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In questo romanzo Gissing riscrive l'idea della folla e dei bassifondi. Come Carol Bernstein

accuratamente osserva, “ Gissing applica in modo pratico una strategia nella quale la sua percezione

dei bassifondi, lontana dall'approvarne i costumi, è sotto i vincoli di un'ideologia che vorrebbe

rimuovere le minacce segrete di rivoluzione.” In The Nether World Gissing da una nuova

definizione del concetto di massa il quale, molto lontano dall'identificare se stessa con la folla dei

Demos, è composta da unità frammentate caratterizzate dalla passività, anonimato, orgoglio,

cattiveria e perciò, una vittima della sua impotenza e brutalità. La tradizione vittoriana vedeva nelle

masse una minaccia che trovava un preciso corrispondente nella nozione di olocrazia. Gissing,

invece, per disinnescare i rischi rivoluzionari della classe lavorativa, non ha letto nelle masse alcuna

consapevolezza o organizzazioni che potessero condurre realmente alla olocrazia. Anomia è la

parola esatta per esprimere quello che Gissing provava e pensave delle persone che incontrava

quotidianamente mentre camminava per le strade di Londra.

Come Clara osserva mentre guarda la città dalla finestra : “Gli esseri umani, ridotti alla meschinità,

sembrano esasperati dalla fatica lungo le strisce di pavimentazione, legati a commissioni, che come

una beffa, guidati come automi da forze che né capiscono né alle quali possono resistere”.

Nella sua visione la folla è formata da pietose creature con uno scopo indefinito, guidate da un

potere esterno che non sanno riconoscere e controllare. Gli uomini sono ridotti all'inerzia, degni

della loro grande tristezza.

Quando Jane Snowdon decide di fare visita a Pennyloaf, la cui vita incarna la degenerazione e la

disperazione, questo è quello che lei percepisce mentre cammina attraverso il quartiere Clerkenwell:

una società in difficoltà: i bambini sono aborti, creature indesiderate condannate all'angoscia. Nel

mondo inferiore dare alla via genera, paradossalmente, la morte. I bambini non hanno prospettive,

non hanno futuro, ma un presente immutabile il quale significato e profondità non possono essere

facilmente capiti. Il senso di disumanizzazione è rinforzato dai dalla rappresentazione dettagliata

dei piccoli e sudici corpi: questi bambini non sono diversi dalla sporca folla che inonda le strade di

Londra, sembrano moltiplicarsi all'infinito, provocando così la reiterazione della miseria.

La città e l'impulso nichilista

The Nether World è concepito semplicemente come una narrazione urbana. Molto

significativamente, ciò che il romanzo registra sono i meccanismi delle relazioni umane, le

connessioni dei desideri, le visioni etiche e estetiche e i dinamismi attanziali di un sovraffollato

anche se selezionato microcosmo. Sarebbe riduttivo leggere il romanzo come una rappresentazione

il termini relativamente semplici dell'underworld, o anche come contrasto tra l'alta vita e la bassa

vita, che è uno dei modi più convenzionali di strutturare la città. La Londra di Gissing non è un

sistema antitetico di luoghi alti e bassi. È la sfera umana che lui decodifica in ogni aspetto, con la

competenza di un documentarista, che osserva le varie specie nel loro habitat, seguendo i loro

movimenti, accoppiamenti, migrazioni, ritorni e la lotta per il cibo.

Clerkenwell è uno spazio invariato, marcato da una drammatica immobilità dal momento che è

collocata a parte dal resto del mondo. Il tentativo di Gissing di immaginare un qualsiasi invariato e

leggermente variato microcosmo evoca il modo in cui Darwin concepisce il paradigma

dell'isolamento nel contesto della selezione naturale.

Se è vero che l'isolamento spaziale rappresenta un limite per l'origine di nuove specie, e con essa

alcuna forma di mutabilità, è anche vero che il mondo inferiore è un luogo abitato da un piccolo

numero di individui, tutti condannati all'invariabilità, a un'immutabile vita quotidiana, che segue

sempre lo stesso corso. Ma Gissing è anche consapevole che il flusso di spessore migliora la

diffusione del cambiamento come se fosse un'infezione, e di conseguenza, che la città è un

laboratorio la cui artificialità non è stabile, ma sempre condizionata dalle regole della

trasformazione. Quindi, con l'intento di esprimere la crisi dello spazio urbano, seziona la città e

ridisegna un nuovo modello topologico che è il microcosmo del limite, la regione della periferia.

La marginalità dei bassifondi è più evidente nella sua negativa configurazione che esclude ogni

tentativo di riordinare le istituzioni sociali o le relazioni umane. Clerkenwell è posta al centro

dell'inferno, ai margini dei valori morali e dei principi estetici.

La città nel romanzo è fortemente collegata alla lotta per la sopravvivenza darwiniana: mentre viene

descritto St. John's Lane , il posto dove Sidney ha la sua bottega, il narratore si ferma a descrivere

questo posto che differisce dalla “squallida Clerkenwell”, dal momento che conduce a tracce di un

passato dignitoso. Ma i segni del passato e l'inevitabile confronto con il presente ricordano al

protagonista le lotte che Clerkenwell ha dovuto affrontare.

Nella seconda parte del romanzo, le case dei bassifondi diventano l'emblema del dolore, bestialità e

morte. I luoghi dove i poveri cercano riparo in Farringdon Road Buildings sono “milioni di

tonnelate di orribili mattoni e cemento, che frantumano lo spirito solo guardandole”.

