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VDJ.
La catena pesante è più complicata da produrre, devo mettere insieme tre
frammenti e non due, il rischio è quello di incorrere in mutazioni frameshift, avrò
1/3 di possibilità che ciò non avvenga. Data la maggiore complicanza questo
riarrangiamento avverrà per primo in modo che se fosse non produttivo non si
avrebbe perso tempo a creare le catene leggere, il cui procedimento è più semplice.
Qualora il riarrangiamento delle catene pesanti riesca si potrà procedere a mettere
in membrana la catena pesante. Ovviamente da sola non basta, per restare esposta
in membrana c’è bisogno di un supporto, si affianca quindi un surrogato di catena
leggera. Questo surrogato è formato da due proteine che hanno somiglianza con la
catena leggera e che in qualche modo tengono la catena in membrana, queste
proteine sono V3b e landa5. L’introduzione della catena leggera da il segnale al
linfocita B di smettere il riarrangiamento genico della catena pesante per iniziare
con la produzione delle catene leggere. Una volta che anche questo riarrangiamento
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è andato a buon fine la cellula può finalmente esporre in membrana l’anticorpo
completo, diventando così a tutti gli effetti un linfocita B näive. Il linfocita ha ora in
membrana una IgM però bisogna che passi un ulteriore selezione, detta selezione
negativa. Il linfocita resterà per un periodo a vagare nel linfonodo, qui sono presenti
solo antigeni self, qualora il linfocita fosse autoreattivo e riconoscesse un antigene
andrebbe incontro ad apoptosi. Se invece non fosse autoreattivo procederebbe a
mettere in membrana una IgD, che come abbiamo detto presenta la stessa catena
pesante di una IgM. La presenza di IgD sulla membrana è l’unica cosa che distingue
un linfocita B vergine da uno maturo. Tutto questo accade nel midollo.
La formazione delle catene non è semplice, si
basa tutto sul principio dell’esclusione allelica. Di
ogni gene per la catena pesante e leggera
abbiamo due varianti alleliche, una materna e
una paterna. Qualora avvengo un
riarrangiamento non produttivo si potrebbe
usare l’altro allele. Una volta terminati i geni
però se non si è completato il riarrangiamento la
cellula muore. Il riarrangiamento avviene in contemporanea per entrambi gli alleli, il
primo che va a buon fin blocca il riarrangiamento dell’altro. Il riarrangiamento delle
catene pesanti risulta più complesso poiché, a differenza delle catene leggere, non
posso prendere altri frammenti se
sbaglio: nelle catene leggere se il
riarrangiamento tra Ve J non avviene
posso usare altri V e J, tuttavia ciò non
vale per le catene pesanti poiché i geni per il frammento D si trovano tra quelli di V e
J. Una volta che il frammento DJ si collega al frammento V tutta la parte in mezzo,
quindi i r stanti geni per il frammento D, viene alimentata. Se il collegamento V+DJ
fallisce avrò ancora V a monte e J a valle, ma i geni per D sono terminati.
Normalmente il linfocita B vergine ha un anticorpo insolubile in membrana, quando
viene attivato viene secreto e avviene lo splicing dell’RNA.
Questo anticorpo di membrana ha una parte transmembrana e una
intracitoplasmatica, tramite splicing alternativo finisce per non usare gli esoni di
queste code. Durante la risposta primaria le plasmacellule derivate dia linfociti B
vergini producono solo IgM ( e IgD solo come recettori di membrana, in pochissima
quantità in forma solubile), in fasi più avanzate della risposta vengono invece
generate plasmacellule che producono classi anticorpali diverse dalle IgM pur
mantenendo la stessa specificità antigenica, ovvero la stessa regione variabile
codificata dalla stessa VDJ. La produzione di queste è ancora più evidente durante la
risposta secondaria, il processo che porta a cambiare le classi di Ig prodotte è detto
switch isotipico o scambio di classe. Questi processo avviene nei follicoli linfatici
secondari grazie ad un processo di riarrangiamento genico che sposta la VDJ dalla
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sua posizione nativa, prossima ai segmenti codificanti per miu e Delta, ad una nuova
posizione. Difatti tutti i segmenti genici che codificano per le catene pesanti sono
posizionati in serie all’estremo 3’. Questo processo è irreversibile in quanto il taglia e
cuci per unire la VDJ al gene per la catena pesante provoca l’eliminazione di tutto ciò
che è intercalare, un linfocita che ha prodotto switch isotipico non potrà tornare a
produrre IgM in quanto avrà perso il frammento genico codificante. Tuttavia un
linfocita lui procedere oltre nel riarrangiamento scegliendo segmenti localizzati
sempre più all’esterno 3’ del cromosoma e ledendo ogni volta i segmenti genici
intercalari, questo processo coinvolge gli enzimi UNG e AID, coinvolti anche
nell’ipermutazione somatica. Il riarrangiamento per il TCR
accade esattamente allo
stesso modo, la variabilità
del dominio variabile
avviene con
riarrangiamento. La catena
alfa e Delta sono sullo
stesso locus. Ho una catena
più importante che richiede
arrangiamento VDJ e una
che serve VJ. Per i TCR alfa
beta il riarrangiamento VDJ
avviene per la catena ß mentre per i TCR gamma delta avviene per la catena Delta.
