Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Walton e quella di Frankenstein tanto che in seguito dice “you seek for knowledge and wisdom, as I once
did; and I ardently hope that the gratification of your wishes may not be a serpent to sting you, as mine has
been.”
Quella del serpente è l’mmagine biblica il tentatore e per estensione quella del demonio. In
quest’espressione si può riscontrare un eco dei versi della divina commedia in cui Dante dice “Considerate
la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”
Queste sono le parole che vengono messe in bocca ad Ulisse nel cui nome, nel desiderio di travalicare i
confini posti agli uomini, Ulisse perde se stesso e il proprio equipaggio e subisce la dannazione eterna. Ci
troviamo nel XXVI canto ed Ulisse compare nella bolgia dei consiglieri fraudolenti anche se sarebbe meglio
dire quella dei politici, machiavellici, coloro che hanno seguito Machiavelli e che vollero avvalersi del
proprio superiore talento per ingannare gli altri e così facendo perdersi completamente. Oggetto del canto
non sono tanto le frodi per cui Ulisse viene severamente punito ma il racconto della sua, al pari di Walton e
Frankenstein, folle e sciagurata impresa in cui manca il senso del limite che tradisce un senso di onnipotenza.
Dante sembra voler far capire come l’ingegno sia un dono di Dio ma se il desiderio non è controllato e
guidato dalla virtù cristiana che questo impone, può portare alla perdizione. Non è da dimenticare che il
sottotitolo di Frankenestin è “The Modern Prometheus”.
Prometeo nella mitologia greca era uno dei titani, che erano figure ribelli, una delle figure mitologiche che
più è stata trasposta in opere teatrali e in musica.
Prometeo rappresenta la ribellione al Dio dell’ordine, della misura ma al tempo stesso è colui a cui
l’umanità deve il dono della tecnica che si origina dalla possibilità di utilizzare il fuoco, plasmare i metalli.
La figura singolare di ribelle in grado di convogliare su di se le interpretazioni più disparate, di campione di
laicità e laicismo illuminista, colui che ruba il fuoco agli déi per portare la luce e illuminare le tenebre ma
anche quella del trickster, imbroglione che con uno stratagemma si appropria di ciò che non gli appartiene. È
una figura molto importante per la cultura occidentale, basta pensare al tedoforo che alle olimpiadi porta la
fiammella olimpica. Per Goethe, Prometeo è l’eroe indomito e ribelle. All’opposto, Rousseau, considera
Prometeo il corruttore del felice e originario stato naturale dell’umanità. Per cui il mito di Prometo si
inserisce sui dibattiti del progresso non solo scientifico ma anche etico, un avanzamento morale oltre all’idea
di Prometeo colpevole.
In musica Beethoven intuisce la centralità di questa figura e scriverà Le Creature di Prometeo.
L’interpretazione del mito di Prometeo come vittoria della scienza, tecnica, celebrazione del talento umano
verrà ripresa in epoca positivista con una tendenza a cancellare il ruolo di divino e semmai a celebrare in
pieno positivismo quello della scienza e della tecnica. La figura eroica e al contempo sofferente aveva
ispirato non solo Mary Shelley ma anche Percy Bysshe Shelley che scrisse Prometheus Unbound (Prometeo
liberato).
Come Ulisse, Frankenstein e Walton si dibattono tra due poli totalmente antitetici, dicotomici. Da un lato vi
è l’impulso, desiderio, brama di accrescere il proprio sapere, spingersi più in là mentre l’altro polo
dicotomico è quello di un’etica cristiana che invita l’uomo a rispettare i limiti, a non spingersi oltre. Il
13 Appunti di Brunello Carlotta
parallelismo è quello tra la volontà di conoscere al di là dei limiti di ciò che è sancito dalla società ma vi è
già il vago presagio di una punizione che incombe come nella Rhyme of the Ancient Mariner dove vi è una
situazione di stallo, di bonaccia assoluta che non fa muovere la nave. L’imprigionamento della nave di
Walton tra i ghiacci e il successivo ammutinamento dell’equipaggio è anche al centro anche di Moby Dick.
Il racconto di Frankenstein, in rapporto al romanzo, costituisce un’intera analessi che è condotta secondo la
struttura classica del Bildungsroman che riporta gli eventi a partire dalla nascita del protagonista. L’analessi,
o flashback è una figura retorica che consente all’autore di rievocare eventi accaduti in un tempo antecedente
rispetto al tempo del racconto così come i flashforward o prolessi rappresentano una discontinuità
cronologica nella narrazione. Al contrario dell’analessi, la prolessi si ha oggi quando vengono anticipati
eventi che accadranno in un tempo successivo.
Questo grande racconto analettico ci riporta all’infanzia di Frankenstein e ci viene detto che anche lui come
Walton inizialmente era un autodidatta e già dalla tenera età attratto dai misteri della natura e dalla
conoscenza. Concentra inizialmente il suo sapere sulla scienza esoterica e su antichi autori quali Cornelio
Agrippa, Paracelso e Alberto Magno. Dice che le loro wild fantasies lo affascinino assai di più delle scoperte
dei filosofi a lui contemporanei. (pag. 42)
Il progetto futuro di Frankenstein è già tracciato in questo resoconto che egli dà della sua sete, brama di
penetrare i misteri preclusi all’uomo dalle leggi etico-sociali e religiose per cui ben oltre le aspirazioni di
Walton, quelle di Frankenstein si spingono verso le insondabili origini della vita e oltre la soglia della morte.
