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Caratteristiche dei suoni consonantici
La consonante occlusiva velare sorda è rappresentata dalla lettera C dura (IPA: k), mentre la consonante occlusiva velare sonora è rappresentata dalla lettera G dura (IPA: g). Il passaggio dell'aria è bloccato dal velo palatino nelle occlusive glottidali: le corde vocali sono occluse, quindi esiste solo la versione sorda.
Quando nella trascrizione IPA si trovano due punti, indica un allungamento della vocale e viene utilizzato solo quando la sillaba accentata termina con una vocale. Ad esempio, "pal-la" indica che la "a" accentata non è allungata, a differenza di "pa-la". L'apice precede la sillaba accentata.
La lettera "j" indica una "i" articolata in modo diverso.
Le fricative ostruenti sono caratterizzate da un flusso d'aria continuo e da un'occlusione parziale. Ad esempio, la fricativa bilabiale sorda è rappresentata da "cɸ", mentre la fricativa bilabiale sonora è rappresentata da "b/v" come nella lingua spagnola.
Le labiodentali sono consonanti in cui il labbro inferiore si appoggia contro gli incisivi superiori. Le labiodentali sorda è rappresentata da "f", mentre la labiodentali sonora è rappresentata da "v/θ" come nella pronuncia di "th" in "this" e "dentali" (lingua tra i denti) sorda "θ" come in "think".
Le consonanti alveolari sono caratterizzate dall'appoggio dell'apice della lingua sugli alveoli. La consonante alveolare sorda è rappresentata da "s" come in "sole", mentre la consonante alveolare sonora è rappresentata da "z" come in "rosa".
La zona post-alveolare si riferisce all'appoggio dell'apice della lingua sul palato.
post-alveolare sorda è il suono sh disciame ʃ, sonora è la g di garaGe ʒ
palatale: sorda es. ich tedesco
velare: sorda es. buch tedesco; sonora g di fuego
vulare: sorda doch tedesco; sonora r di rien francese (non è r moscia)
glottidale sorda h aspirata es. hi
ostruenti affricate:
labiodentale: krapfen [pf]
alveolare: sorda inizio con l'occlusione della t ma finisco con la fuoriuscita dell'aria, suono z di forza o pizza, ipa ʦ; sonoro z di zanzara ʣ (inizio con una d ma finisco con z)
palatale o post-alveolare: sorda inizio con la t e proseguo con ch, suono c di ciao ʧ; sonora inizio con d e finisco con g, suono g di gioco ʤ
le consonanti sonoranti: c'è un ostacolo che non determina aumento di pressione. sono sempre sonore.
sonoranti nasali: occludono l'aria e la fanno passare dal naso e non nella cavità orale. nasale bilabiale m di mamma, spesso è il primo suono emesso dai neonati. l'ostacolo è determinato
dalle due labbra che si occludono. nasale labiodentale, la otteniamo disponendo l'apparato fonatorio nella posizione della f o della v ma inviando l'aria nel naso, è la n di invidia. ɱ (l'apice della lingua non va dietro gli alveoli come nella n di "nano") non diciamo "in-fatti" ma il suono è tutto unito. nasale palatale suono gn ɲ, il dorso della lingua va contro il palato. in "legno" c'è un innalzamento dell'intensità del flusso d'aria in posizione intervocalica. infatti quando l'anasale palatale è tra due vocali, essa dovrà essere scritta doppia in IPA. nel caso di "gnomo" invece sarà singola. nasale velare n di ancora, occlusione del velo palatino e l'aria va nel naso. per dire "panca" l'apice della lingua non va contro gli alveoli, perché il suono risulterebbe staccato. la differenza con la labiodentale è che precede le
occlusive velari c e g, al contrario di v e f, quindi ci sarà una disposizione diversa della lingua nasale alveolare è la n, il velo palatino è in una posizione tale da mandare il flusso d'aria nel naso. Al contrario dell'occlusiva alveolare non c'è quindi ostacolo. Sonoranti vibranti: - Vibrante alveolare: r di raro - Vibrante velare: r moscia, il velo palatino vibra, come quando si fanno i gargarismi. Se la vibrazione non viene eseguita in maniera corretta, risulta fricativa. Il simbolo R Sonoranti laterali: l'ostacolo è la lingua nella linea mediana della cavità orale, quindi il flusso d'aria passa da entrambi i lati. - Laterale alveolare: l di lato [ʎi]. Il suono - Laterale palatale: suono gli di aglio, [ʎ]. L'articolo determinativo gli è quindi gli tra vocali diventa doppio, come gn. (È un aumento di insistenza sull'ostacolo). Sonoranti approssimanti: sono quelle più vicine alle vocali, nonEsiste un vero e proprio ostacolo. Il passaggio dell'aria si restringe, la cavità orale è più ristretta. Inizio di restringimento del flusso d'aria, vengono chiamate anche semiconsonanti. Approssimante labiovelare: simbolo w, suono dei dittonghi che iniziano con u. È articolata posteriormente sul velo come la vocale u, ma arrotondando le labbra. La troviamo in "guaio". (Nel suono u normale, il velo non agisce, come in "uva"). Regola per le trascrizioni: ogni volta che c'è un dittongo che inizia per u, metto la w. --- Acqua: ['aKKwa]; uovo: ['wɔ:vo]. Se sulla vocale non ci cade l'accento è sempre chiusa. Approssimante palatale: i di fiume, simbolo j, la troviamo in tutti i dittonghi che iniziano con i es. fiaba, fiera, fiocco. ia-ie-io-iu. Invece in una parola come liana non c'è un dittongo ma uno iato, il suono è più staccato (prima si usava la dieresi per distinguerele).
