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RAPPORTO TRA MENTE E SISTEMA NERVOSO
Rapporti tra attività psichica e sistema nervoso
La concezione secondo cui l’attività psichica ha come corrispettivo l’attività cerebrale è abbastanza recente
nella storia dell’uomo. Noi diamo per scontato che le nostre attività psichiche, cioè tutto quello che pensiamo,
proviamo, amiamo, odiamo, etc. abbiano come base il nostro cervello ma in realtà è un concetto che si è
affermato molto recentemente. Ancora solo 5 secoli fa, quindi nel XVI secolo, Cisalpino affermava che il
motore della vita mentale era il cuore, erano pochi gli studiosi classici che pensavano che il cervello fosse il
fulcro della vita mentale.
Il pensiero cominciò a cambiare grazie a Cartesio, che rappresento un vero e proprio punto di svolta, il quale
vedeva il corpo che definisce res extensa, come una macchina, una sorta di robot idraulico il cui
funzionamento era regolato da una serie di azioni riflesse a livello del sistema nervoso, separato da una
sostanza pensante res cogitans che era l’anima. Con Cartesio si iniziano a vedere le cose in modo molto
moderno anche se sono in molti a non essere d’accordo con il suo pensiero, molti pensavano che ci fosse
una sola entità, la materia e quindi il corpo, altri invece pensavano che ci fosse solamente l’anima.
All’epoca però le conoscenze del sistema nervoso non erano ancora sufficienti per poter andare oltre a una
semplice affermazione di principio, lo stesso Cartesio non era in grado di dire in che modo il sistema nervoso
regoli il funzionamento della res extensa, ne era in grado di dire quali rapporti ci sono fra anima e sistema
nervoso.
Cartesio inoltre poneva la sede dell’anima nell’epifisi (o ghiandola pineale), una ghiandola al centro del
cervello.
Nervi sensoriali e motori
Un passo avanti lo si fece nel 1751 con Whytt, che dimostrò con degli esperimenti sulle rane, che
asportando il cervello ne rimanevano comunque i movimenti riflessi, i quali cessavano con l’asportazione del
midollo spinale. Scoprì cosi che le attività riflesse hanno una sede nel sistema nervoso al di sotto del
cervello.
Si parlava di arco riflesso il quale è costituito da un ramo afferente, che porta l’impulso nervoso dalla
periferia del corpo al centro dell’organismo, e da un ramo efferente , che va dal centro alla periferia
dell’organismo. L’arco riflesso non richiede l’intervento del cervello per poter funzionare, rimane tutto a livello
periferico (In pratica è ciò che succede quando il medico misura i nostri riflessi con il martelletto sul
ginocchio). Scoperte di questo genere equivalgono a dire che una regolazione corporea con questi riflessi ha
poco a che fare con l’attività psichica.
La legge di Belle e Magendie
Nel 1811 Belle e nel 1822 Magandie scoprirono indipendentemente l’uno dall’altro che nei nervi periferici le
vie sensoriali sono indipendenti da quelle motorie. Fino ad allora il sistema nervoso era visto come una
grande rete che poteva fare tutto, con la legge di Belle e Magendie si scoprì che molti nervi periferici
originano dal midollo spinale con due radici, una anteriore e una posteriore che si unificano in un tronco
unico.
Con questa legge si affermava per la prima volta l’esistenza di un’attività differenziata del sistema nervoso,
infatti se si recide la radice anteriore si perde la capacità di movimento mentre la sensibilità rimante intatta,
se invece si recide la radice posteriore, si conserva la capacità motoria perdendo la sensibilità.
Si ponevano cosi le premesse per affermare una serie di funzioni specifiche dell’attività neurofisiologica.
Gall e la Frenologia
La Frenologia è la scienza della corrispondenza tra funzioni cerebrali e attività mentali.
Gall è una figura curiosa nel mondo della scienza, è stato demonizzato per molto tempo, ma solo negli ultimi
30/40 anni è stato rivalutato; aveva delle idee curiose dal punto di vista filosofico.
Gall proponeva una psicologia delle facoltà con cui sosteneva una divisione funzionale della mente sulla
base delle attività psichiche svolte.
C’è chi, al contrario di Gall, sostiene che nella mente ci sono delle funzioni come la memoria, la percezione,
etc. che servono per tutta l’attività psichica. C’è chi sostiene che invece delle funzioni contino di più le
facoltà che sono viste come separate le une dalle altre.