COENZIMI RESPIRATORI
I coenzimi respiratori sono molecole di diverso tipo, e ciascuno partecipa alle reazioni di
ossidoriduzione con modalità differenti.
In particolare, nelle reazioni ossidative cambiano i gruppi funzionali coinvolti:
1. Ossidazione di un gruppo alcolico: un gruppo alcolico può ossidarsi ad aldeide o chetone.
Durante la reazione i due elettroni del legame O–H vengono trasferiti sull’idrogeno, che si
stacca sotto forma di ione idruro (H⁻); si forma un doppio legame C=O e lo ione idruro si lega
all’agente ossidante, che si riduce.
2. Ossidazione di un gruppo carbonilico: un gruppo carbonilico può ossidarsi ad acido
carbossilico. Il processo avviene in due fasi: una molecola di acqua si lega al gruppo
carbonilico, formando la forma idratata dell’aldeide; successivamente, si ossida il gruppo –OH
secondo lo stesso meccanismo visto per gli alcoli.
deidrogenazioni,
Le due reazioni descritte sono esempi di poiché comportano la perdita di atomi
deidrogenasi.
di idrogeno. Gli enzimi che catalizzano tali reazioni sono detti mediatori redox:
I coenzimi respiratori hanno il compito di legare gli ioni idruro (H⁻) e fungono da
a seconda della fase della reazione, devono ridursi o ossidarsi.
Delocalizzazione elettronica nei coenzimi respiratori
Un atomo o una molecola con un orbitale vuoto a bassa energia tende a ridursi, perché può
facilmente accettare una coppia di elettroni. Al contrario, se un elemento possiede un orbitale
libero ad alta energia, è facile rimuovere un elettrone, ma difficile riacquisirlo. Per risolvere questo
problema, la natura sfrutta la delocalizzazione elettronica.
Atomi o molecole con orbitali vuoti a bassa energia
• Un orbitale vuoto è una “posizione” disponibile per accogliere elettroni.
• Se questo orbitale ha bassa energia, gli elettroni che vi entrano sono molto stabilizzati, quindi
la molecola tende a ridursi.
• In altre parole, l’accettazione di elettroni è favorita energeticamente perché gli elettroni
finiscono in uno stato stabile.
Atomi o molecole con orbitali vuoti ad alta energia
• Se l’orbitale vuoto ha alta energia, gli elettroni che vi entrano non sono stabilizzati, quindi la
riduzione diventa sfavorita.
• D’altro canto, se la molecola ha un elettrone in quell’orbitale, è facile rimuoverlo (ossidazione),
ma difficile riacquisirlo (riduzione).
La delocalizzazione elettronica comporta che, invece di avere 6 orbitali molecolari localizzati, si
6 orbitali molecolari delocalizzati,
formino di cui 3 a energia più bassa e 3 a energia più alta. Gli
elettroni si dispongono negli orbitali a bassa energia.
Poiché gli orbitali delocalizzati sono molto vicini in energia, i salti energetici tra un orbitale e l’altro
risultano piccoli. Un salto energetico ridotto significa che è facile inserire un elettrone (riduzione),
ma è anche facile rimuoverlo successivamente (ossidazione). Per questo motivo, i coenzimi
respiratori — come NAD⁺, FAD, FMN, ecc. — sono strutture altamente delocalizzate e con bassi
intervalli energetici tra l’ultimo orbitale occupato e quello libero.
Struttura chimica dei coenzimi respiratori
molecole eterocicliche,
I coenzimi respiratori sono cioè contengono anelli con atomi diversi dal
carbonio (come N o O). Questa struttura conferisce una parte più negativa e una parte più
polarizzata chimicamente reattiva
positiva, rendendo la molecola e quindi nelle reazioni redox.
Coenzima NAD
Il NAD (nicotinammide adenina dinucleotide) è il coenzima più comune che interviene nelle
reazioni di ossidoriduzione.
Sebbene venga definito “coenzima”, il NAD è in realtà derivato da una vitamina: la
nicotinammide, vitamina B3.
comunemente nota come Si tratta di un composto essenziale, che
l’uomo non è in grado di sintetizzare e deve quindi assumere con l’alimentazione.
una adenina, due ribosi due gruppi fosfato.
Il NAD è un nucleotide formato da e A un ribosio è
legata l’adenina, mentre all’altro è legata la nicotinammide.
Struttura chimica e origine
composto piridinico,
La nicotinammide è un cioè derivato dalla piridina, alla quale è stato
nicotinico niacina),
aggiunto un sostituente per ottenere l’acido (o successivamente trasformato
amidazione.
nella nicotinammide tramite
La parte realmente attiva del NAD è solo la nicotinammide: il resto della molecola (adenina, ribosi
e fosfati) funge principalmente da struttura di supporto. Questo potrebbe essere un ulteriore
indizio a favore della teoria del “mondo a RNA”, secondo cui molte molecole metaboliche
fondamentali derivano da antichi ribonucleotidi.
Meccanismo di funzionamento del NAD
Il NAD⁺ partecipa alle reazioni di ossidoriduzione accettando uno ione idruro (H⁻) proveniente dal
substrato, riducendosi così a NADH.
• Arrivo dell’idruro: il substrato ossidato cede uno ione idruro (H⁻), che porta con sé due elettroni
carbonio C4
e un protone come unità. Lo ione idruro si lega al dell’anello piridinico della
nicotinammide, la regione più positiva della molecola.
• Cambiamento di ibridazione: il carbonio C4 passa da ibridazione sp² a sp³, formando un
nuovo legame con l’idruro.
