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MICORRIZE DELLE ORCHIDEE
Forte interesse ecologico, molto diffuse, presenti negli ambienti più disparati.
Comprendono più di 24.000 specie, sono molto specializzate, sia epifitiche che
non. Le micorrize arbuscolari sono di interesse
agronomico, quelle ECM di interesse ecologico e
quelle delle orchidee invece hanno un interesse
ecologico, funzionale, fisiologico…
Le orchidee hanno semi piccolissimi, senza riserva,
hanno bisogno di apporti dall’esterno →
MICOETEROTROFIA.
Fam. Orchidaceae >24.000 species; Epiphytic and
land plants
Micobionti: Isolation from mycorhizal roots
Dominant endophyte:
Genere Rhizoctonia
Sono Basidiomiceti, di cui alcune specie
sono patogeni. 179
Rizoctonia è termine generale,
comprende delle famiglie molto vicine
tra loro (es. Sebacinales), alcuni di questi
sono simbionti, altri patogeni.
(anamorphic phase)
Teleomorphs are located in quite distant taxonomic
groups (polyphyletic groups).
Teleomorphs:
Ceratobasidium
Thanatephorus
Tulasnella
Sebacina
Questi funghi hanno una notevole capacità di
degradare la parete cellulare della cellula ospite.
Capacità di degradare la parete cellulare:
AM → nessuno
ECM → qualcuno
Ericales → molti
Orchidee → moltissimi
Dalle osservazioni morfologiche si sapeva già che i
funghi delle orchidee avessero questa capacità. La
sequenza del genoma in coltura pura non ha
rilevato molto di nuovo.
Some of them are pathogenic for plants:
Anamorfo = forma conidiofora. Riscontrabile in alcune specie inferiori, la riproduzione dell’anamorfo avviene tramite
le conidiospore (spore asessuate) che genereranno una forma teleomorfa. Tutto il ciclo anamorfo + teleomorfo è
detto olomorfo.
Teleomorfo = forma ascogena. Riscontrabile in alcune specie inferiori degli Ascomiceti, rappresenta una fase dello
sviluppo in cui la specie produce ascospore (spore sessuate). 180
Life cycle of Orchids
Seeds with very limited nutrient reserves (dust seeds)
Limited embyro development For its development,
the embryo requires
energy coming from the
fungal symbiosis
MICO-HETEROTROPHY
(Leake, 1994)
I semi possono essere enormi, con grande quantità di riserva, o con l’embrione già sviluppato (es. mais), oppure un
seme piccolissimo e senza riserva, come nelle orchidee.
Il protocormo
Quando il seme germina comincia la formazione del protocormo,
che è una massa cellulare quasi indistinta.
Il protocormo rappresenta una fase eterotrofica del ciclo vitale
delle orchidee.
In tutte le altre interazioni l’associazione avviene nella fase post-
embrionale, nelle orchidee avviene nella fase precedente. 181
Micoeterotrofia: il protocormo non è in grado di fare fotosintesi,
è nutrito dal fungo.
Il protocormo è una massa di cellule in cui c’è una polarità,
successivamente si sviluppa il polo vegetativo e quelle che
saranno le radici.
Sostanze di riserva: Fondamentali per la crescita degli
Amido → presente negli ectoplasti embrioni, ma nelle orchidee
Proteine → nei corpi proteici mancano
Grassi → negli oleosomi
Sono i funghi che nutrono il protocormo: gran parte delle cellule del parenchima
corticale sono colonizzate dai funghi, in stato poliploide → spinta energetica per
il differenziamento della pianta.
Il fungo è sempre circondato dalla membrana della cellula ospite, ma senza
accumulo di cellulosa: infatti questi funghi sono in grado di degradarla. Parenchyme with colonized cells
Il fungo sviluppa dei gomitoli 182
Fluorescence Microscope
Esperimento Hudley
1. Se si prende un seme e lo si mette su un substrato molto ricco di zucchero → il protocormo si sviluppa
abbastanza bene;
2. Se lo si mette su un substrato con cellulosa come sola fonte di zucchero → non si ha la formazione del
protocormo;
3. Se infine lo si mette su un substrato con cellulosa e il fungo Tulasnella calospora → il fungo degrada la
cellulosa liberando le molecole di zucchero per sé e per colonizzare il seme, che si sviluppa in protocormo.
In vitro seed
germination
and protocorm
development
occur under
symbiotic or
apo-symbiotic
condition,
depending on
the cultural
medium.
In nature the
availability of
simple sugar is
limited
symbiosis is
favoured.
In natura il processo di micorrizzazione è molto lento (mesi e mesi).
Ma questa interazione come avviene?
Ipotesi → il fungo può degradare i composti organici nel suolo e trasferire il C organicato alla pianta.
Esperimento (’67) 14
Piastra con substrato di agar e cellulosa marcata con C → si vede come il C marcato viene a trovarsi nel
protocormo, suggerendo come il fungo trasporti il C alla pianta.
Risultati: nel grafico → glucosio marcato in due orchidee diverse, una di brughiera e l’altra un’actinorriza 183
Il sistema sperimentale:
Questi esperimenti hanno dimostrato in modo molto
chiaro che il fungo trasferisce C alla pianta sia che lo si
fornisca come polisaccaride complesso, sia come
zucchero semplice.
Qual è il meccanismo di trasferimento?
I funghi stoccano gli zuccheri sotto forma di glicogeno o
trealosio. Quest’ultimo viene convertito in saccarosio,
che è lo zucchero base delle piante.
