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PERDITA DI BIODIVERSITÀ
Domanda su Wooclap: “Sapete cosa significa il termine Biodiversità?” (risposte possibili: si lo conosco e so il
significato, mai sentito, si lo conosco e non so cosa significa).
Guardando i risultati di un sondaggio commissionato nel 2007 dall’UE nei paesi europei con domanda “cosa
si intende per biodiversità?”
Vediamo i risultati:
34% del campione mai sentito
35% del campione sentito e so cosa significa
30% del campione sentito e so cosa significa
1% del campione non applicabile o risultato sconosciuto
Definiamo la Biodiversità
Il termine venne coniato a fine anni ’80, ha un significato abbastanza vago, molto abusato e in genere si
assimila al numero specie ma dobbiamo estenderne il significato anche alle interazioni che ci sono tra le
specie e alle funzioni dalle specie svolte in un ecosistema. Il termine è estendibile anche ai livelli superiori e
inferiori (genetico, di specie, di ecosistema).
Come cambia la Biodiversità nel corso del tempo: grossomodo assistiamo a quello che è rappresentato nel
diagramma: andando dal basso verso l’alto abbiamo il tempo che passa con in basso al grafico il tempo
profondo con il Cambriano (periodo che caratterizza circa 500 milioni di anni fa o più, è il momento in cui
abbiamo l’esplosione di forme viventi sulla Terra simili a come le abbiamo oggi perché se andiamo ad
analizzare i reperti fossili di prima del Cambriano non troviamo quasi niente mentre dal Cambriano troviamo
quelli che sono i precursori degli animali che vediamo adesso).
Sappiamo che prima del Cambriano sono successi tanti fenomeni ma non ne abbiamo traccia.
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Andando dal Cambriano ad oggi vediamo che progressivamente il numero di specie e di gruppi aumenta (il
numero di specie teniamo conto che è proporzionale all’ampiezza dei poligoni nella rappresentazione).
Il numero di specie presenti dipende da due fenomeni:
Estinzioni
Speciazioni
Quindi globalmente possiamo dire, osservando il grafico, che c’è stata una leggera prevalenza di speciazione
sulle estinzioni.
Le estinzioni sono fenomeni del tutto naturali ed avvengono in modo del tutto naturale; sostanzialmente però
noi vediamo che estinzione e speciazione non sono costanti nel tempo. Vediamo che ci sono dei momenti (a
livello delle strozzature nel grafico) in cui il numero di specie e di gruppi drammaticamente si riduce.
Quelle sono le 5 ESTINZIONI DI MASSA
Secondo alcuni stiamo vivendo un periodo che potremmo chiamare il periodo della Sesta Estinzione di massa.
Queste 5 estinzioni sono state ricostruite e sono dovute ad eventi catastrofici ben precisi, ad esempio quella
del Cretaceo avvenuta 65 milioni di anni fa è quella che ha portato all’estinzione dei grandi rettili (Dinosauri)
portando all’aumento dei Mammiferi, probabilmente dovuta all’impatto di un grande corpo celeste sulla
superficie terrestre.
La Sesta Estinzione la stiamo causando noi.
Per capire se effettivamente siamo all’interno della Sesta Estinzione dobbiamo confrontare il tasso di
estinzione, quindi la perdita di specie che stiamo vivendo adesso, con la perdita di specie di ora, con il tasso di
estinzione naturale. 12
Per valutare il tasso di estinzione NATURALE andiamo a vedere cosa c’è in un periodo tra una grande
estinzione di massa e l’altra e si analizzano i vari strati geologici che possono essere datati in un qualche
modo e vediamo dai fossili quanto una specie è esistite: da quale strato a quale strato successivo appare.
Cosa ci dicono i numeri?
Ci dicono una cosa abbastanza drammatica: guardando le estinzioni nel passato quantificandole con una unità
di misura corrispondente al numero di estinzioni per migliaia di specie ogni mille anni.
Adesso vediamo che per mammiferi, uccelli e anfibi, il tasso di estinzione è circa 1000 volte maggiore rispetto
a quello che desumiamo essere quello naturale, normale, che troviamo dai resti fossili.
In che modo possiamo stimare il tasso di estinzione ATTUALE se non abbiamo resti fossili da poter
analizzare? Lo stimiamo dalle informazioni che abbiamo sulla scomparsa delle specie; a partire dal 1600-1700
e verso i nostri giorni vennero documentate le sperse che sono scomparse nei secoli e possiamo stimare la
scomparsa delle specie.
Se andiamo a vedere come negli ultimi secoli e negli ultimi decenni è cresciuto il tasso di estinzione, per
quanto imprecisa la stima possa essere, possiamo anche farci un’idea di cosa accadrà nei prossimi anni se noi
non fermiamo la tendenza. Quello che si presuppone essere lo scenario futuro è quello di avere un tasso di
estinzione 10 volte maggiore di quello attuale che a sua volte è 1000 volte maggiore di quello naturale.
Ecco perché abbiamo un grande problema con la perdita di biodiversità.
Domanda su Wooclap: “Quante specie si stima esistano sulla Terra?” Risposta (stimata): tra 8 e 12 milioni
anche se ci sono tante stime, alcune addirittura fino a 30 milioni.
Perché dobbiamo conservare la biodiversità? Perché dobbiamo preoccupare?
