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RITMO SONNO-VEGLIA
L'attività cerebrale cambia durante il sonno rispetto a quella che si ha durante la veglia e
questo è stato scoperto mediante l'elettroencefalografia, cioè la registrazione dell’attività
elettrica dell’encefalo che consiste nella misura della differenza di potenziale elettrico tra
elettrodi di metallo posti a contatto con il cuoio capelluto. I neuroni cerebrali danno luogo a
correnti elettriche molto piccole che possono essere misurate complessivamente
dall'esterno perchè i tessuti che ci compongono sono tessuti conduttori e propagano
anche correnti piccolissime (questa cosa è valida anche per l'elettrocardiogramma).
Ovviamente le piccole correnti prodotte dai singoli neuroni incontrando la resistenza dei
tessuti diventeranno ancora più piccole, perciò devono essere adeguatamente amplificate
dallo strumento. Queste correnti sono dovute principalmente ai neuroni piramidali giganti
della corteccia, che si trovano nello strato n. 5 (mentre negli altri strati ci sono o neuroni
più piccoli o dendriti). Questi neuroni giganti ricevono diverse afferenze, principalmente
impulsi sensoriali dal talamo, ma anche da altre zone corticali dall'emisfero cerebrale
controlaterale della corteccia, e la loro scarica dipende dal numero di afferenze che
ricevono. Non viene registrata l'attività di un singolo neurone, ma di intere aree della
corteccia, cioè la somma dell'attività di tanti neuroni insieme. L'elettrodo che viene
posizionato sulla superficie registra una deflessione positiva quando sente la vicinanza di
cariche positive, che si hanno all'esterno della membrana neuronale quando l'interno è
carico negativamente in condizioni di riposo o di iperpolarizzazione; viceversa se il
neurone si depolarizza, l’interno è positivo e l’esterno negativo e il segnale indicato dallo
strumento sarà una deflessione negativa. L'attività che si registra è un insieme di onde che
rappresentano la risultante dell'attività di tanti neuroni.
Indagini elettroencefalografiche hanno messo in evidenza l’attività ritmica spontanea
spontanea dell’encefalo, che in condizioni fisiologiche normali può essere distinta in 4 ritmi
in funzione dell'ampiezza delle onde e della frequenza (vedi tracciati dei ritmi sul libro).
Il ritmo beta è quello della veglia vigile, durante la quale si compiono attività e si ricevono
stimoli sensoriali ed è caratterizzato dalle onde meno ampie a frequenza più alta.
Il ritmo alfa è quello della veglia in condizioni rilassate (senza stimoli sensoriali forti se no
si passa al ritmo beta) ed è caratterizzato da onde un pochino più ampie e a frequenza più
bassa rispetto alle beta.
Poi ci sono altri due ritmi più sincronizzati: il ritmo teta, dove l'ampiezza delle onde è più
alta e la frequenza più bassa rispetto a quelle delle onde alfa, e il ritmo delta, dove si ha
la massima ampiezza e la minore frequenza.
I ritmi alfa e beta sono quelli della veglia e di una particolare fase del sonno detta REM
(chiamata così per i movimenti rapidi degli occhi), mentre gli altri due ritmi sono tipici delle
fasi di sonno profondo, detto non-REM.
Per capire in quale fase del sonno si trova il soggetto si possono misurare i movimenti
oculari mettendo elettrodi vicino alle orbite. Un altro parametro è l'elettromiogramma, cioè
la registrazione dell'entità della contrazione muscolare attraverso la registrazione
dell'attività elettrica delle cellule muscolari. Un'altra caratteristica che cambia nelle varie
fasi del sonno è, infatti, il tono dei muscoli scheletrici.
Il sonno viene suddiviso in fasi. Le prime quattro fasi sono quelle del sonno non-REM e poi
c’è la fase del sonno REM, che ha delle similitudini con la veglia, infatti, è stata chiamata
“sonno paradosso”.
I 4 stadi del sonno non-REM sono:
stadio 1, che è la fase di addormentamento, in cui si passa dalla veglia rilassata al
- sonno superficiale, cioè da ritmo alfa a frequenza più lente; i muscoli mantengono il
tono muscolare, si possono avere scosse involontarie e sensazione di cadere e
quando ci si sveglia da questa fase non si ha l'impressione di essersi
addormentati ;
stadio 2, che è quello del sonno superficiale, dove il ritmo alfa cede il passo al
- ritmo teta;
stadio 3, dove si ha passaggio da onde teta a onde delta;
- stadio 4, dove si ha solo ritmo delta e insieme allo stadio 3 rappresenta il sonno
- profondo o sincronizzato.
Negli stadi non-REM il tono muscolare si mantiene e i movimenti oculari non sono
significativi.
Lo stadio REM è completamente diverso: il soggetto non passa direttamente dallo stadio 4
al sonno REM, ma prima risale agli stadi più superficiali del sonno e poi va allo stadio
REM, la cui attività cerebrale somiglia più alla veglia che al sonno profondo. Durante il
sonno REM, infatti, ci sono movimenti oculari rapidi, l'attività cerebrale è intensa,
nell'elettroencefalogramma compare il ritmo beta come durante la veglia, ma il tono
muscolare crolla totalmente (i muscoli sono flaccidi e non si è capaci di muoversi). Questa
fase è caratterizzata dai sogni, cioè visioni illogiche con un contenuto emozionale molto
forte, probabilmente dovuti a centri cerebrali connessi alle emozioni. Questo stadio è stato
definito anche "cervello attivo in un corpo inattivo"; mentre il sonno profondo è definito
come condizione di "cervello inattivo in un corpo attivo" perchè diminuisce l'attività dei
neuroni corticali e l'attività metabolica del cervello, che quindi consuma meno energia.
