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Memoria prospettica e vigilanza
Altri sostengono invece che avvenga un recupero dalla memoria prospettica a lungo termine solo al momento in cui deve essere ricordata l'azione da svolgere. Si distingue anche tra memoria prospettica e vigilanza: quando il soggetto monitora costantemente l'intenzione, si parla di vigilanza. Resta memoria prospettica quando il soggetto attende solo il momento di compiere l'azione. L'intervallo di prestazione è il periodo di tempo in cui deve essere recuperata l'intenzione, legata al "quando". Deve verificarsi il matching tra il contesto di recupero e la situazione attuale, sovrapponendo le caratteristiche codificate con quelle percepite (Mandler 1980). Ovviamente sarà necessario ricordare non solo che bisogna fare qualcosa ma anche cosa fare. L'esecuzione dell'azione intenzionale implica che si deve fare qualcosa, cosa si deve fare e la decisione di farlo. La valutazione del risultato confronta il risultato dell'azione con...Il contenuto retrospettivo. Una eventuale cattiva prestazione prospettica può derivare anche da fattori esterni o dalla mancanza di abilità o conoscenze necessarie per la prestazione. In questi casi è necessaria una ricodifica dell'intenzione (Newell, Simon 1972).
Alcuni studiosi propongono di inserire anche una fase di cancellazione, che registra le azioni compiute e quelle da compiere (Koriat, Ben-Zur, Sheffer 1988). Se questo processo di "output monitoring" non funziona, capita di ripetere azioni già svolte o di non svolgere compiti previsti.
Di recente si è affermato un filone di ricerca che vede lo studio della memoria prospettica, per la sua multidimensionalità, non solo come "memoria", evidenziando la necessità di analizzare il processo che la contraddistingue con un approccio interdisciplinare che comprende la psicologia dei processi cognitivi, la psicologia delle emozioni e quella delle differenze.
da motivazioni interne o esterne); Intenzioni specifiche / generiche, che richiedono un livello di dettaglio diverso nella codifica; Intenzioni pianificate / non pianificate, che richiedono un livello di pianificazione diverso nella codifica. Queste diverse tipologie di intenzioni possono influenzare la formazione e l'esecuzione delle azioni future. La memoria prospettica è quindi un elemento chiave nel comprendere come le persone pianificano e mettono in atto le loro intenzioni.dall'individuo piuttosto che da chi lo circonda);
Intenzioni importanti / non importanti; alcuni studi (sporadici) hanno evidenziato una correlazione positiva tra l'importanza percepita e il ricordo delle intenzioni;
Intenzioni piacevoli / spiacevoli / neutre, che hanno come caratteristica l'aspetto emotivo; intenzioni piacevoli e spiacevoli vengono ricordate con più facilità.
Esiste poi un gruppo di intenzioni per la fase di immagazzinamento; vengono valutate in base all'intervallo di tempo tra la formazione dell'intenzione e il recupero necessario all'azione. Baddeley e Wilkins distinguono tra intenzioni a breve termine e intenzioni a lungo termine. All'aumentare dell'intervallo di tempo tra intenzione e azione aumenta la complessità del processo di mantenimento.
Ulteriori distinzioni vengono fatte per i processi di recupero:
Intenzioni basate sul tempo / sull'evento (Einstein, McDaniel 1990): nel primo caso,
Il recupero avviene spontaneamente quando è necessario compiere l'azione (self-initiated), mentre nel secondo caso sono necessari cues esterni. Nel quotidiano le due forme possono comparire separatamente o in forma combinata. Secondo West (1988) la forma combinata facilita il ricordo;
- Intenzioni episodiche / abituali: non frequenti o più frequenti e quindi ricordate con maggiore o minore facilità;
- Intenzioni pulse / intermediate / step: la distinzione è basata sulla specificità temporale (Ellis - Harris - Wilkins). Pulse sono le intenzioni ricordate in un tempo breve (es. fare una cosa subito); step sono le intenzioni con tempi lunghi (es. fare una cosa domani); intermediate hanno durata intermedia.
Relativamente alla fase di prestazione, vengono distinte due classi di intenzioni:
- Intenzioni momentanee / brevi / lunghe, che dipendono dalla durata della prestazione (rispettivamente: da pochi secondi a qualche minuto, alcuni minuti, ore).
Le intenzioni lunghe richiedono una riorganizzazione delle attività determinata dalla ricodifica del contesto; quindi i processi coinvolti nel recupero dell'intenzione e nello svolgimento dell'azione sono diversi;
Intenzioni a uno stadio / a due stadi, riferite al numero di volte che un individuo deve recuperare un'intenzione per completare il compito di memoria prospettica..
2.3 Fattori che influenzano il recupero di un'intenzione
Il recupero è fondamentale per il compimento dell'azione prospettica. L'esito positivo dipende da tre fattori interagenti:
- Livello di attivazione sottostante la rappresentazione degli eventi (trace-dependent);
- Caratteristiche dei cues che attivano l'azione intenzionale (cue-dependent);
- Risorse attentive durante il compito e strategie autoattivate (capacity-dependent).
