower bound
Con un tasso di interesse pari a zero le persone sono indifferenti tra titoli e moneta:
al raggiungimento di un tasso di interesse pari a zero la domanda di moneta
diventa orizzontale (tratto BC del grafico)
Con il tasso di interesse sceso a zero, un’espansione monetaria diventa inefficace
dal momento che il tasso di interesse rimane zero e le persone sono indifferenti tr