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ARTERIE DELLA CIRCOLAZIONI GENERALE:
Le arterie della circolazione generate sono originate
direttamente o indirettamente dall’aorta (i territori che vengono
attraversati dall’aorta sono vascolarizzati direttamente da rami
collaterali che originano dall’aorta stessa, per quei territori che
sono più distali l’aorta emette emette dei grossi vasi collaterali
che si mantengono in tutto il loro decorso isolati fino a che
raggiungono il territorio di distribuzione dove danno luogo a
rami collaterali e rami terminali). L’aorta origina dal ventricolo
sinistro (a livello della terza cartilagine costale sinistra), poi si
porta in avanti e leggermente a destra, giungendo fino alla
seconda cartilagine costale destra (questo piccolo tratto
aorta ascendente).
prende il nome di Dopodiché l’aorta si
aortico
incurva formando l’arco che continua con l’aorta
discendente, la quale decorre a sinistra della colonna
vertebrale e poi si porta in posizione più mediale; l’aorta
discendente è il tratto dell’aorta che dalla quarta vertebra
toracica fino alla quarta vertebra lombare, quindi si distinguono
toracica,
due porzioni dell’aorta discendete, ovvero l’aorta
addominale,
superiore, e l’aorta inferiore. A livello della quarta
vertebra lombare l’aorta addominale si biforca in due grossi
arterie iliache comuni
rami arteriosi, ovvero le che si portano
lateralmente, e termina con un ramo sottile, ovvero l’arteria
sacrale mediana. In tutto il suo decorso l’aorta emette dei
rami collaterali.
Nel tratto dell’aorta ascendente, in prossimità delle valvole a
nido di rondine presenti all’imbocco dell’aorta, la parete
seni di Valsalva
dell’aorta presenta tre rigonfiamenti, ovvero i
bulbo aortico.
che nell’insieme costituiscono il
In corrispondenza dei seni di Valsalva anteriori destro e
arterie coronarie
sinistro hanno origine le due (la destra e la
sinistra) che vascolarizzano le pareti del cuore e che vanno a
decorrere nei solchi longitudinali e nel solco coronario per cui
risultano anche avvolte dall’epicardio. Il circolo coronarico è
attivo solo durante la fase di rilassamento del cuore (diastole)
durante la quale il sangue riesce a circolare, mentre durante la
fase di contrazione (sistole) queste arterie risultano compresse
e quindi il sangue non riesce a circolare. Ad ogni sistole
ventricolare circa il 10% della gittata cardiaca va a finire nel
circolo coronario. Il calibro di queste arterie è simile ma
nell’80% dei casi quella di sinistra ha un calibro leggermente
superiore a quella destra (comunque sia si parla di arteria
coronaria dominante non in base al calibro dell’arteria ma in
base all’emergenza di uno dei rami dell’arteria coronaria,
ramo interventricolare posteriore;
ovvero il nel 90% dei casi la
dominanza è destra, cioè l’arteria di destra genera questo
ramo solitamente. Nel 10% dei casi c’è una dominanza sinistra
e nell’1 % dei casi c’è una circolazione bilanciata, poiché ci
sono due rami interventricolari posteriori che hanno origine
uno dalla destra uno dalla sinistra). Le arterie coronarie
possono presentare piccoli rami anastomotici tra di loro ma
sono molto sottili per cui si parla di arterie terminali (ciò vuol
dire che se una delle arterie va incontro ad un occlusione per
motivi patologici, il tessuto che vascolarizza non può essere
vascolarizzato da altre arterie, quindi va incontro a necrosi e si
coronaria
ha l’infarto del miocardio). Il primo tratto dell’arteria
sinistra risulta dietro al troncopolmonare e si dopo un breve
tratto si divide in due rami: uno che scende verso il basso
interventricolare anteriore;
(l’arteria che decorre nel solco
interventricolare anteriore fino all’incisura dell’apice del cuore e
risale per un breve tratto anche nel solco interventricolare
posteriore. Questo vaso si occupa della vascolarizzazione
della porzione anteriore dei due ventricoli e manda dei rami
anche per la vascolarizzazione del setto interventricolare) e un
circonflessa
ramo che si dirige a sinistra, ovvero l’arteria (si
dirige a livello del solco coronario e lo percorre, supera il
margine ottuso del cuore, quindi continua a decorrere nel
solco coronario posteriormente e nel suo percorso fornisce
rami sia per l’atrio che per il ventricolo sinistro, poi termina
anastomizzandosi con l’arteria coronaria destra. Tra i rami
emessi dall’arteria circonflessa che sono diretti agli atri c’è
del nodo del seno
anche l’arteria diretta all’atrio destro nel
45% dei casi perché nel 55% essa origina invece dalla
del margine ottuso
coronaria destra, e c’è anche l’arteria che
decorre lungo il margine sinistro del cuore fino all’apice).
