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OSCILLOSCOPIO
La sua caratteristica essenziale è quella di visualizzare l’andamento nel tempo dei
segnali elettrici, ma poiché è possibile convertire in grandezze elettriche la maggior
velocità dell’aria,
parte delle grandezze fisiche, come, ad esempio la temperatura, la
l’umidità
la pressione, ecc., si può, di fatto rappresentare visivamente qualunque
grandezza fisica dopo un’opportuna conversione nel segnale elettrico corrispondente.
Questa conversione è effettuata da specifici trasduttori.
Il microfono, ad esempio, è il trasduttore in grado di trasformare la pressione sonora
generata dalla voce umana in segnale elettrico. Si può dire allora che l’oscilloscopio è
in grado di visualizzare la voce umana.
L’oscilloscopio può inoltre effettuare misure di frequenza, di intervalli di tempo.
L’elemento fondamentale dell’oscilloscopio è il tubo catodico,
= tubo a raggi catodici), costituito da un’ampolla di vetro entro
detto anche CRT (Catode Ray Tube
la quale è stato fatto il vuoto spinto, cioè è stata tolta tutta l’aria.
Al suo interno è presente, ad un estremo, il cannone elettronico subito seguito dalle lenti di
mentre all’altra
focalizzazione, quindi dalle placche di deflessione verticali e orizzontali,
estremità vi è lo schermo sul quale si formano le immagini.
e l’anodo
Tra il catodo, che corrisponde al cannone elettronico, che si trova sullo schermo, è
applicata una d.d.p. (EAT) di circa 15KV in continua che è ricavata dalla tensione di rete alternata a
230V, tramite il trasformatore di alimentazione, raddrizzata ed elevata da un dispositivo
moltiplicatore di tensione fatto a diodi e condensatori.
Il catodo, costituito da un cilindretto di nickel, coperto esternamente da una vernice in grado di
emettere elettroni se riscaldato, è cavo, ed al suo interno c’è un vermiglione di tungsteno, alimentato
a 6,3V dal trasformatore di alimentazione, che diventa incandescente.
Il cilindretto, riscaldato indirettamente dal vermiglione, emette elettroni che vengono controllati da
un cilindro cavo più grande, detto cilindretto di Wehnelt.
Gli elettroni, uscendo sotto forma di fascio da un foro, vengono focalizzati da un sistema di due o tre
sullo schermo dove si trova l’anodo.
lenti elettroniche determinando un puntino luminoso
Il pennello elettronico, così venutosi a formare, può essere deflesso da un sistema di placche di
deflessione orizzontali e verticali costituite da coppie di superfici metalliche caricate con una d.d.p.
bilanciata rispetto a massa dell’ordine delle centinaia di Volt.
Il pennello, costituito da elettroni, cioè da cariche elettriche negative, è attratto dalla placca a
potenziale positivo e respinto da quella a potenziale negativo e devia dalla traiettoria rettilinea
secondo lo schema. attratto dal potenziale positivo dell’anodo,
Quando il pennello elettronico arriva sullo schermo,
colpisce una superficie interna coperta di sostanze fluorescenti, le quali, emettono luce che appare
all’esterno del tubo.
Se il pennello elettronico è stato ben focalizzato, al centro dello schermo si determina un puntino
luminoso, detto spot.
Applicando alle placche di deflessione orizzontale un segnale elettrico a dente di sega, il pennello
viene deviato da sinistra a destra lentamente e, una volta arrivato all’estrema destra,
elettronico a capo e così via, determinando sullo schermo l’immagine di una riga luminosa
ritorna rapidamente
orizzontale.
Per evitare di vedere la traccia di ritorno, l’oscillatore a dente di sega genera anche un segnale
impulsivo di valore negativo, detto di blanking, in corrispondenza della discesa improvvisa del
dente di sega, che, applicato al cilindro di Wehnelt lo interdice spegnendo la traccia di ritorno.
Il segnale da esaminare è applicato all’ingresso Y - input dello strumento per mezzo di
una boccola BNC dove un deviatore permette di scegliere fra tre opzioni:
DC per una connessione diretta che consente la visione del segnale integralmente
AC per una connessione tramite condensatore che consente di vedere soltanto la componente
alternata
GND per la verifica del livello di riferimento di massa
L’attenuatore d’ingresso ha il compito di ridurre la tensione del segnale da visualizzare al
valore di circa 1 volt, quando questo fosse maggiore.
E' un attenuatore compensato, costituito da un partitore resistivo con dei condensatori in
parallelo di valore regolabile in fase di taratura iniziale, e che hanno il compito di rendere
l’attenuazione del segnale indipendente dalla frequenza al fine di non distorcerlo.
E' seguito dall’amplificatore verticale con ingresso sbilanciato rispetto a massa ed uscita
bilanciata che a sua volta pilota le placche di deflessione verticale.
regola a scatti la posizione dell’attenuatore compensato ed il
Una manopola Volt/div
guadagno dell’amplificatore verticale, mentre una manopola, spesso interna alla precedente,
consente una regolazione continua, ma fuori taratura.
Un’altra manopola, anch’essa agente sull’amplificatore verticale, regola il livello di
Y–pos,
riferimento verticale del segnale sullo schermo.