se sulla vocale ci cade l'accento non è dittongo es. mio, suodittonghi e iatic'è uno iato quando: sequenza di due vocali di cui una è i/u ed essa è accentata es.mio; sequenza di due vocali di cui non c'è né i né u, e una delle due è accentata.c'è un dittongo quando: se c'è sequenza di due vocali di cui una è i/u ma essa non èaccentata es. fuori; più in generale, quando due vocali appartengono alla stessasillaba, ma una è preminente sull'altra.dittonghi ascendenti: dittonghi che cominciano con la semiconsonante e proseguonocon la vocale. es. fiori, finiscono per vocaledittonghi discendenti: comincia con la vocale e termina con un elemento più debole es.noi, la i è più vocalica. l'elemento debole si chiamerà semivocale, e nell'ipa è segnalatocon un archetto sotto la vocale. es. causa
ogni sillaba. La struttura della sillaba può essere rappresentata come segue: - Vocali: in italiano, la vocale breve è lasciata così com'è, mentre quella lunga è seguita da due punti. - Consonanti: se breve, la consonante si scrive singola e si dice scempia. Se lunga, c'è ripetizione della consonante nella trascrizione e si dicono geminate. Esistono anche consonanti che sono solo geminate, come la fricativa palatale sorda [peʃʃe], l'affricata alveolare sorda e sonora [pittsa], [addzɔ:to], la nasale palatale gne e la laterale palatale gl [aɲɲeze], [paʎʎa]. - Nelle affricate lunghe si raddoppia solo la componente occlusiva, ad esempio pazzo [pattso]. La struttura della sillaba prevede che ogni sillaba abbia un picco di sonorità chiamato nucleo, che è quasi sempre una vocale e si trova in ogni sillaba.sillabadistinzione fra sillabe aperte o chiuse: le sillabe aperte non hanno una coda, e finiscono per vocale. la struttura è attacco-nucleo (ta-vo-lo = tre sillabe aperte). in italiano sono quasi tutte aperte. le sillabe chiuse hanno attacco-nucleo-coda (per-dia-mo = una chiusa e due aperte). l'attacco sillabico e la coda sillabica sono consonantici o semiconsonantici, non saranno vocali, perché le vocali piene si separano in due sillabe diverse (iati). nei dittonghi dipende se abbiamo una coda o no, es. dittongo ascendente finisce per vocale es. fio-re; dittongo discendente finisce con la semivocale (i-u) es. noi, la i è la coda perché è una semivocale, quindi chiusa. confronto fra trascrizione fonetica e ortografia: in fonetica, tutte le volte in cui abbiamo due consonanti vicine esse verranno separate in due sillabe diverse cas.ta.no. in una parola composta da due sillabe, quella in cui cade l'accento è quella più prominente in termini.di volume e altezza. in italiano l'accento è mobile es. àncora eancòra, e può cadere in varie posizioni. (al contrario ad es. del francese in cui l'accentofonetico cade sempre sull'ultima sillaba) quando l'accento cade sull'ultima sillaba e nelle parole monosillabe, l'ultima vocale (quella accentata) non si trascriverà allungata (coi due puntini). invece se la vocale accentata è alla fine della sillaba, si metteranno i due punti es ['tje:ne] grafemi: ad ogni grafema corrisponde idealmente un fono nella lingua, anche se esistono sistemi grafici e alfabetici in cui le unità si scrivono e si leggono in maniera diversa, come in inglese. esistono delle discrepanze anche in italiano:
- il grafema <c> corrisponde a due suoni ipa: [k] e [ʧ]
- il graf. <h> non si pronuncia es. non c'è differenza di pronuncia tra <hanno> e <anno>, perciò in fonetica si
trascriveranno nella stessa maniera [‘anno]• il graf. <ch> corrisponde al fono [k] ---> [ki’tarra]• il graf. <sc> può avere due corrispondenze fonetiche es. cresco e cresci• il graf. <gl> [aʎʎo]• il graf. <e> può essere aperto o chiuso e si hanno due trascrizioni fonetiche [e] vs.[ɛ]• <o> stessa cosa della <e>: [o] vs. [ɔ]• <i> [‘mi:o] e [‘ka:mjon] (la [o] non può essere aperta perché non è tonica)
FONOLOGIA
dalla fonetica alla fonologia: dalla sostanza alla forma dell’espressione. (-logia=siamo sulpiano della forma, es. fonologia, morfologia). se la fonetica studia l’emissione concretadei foni, la fonologia è lo studio della funzione dei suoni in una data lingua. esiste unasola fonetica universale, ma esistono tanti sistemi fonologici diversi da lingua a lingua.siamo sul livello astratto della forma e l’unità
fonomorfema.fonema. Un fonema può essere