Ci sono sostanzialmente 3 punti chiave:
1. UTILITÀ: valore utilitaristico; dobbiamo conservare la biodiversità perché ci fornisce i
servizi ecosistemici (cibo, medicinali: la maggioranza delle molecole usate in medicina
derivano da molecole naturali scoperte in piante e quindi far estinguere delle piante ci chiude
la possibilità allo scoprire nuove molecole; ci sono sistemi naturali che purificano l’acqua,
purificano l’aria ecc…)
2. VALORE NON MATERIALE: non monetizzabile, quello del punto precedente è materiale e
possiamo stimarne un valore in denaro (possiamo stimare quanto costerebbe depurare le
acque non avendo le piante). Possiamo però considerare un valore legato al fatto che la
biodiversità ci fa sentire bene: è un valore ricreativo, spirituale, ci fa stare bene. Possiamo
vedere un articolo pubblicato a fine 2020: nelle parti di città con aree verdi le persone sono
più felici e si riduce drasticamente la prescrizione di antidepressivi. A inizio 2021 è stato
pubblicato un volume dal CAI di Terapia Forestale: sono stati fatti degli esperimenti in cui
prendendo persone e portandole a passeggiare questi mostrano miglioramenti in alcuni
parametri fisici (pressione arteriosa ecc) dovuto sia a motivi psicologici che chimici: le piante
rilasciano sostanze che fondamentalmente ci fanno stare meglio.
3. VALORE INTRINSECO: che diritto abbiamo di estinguere una specie presente? Le singole
specie e gli ecosistemi sono portatori di diritto, diritto di esistere
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CAUSE DELLA PERDITA DI BIODIVERSITÀ
Dobbiamo sempre distinguere tra cause remote e cause prossime
Cause prossime
È un qualcosa che in un determinato posto ed in un determinato tempo determina l’estinzione di una specie o
la perdita di un sistema ecologico, es la deforestazione, la caccia eccessiva
Le cause prossime non vengono dal nulla ma sono messe in moto da cause più remote, potremmo pensare che
ci sia una catena di causazione.
Cause remote
Mentre le cause prossime sono facilmente identificabili, le remote sono più difficili da identificare e spesso
sono incardinate nei meccanismi economici e sociali che stanno dietro al funzionamento della società.
CAUSE REMOTE
Quando si parla di cause remote la partenza di tutte le cause remote è sempre la CRESCITA DELLA
POPOLAZIONE UMANA:
la popolazione umana per migliaia di anni ha avuto una crescita stabile o leggermente in aumento e a un certo
punto ha avuto una brusca salita a partire dalla Rivoluzione Industriale e poi è cresciuta rapidamente nel 1800
e 1900 perché sono migliorate le tecniche colturali, l’agricoltura ha iniziato a produrre di più e la medicina ha
fatto balzi avanti.
All’aumentare della popolazione aumenta l’impronta ecologica dell’uomo, l’idea che la crescita della
popolazione sia il motore principale dei problemi ambientali è un’idea molto nota che è stata portata
all’attenzione per la prima volta nel 1968 con la pubblicazione del libro “La Bomba demografica” di Paul
Ehrlich (ecologo americano) e con la pubblicazione del 1972 del libro “I limiti della crescita” del club di
Roma (gruppo di pensiero).
Con questi libri iniziamo a porci delle domande su quanto la crescita umana sia infinita e debba essere
infinita.
Dove sta andando la popolazione mondiale? Se guardiamo i dati dal 1950 vediamo che la popolazione
mondiale continua a crescere con un boom di aumento di nascite dopo la fine della guerra, questo tasso di
nascita però dopo inizia a decrescere, nonostante questo la crescita totale della popolazione aumenta sempre di
più e le proiezioni dicono che nel 2090 dovremmo stabilizzarci intorno agli 11 o 12 miliardi (ora siamo circa 8
miliardi). 14
11 miliardi di persone sono sostenibili? Sì e no, dipende da cosa fanno. Se tutti e 11 miliardi hanno l’impronta
ecologica pro capite dell’India magari sono sostenibile, se tutti gli 11 miliardi di persone hanno l’impronta a
persona che ha attualmente un americano medio o un europeo medio allora 11 miliardi non sono sostenibili.
Non è un conto affidabile ma teniamo conto che se bloccassimo la crescita ma aumentasse il consumo per
persona di tutta la popolazione mondiale agli standard degli happy fews ovvero dei pochi felici (europei,
nordamericani, giapponesi) questo comporterebbe un aumento dell’impronta ecologica totale di 12 volte
quello attuale.
Questo vuol dire che dobbiamo trovare dei sistemi sostenibili anche perché non possiamo condannare gli altri
a vivere di niente.
CAUSE PROSSIME
Le 5 principali sono:
Distruzione/frammentazione
Specie aliene
Sfruttamento eccessivo
Cambiamenti climatici
Inquinamento
Ciascuno di questi cinque ha effetti sulla diversità biologica e va ad impoverire di specie il sistema terra e ci
mantiene nella Sesta Estinzione.
1) DISTRUZIONE DEGLI HABITAT
Si tratta della prima causa di estinzione di specie: avendo un habitat naturale, se questo viene distrutto tutte le
specie che ci vivono vengono distrutte. È la prima causa di estinzione, si rischia di estinguere specie che non
conosciamo nemmeno. Noi di tutte le specie attuali ne conosciamo circa 1 decimo.
Osserviamo 2 foto della stessa foresta tropicale: una ha una sua composizione, l’altra è interamente coltivata a
palma da olio. Nella prima avremo centinaia di specie di vegetali e di animali, nella seconda abbiamo una sola
specie vegetale e quindi anche la fauna è incredibilmente ridotta.
In molte parti del mondo, come quella in cui viviamo noi, l’impatto dell’uomo è iniziato molti anni fa e se
facciamo caso al tipico paesaggio toscano o