
Un fulmine a ciel sereno ha scosso gli animi dei partecipanti ai test di Medicina 2023 nelle ultime ore, con la sentenza del
Tar del Lazio che annulla il TOLC Med 2023 per le ammissioni all'anno accademico corrente, nonché la relativa graduatoria.
Si tratterebbe dell'ultimo atto di una lunga vicenda giudiziaria che già dallo scorso settembre ha tormentato il periodo delle immatricolazioni.
Alla fine, il tribunale
ha stabilito che il meccanismo di assegnazione del punteggio, basato sul cosiddetto "coefficiente di equalizzazione", non avrebbe garantito pari condizioni tra i candidati. Questo, nonostante il fatto che suddetto coefficiente fosse stato concepito proprio per permettere una "equiparazione" delle prove sottoposte agli studenti.
Nessun cenno, invece, sulla presunta fuoriuscita di domande su Telegram, di cui si è molto parlato sui media.
Per chiarire il quadro e i possibili scenari futuri, Skuola.net ha intervistato Michele Bonetti, avvocato esperto in materia, nonché tra i legali che hanno curato parte dei tanti ricorsi presentati contro il TOLC Med 2023.
Dalle prime notizie, infatti, è chiaro che chi ha già superato il test e si è immatricolato all'anno accademico 2023/24 non rischia di perdere il posto, così come chi è in procinto di farlo.
Ma cosa succede a chi, con il ricorso, sperava di entrare in sovrannumero? E a coloro che aspettavano ulteriori scorrimenti? Quali saranno, insomma, le conseguenze di tale sentenza, anche per chi vorrà sostenere il test per l'anno 2024/25? A questi e ad altri quesiti, Bonetti ha provato a dare una risposta.
La motivazione dell'annullamento non è stata "la fuoriuscita" di domande di cui si è tanto chiacchierato ma il sistema dei punteggi, cos'è che è andato storto?
Si conferma che la diffusione di domande e la loro vendita su Telegram non aveva e non ha alcuna rilevanza dal punto di vista giuridico. Il problema è quello che con l’Unione degli Universitari abbiamo segnalato da aprile scorso al Ministero, ovvero, il sistema di equalizzazione del punteggio del test, il c.d. algoritmo errato. Sin dall’inizio abbiamo denunciato gli errori e le strutture paradossali di questo TOLC e oggi i fatti ci danno ragione.
E' confermato che chi ha passato il test ed è già iscritto è "salvo"?
La graduatoria è annullata, ma per gli immatricolati non cambia nulla, mantenendo lo status quo; purtroppo ad oggi non cambia nulla per il ricorrente della sentenza e per tutti gli altri ricorrenti, poiché di fatto hanno un precedente giudiziario che, se pur di accoglimento, non determina la ammissione in sovrannumero.
Cosa succede a chi non è passato e ha fatto ricorso, visto che la graduatoria è annullata? Viene ammesso oppure no?
Il TAR Lazio ha pubblicato una sentenza che purtroppo scontenta in molti e che dovrà essere inevitabilmente appellata. Il TAR, a mio sommesso avviso, riduce troppo le pretese dei ricorrenti non ammettendoli in sovrannumero e annulla il concorso facendo salve tutte le immatricolazioni già avvenute. Si tratta di un principio giuridico a mio sommesso parere non sostenibile, giacchè, chi perde (il Ministero e il CISIA), ottiene in realtà il massimo risultato, giacché consentendo a tutti i prenotati di iscriversi, fa sì che tutti i posti vengano occupati persino senza ulteriori sforzi dell'Amministrazione stessa. In realtà i ricorsi sul numero chiuso, da sempre, si risolvono in giudizi finalizzati all’ammissione sovrannumeraria, ma il TAR del Lazio ha ritenuto che “(…) nel caso di specie non emerge un legame di consequenzialità tra le censure articolate nel ricorso e accolte con la presente sentenza e la richiesta di ammissione in soprannumero (…) non è possibile stabilire, quantomeno in termini di probabilità, se in mancanza dei fattori aleatori connessi al meccanismo di equalizzazione e nell’indefettibile presupposto dell’omogeneità delle prove (che, vale la pena ribadire, non è stato dimostrato e appare anzi smentito, in fatto dalle risultanze statistiche), il ricorrente avrebbe conseguito o meno l’ammissione”.
