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MUSCOLI: elevatori della mandibola
Hanno un tono basale antigravitazionale, infatti a riposo le arcate dentali non si toccano tra loro (freeway passage):
- Massetere: tra porzione inferiore dell'arco zigomatico e l'angolo della mandibola, ha 2 fasci ed ha forma quadrangolare.
- M. temporale: tra squama del temporale e fossa infratemporale fino al processo coronoideo della mandibola, ha 3 fasci anteriori medio e posteriore ha funzione di elevazione e retrusione.
- M. pterigoideo interno: dalla porzione mediale della mandibola fino al processo pterigoideo dello sfenoide.
- M. pterigoideo esterno: dallo sfenoide partono 2 capi, il superiore nella capsula articolare e l'inferiore sul collo del condilo, insieme permettono lateralità e protrusione.
MUSCOLI: abbassatori della mandibola
Vanno dalla mandibola all'osso ioide e sono:
- Genioideo
- Platisma
- Ventre anteriore del digastrico
NERVI
Il trigemio (V) è principalmente sensitivo, la parte motoria...
innerva i m. elevatori, abbassatori della mandibola e i muscoli masticatori; il n. faciale (VII) è principalmente motorio e serve a determinare la mimica facciale
DENTIZIONE: i denti durante la dentizione vengono prima inseriti nelle ossa centrali e poi rompendo inducono la maturazione delle ossa in senso verticale, infatti se vengono persi si ha una riduzione del livello di simmetria del volto
PARODONTO: il parodonto è la struttura che fornisce supporto al dente e si compone di cemento radicolare/radice, legamento parodontale (struttura collagenica), legamento sopra-crestale (unisce il connettivo della gengiva alla superficie reticolare), osso alveolare e gengiva. È un'unità anatomo-funzionale di tessuti duri e molli volti a proteggere il dente da traumi fisiologici/patologici. Insieme al dente determina la matrice di accrescimento del mascellare, infatti la porzione alveolare è stimolata a crescere dall'eruzione dei denti. Inoltre, ogni dente possiede un
fulcro di rotazione che è il punto in cui l'osso alveolare si trova nella zona sommitale rispetto alla radice (la porzione che guizza è la corona) e chiaramente il dente meno radici ha più è mobile PARODONTITE/PIORREA: è un'infiammazione cronica progressiva asincrona (sito-specifica= di un solo dente vi sono regioni malate e regioni sane) del parodonto. La causa sono i batteri parodontopatogeni (bacteriotedes specie, actinomyces) che per accumulo di placca batterica che non viene correttamente eliminata insieme al turnover cellulare, questo eccesso di batteri può aderire allo smalto che non ha turnover e qui si tratticano e causando prima infiammazione della gengiva che prende il nome di gengivite che poi potrà evolvere (solo in alcuni casi come la non risoluzione la predisposizione genetica che è molto forte in questa malattia) in parodontite passando così da un'infiammazione superficiale ad una profonda, la patologiasi caratterizza perl'alternarsi di periodi di stasi co periodi di riacutizzazione che possono esitare in ascessi,l'evoluzione della malttia porta ad una spiaccata mobilizzazione dei denti specie durante ladeglutizione che induce la massima intercuspidazionedei denti e in ne all'avulsione spontanea. Lagengivite precede sempre la paradontite ed è causata da un'infezione della placca batterica chenormalmente è composta da batteri sapro ti in omeostasi col corpo ma possono insediarsi insolchi e fossette, specie il solco gengivale che ha una profondità normale di 0,5-2 mm, qui vannoselezionandosi le specie batteriche paradontogene che sono specie gram + aerobie ma manmano che si accumulano strati di batteri aderenti allo smalto le popolazioni più interne perselezione naturale passano a diventare microaeori e in ne i più temibili anaerobi ((che possonoaggredire il parodonto), questi con enzimi proteolitici oma la collagenasiDistruggono l'attacco connettivale e approfondiscono così il solco fino a 3-4 mm, trasformandolo in tasca parodontale. Anche il tessuto osseo viene rimaneggiato, riassorbendosi. Ci sarà una risposta infiammatoria che inizialmente è solo della gengiva e poi coinvolgerà anche il parodonto. Ci saranno IgA e mediatori dell'infiammazione rilevabili nella saliva e nell'essudato del solco. Si forma una tasca parodontale come conseguenza della perdita dell'aderenza. A seguito di questa formazione si avrà riassorbimento osseo (non del dente, ma solo di mascella e mandibola, questo la differenzia dalla carie) che può interessare molto alcuni denti e in altri meno, con abbassamento del fulcro di rotazione del dente, aumentando patologicamente la mobilità sia durante la masticazione che durante la deglutizione perché qui mandiamo in massima incuspidazione i denti. Possiamo avere delle migrazioni dentali, ossia i denti si "diastremano".
