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LAVORABILITA’:
E’ il lavoro che bisogna spendere per ottenere il massimo grado di compattazione.
Esistono diverse prove per misurare la lavorabilità dei calcestruzzi. La prova più diffusa è la
prova di abbassamento del cono di Abrams: è la più semplice e rapida e può essere fatta
anche in cantiere. Il cono è una forma tronco – conica (30cm di altezza, 20cm diametro
inferiore, 10cm diametro superiore) che viene riempito di calcestruzzo. Sollevando il cono, l’
impasto tende a spandersi sulla base per la gravità. L’ altezza finale del cono sarà minore. Il Δh
si chiama slump e determina la lavorabilità del calcestruzzo. Esistono 5 classi di consistenza in
funzione dell’ abbassamento del cono.
Se lo slump è prossimo allo 0, si utilizza la prova Vébé.
PROPRIETA’ REOLOGICHE:
I liquidi quando sono soggetti a una forza tangenziale (τ), scorrono con una certa velocità (ϔ),
per cui si ha che:
τ = ƞ · ϔ dove: τ è lo sforzo di taglio, ϔ è la velocità, ƞ è la viscosità
La viscosità dipende anche dalla temperatura; esse sono inversamente proporzionali. La
viscosità si misura attraverso i reometri e serve, quindi, per studiare la lavorabilità.
COESIONE:
Il calcestruzzo può avere tendenza a segregare, a separare i costituenti.
Gli aggregati più grossi si separano dai fini, portandosi nel fondo (segregazione). Essa si ha
soprattutto durante il trasporto, l’ impasto, la posa in opera e la vibrazione. La tendenza alla
segregazione aumenta al crescere della viscosità (acqua e additivi superfluidificanti). Le
particelle fini (filler, sabbia) aumentano la coesione dell’ impasto e riducono la segregazione.
Un secondo fenomeno di segregazione è il bleeding, la separazione dell’ acqua d’ impasto.
Sulla superficie si crea un velo d’ acqua. Questo avviene dopo la vibrazione ed ha conseguenze
negative perché nelle zone in cui si concentra l’ acqua si ha un rapporto a/c maggiore rispetto
alle altre zone. Per limitarlo bisogna abbassare a/c oppure aumentare la % di aggregati fini.
RESISTENZA MECCANICA:
Dipende da diversi fattori quali: la stagionatura e il rapporto a/c.
• La stagionatura consiste nella fase di controllo dell’ umidità e della temperatura, per
idratare il cemento e promuovere lo sviluppo delle proprietà meccaniche e di durabilità.
Per i calcoli strutturali, le normative fanno riferimento alla resistenza a compressione
misurata dopo 28 giorni di stagionatura. Esistono 4 classi di stagionatura. I metodi
principali di stagionatura si realizzano prolungando la rimozione delle casseformi,
coprendo il getto con teli impermeabili, innaffiando il getto con acqua in modo tale da
tenere la superficie del calcestruzzo umida.
• Il rapporto a/c è il fattore più importante per la resistenza del calcestruzzo. Abrams nel
1919 ha verificato che a parità di stagionatura, la resistenza a compressione (R ) è
c
legata al rapporto a/c:
2a/c
R = k /k dove k , k sono delle costanti empiriche
c 1 1 2
La resistenza a compressione si determina su provini di forma cubica o cilindrica. Se si
effettuano prove di compressione su diversi provini dello stesso tipo, si ottengono valori
diversi. La distribuzione statistica di questi risultati è definita dalla resistenza media e
dallo scarto quad medio.
DEFORMAZIONI:
Il calcestruzzo subisce diversi tipi di deformazioni si in fase di presa che di indurimento. A
differenza dei materiali metallici, il legame tra sforzo (σ) e deformazione (ε) dipende dal tempo.
Infatti, al crescere del tempo di applicazione del carico, il calcestruzzo si deforma; questo
fenomeno si chiama creep. Il comportamento del CLS è quindi di tipo viscoelastico. Le
deformazioni si possono verificare anche se:
Aumenta la porosità
o Aumenta la temeperatura (ad es. dopo il getto, il CLS è umido ed aumenta la temp. di
o idrat.
Diminuisce la percentuale di aggregati
o COMPORTAMENTO
VISCOELASTICO DEL CALCESTRUZZO :
Diminuisce l’ umidità relativa
o
DEFORMAZIONI NON DIPENDENTI DAL CARICO:
• Ritiro plastico nelle prime ore dopo la messa in opera, quando la miscela è ancora
plastica, può evaporare dell’ acqua, oppure dell’ acqua viene assorbita dalle casseformi,
quindi si ha una diminuzione dell’ acqua.
• Ritiro igrometrico è dato da due fattori principalmente: 1) il dosaggio del cemento;
infatti se si aumenta il dosaggio di cemento, diminuisce quello degli aggregati 2) il
rapporto a/c; aumentando tale rapporto si ha un aumento del ritiro, oppure se
diminuisce l’ umidità relativa.
FESSURAZIONE:
Nel calcestruzzo si possono formare delle fessure quando sono presenti degli sforzi di trazione
che superano la resistenza a trazione e, crescono al procedere del’ idratazione. Il parametro
considerato per valutare l’ entità delle fessure è la loro apertura. Questi sforzi sono dovuti a:
a) Variazioni dimensionali
b) Movimenti nel CLS (aggregati che si muovono durante la messa in opera)
c) Tensioni capillari
d) Espansione dei materiali presenti nel CLS (es. ettringite)
e) Carichi esterni eccessivi
f) Corrosione delle armature
DURABILITA’:
E’ legata al degrado, che può essere di tipo fisico (gelo – disgelo), chimico (attacco solfatico,
acque dilavanti), meccanico (erosione).