coronaria destra
L’arteria nasce dal seno aortico di destra,
passa tra l’auricola destra e l’emergenza del troncopolmonare,
solco coronario
e si dirige al che percorre nella faccia
anteriore, supera il margine destro e continua il suo decorso
nel solco coronario sulla faccia diaframmattica e quando
giunge a intersecare il solco longitudinale posteriore da origine
a due rami: uno più sottile che continua nel solco coronario
che si va ad anastomizzare nell’arteria circonflessa e un altro
più robusto che rappresenta il ramo terminare dell’arteria
interventricolare posteriore
coronari destra, ovvero l’arteria
che scende nel solco interventricolare posteriore e va
vascolarizzare la parete posteriore dei ventricoli). Rami
infundibolare
dell’arteria coronaria destra sono anche l’arteria
che vascolarizza la faccia anteriore del ventricolo destro e
anche la faccia anteriore del troncopolmonare. Inoltre rami
dell’arteria coronaria destra sono anche i rami atriali come
del nodo del seno del nodo
l’arteria nel 55% dei casi e l’arteria
atrioventricolare. Infine l’arteria coronaria destra emette rami
anche nella faccia posteriore dell’atrio destro e emetta anche
marginale destra
un grosso ramo, ovvero l’arteria che
decorre lungo il margine destro, acuto, del cuore.
dell’aorta
Anche l’arco dà origine i rami collaterali molti
tronco
importanti, da destra verso sinistra troviamo: il
brachiocefalico, carotide comune di sinistra,
l’arteria
succlavia di sinistra.
l’arteria Il tronco brachiocefalico poco
dopo la sua origine, quando giunge a livello dell’articolazione
sternoclavicolare di destra da origine a due rami: un ramo va
carotide comune di destra
verso l’alto, ovvero l’arteria e
succlavia di destra
lateralmente l’arteria (le arterie di sinistra
risultano più lunghe rispetto quelle di destra originando
direttamente dall’arco aortico dell’aorta). Le arterie carotidi
comuni vanno verso l’alto, sono quindi i principali vasi che
vascolarizzano il collo e la testa; esse risalgono ai lati del collo,
e giunte in corrispondenza della laringe si dividono in due rami:
carotide esterna carotide interna.
l’arteria e l’arteria
L’arteria carotide esterna vascolarizza le regioni del collo e
quelle superficiali della faccia e della testa emettendo
numerosi rami. Partendo dal basso e andando verso l’alto
tiroidea
troviamo: l’arteria che va vascolarizzare la tiroide,
linguale
l’arteria che va a vascolarizzare la lingua (queste due
faringea
arterie si portano anteriormente), l’arteria che si
porta posteriormente per vascolarizzare la faringe, l’arteria
faciale che va a vascolarizzare tutti i muscoli mimici che si
occipitale,
trovano sulla faccia, portandosi in avanti, l’arteria
posteriore, che vascolarizza tutta la parte posteriore della cute
della testa (regione occipitale). L’arteria carotide esterna
temporale
termina con i suoi rami terminali che sono l’arteria
superficiale mascellare interna.
e l’arteria L’arteria
temporale superficiale risale verso l’alto, vascolarizzando la
cute della testa della regione media e anteriore del cranio.
L’arteria mascellare interna si porta medialmente e raggiunge
le arcate dentali, vascolarizza anche l’orecchio (contenuto nella
piramide dell’osso temporale) e poi presenta un ramo, ovvero
meningea media
l’arteria che penetra nel cranio,
provvedendo a vascolarizzare la dura madre, una delle meningi
che avvolgono l’encefalo. L’arteria carotide interna si dirige
verso l’alto e penetra nel cranio attraverso il canale carotido,
scavato nella piramide dell’osso temporale, vascolarizzando
l’encefalo e l’occhio. L’arteria carotide interna all’interno del
cranio origina dei rami che vanno a costituire il circolo
anastomotico che si trova in corrispondenza della base
circolo di Willis.
cranica, ovvero il Emette anche un ramo,
oftalmica
ovvero l’arteria che dall’interno della cavità cranica
si porta all’interno della cavità orbitaria passando per il foro
ottico e quindi va a vascolarizzare tutta la cavità orbitaria e uno
centrale della retina
dei suoi rami, ovvero l’arteria va a
vascolarizzare l’interno del bulbo oculare.
Circolo o poligono di Willis: l’arteria carotide interna giunta a
arterie
livello del cranio emette due vasi collaterali, le
comunicanti posteriori arterie cerebrali anteriori.
e le
Queste arterie vanno a costituire le porzioni laterali di questo
poligono di Willis; le due arterie cerebrali anteriori sono poi
unite anteriormente da un ramo orizzontale anastomotico che
comunicante anteriore.
è l’arteria Questo circolo
anastomotico si forma per la confluenza anche di un’altra
basilare
arteria, cioè l’arteria che si costituisce per la
confluenza delle due arterie vertebrali che penetrano nel cranio
attraverso il grande foro occipitale e si porta verso l’alto per
raggiungere la parte posteriore dello sfenoide dove da origine
a due rami che entrano a far parte del circolo di willis, ovvero
arterie cerebrali posteriori
le che si vanno ad anastomizzare
con le arterie comunicanti posteriori originate delle carotidi
interne. Dunque tutto il sangue che arriva all’encefalo sia
attraverso la carotide interna che attraverso l’arteria basilare,
viene sottoposto a un continuo bilanciamento di pressione per
cui il circolo di Willis è molto importante per garantire la
funzionalità e proteggere anche l’organo, poiché distribuisce il
s