Secondo i ricercatori, intenzioni che prevedono target atipici vengono ricordate meglio così come quelle che necessitano di
compire vengono ricordati meglio di particolari relativi ad azioni non ancora compiute. Questo effetto suggerisce che le intenzioni attive durante la codifica o l'intervallo di ritenzione possono facilitare il processo di memorizzazione. Le strategie infrequenti, come suggerisce il nome, sono meno comuni rispetto alle strategie frequenti. Tuttavia, possono essere utili in determinate situazioni. Ad esempio, se una persona si trova di fronte a un problema complesso che richiede una soluzione creativa, potrebbe essere utile utilizzare una strategia infrequente per trovare una soluzione originale. La persistenza è una caratteristica delle intenzioni che si riferisce alla capacità di mantenere l'attenzione e l'impegno verso un obiettivo nonostante le difficoltà o le distrazioni. Lewin (1961) ha descritto le intenzioni come un sistema di tensioni che si scaricano al compimento dell'azione. Ciò significa che le intenzioni possono fornire una motivazione interna per perseguire un obiettivo e superare gli ostacoli lungo il percorso. Durante la fase di codifica o di intervallo di ritenzione, la rappresentazione delle intenzioni ha proprietà particolari e dinamiche. Goschke e Kuhl hanno dimostrato l'esistenza di un "effetto di superiorità delle intenzioni", secondo il quale i dettagli relativi alle azioni da compiere vengono ricordati meglio dei dettagli relativi alle azioni non ancora compiute. Questo effetto suggerisce che le intenzioni attive durante la codifica o l'intervallo di ritenzione possono facilitare il processo di memorizzazione.osservare. Rispetto alle intenzioni basate sul tempo o sull'evento, è importante sottolineare il ruolo del soggetto, superiore in compiti di memoria prospettica rispetto a compiti di memoria retrospettiva (in cui il cue è fornito dallo sperimentatore). Per il recupero delle intenzioni sono fondamentali anche le caratteristiche individuali. Persone con profilo di "state-orientation" sono risultate più attivate rispetto ad un compito di persone orientate all'azione (profilo di "action-orientation"). Parte seconda: misure e paradigmi della memoria 3 Come si misura la memoria? Nel 1885 Hermann Ebbinghaus pubblicò il primo saggio che conteneva la misurazione di una prestazione mnestica. Fu importante perché: a) Chiarì che la memoria può essere studiata sperimentalmente; b) Presentava risultati nuovi, tuttora attuali, per la comprensione di alcune proprietà della memoria; c) Rispondeva alle critiche di coloro cheaffermavano che solo fenomeni osservabili direttamente potevano essere misurati.3.1 Le variabili della memoria
Le variabili che influenzano le prestazioni mnestiche sono di tre ordini: organismiche, antecedenti e relative al compito.
- Variabili organismiche: sono relative alle caratteristiche permanenti della persona (attenzione, motivazione, intelligenza, salute fisica e psicologica);
- Variabili antecedenti: sono fattori che se presenti alterano lo stato dell'organismo (sonno, droghe, medicinali o altri incentivi che modificano il livello di motivazione al compito);
- Variabili relative al compito: consistono nel tipo di istruzioni, nel modo e nel tempo di presentazione degli stimoli, nella natura degli stimoli stessi e nel contesto in cui il compito deve essere svolto.
3.2 Compiti tradizionali
Esistono due compiti tradizionali di memoria: rievocazione (libera, seriale o guidata) e riconoscimento (a scelta multipla o sì/no); entrambi richiedono che il soggetto sia
consapevolezza per ricordare eventi avvenuti in un particolare contesto spazio-temporale. In un compito di rievocazione (recall), ai soggetti è chiesto di ricordare, con o senza l'aiuto di indizi, una lista di item in maniera libera (ossia nell'ordine preferito). Il risultato è il cosiddetto "effetto di posizione seriale", per il quale gli item in cima o in fondo alla lista sono ricordati meglio di quelli posizionati al centro. Gli effetti di posizione seriale possono essere il "primacy effect" (o effetto di priorità) e il "recency effect" (o effetto di recenza). La richiesta di rievocare gli item nell'ordine di presentazione è invece detta "rievocazione seriale" e serve a misurare la capacità della memoria a breve termine attraverso lo "span di memoria", ossia la sequenza più lunga che il soggetto è in grado di ripetere in ordine esatto man mano che la lista di item presentata si allunga. La "rievocazione guidata" (cues recall) fa uso di suggerimenti di indizi per aiutare il soggetto a ricordare gli item.natura semantica o fonologica. Produce una prestazione migliore rispetto alla rievocazione libera. In compiti di riconoscimento a scelta multipla, il soggetto deve scegliere tra più stimoli contemporaneamente quelli che gli sono stati presentati nella fase di apprendimento. In compiti di riconoscimento sì/no, il soggetto deve identificare se l'item presentato nella fase di test era presente o meno nella fase di studio.
3.3 Nuovi compiti di memoria
Ai compiti tradizionali, i ricercatori affiancano altre prove che tendono a verificare misure soggettive, del ricordo prospettico o misure implicite.
3.3.1 Compiti di memoria prospettica
In genere sono composti da un compito primario, che ingloba quello prospettico (memorizzare una lista di parole), ed uno secondario (ricordarsi di compiere un'azione ad un certo momento). Nota del redattore: secondo me il libro contiene un errore di battitura ed è il compito secondario ad inglobare il compito prospettico.
In generale, un
compito di memoria prospettica deve sempre possedere tre caratteristiche:- Rit