ATTACCO GELO – DISGELO:
Avviene spesso in climi freddi, in cui l’ acqua nei pori può congelare e, quando passa dallo stato
liquido a solido, aumenta di volume. Il ripetersi di questo ciclo causa un degrado, che inizia con
delle crepe superficiali e poi prosegue fino in profondità.
Bisogna, quindi, ridurre i pori capillari, aumentando la compattezza riduciamo a/c attraverso
additivi fluidificanti, corretta stagionatura.
ATTACCO SOLFATICO:
Le acque contenenti solfati quando penetrano nel CLS reagiscono con l’ idrossido di calcio per
formare il gesso e con gli alluminati per formare l’ ettringite. Il gesso con l’ umidità risale nella
superficie formando delle efflorescenze saline, mentre l’ ettringite si espande causando degli
sforzi.
Bisogna, quindi, ridurre i pori capillari, aumentando la compattezza riduciamo a/c attraverso
additivi fluidificanti, corretta stagionatura.
ACQUE DILAVANTI:
Esse si portano via la portlandite e lasciano dei vuoti.
Bisogna, quindi, ridurre i pori capillari, aumentando la compattezza riduciamo a/c attraverso
additivi fluidificanti, corretta stagionatura.
REAZIONE ALCALI – AGGREGATI:
E’ una reazione che avviene tra gli aggregati e gli alcali (NaOH, KOH) disciolti nel CLS, ed
avviene solo in condizioni di elevata umidità, producendo fessurazione e distacco di frammenti
di pasta cementizia.
Bisogna ridurre il più possibile i dosaggio di cemento.
CORROSIONE DELLE ARMATURE:
Le armature sono in acciaio, una lega ferro – carbonio. Il ferro tende ad ossidarsi perché ha un
potenziale di riduzione basso; quando si ossida si formano degli idrossidi di ferro che tendono
ad espandersi, occupando un volume maggiore e compensando la caduta del copriferro.
La barra di acciaio teoricamente non dovrebbe corrodersi perché ha un PH>13, tuttavia quando
il PH del calcestruzzo diminuisce oppure entrano dei cloruri, avviene la corrosione. Quindi vi
sono 2 tipi di corrosione:
Corrosione da carbonatazione o diffusa: avviene a causa della reazione dell’ anidride
carbonica presente nell’ aria con i costituenti alcalini del CLS (carbonatazione). Essa
avviene dapprima in superficie e poi avanza in profondità. Il PH scende al di sotto di 9.
KOH + CO K CO NaOH + CO Na CO Ca(OH) + CO CaCO
2 2 3 2 2 3 2 2 3
Corrosione da cloruri o di vaiolatura: avviene in ambienti marini oppure su strutture che
vengono cosparse di Sali antigelo. I cloruri penetrano nel CLS e le armature vengono
attaccate rapidamente.
Per prevenire il degrado e la corrosione, normalmente si realizza un CLS poco poroso, compatto
a/c dosato correttamente, corretta stagionatura, cementi di miscela. Inoltre dovranno essere
prescritti dei copriferro, oppure l’ uso di armature zincate o inossidabili.
CALCESTRUZZI SPECIALI :
1. LEGGERI con densità compresa tra 200 e 2000 Kg/m . Ottenuti aumentando i vuoti; quindi
3
utilizzando aggregati leggeri come la pietra pomice, oppure additivi aeranti, oppure solo aggregati
grossi. L’ aumento dei vuoti porta ad una minore resistenza. Hanno un costo superiore.
2. AD ALTA RESISTENZA hanno a/c basso <0,3; quindi la lavorabilità è difficoltosa e, per questo
si usano additivi superfluidivicanti. Ciò porta a dei costi elevati. In compenso la resistenza
meccanica è elevata.
3. AD ELEVATA LAVORABILITA’ noti come CLS compattanti, sono in grado di riempire tutti gli
spazi nelle casseformi, di espellere l’ aria intrappolata, di resistere alla segregazione. Tale
comportamento può essere raggiunto con elevato dosaggio di superfluidificanti, con riduzione
della dimensione degli aggregati. Ad una elevata lavorabilità segue una scarsa resistenza
meccanica.
4. A RITIRO COMPENSATO contengono sostanze, come l’ ossido di calcio, che sono in grado di
espandere dopo la presa, generando degli sforzi di compressione che prevengono la fessurazione
da ritiro igrometrico.
5. RINFORZATI CON FIBRE contengono fibre metalliche, polimeriche, di vetro, disperse nel CLS
che si oppongono alla formazione e alla propagazione delle microcricche, aumentando la
resistenza a trazione.
6. IMPERMEABILI si sostituisce parte dell’ acqua d’ impasto con lattice, oppure si inietta nei pori
capillari un monomero.
7. PESANTI con densità elevate, viene utilizzato il piombo e, per questo, è adatto alle costruzioni
di bunker o strutture radioattive.
MIX DESIGN : | 300Kg di CEMENTO
1m di CALCESTRUZZO | 0,4 m di SABBIA
3 3
| 0,8 m di GHIAIA/PIETRISCO
3
I fattori in gioco per una esatta procedura sono:
1) Resistenza meccanica
2) Lavorabilità
3) Durabilità
4) Clima
Il 4) gioca un ruolo fondamentale perché: per climi caldi il calore di idratazione è basso e si usano additivi
deceleranti, per climi freddi il calore di idratazione è alto e si usano additivi acceleranti, in ambienti con
gelo – disgelo si usano additivi aeranti, in ambienti aggressivi si usano cementi speciali.
E’ importante, anche, studiare la granulometria attraverso l’ equazione di Bolomay, utilizzando:
LA COMBINAZIONE
GRAFICA DEGLI AGGREGATI:
1) Si prende l’ estremo superiore con l’ estremo