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Il rapporto tra apprendimento e sviluppo nei bambini con BES

Il nostro Paese promuove e riconosce "una serie di disposizioni legislative, dibattiti, azioni, volte a valorizzare gli approcci culturali dell'integrazione scolastica e sociale" affinché "ogni cittadino - alunno possa sviluppare il proprio potenziale in divenire e sentirsi parte attiva della comunità alla quale appartiene, caratterizzata da complessità, pluralità, eterogeneità socio-culturale e dalla presenza di nuove emergenze educative". L'inclusione scolastica richiede, dunque, una forte apertura alla vasta gamma di differenze presenti nella società contemporanea, comprese (ovviamente) quelle dovute alle situazioni di "bisogno educativo speciale", privilegiando in tal senso il principio dello sviluppo sostenibile e delle pari opportunità.opportunità nella formazione, attraverso l’erogazione di risorse, strumenti ed aiuti che permettano ad ogni allievo di raggiungere adeguati traguardi formativi in termini di conoscenze, competenze ed abilità. L’evoluzione del concetto di integrazione ha imposto un sostanziale cambio di rotta al sistema scolastico nazionale che, popolato da alunni con BES e DSA, grado di “leggere” i bisogni e le emergenze educative richiede un corpo docente formato «in presenti nella scuola (...) seguendo logiche di elevata flessibilità e di costante evoluzione. L’alunno speciale «non è più soltanto quello dinamica» in situazione di disabilità originata da deficienze fisiche e/o psichiche oggettivamente certificabili, ma è anche l’alunno che, a causa di determinate situazioni familiari e ambientali, si trova in una posizione permanente o transitoria di bisogno e che di conseguenza.

“necessita di interventi specifici o specialistici”. L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità. Trent’anni di inclusione nella scuola italiana,1 Canevaro A.,Edizioni Erickson, 2007.

D’Alonzo L.,2 Marginalità e apprendimento, in La Scuola, Brescia, 2016.

3 Nel 2005, Dario Ianes fornisce una prima definizione di BES in Italia (Ianes D., Bisogni Educativi Speciali edella condizione,inclusione, Erickson, Trento, 2005) focalizzandosi sull’ampiezza estendendola a tutti gli studenticon scarsi risultati scolastici e non solamente agli alunni con deficit e patologie. La definizione proposta da Ianesè la seguente: “il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito educativo e/o istruzionale,definiti dall’antropologia ICFcausata da un funzionamento, nei vari ambiti [International Classification ofFunctioning Disability and Health], problematico per il soggetto in termini di danno”.