ossia aumentano gli spazi tra di loro, tali processi (post-gengivite) sono irreversibili, non si avrà mai restitutio ad integrum, ma si può solo contenere la malattia che naturalmente porta all'avulsione spontanea con anche perdita di tessuto osseo alveolare (che differenzia la paradontite dalla carie). Se il paziente perde tutti i denti i batteri non ci sono più e si azzerà il rischio di malattia, tuttavia se facciamo delle protesi endo-ossee/impianti dentali se il paziente era geneticamente predisposto può verificarsi il ritorno dell'infezione che stavolta prende il nome di perimplantite (infatti le protesi dentarie non si fanno in pazienti con patologia cardiaca), le complicanze sono ascessi con rapide perdite di tessuto osseo specie nelle fasi di riaccutizzazione, inoltre si ha inesorabile perdita del dente per danneggiamento del suo contenitore osseo, si avrà anche una perdita della dimensione verticale del terzo inferiore del volto. Le paradontiteSono di erenziate in localizzate (simmetrica tipica a 6 anni durante l'eruzion, deiprimi molarie incisivi superiori) e di use, queste ultime sono più frequenti; un'altra suddivisione distingue parodontiti ad insorgenza precoce/aggressiva nei pazienti under 35 (più è precoceff fi ff fi fi fi ff fi fifi fi fi fl fi fi fi ff fi fi fi fipeggio è) spesso associata a immunode cienze o diabete 1 e parodontiti a decorso cronico tipicodell'adulto over 40 tipicamente con cattiva igiene orale, donne in gravidanza, esiste la forma lieve,moderata e grave, questi pazienti hanno molta placca e tartaro cosa che invece non hanno quelliad insorgenza precoce che sembrano sani; un altro tipo di paradontite gravissimo e rarissimo inItalia è quello ulcero-necrotica dove causa di una carenza nutritiva o per immunode cienza c'èuna lesione necrotica sia del parodonto sia dei tessuti orali come labbro per infezioni dafusobatteri o leptospire che cronicizzano,
Il paziente, se fa entrare l'aria dalla bocca, ha fastidio, si ha fetor ex ore, febbre, astenia, questa forma può evolvere nel cancrum oris.
La parodontite apre una via di diffusione sistemica ai batteri con conseguente batteremia transitoria molto frequente, è accertata la correlazione epidemiologica parodontite-accidenti cardiovascolari-endocarditi dal momento che i batteri possono adagiarsi a livello delle placche aterosclerotiche e sulle valvole protesiche/valvole incontinenti. Inoltre, le donne incinte con parodontiti danno più frequentemente parti pre-termine per alterazione del microcircolo placentare causando infarti placentari per emboli settici. Va detto anche che i recettori estroprogestinici si trovano anche a livello della mucosa orale, per cui durante la gravidanza il loro alto livello fa aumentare di volume le gengive (tumore gravidico) che, formando delle tasche, favorisce la parodontite se vi è predisposizione genetica. Inoltre, il
Bacteriotedes gingivalis è il batterio specifico delle parodontiti in gravidanza, si tratta in questo caso con terapia profilattica. Citiamo inoltre le parodontiti da farmaci (calcio antagonisti e ciclosporina perché inducono proliferazione gengivale), il diabete, la sindrome di Papillion-Lefevre, immunodeficienze innate/acquisite. Segni e sintomi: dolore prima sordo/fastidio, edema delle gengive (segno della fovea sulle gengive), iperemia reattiva con gengive che da rosa diventano rosse, sanguinamento, mobilità di grado 1 vestibolo-orale tra 1 e 0,1 mm (che è già patologica) questa mobilità deriva dall'edema infatti il dente galleggia negli alveoli, questi sintomi della genivite sono peggiorati quando evolve in parodontite con presenza di pus. Diagnosi: valutiamo il grado di profondità della tasca parodontale mediante una sonda parodontale che è millimetrata e viene introdotta nelle tasche parodontali, valutiamo la mobilità dei denti.che deve essere misurata con strumenti precisi se è visibile è per forza patologica, facciamo indagini radiologiche, un'ortopanoramica, facciamo diagnosi differenziale con l'ascesso endodontico. Terapia: eliminare i fattori di rischio, abbassare la carica batterica rimuovendo meccanicamente il tartaro, ma questa rimozione superficiale deve essere seguita da una cura dell'infezione con antibiotici. DISODONTIASI: si intende la difficoltà nell'eruzione del dente. Questo capita quando i denti contenuti nell'osso sono in abbondanza rispetto allo spazio offerto dall'arcata, quindi questi possono erompere in punti patologici o non erompere affatto. I più soggetti a disodontiasi sono ovviamente quelli che erompono più tardivamente, che sono i canini (13-14 anni) e i terzi molari/denti del giudizio (17-22 anni). Questi si vedono costretti a incunearsi tra denti stabili già presenti da tempo e causano spinte e pressioni ai denti limitrofi. I canini sono.importanti perché costituiscono i pilastri di resistenza dal momento che a loro si ancorano le protesi fisse che ricreano l'arcata. Inoltre, esteticamente il canino conferisce al sorriso la struttura chiusa, pertanto una sua mancata eruzione deve essere compensata/aiutata. Al contrario, il terzo molare va tolto in quanto la funzione masticatoria è svolta benissimo fino al primo molare, già il secondo molare è inutile, figuriamoci il terzo.
Il dente, prima di erompere, è contenuto da un sacco follicolare che favorisce l'elisi dell'osso e una volta che il dente erompe, questa struttura diventa legamento parodontale. Ma se l'eruzione non avviene, questo sacco follicolare degenera in senso cistico (lisi follicolare), perciò tutte le disodontiasi vanno comunque intercettate. Vi è poi il caso in cui il dente erompe parzialmente, in questo caso, siccome lo smalto non aderisce alla gengiva, si creano delle tasche dove si annidano batteri.
Che possono causare delle pericondriti, ossia infiammazioni attorno alla corona, che possono evolvere in ascessi odontogeni.
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LESI