Quali opzioni si aprono ora per i ricorrenti?
In poche e semplici parole, secondo il TAR, il sistema del TOLC è errato, ma, nel caso in esame, non è stata data la prova che il ricorrente avrebbe potuto superare il test, quantomeno dal punto di vista probabilistico, considerando oltretutto che la controparte aveva “depositato in giudizio una tabella di raffronto indicante la posizione in graduatoria con e senza l’applicazione del coefficiente di equalizzazione, dalla quale risulta che, nella seconda ipotesi, il ricorrente si sarebbe collocato in posizione deteriore (al n. 21906 anziché al n. 18860)”. Ora vedremo se il Consiglio di Stato seguirà il TAR o se sui nostri primi appelli, fissati per fine mese per ricorrenti invece concretamente lesi dall’equalizzazione perché hanno avuto valori di bonus minimi, deciderà di ammettere in sovrannumero, riaprendo la strada a tutti i ricorsi. Oggi, considerando il precedente dal Tar, la strada può sembrare in salita, ma negli appelli non è impossibile che la situazione si ribalti.
Chi ha svolto il test nel 2023 e non l'ha passato, potrà utilizzare il punteggio per il prossimo anno, come prevedeva la normativa sui 4 tentativi per anno accademico?
Dopo la nostra sentenza vittoriosa del 18 dicembre 2023, il CISIA e il Ministero sono stati condannati a fornire le prove del test ai ricorrenti. Secondo me e il collega Santi Delia, i ragazzi hanno diritto ad avere le loro prove, secondo il CISIA invece le esigenze di segretezza della banca dati giustificano il diniego degli atti. In tal caso il TAR Lazio ha dato ragione agli studenti condannando la controparte anche alle spese legali e il Consiglio di Stato deciderà in appello il 23 gennaio. Nel momento in cui è stata pubblicata questa sentenza, che fornisce le domande ai ricorrenti, il Ministero ha subito annunciato il superamento del Tolc e ha comunicato che le prossime prove del numero chiuso si svolgeranno con un nuovo sistema, utilizzando una banca dati di quesiti che verranno resi noti sin dall’inizio. Ma rimane completamente aperto il problema di tutti quelli iscritti al quarto anno delle scuole superiori e che hanno sostenuto il TOLC per utilizzare poi il punteggio nella successiva graduatoria. Oltre alla problematica di coloro che non hanno impugnato gli atti amministrativi al TAR o tramite il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Cosa succede a chi aspettava gli scorrimenti e al candidato con status di "prenotato"?
Gli unici che apparentemente subiscono la decisione del TAR sono gli studenti che ad oggi attendevano lo scorrimento, scorrimento che oltretutto è ad oggi in corso sino al 22 gennaio, e che avrebbero potuto sperare in una sede migliore con i successivi scorrimenti.
Ma anche qui il Tar interviene dando la possibilità a tutti i prenotati, nonostante l’annullamento, di immatricolarsi sino al 22 gennaio; il consiglio è quello di procedere ad immatricolarsi, salvo il caso in cui, ad esempio, si è prenotati ad odontoiatria e non si è interessati a tale facoltà. Come oltretutto sottolineato dal TAR gli scorrimenti sono quasi terminati e i posti quasi tutti assegnati e quindi è evidente che anche questo aspetto della decisione si riduca ad un nulla di fatto.
E’ chiaro che per i pochi esclusi o per chi dimostrerà di aver avuto una sede peggiore si potrà generare un contenzioso, ma trattasi di un contenzioso fisiologico.
In che modo il Ministero dovrà organizzare il test del 2024 per risolvere questi problemi normativi?
Chiaramente ci vuole un cambio di passo per cui sono richiesti coraggio e competenza. L’unica soluzione è, almeno per il prossimo anno, un sistema di accesso libero, quantomeno nella fase iniziale. Dal nostro punto di vista, si deve insistere nel frattempo affinché il Consiglio di Stato prosegua sull’orientamento giurisprudenziale che da sempre ha contraddistinto questa materia, ammettendo i ricorrenti in sovrannumero. Del resto trattasi dell’unica risposta che permette di contemperare tutti gli interessi e i diritti delle parti coinvolte. Anche a livello legislativo, e non solo giudiziario, può accadere in questa situazione di tutto.