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di francesca_fortini
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 Lunedì test per aspiranti insegnanti: ecco il loro futuro

Sono 5399 i posti messi a disposizione dal Miur per i candidati al test d’ingresso di Scienze della Formazione primaria, previsto per il prossimo lunedì, 15 settembre. Una competizione serrata e, per di più, difficoltosa.

A superare la prova, infatti, saranno solo gli studenti con una votazione finale di almeno 55 punti su 80: una percentuale del 70% di risposte corrette. Va aggiunto comunque che, per un massimo di 10 punti, si può contare anche sul bonus delle certificazioni linguistiche. Una sfida che resta comunque molto dura per chi sogna di diventare insegnante e un futuro finora incerto che forse, con la riforma renziana della Buona Scuola, potrebbe assumere contorni più definiti.

UNA PROVA DIFFICILE – 80 domande alle quali rispondere in 150 minuti, 40 quesiti di competenza linguistica e ragionamento logico, 20 quesiti di competenza letteraria, storico-sociale e geografica e 20 di cultura matematico-scientifica. Per potersi iscrivere al corso, però, si dovrà raggiungere un punteggio di 55 su 80. Questo vuol dire che se anche ci fossero meno ammessi rispetto ai posti disponibili, il corso partirebbe ugualmente. Una piccola consolazione forse i candidati la troveranno nella modalità di valutazione: nessuna penalizzazione, infatti, sarà inflitta in caso di risposta sbagliata.

BONUS LINGUISTICO - La votazione è integrata in caso di possesso di una Certificazione di competenza linguistica in lingua inglese di almeno Livello B1 del "Quadro comune Europeo di riferimento per le lingue", rilasciata da Enti Certificatori riconosciuti dai governi dei paesi madrelingua. Il punteggio extra varia a secondo del livello di cui si è in possesso, da un minimo di 3 punti fino ad un massimo di 10 per chi è a livello C2.

QUALE FUTURO? – La carica dei futuri insegnanti, quindi, sta per iniziare la propria marcia. Ma quale futuro aspetta questi giovani candidati che, a conclusione del ciclo di studi, saranno automaticamente abilitati alla professione di insegnanti? Nella riforma del premier Renzi sulla Buona Scuola sono tante le novità che riguardano direttamente il corpo docenti. Prima tra tutte quella relativa al percorso di abilitazione, finora articolato in più strade.” Serve un’unica procedura di abilitazione – unica per tutti – basata sulla combinazione di due “momenti”. Il primo momento riguarderà la formazione vera e propria, e quindi il periodo universitario”, si legge nel piano. Previsto, dunque, un biennio di specializzazione, dopo il quale ad attendere i quasi abilitati ci sarà un semestre di tirocinio in una scuola. A decidere sulle effettive capacità dell’aspirante docente la scuola stessa, che alla fine del tirocinio darà giudizio positivo o meno per l’abilitazione.

Francesca Fortini