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Estratto del documento

SRI

 Mercato

 Banche

 Stato

 cultura

Nei diversi sistemi c’è un impatto diretto tra le imprese e le scuole pubblico che lo stato mette a

servizio dei cittadini (HBS contro l’Inghilterra dove le scuole non si focalizzavano sulle industrie).

Ina alcuni stati essere un imprenditore era essere un eroe, in altri era essere un truffatore.

In alcuni casi lo stato proteggeva le imprese inefficienti che non riuscivano a fare il triplice

investimento.

Il paradigma di Taylor

The principles of management era ispirato alla fabbriche in cui aveva lavorato. Taylor nota che in

molti casi nei settori le cose si facevano senza un’attenta organizzazione del lavoro. In alcuni casi

le auto si facevano in maniera artigianale.

Taylor propose di organizzare il lavoro in maniera scientifica. Bisognava capire bene il processo

produttivo e poi aumentare la produttività il più possibile.

Il 4 punto dei principi era separare la pianificazione dal lavoro dallo svolgimento. Chi fa il lavoro

non è a conoscenza dell’intero processo produttivo, chi pianifica si.

Nella pratica Taylor è stato applicato alla produzione di massa. Si sono però aggiunti a Taylor altri

strumenti. La produzione di massa è stata fatta partendo dal taylorismo e poi si son create

macchine che permettessero di creare questo sistema.

Il jig system: erano delle maschere che servivano per tenere fermo il prodotto o per metterlo nella

posizione giusta per lavorarci.

La catena di montaggio: macchine orizzontali che fanno muore il prodotto mentre l’operaio sta

fermo.

Senza l’introduzione di queste macchine era impossibile applicare Taylor. 28

Il primo ad applicare la rivoluzione scientifica del lavoro è stato Henry Ford. Si faceva un solo

modello di macchina e solo nero perché il nero era il colore che si asciugava ma più velocemente.

Prima per fare una macchina ci volevano 12 ore ora 1 e mezzo. Grazie alle economie di scala

diminuiscono i costi e i prezzi.

Diminuiscono anche i tempi di produzione.

I salari degli operai però salgono, erano i più alti di tutti. Ford sfruttava i lavoratori, li faceva

lavorare molto per sfruttare al massimo la loro produttività però loro lavoravano 8 ore rispetto alle

media del settore di 9 e guadagnavano il doppio.

In quegli anni fare l’operaio poteva essere una professione non permanente ma transitoria.

Ford aveva capito una cosa fondamentale; lui produceva un prodotto di massa quindi aveva

bisogno di un mercato di massa. Alzare i salari degli operari era un modo per farli diventare

consumatori: un operaio si poteva comprare un modello T dopo 2 mesi di lavoro.

La macchina cambia completamente le opportunità per le persone in generale e specialmente

negli USA.

L’automobile negli USA diventa un prodotto di massa. In questo mercato di massa il leader

indiscusso è Ford.

Gli USA arrivano alla prima guerra mondiale fortissimi ma negli anni 20 cambia il contesto:

cambiano le caratteristiche interne delle imprese e cambia anche il contesto esterno. Alcune

imprese erano cresciute tanto crescita interna (economie di scala o integrazione) altre erano

cresciute tramite fusioni o acquisizioni.

Le imprese erano più grandi, aveva più risorse e conoscevano meglio il prodotto che facevano.

Negli anni 20 il reddito procapite e il potere d’acquisto aumenta. Le altre imprese imitano Ford. La

gente sta meglio.

Un imprenditore in questo momento aveva un mercato più ricco ma anche una domanda che si

stava saturando. I mercati potevano espandersi e diversificare i mercati geografici. Molte imprese

aprono filali all’estero.

Nel 1911 Ford aveva una quota di mercato dell11% nel 1925 il 55%. La Chrysler comincia a

crescere in quel periodo ma la crescita più importante è quella della GM, questa parte nel 1911

come la Ford poi perde terreno, negli anni 20 però cambia il contesto e la sua quota di mercato

comincia a salire a discapito della Ford.

Come speigare il cambio?

Era un imprenditore centralizzatore: aveva anche Sloan, il manager non il proprietario della

cacciato il figlio. Non delegava il potere manager motors.

Il prodotto era standardizzato. La GM quando entra Sloan non andava

molto bene. Era il risultato di fusioni

malfatte. Sloan decide di cambiare

l’impresa in base al contesto.

Non c’era l’organigramma. quando inizia a Lui crea una complessa gerarchia

perdere quote licenzia i manager a cui dava la manageriale, capisce che il cambiamento

colpa. strategico dev’essere indirizzato in una

29

certa struttura.

Voleva un’impresa focalizzata. Aveva capito l’importanza di diversificarsi

La maggior parte delle altre imprese si comportavano con la U form: c’erano gli HQ e varie

funzioni. Un’impresa di questo tipo non poteva gestire vari business diversi.

L’aumento della produttività fa si che non si riesca a gestire tutto allo stesso tempo.

Nasce allora la mutlidivisionale (anni 20 USA): il pioniere è Sloan che la introduce nella GM. Ogni

divisione è una struttura funzionale.

Questa struttura permette di separare al pianificazione strategica dalla gestione quotidiana delle

attività. Questa struttura inoltre permette di combinare l’azione sistematica del manager

(l’organizzazione) con la creatività imprenditoriale che è sparsa nell’azienda.