In questa chiave si può spiegare la sua precoce attenzione per la scienza di stampo medievale che aveva per
oggetto tutto ciò che era trascendente, la dimensione extra-sensoriale. Durante gli studi compiuti a Ingolstadt
si accosta e avvicina sempre di più alle scienze naturali e individua nella chimica e biologia gli strumenti per
attuare un progetto che ha qualcosa di magico oltre che di innaturale tanto che combinando e assemblando i
macabri resti nei sepolcri e nelle camere mortuarie e avvalendosi degli studi di chimica e biologia, riuscirà a
scoprire il principio della vita ma prima ancora di accendere la scintilla della vita e di sovvertire ogni ordine
naturale e divino già Mary Shelley fa capire come l’ombra della punizione conseguente la trasgressione già
si stia profilando all’orizzonte. Al desiderio di creare la vita corrisponde un netto deterioramento fisico, lo
scienziato è inoltre completamente isolato dagli altri, sempre più emaciato con le guance pallide a causa di
questa reclusione e vi è il progressivo allontanamento dalla natura che veniva sentita come lo specchio di
Dio.
(pag. 55)
Frankenstein è il primogenito di una famiglia ginevrina, repubblicana, distintasi per aver occupato
importanti cariche pubbliche. Cresce in un ambiente saturo di stimoli e sollecitazioni culturali e manifesta sin
dalla più tenera età una curiosità per i progressi della scienza. Poco prima di partire per l’università di
Ingolstadt viene colpito da una gravissima sciagura che egli definisce quasi un presagio di quelle future ossia
la morte della madre. Da questo terribile momento luttuoso viene colto dall’idea grandiosa di poter bandire
la malattia e rendere l’uomo invulnerabile da qualsiasi morte. Così, dimentico dell’amore, dell’affetto per la
già promessa sposa Elizabeth, si dedica alla ricerca della pietra filosofale e l’elisir dilunga vita che era stata
cercata dagli alchimisti proprio per la supposta capacità di trasformare ogni vile metallo in oro. Anche
Frankenstein come il Faust di Goethe è quasi agito dalla libido scendi, desiderio spasmodico di conoscenza.
Si accosta nei suoi studi anche all’alchimia e spinto da un delirio di onnipotenza che dice, non turbato dalla
realtà, confessa di come non solo a questo si limitassero le sue wild fantasies.
La narrazione dell’educazione di Frankenstein presenta similari analogie con quella dell’autrice stessa e dal
marito. Shelley fu affascinato fin da piccolo dall’elettricità e ogni esperimento scientifico. Questo interesse
venne stimolato in lui da un professore che aveva conosciuto ad Eaton e aveva indugiato in pratiche occulte e
pseudoscientifiche. Senza timore di travalicare le frontiere e i confini dell’etica e della religione, con la
consapevolezza di addentrarsi nel proibito, nel regno dell’ignoto, concepisce, come fosse un nuovo
Prometeo, il miraggio di potere resuscitare fantasmi e demoni e alla fine con le pratiche illecite e sacrileghe
riesce nella folle impresa. L’orgoglio della scoperta, l’addentrarsi nel regno dell’ignoto saranno
accompagnati da un castigo terribile e Frankenstein viene punito perché emulo di Dio nel desiderio folle di
creare la vita. Le conseguenze della gravissima infrazione ricadranno sull’intera famiglia del trasgressore, sul
suo più caro amico, sui servitori. Eli stesso si ammalerà più volte, verrà anche rinchiuso in manicomio e alla
fine verrà ucciso dagli stenti, dalla fatica nel vano inseguimento del suo persecutore. È così che la sua folle
impresa sta per compiersi e nel corso di quella che definisce una notte fatale, in cui si scrive il suo destino, la
14 Appunti di Brunello Carlotta
fine delle sue fatiche e l’inizio delle sue disgrazie, riesce ad infondere la scintilla della vita in un essere che
fin dall’inizio non si rivelerà affatto a sua immagine e somiglianza ma si rivelerà un aborto, un essere da
scartare, abietto e mostruoso.
La scena della creazione e del risveglio, centrale nelle innumerevoli trasposizioni cinematografiche viene
condotta da Mary Shelley in modo eloquente.
(pag. 58)
Qui si vede come i termini chiave siano horror e disgusting che definiscono l’atteggiamento psicologico di
Frankenstein nei confronti dell’essere a cui ha dato la vita e che è sempre più ai suoi occhi un’alterità
demonica, qualcosa che deve essere per forza annientato.
Nel sogno che fa in seguito Frankenstein, appare chiaro il nesso profondo tra la ricerca del principio della
vita e l’esperienza dolorosa del lutto. Appare evidente il legame tra distruzione e creazione, vita e morte.
Quasi tutte le letture psicanalitiche del romanzo considerano la scena chiave quella di Frankenstein che in
sogno vede la promessa sposa subire una metamorfosi, trasformarsi nel cadavere della madre.
(pag. 59)
Questo mostro è una figura dell’eccesso, un’eccezione, qualcosa che si pone in un rapporto di eccezione
rispetto alla normalità come suggerisce l’etimologia della parola tessa che rimanda a qualcosa di prodigioso,
portentoso, contro natura. Il termine, nel significato etimologico, monstrum, sign