La frequenza dell’oscillatore a dente di sega è regolata a scatti, da una manopola Time/div
che consente di visualizzare segnali a frequenza molto diversa fra loro.
La posizione orizzontale del segnale sullo schermo è regolata da una manopola X–pos,
mentre un’altra manopola, che aumenta di 5 o 10 volte il guadagno dell’amplificatore
orizzontale, consente praticamente di allargare l’immagine.
L’amplificatore orizzontale, sbilanciato in ingresso e bilanciato in uscita, come quello
verticale, pilota le placche di deflessione orizzontale.
Un deviatore all’ingresso dell’amplificatore orizzontale, consente di pilotare l’asse
orizzontale con segnale esterno accessibile dall’ingresso X-input.
Il circuito di trigger svolge il compito di sincronizzare il dente di sega con il segnale
d’ingresso consentendo di avere una immagine ferma sullo schermo e permettendo la scelta
dell’istante d’inizio dell’immagine.
Anche in questo caso è consentito un ingresso esterno di trigger detto trigger - input, a
mezzo di un deviatore.
La manopola intensity agisce sul potenziale negativo del cilindretto di Wehnelt nel senso che
rendendolo ancor più negativo interdice il pennello elettronico che riducendosi di intensità
rende meno luminoso lo schermo o viceversa.
La manopola focus agisce invece sul potenziale della lente elettronica consentendo una
migliore messa a fuoco dell’immagine sullo schermo.
La formazione dell’immagine sullo schermo è dovuta all’applicazione del segnale
all’amplificatore verticale mentre il dente di sega deflette il pennello in orizzontale, ottenendo
dalla composizione delle due deflessioni, l’immagine del segnale richiesta.
Un terzo ingresso, Z–input, applicato al cilindretto di Wehnelt, consente di interdire il
pennello elettronico dando luogo a immagini tratteggiate.
detto è riferito ad un solo canale dell’oscilloscopio, che invece di norma ne ha
Tutto quanto
due, denominati CH A e CH B.
Pur avendo due canali, gli oscilloscopi, di solito hanno un solo cannone elettronico che
descrivendone prima una e poi l’altra
alternativamente determina le due tracce sullo schermo
senza che l’occhio per la rapidità con cui ciò avviene, se ne possa accorgere.
Quanto descritto è riferito ad un oscilloscopio analogico, ma oggi sono molto numerosi gli
strumenti totalmente digitali, con memoria di schermo e che si presentano in tutto e per tutto
eguali ad un computer in cui le manopole sono state sostituite da pulsanti.
I Trasduttori
Un trasduttore è definito, genericamente, come un dispositivo che converte una grandezza fisica in
un’ altra; in particolare, un trasduttore elettrico, del tipo di quelli impiegati in biomedica, converte
un segnale non elettrico in un segnale elettrico ad esso proporzionale.
Quindi nel nostro campo i trasduttori:
operano la trasformazione del segnale di origine biologica in un segnale utile (generalmente
elettrico) per le successive elaborazioni, rappresentazioni ed interpretazioni.
rappresentano l’elemento critico di ogni strumentazione biomedica perché caratterizzano l
’interfaccia tra strumentazione ed organismo biologico.
Catena di misura
La struttura base di una catena di misura o sistema sensoriale è formata dai seguenti elementi:
Sensore
Trasduttore
Condizionatore di segnale
: è l’elemento posto in contatto con il mondo esterno, in grado di
Sensore modificare il suo stato in
relazione al valore assunto da una determinata grandezza fisica, già presente nel mondo esterno o in
essa indotta da un opportuno stimolo. Un qualsiasi sensore è sensibile a più grandezze ma la sua
variazione di stato è più significativa in relazione ad una specifica grandezza, le altre producono
nella maggior parte dei casi variazioni indesiderate della grandezza da misurare
Trasduttore: converte il segnale in uscita dal sensore in un segnale elettrico ( tensione.
corrente,variazione di resistenza elettrica, frequenza)
l’informazione proveniente dal sensore, già parzialmente
Condizionatore di segnale:converte
elaborata dal trasduttore, in una forma tale da adattarsi al sistema di acquisizione; tipiche operazioni
effettuate dal circuito di condizionamento sono il filtraggio dei disturbi,la conversione e
l’amplificazione del segnale generato dal trasduttore.
Il segnale d’uscita della catena di misura può essere di tipo analogico o digitale.
Classificazione
Trasduttori attivi: sono quelli per cui è prevista una alimentazione, dunque per i quali l’ energia in
uscita è ottenuta da una sorgente ausiliaria modulata dal segnale oggetto della misura ( es:
potenziometri-trasduttori di spostamento resistivi o termoresistenze).
sono quelli per i quali l’energia di uscita è fornita dal segnale stesso in
Trasduttori passivi:
ingresso ( es: termocoppia dove la tensione in uscita è causata dalla temperatura alla giunzione)
Trasduzione primaria-secondaria: esempio trasduttore di pressione a menbrana:
la trasduzione primaria coincide con lo spostamento del diaframma a causa della pressione;
la trasduzione secondaria trasforma lo spostamento in segnale elettrico.
Principali parametri di un trasduttore
Funzione di trasferimento
Campo di misura
La risoluzione
La linearità
La sensib