• Delocalizzazione elettronica: i due elettroni dello ione idruro si inseriscono nel sistema π
delocalizzato della nicotinammide, stabilizzando la carica negativa. L’anello diventa
parzialmente metaconiugato, riducendo i salti energetici tra gli orbitali e facilitando ulteriori
trasferimenti elettronici. Grazie alla delocalizzazione la reazione è energicamente favorita.
Distribuzione elettronica e orbitali molecolari nel NAD⁺ e nel NADH
Nella molecola di NAD⁺, gli elettroni più esterni (rappresentati spesso come “pallini rossi” negli
9 orbitali, 4
schemi) si distribuiscono in orbitali molecolari delocalizzati: sono presenti di cui
antileganti, a energia più alta rispetto agli orbitali atomici di partenza. Nel NADH i due elettroni in
10° orbitale,
più comportano l’esistenza di un perché il sistema diventa metaconiugato: di
conseguenza, i salti energetici sono ancora più semplici.
Coenzima FAD vero coenzima,
Il FAD (flavin adenina dinucleotide) è un poiché è sempre legato a una proteina (a
differenza del NAD, che può trovarsi libero nel citoplasma). Esso partecipa alle reazioni di
ossidoriduzione, potendo accettare o cedere due atomi di idrogeno. In realtà lega inizialmente uno
ione idruro (H⁻) e in aggiunta può legare un protone (H⁺).
adenina, ribosio, fosfato, ribitolo
Si tratta di un nucleotide composto da: (un alcol a cinque
flavina
atomi di carbonio strutturalmente simile al ribosio) e (un composto aromatico eterociclico
che conferisce al coenzima le sue proprietà chimiche).
Nota - Gli esseri umani non sono in grado di sintetizzare la flavina, perciò devono assumere la
riboflavina (flavina + ribitolo) con l’alimentazione: essa corrisponde alla vitamina B₂.
Caratteristiche distintive del FAD rispetto al NAD
Il FAD presenta due importanti capacità aggiuntive rispetto al NAD.
1. Capacità di accettare o cedere un singolo elettrone
Il NAD può accettare o cedere solo coppie di elettroni (sotto forma di ione idruro H⁻).
• Il FAD, invece, può accettare o donare elettroni singolarmente, reagendo quindi anche con
• specie che cedono elettroni uno alla volta, come gli ioni metallici.
Quando il FAD riceve un solo elettrone, questo viene inserito nel suo sistema aromatico
specie radicalica.
delocalizzato, formando una Questo radicale libero è chimicamente reattivo,
ma, grazie alla delocalizzazione elettronica dell’anello flavinico, è abbastanza stabile da
sopravvivere il tempo necessario per accettare il secondo elettrone (spesso da una molecola
diversa rispetto alla prima). Questa caratteristica è fondamentale nella catena respiratoria, dove il
trasferimento di elettroni avviene uno alla volta, e quindi il FAD risulta indispensabile.
2. Capacità di stabilizzare il carbanione
Il FAD può stabilizzare un carbanione, cosa che il NAD non può fare.
Durante alcune ossidazioni, si desidera ossidare un gruppo –CH₂–. Il meccanismo più semplice è
rompere il legame C–H, lasciando i due elettroni sul carbonio (più elettronegativo): si forma così
un carbanione, che può cedere questi elettroni al carbonio adiacente, mentre si stacca uno ione
idruro (H⁻), portando alla formazione di un doppio legame C=C. Il problema è che il carbanione è
una specie instabile: il carbonio non tende naturalmente ad assumere una carica negativa, quindi
la sua formazione dev’essere stabilizzata. Il FAD, grazie al suo sistema aromatico delocalizzato,
può delocalizzare la carica negativa del carbanione tramite risonanza, rendendo così possibile la
reazione.
In altre parole, il FAD si comporta come il NAD nel legare lo ione idruro (H⁻), ma in più stabilizza
elettronicamente il carbanione, consentendo reazioni che il NAD non può catalizzare.
REAZIONI DI SCISSIONE DEI LEGAMI C–C
Le reazioni che comportano la scissione dei legami carbonio–carbonio (C–C) sono tra le più
complesse del metabolismo. La difficoltà principale risiede nella formazione del carbanione, una
specie instabile che deve essere stabilizzata per permettere alla reazione di procedere.
In genere, il punto di partenza è un monosaccaride contenente un gruppo –OH.
Il processo può essere descritto in tre fasi principali:
Rottura del legame O–H,
1. con gli elettroni che rimangono sull’ossigeno, il quale si comporta
quindi da nucleofilo.
Formazione del doppio legame C=O,
2. quando il carbonio cede i due elettroni del legame che
lo univa al carbonio adiacente.
Rottura del legame C–C,
3. che porta alla formazione: da un lato, di un composto carbonilico
(aldeide o chetone); dall’altro, di un carbanione.
Poiché il carbanione è una specie ad alta energia e instabile, è necessario stabilizzarlo attraverso
risonanza elettronica o grazie all’intervento di coenzimi aromatici eterociclici (come il FAD o
derivati piridinici), che delocalizzano la carica negativa. In molti casi, la stabilizzazione richiede
enzimi specifici che operano in associazione con questi coenzimi respiratori.
ALTRI TIPI DI CATABOLISMO
Il catabolismo descritto finora — tipico di animali e uomo — è quello della respirazione aerobica,
che comprende la seconda e la terza fase del metabolismo energetico. Esistono tuttavia altri tipi
di metabolismo oss