Le multidivisionali si diffonderanno più tardi in Europa e lo faranno grazie alle multinazionali

americane e alla McKinsey

Per tanti anni si è pensato che questa struttura fosse perfetta e facile da implementare.

Recentemente invece si vede che nella GM le cose sono andate bene ma a teoria era diversa

dalla pratica, c’era un problema di allocazione delle risorse, c’erano anche conflitti tra HQ e capi di

divisione.

L’HQ , se ha troppo potere, non riesce più a controllare bene i vari mercati, c’è rigidità. Se invece

l’HQ ha troppo poco potere si crea l’anarchia.

All’interno della GM gli HQ volevano decidere senza le interferenze dei manager di divisione. Poi

Sloan ha capito che non si potevano escludere i middle manager dalle decisioni importanti sennò

non sono incentivati.

Allora si da più potere ai middle manager, poi negli anni 50 si riaccentra il potere.

Nel momento in cui si diffonde la nuova M form diventa più difficile far circolare le informazioni.

Servono strumenti nuovi, nascono le macchine da scrivere, le stampe ecc. ciò stimola altre

industrie. Nel momento in cui incominciano a diffondersi queste imprese cambia il mondo

precedente: prima era un mondo di imprenditori, quando si diffondono queste imprese comincia ad

essere evidente la differenza tra chi prende decisioni e il proprietario.

Entriamo nell’età del capitalismo manageriale: il capitalismo in cui sono i manager che decidono e

controllano l’impresa.

Inizia la separazione tra proprietà e controllo: shock per i contemporanei. Questa separazione è

accolta diversamente negli USA e in Europa.

Negli USA Bearle e Means erano molto preoccupati. i diritti di proprietà erano sacri, chi metteva il

rischio doveva controllare l’impresa. Si temeva che i manager si sarebbero preoccupati solo di

massimizzare il loro interesse.

In Europa Rathenau era contento della separazione in Germania infatti c’erano vari tipi di azionisti:

i proprietari davvero interessati al bene dell’impresa, però c’erano anche gli azionisti speculatori

interessati al breve periodo e a vendere e comprare azioni. Questi azionisti non vogliono il bene

dell’impresa, è meglio che decidano loro le sorti dell’impresa. 30

A cosa serve un’impresa? Dare impiego, dare soldi a chi ‘ha fondata, far crescere il PIL? Secondo

gli UDSA serviva per arricchire gli azionisti.

È una situazione win-win o win-lose? Vincono tutti oppure i vantaggi di uno sono i svantaggi

dell’altro.

17.03.14

La grande guerra e il dopo guerra

La grande guerra vede solo un grande sconfitto: l’Europa nei confronti dell’America. L’Europa

prende finalmente contatti con il big business, con la grande massa, in occasione della guerra. In

Europa in big business non si afferma per motivi di mercato. C’è anche un fortissimo ruolo dello

Stato.

Gli anni 20 sono gli anni in cui le differenze tra Eu e Usa sono più ampie. In Europa si costruiscono

le dittature.

Questi sono gli anni della rivoluzione manageriale, si sfalda il mito della fabbrica automatica.

In questi anni sembra di assistere alla fine del capitalismo. Si vedono i successi dello stalinismo in

Russia. L’Unione sovietica è uno dei pochi Paesi che riesce a crescere durante la crisi del 29.

L’Europa negli anni 20 stava cercando di uscire dalla crisi della grande guerra con

un’americanizzazione fatta con i soldi americani.

La crisi però si trasferisce rapidamente in Europa: siamo di fronte a una crisi globale.

Che effetto ha la crisi del ’29 sull’economia europea? Accresce il ruolo dello Stato (IRI e nazismo).

Questa tendenza però non è solo europea: in New Deal di Roosevelt è lo stato che si sostituisce. Il

primo compito dello stato è lottare contro la disoccupazione. Keynes diceva che lo stato doveva

combattere la disoccupazione investendo in opere pubbliche (spesa pubblica) . Ci son stati anche

molti trasferimenti (sussidi di disoccupazione). Lo stato si assume il ruolo di programmare lo

sviluppo: la Tennessee valley: incentivi alle imprese che si trasferiscono, incentivi all’istruzione,

incentivi alle banche che ci vogliono andare.

L’intervento dopo la 2 guerra mondiale è ricalcato sul New Deal roosveltiano.

In questi anni si apre il dibattito sulla funzione sociale dell’impresa.

Negli anni ’50 ’60 c’è una grande differenza in Europa. Negli anni 20 l’elemento caratteristico era il

protezionismo, l’autarchia. La Russia cerca di essere il più indipendente possibile a fini bellici.

Negli anni 50 invece nasce la comunità europea.

I cartelli

Nasce un cartello tra le gradi imprese di coloranti tedesche. Queste infatti erano messe in difficoltà

dalla grande impresa chimica americana. Lo stato tedesco impone alle proprie industrie chimiche

di allearsi tra loro: nasce la IG Farben. La Montecatini la principale impresa chimica italiana cresce

sotto l’ombra di Mussolini. La Montecatini è una holding che possiede più subholding e riusciva a

controllare questo sistema grazie all’appoggio dello stato. 31

In Germania lo stato non si sostituisce all’imprenditore, il capitalismo resta intatto ma lo stato

influenza le strategie d’impresa. Ci sono altre situazioni in cui lo stato invece diventa imprenditore:

IRI e Russia. In Giappone invece lo stato non

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A.A. 2014-2015
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/12 Storia economica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher mariagiovannamureddu di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Business History e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano o del prof Binda Veronica.