Un particolarità è che nel locus i geni Delta sono in mezzo ai geni per i frammenti
Valfa e J alfa, in questo modo si scongiura ogni possibilità di poter formare sullo
stesso TCR sia alfa beta che gamma delta. I meccanismi sono uguali a quelli degli
anticorpi con RAG 1 e RAG 2, ARTEMIS ecc… una differenza si trova sul TdT, essa
lavora su tutte le catene. Siccome il numero di frammenti è limitato per i TCR
gamma delta, essi possono formar frammenti VDJ, VDDJ, VDDDJ oppure VDDDDJ.
Questo ne aumenta la variabilità nonostante i pochi frammenti.
Il riarrangiamento in situazione germinale i geni mancano dell’esone che codifica per
il dominio variabile di ciascuna di queste catene del dominio variabile, affinché le
cellule staminali possano diventare linfocita B o T, ovvero possano mettere in
membrana un anticorpo o un TCR, è necessario che questi geni vengano modificati
in modo da costruire questo esone. Nel caso delle catene pesanti delle Ig e della
catena beta e Delta del TCR la costruzione dell’esone avviene attraverso un processo
di taglia e cuci che mette insieme VDJ tra i tanti V D e J disponibili nella sequenza
germinale. Questo processo produce due livelli di variabilità, la variabilità
combinatoria che dipende da quale frammento V viene messo insieme a quale D
che viene messo insieme a quale J, e la variabilità giunzionale in quanto la giunzione
tra i segmenti dipende da ARTEMIS in maniera casuale attraverso l’interposizione di
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basi che non esistevano nella sequenza germinale, il tutto avviene attraverso due
processi:
1) Inserimento di basi palandromiche
2) Inserimento di basi N ad opera dell’enzima TdT
Questo riarrangiamento è complicato perché prevede due momenti di taglia e cuci,
ciascuno evento e rischioso per la funzionalità del gene perché se avviene con un
frameshift il riarrangiamento non sarà produttivo, difatti circa il 70% dei
riarrangiamenti non sono produttivi.
Nel caso della catena leggera il riarrangiamento è più semplice perché vi è solo un
taglia e cuci tra V e J, un frammento solo con un rischio solo.
Una volta riarrangiati i due geni delle catene, ognuno che può lavorare su un allele,
vengono esclusi gli altri possibili riarrangiamenti: principio di esclusione allelica,
questo processo è utile per evitare che il linfocita esprima contemporaneamente
due recettori.
Quando il precursore del linfocita B mette in membrana il proprio anticorpo va
incontro a duna fase in cui se riconosce l’antigene va in apoptosi, siamo dentro al
midollo, gli antigeni che riconosce questo linfocita B immaturo sono self perciò si ha
l’eliminazione del linfocita autoreattivo, si parla anche di selezione negativa dei
linfociti autoreattivi. I linfociti B immaturi che sopravvivono a questa selezione
evolvono, esprimono in membrana tramite splicing alternativo sia IgM che IgD, che
come abbiamo detto riconoscono lo stesso antigene poiché i domini variabili sono
prodotti dagli stessi frammenti, diventando così linfocita B maturo. L’unica
differenza strutturale quindi tra linfocita B immaturo e linfocita B maturo è
l’espressione in membrana di IgD.
Il linfocita B maturo passerà poi nel circolo ematico alla ricerca del proprio antigene
ma qui sopravvivere solo pochi giorni prima di morire ed essere sostituito da una
nuova produzione di linfociti B che viene prodotta, ciò vale per tutta a vita.
Viceversa se il linfocita B vergine trova l’antigene si attiva e diventa o plasmacellula
o linfocita B di memoria a lunga vita.
Dal punto di vista dei linfociti T la situazione cambia.
I linfociti T differenziamo nel timo a partire dal una cellula che proviene dal midollo
osseo, anche loro derivano dalla cellula staminale emopoietica pluripotente, questa
decide di diventare precursore linfoide e poi decide di diventare precursore T.
Questo precursore T, detto anche cellula propro T, esce dal midollo osseo e lassa nel
sangue e dal sangue arriva nel timo attraverso i vasi timici e arriva nel corticale del
timo.
Il timo è un organo che si trova tra il cuore è lo sterno ed è formato da due tessuti,
una corticale e una midollare. La prima è la parte preminente del timo dal punto di
vista quantitativo ed e la parte più importante della maturazione dei timociti. La
cellula che sta cercando di diventare linfocita T si chiama infatti timocita.
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Il timocita non è una cellula autoctona del timo ma è una cellula che arriva dal
midollo osseo, le cellule che aiutano il timocita a maturare sono le cellule proprie
della struttura del timo, le cellule epiteliali timiche. Queste costituiscono la struttura
intrinseca del timo, là cellule propro T arriva nel timo usando recettori di homing,
importante è il CD44, si trova su tutti i globuli bianchi. Quando questa cellula arriva
nel timo la prima cosa che fa è riarrangiare i TCR, andrà incontro al riarrangiamento
o alfabeta o gammadelta, riarrangia in un caso prima beta e nell’altro prima Delta, n
riarrangiamento esclude l’altro.
I linfociti alfabeta sono i più conosciuti e sono quelli che andranno incontro a
selezione timica positiva e negativa.
Per quanto riguarda i gammadelta sappiamo meno, probabilmente riconoscono
l’antigene indipendentemente dalle molecole MHC quindi alcuni processi non
valgono