Nel sonno non-REM i neuroni piramidali della corteccia scaricano in maniera sincronizzata
perché sono controllati da neuroni talamici, in particolare quelli che scaricano in maniera
ritmica. Quando la corteccia è controllata prevalentemente da questi neuroni talamici
l'attività corticale risulta sincronizzata e si ritiene che sia questo a causare le onde lente e
sincronizzate (teta e delta). Contemporaneamente il talamo inibisce l'arrivo degli impulsi
sensoriali alla corteccia (per esempio quando dormiamo non sentiamo rumori al di sotto di
una certa soglia), il tono muscolare viene mantenuto e i movimenti oculari sono scarsi.
La durata complessiva del sonno varia nell'uomo a seconda dell'età ed è collegata ad
alcuni parametri come l'attività metabolica e l'attività plastica, per esempio l'individuo ha
più bisogno di dormire quando è in una fase di intensa attività anabolica (in cui si ha
formazione di proteine) durante l'accrescimento o durante le fasi di convalescenza. Per la
persona adulta 7-8 ore di sonno sono sufficienti, mentre queste ore si riducono negli
anziani e aumentano nei bambini.
Nel corso della notte le varie fasi del sonno si susseguono secondo un ciclo regolare e i
cicli si susseguono a intervalli di un'ora e mezza. In ciascun ciclo si ha un graduale
passaggio dalla veglia al sonno profondo, poi si risale al sonno superficiale per andare al
sonno REM, da cui si ritorna agli stadi di sonno profondo e il ciclo si ripete a intervalli
regolari, anche se ci possono essere brevi fasi di veglia.
La fase REM si ripete ogni 90 minuti circa, cresce di durata man mano che si va avanti
nella notte e verso la fine della notte il sonno profondo non si raggiunge più, ma si passa
dal sonno superficiale direttamente alla fase REM.
Sia la durata della fase REM che quella complessiva del sonno sono massime alla
nascita: nei primi mesi di vita il sonno è costituito quasi esclusivamente da sonno REM,
poi inizia a comparire quello non-REM e man mano la durata sia del sonno-REM che del
sonno complessivo si riducono con l'età.
Durante il sonno REM i muscoli sono flaccidi perchè vengono attivati alcuni neuroni
inibitori che usano glicina, la quale inibisce i motoneuroni spinali che innervano i muscoli
scheletrici.
Il sonno è fondamentale per la vita, in particolare per il tono dell'umore, per
l'apprendimento e per la capacità di memorizzare. Se un soggetto viene privato del sonno,
quando potrà dormire lo farà per un tempo più lungo e le fasi REM si allungheranno
rispetto alle condizioni normali in cui si dorme regolarmente. Se si viene privati del sonno
per lunghi periodi le conseguenze sono molto serie e possono portare alla morte (esiste
una malattia chiamata insonnia fatale ereditaria), ma certi aspetti del sonno sono ancora
sconosciuti.
Il ciclo sonno/veglia è regolato dagli impulsi che riceviamo dall'ambiente esterno, in
particolare dal ciclo luce/buio. Se ci isoliamo dall'ambiente e non sappiamo più se è notte
o giorno la durata della veglia si allunga, fino ad avere una giornata di 33 ore anziché di
24.
Il sistema che induce la veglia è chiamato sistema reticolare attivante (o attivatore)
perchè composto da fibre colinergiche che originano dalla sostanza reticolare
(l'acetilcolina è responsabile dell'attenzione e della veglia). Allo stato di veglia contribuisce
anche il locus coeruleus, da cui provengono fibre noradrenergiche e sono proiezioni
diffuse a tutta la corteccia cerebrale (anche la noradrenalina liberata da queste fibre
induce lo stato di veglia e l'attenzione).
Il sistema che attiva la veglia include anche fibre istaminergiche che originano
dall'ipotalamo (dal nucleo tuberomamellare) e che mantengono anch'esse la vigilanza (gli
antistaminici, infatti, danno sonnolenza).
Il sistema reticolare attivante è controllato da un peptide chiamato oressina, prodotto
dall’ipotalamo.
Un altro importante neurotrasmettitore nel ciclo sonno/veglia è la serotonina, liberata dalle
fibre provenienti dal nucleo del rafe, che agisce con un meccanismo particolare ancora
sconosciuto perchè può indurre sonno oppure veglia a seconda dei recettori che attiva. Un
altro neurotrasmettitore che induce il sonno (oltre la serotonina) è il GABA, che inibisce il
sistema reticolare attivante inducendo sonno profondo (per cui non si ha fase REM) e fa
parte del sistema ipotalamico GABAergico.
Durante il sonno aumenta il metabolismo plastico e si ha un'intensa attività anabolica (la
sintesi proteica e altre sintesi avvengono al massimo durante il sonno), mentre il
metabolismo energetico si abbassa e si ha un accumulo di riserve energetiche (il nostro
corpo consuma meno energia e la accumula di notte). Quindi negli animali, come l'uomo,
che stanno svegli di giorno il metabolismo è minimo di notte e viceversa negli animali che
stanno svegli di notte e dormono di giorno (i roditori e