La scuola, in quanto <comunità educante, che accoglie ogni alunno nello sforzo quotidiano di costruire condizioni relazionali e situazioni pedagogiche tali da consentirne il massimo sviluppo, ha la responsabilità di formare l'identità personale di tutti e di ciascun alunno, ostacolo al suo benessere, indipendente dall'eziologia (bio-strutturale, limitazione della sua libertà e stigma sociale, familiare, ambientale, culturale ecc.) e che necessita di educazione speciale individualizzata". "Manuale (DSM-5)4 In base a quanto riportato nel Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali" per DSA si intende il disturbo della lettura, dell'espressione scritta e del calcolo. "Berlinguer L., Guetti C., Ricreazione. Una scuola di qualità per tutti e per ciascuno, Liguori, Napoli, 2014. Manuale per l'ammissione al corso di specializzazione universitario" Si veda in attività di sostegno didattico, Edises, Napoli, 2020.non solo riguardano l'acquisizione di conoscenze, abilità e competenze specifiche, ma anche la capacità di esercitare attivamente e responsabilmente la cittadinanza nella società. L'educazione inclusiva richiede una didattica di qualità, rispettosa della pluralità dei bisogni di tutti gli alunni e aperta alle diverse esigenze formative. La diversità dei bisogni richiede un'attività educativa e didattica basata sul riconoscimento delle diverse forme di intelligenza e sulla progettazione di buone pratiche inclusive che rispondano adeguatamente ai nuovi contesti educativi, valorizzando le potenzialità di ognuno e facilitando la partecipazione sociale e l'apprendimento, sia nel caso delle differenze "normali" che in quelle eccezionali. Gli interventi scolastici per gli alunni con BES hanno caratteristiche peculiari in quantodevono essere progettati, realizzati e valutati non come interventi sul singolo individuo, ma sulla totalità del contesto in cui l'alunno è inserito. La didattica per quell'allievo ma si modifica a cambiare non è solamente per tutta la classe, perché le diversificate problematiche diventano centrali tanto per gli alunni che le manifestano quanto per tutti i loro compagni. Il tutto sostenuto da docenti che, motivati a progredire in competenza e professionalità, accolgono la sfida di trovare nuove modalità d'insegnamento. In virtù di quanto dichiarato finora, appare evidente come la didattica speciale interviene laddove siano ravvisate situazioni tali da compromettere il normale corso dell'apprendimento e dell'educazione scolastica. L'istituzione "Scuola", dunque, ha da tempo attuato un processo di rinnovamento interno al fine di assicurare lo sviluppo umano di ciascun alunno, non solo dello studente.con bes, poiché il fine ultimo "non è quello di integrare all'interno della comunità scolastica le categorie svantaggiate di alunni, ma piuttosto quello di far crescere... delle comunità capaci di rispondere ai bisogni di 'speciale normalità' di tutti gli alunni". Linee guida per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità, MIUR (2009), http://www.edscuola.it/archivio/norme/circolari/nota_4_agosto_09.pdf D'Alonzo L. et al. (a cura di), DSA, Elementi di didattica per i bisogni educativi speciali, Rizzoli, Milano, 2013. Ibidem. Pertanto, la risposta educativa speciale trova compimento quando permette al bambino di superare le difficoltà riscontrate nella fase di apprendimento, attraverso misure compensative mirate, strutturate secondo protocolli ben definiti. Maggiore è la specificità del deficit, e conseguentemente l'incidenza sul percorso di crescita, maggiore.sarà l'attenzione dovuta, procedendo step by step e attribuendo significato ai risultati intermedi raggiunti. Non di meno è richiesto un elevato grado di flessibilità dei protocolli e dei programmi, in quanto suscettibili alla necessità di adeguare ciò che "era" a ciò che "è", ovvero di improvvisi cambiamenti dovuti ad adeguarsi alle mutate esigenze dell'alunno in termini di obiettivi e difficoltà riscontrate. Si tratta in questa ottica di assumere un adattamento curriculare ai ritmi di apprendimento del bambino; l'istituzione di differenti criteri di valutazione assume particolare rilievo anche del rendimento scolastico. Nel nostro Paese il Piano Educativo Individualizzato, per quel che riguarda i bambini con l'art.12, comma 5, con BES, è la massima espressione di quanto detto sinora. Introdotto dalla Legge 104/1992 (e successive modifiche), è il documento di programmazione.

Gruppo di Lavoro Operativo per l'inclusione (GLO) elaborato e approvato dal PEI. Al PEI è riconosciuto il merito di individuare gli obiettivi educativi e didattici, gli strumenti e le strategie necessarie per creare un ambiente idoneo allo sviluppo dell'apprendimento, alla creazione di opportunità di socializzazione e all'autonomia degli alunni, nonché la realizzazione di un tessuto di collaborazione tra la scuola e le famiglie. D'ora in avanti citato nel testo con il suo acronimo PEI.

Modificato dal D.lgs. 66/2017 e D.lgs. 96/2019.

Conosciuto con l'acronimo GLO, esso è un organo della scuola. È convocato dal dirigente scolastico ed è composto dal team dei docenti contitolari o dal consiglio di classe.

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Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PED/01 Pedagogia generale e sociale

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