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Inoltre, un sistema può essere:
Aperto quando può scambiare energia e materia con l’ambiente
Chiuso quando può scambiare solo energia con l’ambiente
Isolato quando non può scambiare né energia né materia con l’ambiente
Per convenzione, tutto ciò che esce dal sistema ha segno negativo, quello che entra ha segno positivo.
Se il sistema fa lavoro o cede calore, allora l’energia interna
diminuisce.
Se il sistema subisce lavoro o acquista calore, allora l’energia
interna aumenta.
Prima legge della termodinamica
L’energia interna di un sistema isolato è costante. L’energia interna di un sistema varia solo se il sistema
compie o subisce un lavoro oppure cede o acquista calore.
La variazione di energia interna è una funzione di stato e la sua variazione non dipende da come l’energia
viene trasferita: La reazione chimica è la stessa, ma l’energia
può essere ceduta sotto forma di calore o
sotto forma di calore e lavoro.
Entalpia
La maggior parte delle reazioni avvengono in sistemi aperti, dunque può essere complicato calcolare la
variazione di energia interna. Questo problema viene aggirato introducendo una nuova grandezza:
l’entalpia (H), cioè la somma dell’energia interna del sistema e il lavoro (PV) che il sistema fa o subisce.
Generalmente le reazioni vengono condotte a pressione atmosferica costante, quindi:
Se si sostituisce la prima legge della termodinamica
Se il lavoro fatto dal sistema è solo lavoro di espansione
Da quest’ultima relazione si ricava che il calore emesso o assorbito da una reazione chimica a pressione
costante è uguale alla variazione di entalpia del sistema, cioè . L’entalpia, come l’energia interna,
è una funzione di stato. se si considerano sistemi condensati, mentre se si considerano reazioni
gassose con variazione del numero di moli
Una particolare forma di entalpia è l’entalpia standard di formazione che corrisponde alla variazione
di entalpia nella formazione di una mole di composto dai suoi elementi costituenti nelle proprie forme
stabili alla temperatura di 25°C e 1atm; per convenzione negli elementi più stabili, l’entalpia standard di
formazione vale 0.
Nel calcolo dell’entalpia, è utile la legge di Hess che afferma: “L’entalpia di una reazione è la somma delle
entalpie di reazione relative ai singoli stai nei quali si può suddividere la reazione, anche se questi stadi
sono solo teorici”. Tale legge è applicabile poiché l’entalpia è una funzione di stato, è dunque possibile
calcolare la variazione di entalpia di una reazione ai singoli stadi per ottenere la variazione:
{ {
E’ possibile ricavare l’entalpia standard di una reazione a partire dalle entalpia standard di formazione dei
singoli composti: ∑ ∑
Esempio di calcolo dell’entalpia standard a partire dall’entalpia standard di formazione:
Come si ricava sperimentalmente di una reazione in soluzione acquosa? Il calore emesso o assorbito
durante una reazione, a pressione costante , comporta l’aumenta o la diminuzione della
temperatura della soluzione. Conoscendo il si può ricavare il attraverso il calore specifico della
soluzione, cioè la quantità di calore necessario per aumentare di 1K la temperatura di 1g (calore specifico
) o 1mol (calore specifico molare ) di sostanza: [ ]
Il calore coinvolto in una reazione, provoca una variazione della temperatura nella soluzione, infatti:
Inoltre, la variazione di entalpia ci permette di capire se una reazione è esotermica o endotermica
Se la reazione è esotermica, cioè produce calore (il calore compare come prodotto)
Se la reazione è endotermica, cioè assorbe calore (il calore compare come reagente)
Tuttavia, la sola entalpia non basta a chiarire tutti i punti della termodinamica: per esempio, il fatto che una
reazione sia esotermica non comporta che la reazione sia spontanea e il fatto che sia endotermica non
comporta che la reazione sia non spontanea. Per definire la spontaneità di una reazione occorre un’altra
grandezza: l’entropia.
Entropia
L’entropia del sistema (S) è una grandezza che permette di misurare il “disordine” di un sistema, fu
introdotta da Ludwig Boltzmann.
Dove distinguiamo:
I sistemi procedono spontaneamente verso quegli stati che hanno più probabilità di esistere e questi sono
gli stati più disordinati: la natura ama il disordine e non l’ordine. L’entropia aumenta all’aumentare del
disordine: se si prendesse un mazzo di carte perfettamente ordinato, l’entropia risulterebbe pari a zero;
iniziandolo a mescolare l’entropia aumenterebbe.
