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C A
2.5 Posizioni Interstiziali
Le posizioni interstiziali sono siti vuoti o parzialmente vuoti all’interno di una struttura cristallina che non
sono occupati dagli atomi della struttura cristallina. Queste posizioni possono essere occupate da atomi,
molecole o ioni estranei che si inseriscono all’interno della struttura cristallina originale. Le posizioni interstiziali
possono essere studiate mediante tecniche di diffrazione dei raggi X. Le più comuni all’interno dei solidi ionici
sono:
• Ottaedrica: Lo spazio vuoto è quello tra sei atomi posti ai vertici di un ottaedro;
• Tetraedrica: Lo spazio vuoto è quello tra 4 atomi posti ai vertici di un tetraedro.
Riassumendo: 16
3 Difetti nelle Strutture Cristalline e Diffusione
Nessun materiale è perfetto, cioè l’ipotesi di struttura cristallina perfetta è puramente teorica. Parleremo
di difetti che vanno irrimediabilmente a intaccare e ad interagire con le proprietà chimico-fisiche del materiale.
Un difetto della struttura cristallina non è per forza dannoso, anzi in molti casi viene sfruttato per migliorare
specifiche proprietà del materiale o creare altri materiali (come le leghe). I diversi tipi di difetti si differenziano
rispetto a dove agiscono:
• Difetti di Punto: Hanno dimensioni atomiche (microscopici) e riguardano un volume piccolo ma
potenzialmente caratterizzante l’intero materiale;
• Difetti di Linea: Si estendono lungo delle linee e riguardano gruppi di atomi (sempre microscopici,
ad esempio Dislocazioni);
• Difetti di Superficie: Si estendono lungo delle superfici e sempre nel campo microscopico;
• Difetti di Volume: Si estendono nel volume e per questo sforiamo nel macroscopico (esempi sono i
Pori o le Cricche).
3.1 Difetti di Punto
I difetti di punto che vedremo sono:
• Vacanze
• Atomi Autointerstiziali
• Atomi Interstiziali
• Atomi Sostituzionali
In generale ogni difetto di punto implica un distorsione locale nell’intorno del punto ove si presentano. Ciò si
traduce in perturbazioni energetiche che implicano un maggiore contenuto energetico che, a seconda delle
situazioni, renderà più o meno reattivo il materiale. In generale lo rende più propenso a fare qualcosa
rispetto all’applicazione di uno stress esterno.
3.1.1 Vacanze
Le Vacanze sono posizioni reticolari vuote nelle quali manca l’atomo che generalmente le occupa. Ogni
materiale non è esente dalla presenza di vacanze e ciò lo dobbiamo anche alla termodinamica e alle lavo-
razioni/sollecitazioni sul materiale. Infatti le vacanze si generano in processi di solidificazione o in cui in
materiale è posto ad alte temperature ma anche in repentine variazioni di temperatura (con shock
termico atomi non hanno tempo per sistemarsi); in ogni caso le vacanze sono proporzionali all’entropia del
cristallo (dato che più mobilità atomica implica che gli atomi si lasciano dietro spazi vuoti). Dal canto suo
la presenza di vacanze implica aumento di Entropia e di Energia Interna.
E’ possibile calcolare il numero di Vacanze all’equilibrio N in un cristallo con la seguente relazione:
V
E V
− k T
N = N e B
V S 3
dove N è il numero di Vacanze, N il Numero di siti atomici per unità di volume (m ), E l’energia richiesta
V S V
alla formazione di una Vacanza in un cristallo perfetto, k la Costante di Boltzmann ed infine T la temperatura.
B
∝
Da notare come N T .
v 17
Le presenza di vacanze sta alla base dei Processi di Diffusione per Vacanze i quali coinvolgono un
trasporto di massa in virtù di movimenti atomici causati da contributi energetici esterni grazie ai quali le
Vacanze si muovono nel reticolo scambiandosi di posizione con gli atomi adiacenti.
Ci possono essere Vacanze anche nei Cristalli Ionici solo che qui si deve fare attenzione a rispettare la
neutralità elettrica. Si distinguono due possibili difetti:
• Difetto di Schottky: Difetto dove due ioni, un catione e un anione, mancano nella loro posizione
cristallina allontanandosi dal reticolo. Questi ioni mancanti creano una coppia di vacanze che influisce
sulle proprietà del materiale (ad esempio può ridurne la conducibilità elettrica);
• Difetto di Frenkel: Qui uno ione lascia la sua posizione cristallina e si insedia in una posizione
interstiziale della struttura cristallina. Quindi in questo processo, si crea una vacanza ionica nella
posizione originale dello ione (eventualmente rioccupabile). D’altra parte lo ione che si è spostato
comporta la presenza di un atomo (ione) interstiziale, a differenza del difetto di Schottky dove sono
presenti due vacanze. Puntualizziamo che il difetto di Frenkel si verifica solo nei cristalli ionici in cui gli
ioni hanno dimensioni relativamente piccole rispetto ai siti interstiziali disponibili.
18
3.1.2 Atomi Autointerstiziali
Sono atomi della stessa tipologia del cristallo che vanno ad occupare posizioni interstiziali. Si necessita
di molta energia per posizionare un autointerstiziale e d’altra parte (soprattutto nei metalli) la presenza di
esso comporta una distorsione del reticolo cristallino (c’è poco spazio per posizionarsi ed è ingombrante).