Come risultato, l'area urbana rischia di perdere sostanza dietro il vertiginoso e inspiegabile

movimento di chi l'attraversa e senza neanche volendolo la lascia. Se Clem Peckover mira a

diventare il leader nel suo gruppo, senza nessun stimolo nel cambiare la propria classe sociale,

debolmente aggrappata alla vita, abbandonando così ogni desiderio di migliorare o cambiare.

La maggior parte dei personaggi sono così intrappolati dai loro problemi economici, problemi

d'amore e progetti egoistici che li rendono completamente miopi e incapaci di garantirsi niente di

più che una momentanea soddisfazione. L'esperienza di Clara Hewett è incentrata in una impetuosa

determinazione di alterare il suo status economico e sociale, ma alla fine della storia ella realizza

l'impossibilità di raggiungere alcun miglioramento nella vita, cade preda di compulsioni auto

distruttive e vorrebbe che i suoi figli non fossero mai nati. Il suo matrimonio con Sidney è solo una

sterile e frustata unione che conduce entrambi all'auto annichilimento. Da questo punto di vista,

Clara si rivela come l'unico personaggio che è davvero cosciente che la vita è una continua lotta e

che, in ogni caso, vale sempre la pena lottare.

Moltri altri personaggi hanno semplicemente lo scopo di aggrapparsi aggressivamente e

egoisticamente alla vita, al denaro e al successo, mostrando una determinata resistenza alla morte.

Jane Snowdon è invece una figura anacronistica: lei è “fedele al passato e immutevole” e quindi non

è adatta per un ruolo eroico. Da una prospettiva darwiniana è possibile percepire nella sua staticità i

segni di una sconfitta sociale: “ se una specie non cambia e migliora in corrispondenza del degrado

dei suoi competitori, essa sarà presto sterminata”. La scena finale al cimitero di Abney Park è quindi

l'ultima rappresentazione della sua vita-in-morte. L'accettazione passiva del suo destino e il

sacrificio della felicità personale possono essere solo in parte concepiti come “ un unico punto di

accesso a un regno di bellezza che trascende la realtà ordinaria”. L'epigrafe del romanzo sembra

affermare che il processo degenerativo della società nel mondo inferiore può essere contrastata da

un'azione rigeneratrice paragonata alla nascita di un fiore. Ma il fiore è condannato a fiorire e

appassire in un putrido suolo e non potrà essere raccolto per adornare un giardino o per apprezzarne

il profumo.

Nonostante l'amarezza delle circostanze, Jane rappresenta l'unica possibilità della redenzione

umana, ciò testimonia l'assenza di grandi gesta di uomini capaci, all'inadeguatezza di ideali come

pazienza e generosità; il coraggio e il sacrificio di Jane rimarranno solo un pianto dagli abissi del

mondo inferiore.

La Londra di Gissing è come priva di vita come la Londra descritta da Conrad nell'incipit di Heart

of Darkness. È una città che è diventata lo spazio immaginario della fine dei tempi e nel quale vi è a

malapena qualche speranza per la ricostruzione di un nuovo mondo.

Il marciume dilaga tra la cieca e grezza folla. Come uno dei passaggi più significativi dimostra,

l'unico rimedio giace nella totale distruzione: “Non c'è nessuna chance di un nuovo mondo migliore

fino a che il vecchio non sarà completamente distrutto. Distrutto, spazzato via, preparare il terreno;

allora la musica sacra, musica la civilizzatrice, respira sopra la terra rinnovata”. Rimane la

questione di come sia possibile ricostruire il mondo con le stesse persone e come sia possibile

civilizzare la folla, la cui vita è senza scopo, il cui linguaggio e modo di vestire è volgare, e che non

suscita nulla apparte disgusto. Solo cancellando il presente e chi vi vive la civiltà può fiorire ancora.

Ci si può chiedere cosa intenda Gissing con civilizzazione, sia che si tratti dell'arte che salva le vite,

o dell'artista che sale sopra l'umanità, come egli stesso resta nella “speranza del pessimismo”.

Ma non c'è nessuna speranza per quei personaggi che sono portatori di ideali positivi connessi con

l'arte e la vita, come Sidney il pittore o Clara, con la sua aspirazione nel diventare un'attrice. Nessun

utopismo e nessun spazio per l'arte; per Gissing la società è una prigione senza via d'uscita; tutte le

promesse e i miti di una vita eterna servono solo come giustificazione ai poveri per la loro umile

condizione e, allo stesso tempo, a stabilire che i privilegi dei ricchi rimangono indiscussi.

La retorica del fallimento: animalità e il morbo sociale

“Lei non può restare nella posizione nella quale è nata; lei mira ad un impossibile cambiamento

delle circostanze. Ciò deriva da suo padre, non può ribellarsi contro ciò che le sembrano restrizioni

ingiuste. Che mondo maledetto che è questo, dove si possono vedere uomini e donne morire sotto i

tuoi occhi e nessuna possibilità di salvarli come se stessero annegando nell'oceano. Solo perchè non

abbiamo denaro possiamo andare in perdizione. Cos&

Dettagli
A.A. 2010-2011
7 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/10 Letteratura inglese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valerioabbonizio89 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura inglese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara o del prof Ettorre Emanuela.