Per definire meglio l’entropia è possibile ricorrere ad un esempio pratico: se
prendessimo un contenitore con due zone distinte e quattro particelle gassose,
esse si distribuirebbero nel contenitore nel microstato con il maggior numero di
possibilità di esistere. Considerando l’immagine a fianco, il microstato con il
maggior numero di possibilità di esistere è il tre, basta calcolare le probabilità
con le combinazioni semplici:
1.
2.
3.
4.
5.
La disposizione delle particelle nel contenitore numero tre è quella con più
probabilità, quindi la più caotica e quella che secondo la quale le particelle
gassose si distribuiscono, avendo un entropia maggiore.
Se prendessimo un cubetto di ghiaccio, l’entropia
risulterebbe minima e l’ordine massimo poiché
nello stato solido le particelle si trovano in
posizione fisse e sono ordinate. Nello stato liquido
si avrebbe un’entropia maggiore poiché le
particelle hanno più libertà.
Come l’entalpia standard di formazione, esista una entropia standard di formazione che può essere
utilizzata per calcolare l’entropia standard di qualsiasi reazione:
∑ ∑
Per esempio:
Seconda legge della termodinamica
La seconda legge della termodinamica afferma che l’entropia dell’universo è in continuo aumento. Ciò
comporta che un processo è spontaneo se conduce ad un aumento di entropia. Ogni trasformazione
avviene spontaneamente nella direzione che aumenta l’entropia dell’universo (cioè il sistema più
l’ambiente):
L’entropia del sistema e dell’ambiente possono variare, se allora il sistema diventa meno
disordinato durante la reazione, se allora il sistema diventa più disordinato nel corso della reazione.
L’entropia del sistema può cambiare a “spese” di qualcos’altro, come l’ambiente, tuttavia la condizione
, altrimenti verrebbe contraddetta la seconda legge della
termodinamica.
Un processo che aumenta il numero di particelle può determinare (non obbligatoriamente) un aumento di
entropia e negli stati della materia l’entropia è minore nei solidi e maggiore negli aeriformi.
Terza legge della termodinamica
La terza legge della termodinamica afferma che all’aumentare della temperatura, aumenta anche
l’entropia del sistema.
Con l’aumentare di temperatura, aumenta anche l’entropia del sistema: a l’entropia di un cristallo
solido è pari a , con l’aumentare della temperatura anche l’entropia del sistema cresce; nello stato liquido
l’entropia è maggiore, poiché le particelle hanno una maggiore libertà di movimento; nello stato solido
l’entropia è massima poiché le particelle occupano tutto il volume a loro disposizione.
L’equazione di Gibbs
La spontaneità di una reazione è data sia dalle variazioni di entalpia che di entropia, la combinazione di
queste due variazioni porta a considerare una nuova grandezza termodinamica che è l’energia libera di
Gibbs (G). Anch’essa è una funzione di stato poiché è definita come la differenza tra la variazione di
entalpia e quella di entropia che sono due funzioni di stato.
Dove distinguiamo:
Inoltre è possibile fare una distinzione dell’equazione di Gibbs a temperatura costante e in condizioni
standard.
A questo punto è possibile definire la spontaneità di una reazione:
Una reazione è favorevole o spontanea se la variazione dell’energia libera di Gibbs è negativa, cioè
Una reazione è non favorevole o non spontanea se la variazione dell’energia libera di Gibbs è
positiva, cioè
E’ possibile quindi distinguere quattro diversi casi che raccolgono le diverse variazioni di entalpia ed
entropia e definisco la spontaneità di una reazione: | | | |
| | | |
1. Nel primo caso, basta sostituire le variazioni nell’equazione: è la differenza tra una
quantità già negativa ed una quantità positiva, quindi per qualunque valore di . Va
ricordato che nella scala Kelvin non esistono valori negativi.
2. Nel secondo caso, la reazione non è spontanea a qualsiasi valore di , bensì dipende da essa: è
dato dalla differenza tra un valore negativo ed un altro valore negativo .
3. Nel secondo caso, la reazione non è spontanea a qualsiasi valore di , bensì dipende da essa: è
dato dalla differenza tra un valore positivo ed un altro valore positivo .
4. Nell’ultimo caso, l’equazione di Gibbs è sempre positiva e quindi la reazione non è mai spontanea.
Basta sostituire nell’equazione è la differenza tra una quantità positiva ed
una quantità negativa, quindi per qualunque valore di .
5. Un particolare caso è la reazione si trova in una condizione di equilibrio.