3.1.3 Atomi Interstiziali e Sostituzionali
Qui è coinvolta la presenza di atomi estranei (detti ospitati o di impurezza) che si infilano in mezzo a quelli
che definiremo ospitanti. Quindi intuitivamente si ha a che fare con la ”miscelazione” di atomi. Gli atomi
ospitati si possono disporre in due modi:
• Atomi Interstiziali: Sono in genere di piccole dimensioni. Si trovano e riempono le posizioni
interstiziali del reticolo. Essi generano minore distorsione rispetto agli autointerstiziali e proprio per
questo godono di maggiore mobilità (più spazio);
• Atomi Sostituzionali: Essi invece si sostituiscono e rimpiazzano gli ospitanti, quindi si mettono
nelle posizioni reticolari. Tale eventualità è comunque regolata da leggi fisiche, le Regole di Hume-
Rothery.
Interstiziali e Sostituzionali sono responsabili della formazione delle Leghe (anche dette Soluzioni Solide). In
generale le leghe hanno conducibilità elettrica minore (fornisco ostacoli al moto degli elettroni), sono più
rigide e con maggiore carico di snervamento, D’altra parte poi sia per Interstiziali che Sostituzionali si ha
che più basso è il FCA meglio è (ho più spazio). 19
3.2 Diffusione
In precedenza si è accennato al fenomeno della Diffusione, processo che permette il trasferimento di massa
allo stato solido. Esso può avvenire grazie al moto di atomi attraverso vacanze o grazie al moto di
atomi interstiziali, il tutto però fa capo ad un gradiente di concentrazione atomica (la vera e propria
driving force). I meccanismi possono riguardare sia atomi propri che ospitati. In genere la diffusione per
interstiziali è più veloce di quella per vacanze dato che gli interstiziali sono più piccoli e più mobili, d’altra
parte è più probabile la presenza di posizioni interstiziali che di vacanze.
Da un punto di vista puramente energetico la diffusione avviene grazie ad un dispendio energetico esterno
almeno pari all’Energia di Attivazione del processo; questa energia la possiamo fornire in termini di lavoro,
calore, radiazioni.... Sotto specifiche condizioni gli atomi potrebbero possedere già tale energia, tali
condizioni, tra le quali alta temperatura, stanno alla base di una trattazione termodinamica ed una
trattazione cinetica. Non a caso infatti la Teoria di Boltzmann fornisce la probabilità che un atomo sia
∗
in tali condizioni di E > E = E :
att ∗
E
−
k T
b
P = e
E’ poi l’Equazione di Arrenhius a stabilire un legame tra velocità del fenomeno diffusivo e temper-
atura:
Q
−
RT
Rate = C e
0
3.2.1 Flusso Diffusivo
Molto utile è stimare la velocità con cui il nostro materiale diffonde materia, ciò, dato che è un fenomeno in
linea generale dipendente dal tempo, viene effettuato introducendo il Flusso Diffusivo J come:
M
J = dΣdt
dove M è la massa (in moli o atomi) che si diffonde per unità di tempo e superficie, questa disposta
ortogonalmente al moto. 20
3.2.2 Prima Legge di Fick
Considerando fenomeni diffusivi stazionari (quindi non dipendenti dal tempo) e unidirezionali (ad esempio
lungo x) allora vale la Prima Legge di Fick sulla diffusione:
dC
−D
J = dx
dC
dove D è il Coefficiente di Diffusione e il Gradiente di Concentrazione. Il segno - è li per dirci
dx
che la diffusione procede in senso opposto alla direzione di aumento della concentrazione (quindi da
concentrazioni più alte a concentrazioni più basse). Riguardo il Coefficiente di Diffusione si dimostra che questo
è dipendente dalla temperatura secondo la relazione:
∆E
−
RT
D = D e
0
ergo aumenta con la temperatura.
3.2.3 Seconda Legge di Fick
Potrebbe accadere che la diffusione, oltre ad essere funzione della posizione (supponendo sempre moto unidi-
rezionale lungo x), sia anche funzione della tempo. In tal caso ci viene in aiuto la Seconda Legge di Fick
sulla diffusione: 2 C
d dC
D =
2
dx dt
3.2.4 Diffusione Superficiale e Ingegneria delle Superfici
Spesso è molto utile effettuare e studiare delle diffusioni superficiali, basti pensare alle Leghe Ferro-Carbonio
con lo scopo di mantenere il cuore del materiale intatto. Questo concetto, insieme a molti altri come ad esempio
l’incrudimento superficiale (Pallina Pura o martellate) con lo scopo di aumentare la durezza, sta alla base
dell’Ingegneria delle Superfici, branca il cui scopo principale è quello di diversificare il comportamento
delle superfici e non quello interno. 21
3.3 Difetti di Linea
Parliamo adesso di dislocazioni, queste sono difetti lineari in un materiale solido che implicano atomi fuori
posizione rispetto alla posizione ideale di un cristallo perfetto. Le dislocazioni sono intrinseche del materiali
ma anche spesso causate da sforzi esterni, come la deformazione plastica, processi quali la solidificazione.
Di per se è la loro presenza a consentire la deformazione plastica del materiale. In generale abbiamo due
tipi di dislocazioni: le Dislocazioni a Spigolo e le Dislocazioni a Vite.
3.3.1 Dislocazioni a Spigolo
Si osserva la presenza di un piano o semipiano reticolare aggiuntivo non completo impilato e confinato
all’interno del cristallo. Tale piano termina in una linea che prende il nome di Linea di Dislocazione.
La presenza del semipiano genera una redistribuzione atomica che fa si che gli atomi al di sopra della Linea
di Dislocazione siano compressi, mentre quelli al si sotto in trazione, cosa che implica una leggera
incurvatura dei piani verticali.
Si differenziano le seguenti due tipologie:
• Dislocazione a Spigolo Positiva: Quando il semipiano aggiuntivo è al di sopra della Linea di
<