The fungal Trehalose is quickly transformed into sucrose 184
Ifa collassata Fungal cell wall
Plant cell wall
Altra ipotesi: TOLIPOFAGIA
che il passaggio degli zuccheri dal fungo alla pianta non sia un processo di trasferimento attivo: ad un certo punto le
ife collassano e i loro componenti vengono usati dalla pianta come nutrienti.
Questo in realtà si vede anche nelle associazioni arbuscolari (gli arbuscoli permangono qualche giorno, poi
collassano). Quando l’ifa collassa diventa compatta, non è più utilizzata dal fungo; probabilmente la pianta è in grado
di mangiare questo materiale.
Per le micorrize AM questa ipotesi è accantonata.
Tolipofagia = la pianta mangia il fungo, non si tratta di un trasferimento attivo, ma è il fungo che vive dentro la
pianta che, quando muore, viene usato dalla pianta come fonte di energia.
Nella prima ipotesi: entrambi i partner devono essere vivi
Nella seconda ipotesi: il fungo deve essere morto.
Esperimento sul trascrittoma
Mycoheterotrophic protocorms Free living mycelium
Extraction of RNA
RNA tagging
pyrosequencing
Successivamente:
1. Selection of candidate genes (es. plant and fungal transporters
for nutrients etc)
2. Laser microdissection
3. Validation of gene expression
Microdissezione laser:
È in grado di selezionare e dissezionare le single cellule e parti delle
stesse. 185
Ma la risposta arriva da Yukari Kuga:
Esperimento con isotopi stabili
Stable isotope cellular imaging reveals that both live and degenerating fungal pelotons transfer carbon and nitrogen
to orchid protocorms.
Ha usato isotopi stabili associati a imaging di microscopia elettronica e ha dimostrato che sono valide entrambe le
ipotesi: sia c’è un trasferimento attivo dal fungo alla pianta, sia quando muore l’ifa viene mangiata. Queste due
teorie non sono in contrasto.
ISOTOPI STABILI
Gli isotopi stabili sono isotopi chimici che possono essere o meno radioattivi, ma se lo sono, hanno emivite troppo
lunghe per essere misurate. Solo 90 nuclidi dei primi 40 elementi sono energeticamente stabili per qualsiasi tipo di
decadimento salvo, in teoria, il decadimento protonico (vedi lista di nuclidi). Altri 165 aggiuntivi sono teoricamente
instabili per certi tipi conosciuti di decadimento, ma non sono mai state osservate prove di decadimento, per un
totale di 255 nuclidi per i quali non vi sono prove di radioattività. In base a questa definizione, vi sono quindi 255
nuclidi stabili conosciuti degli 80 elementi che hanno uno o più isotopi stabili. Degli 80 elementi con uno o più isotopi
stabili, soltanto ventisei hanno un unico isotopo stabile, e sono così definiti monoisotopici, e il resto hanno più di un
isotopo stabile. Un solo elemento (stagno) ha dieci isotopi stabili, il più grande numero conosciuto per un elemento.
Isotopi differenti dello stesso elemento (sia stabile che instabile) hanno quasi le stessi caratteristiche chimiche e
perciò si comportano quasi identicamente in biologia (un'eccezione notevole sono gli isotopi dell'idrogeno — vedi
Acqua pesante). Le differenze di massa, a causa di una differenza nel numero di neutroni, daranno come risultato la
parziale separazione degli isotopi leggeri da quelli pesanti durante le reazioni chimiche e durante i processi fisici
come la diffusione e l'evaporazione. Questo processo si chiama frazionamento isotopico. Per esempio, la differenza
di massa tra i due isotopi stabili dell'idrogeno, 1H (1 protone, nessun neutrone, noto anche come prozio) e 2H (1
protone, 1 neutrone, noto anche come deuterio) è quasi del 100%. Pertanto, si verificherà un frazionamento
significativo.
La maggior parte dei nuclidi presenti naturalmente sono stabili (circa 255; vedi lista alla fine di questo articolo); e
circa altri 33 (per un totale di 288) sono elementi radioattivi noti con emivite sufficientemente lunghe (anch'esse
note) da essere presenti da tempi "primordiali". Se l'emivita di un nuclide è comparabile alla, o più grande della, età
della Terra (4,5 miliardi di anni), una quantità significativa sarà sopravvissuta fin dalla formazione del sistema solare,
e si dice allora che è primordiale. Esso allora contribuirà in quel modo alla composizione isotopica naturale di un
elemento chimico. Si scoprono facilmente radioisotopi presenti primordialmente con emivite brevi fino a 700 milioni
di anni (ad es., 235U), sebbene si siano scoperti alcuni isotopi primordiali con emivite brevi fino a 80 milioni di anni
(ad es. 244Pu). Tuttavia, questo è il limite attuale della scoperta, in quanto il nuclide con l'emivita più breve (il 186
niobio-92 con emivita di 34,7 milioni di anni) non è ancora stato scoperto in natura.
Molti radioisotopi presenti naturalmente (altri 51 o giù di lì, per un totale di circa 339) esibiscono emivite ancora più
brevi di 80 milioni di anni, ma sono creati recentemente, come prodotti figli di processi di decadimento di nuclidi
primordiali (ad esempio, il radio dall'uranio) o da reazioni energetiche in corso, come i nuclidi cosmogenici prodotti
dall'attuale bombardamento della Terra da parte dei raggi cosmici (ad esempio, il carbonio-14 creato dall'azoto).
Molti isotopi che sono classificati come stabili (cioè per essi non è stata osservata alcuna radioattività) si prevede
abbiano emivite estremamente lunghe (talvolt