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MACCHINA FOTOGRAFICA DIGITALE
STORIA DELLA FOTOGRAFIA
Il desiderio di registrare automaticamente le immagini risale alla preistoria, quando l'uomo
primitivo imprimeva il segno della mano sporca di fango su una roccia liscia. La soluzione
del problema ha richiesto l'applicazione congiunta di due distinte invenzioni: la proiezione
di un'immagine su una superficie e l'impressione stabile ed evidente della figura su un
supporto sensibile alla luce. Diverse scoperte nei campi dell'ottica e della chimica hanno
perciò portato al risultato finale della fotografia. Pare che per primi, alcuni studiosi arabi
abbiano osservato che all'interno di una camera buia, praticando un piccolo e sottile foro
su di una parete, si poteva vedere un'immagine confusa dell’esterno, proiettata capovolta
sulla parete opposta: ne riferiscono traduzioni latine precedenti il 14OO. Anche il nostro
Leonardo se n’è occupato.
Per quanto riguarda l'aspetto chimico del problema fotografico, l'azione della luce su
alcuni pigmenti era conosciuta da secoli (consigli di Plinio sulla conservazione dei dipinti
lontano dall'illuminazione diretta), ma occorreranno ancora secoli per poter “imprimere”
in modo permanente un’immagine su un supporto. Intorno al 1820, il francese Daguerre,
un pittore-scenografo che s’interessava, anche per motivi professionali alle
sperimentazioni con la camera oscura, abbandona presto la direzione apparentemente
priva di sbocchi che il suo socio (Niepce) aveva scelto per le ricerche, giungendo infine
all'invenzione del "dagherrotipo" (1837). Il procedimento non fu brevettato, perché
sarebbe stato in pratica impossibile riscuotere diritti da tutti quelli che lo utilizzarono.
Grazie ad una serie di manovre politiche, l'invenzione venne, perciò, acquistata dal
governo francese che ne liberalizzò la pubblicazione. Daguerre ne ricavò una lauta
pensione.
Il dagherrotipo consisteva in una lastra di rame rivestita di argento che era esposta
all'azione dello iodio. I tempi di posa normali erano compresi tra i cinque minuti e l'ora,
ma i miglioramenti che subito seguiranno l'annuncio e la divulgazione ufficiali (1839),
apportati specialmente da fotografi americani, abbasseranno la posa ad alcuni secondi
(184O). Intanto in Inghilterra Talbot lavorava per conto suo e otteneva le prime negative
su carta (1834). La luce che entrava nella camera oscura era però troppo debole per
produrre l'annerimento diretto in condizioni normali d’illuminazione. Il passo successivo
dei materiali sensibili sarà la gelatina (1871). Le applicazioni che ne derivarono,
condussero ai vari procedimenti di fotoincisione. Nacquero e si diffusero raffinate tecniche
fotografiche.
Fino alla fine dell’Ottocento resistette una tecnica che, ebbe fortuna nelle località di
villeggiatura e nelle fiere. Il colore divenne in sostanza accessibile dal 1927 (F.lli
Lumiere).
Dalla scoperta della fotografia fino ad oggi si può dire che nulla sia stato lasciato
d’intentato e niente è più assolutamente originale. La fotografia è stata usata per
un’infinità di scopi diversi: per primo come documentazione, per mostrare posti, persone e
avvenimenti lontani, per fare conoscere opere d'arte e paesaggi. A causa delle difficoltà
tecniche connesse all'uso in esterni della fotocamera, l'impiego più comune fu quello della
ritrattistica. I miniaturisti scomparvero. Molti di loro diventarono fotografi per necessità e
travasarono le regole del loro genere nella fotografia, condizionandone gli sviluppi
successivi ai canoni della pittura. 2 di 20
MACCHINA FOTOGRAFICA DIGITALE
Storia della Macchina fotografica Digitale Di Mary Bellis
La tecnologia della macchina fotografica digitale è direttamente derivata dalla tecnologia
che ha permesso di registrare le immagini televisive. Nel 1951, nei laboratori di Bing
Crosby, si creò il primo VTR, il primo registratore di nastro video capace di catturare
immagini visive da macchine televisive convertendo le informazioni in impulsi elettrici
(digitali) e salvando le informazioni sopra nastro magnetico.
Durante gli anni sessanta, la Nasa convertì i segnali (analogici in digitali) provenienti dalle
sonde inviate a esplorare la luna per disegnarne la superficie. La tecnologia dei Computer
stava avanzando, e la Nasa usò computer per migliorare le immagini che le sonde spaziali
stavano inviando. Le immagini digitali avevano anche un altro uso per il governo
americano: quello dei satelliti spia. L'uso del governo americano (Ministero della Difesa),
aiutò lo sviluppo della tecnologia, della scienza dell’immagine digitale, ma anche il settore
privato diede contributi significativi. La Texas Instruments brevettò una macchina
fotografica elettronica senza pellicola nel 1972, e fu la prima industria a farlo. Ad agosto
1981, Sony lanciò la Sony Mavica, la prima macchina fotografica elettronica
commercializzata. Le immagini erano registrate su un mini-disco e poi lette da un lettore
di video connesso a un monitor o a una stampante a colori. La Sony Mavica non può
essere considerato una vera macchina fotografica digitale, anche se essa avviò la
rivoluzione del digitale.
Fin dalla metà degli anni settanta, Kodak inventò molti sensori d’immagine che
"convertivano luce a ritratti digitali" per uso professionale e amatoriale. Nel 1986, gli
scienziati di Kodak inventarono il primo sensore di megapixel del mondo, capace di
registrare 1.4 milioni di pixel che producevano una stampa 5x7 pollici.
Nel 1990, Kodak sviluppò il sistema CD e propose "il primo standard mondiale per i
colori nell'ambiente digitale del computer e unità periferiche". Nel 1991, brevettò il primo
sistema professionale di macchina fotografica digitale (DCS): una Nikon F-3 dotata di un
sensore di 1.3 megapixel.
Le prime macchine fotografiche digitali per il mercato del consumatore che funzionavano
con un collegamento al computer di casa furono l'Apple QuickTake 100 (1994), la Kodak
DC40 (995), la Casio QV-11 (con monitor LCD) (1995), e la Sony Cyber-Shot (1996). La
Kodak entrò in una campagna di marketing aggressiva per promuovere la DC40 e presentò
l'idea di fotografia digitale al pubblico. Kinko e Microsoft collaborarono con Kodak
creando software per la creazione d’immagini digitali che permisero ai clienti di produrre
CD di fotografie, e aggiungere immagini digitali ai documenti. Hewlett Packard fu la
prima società a fare stampanti d’inkjet di colore che stampano le immagini delle macchine
fotografie digitali.
Il marketing funzionò e oggi le macchine fotografiche digitali sono dappertutto.
Mary Bellis
History of the Digital Camera By
Digital camera technology is directly related to and evolved from the same technology that
television video tape recorder
recorded images. In 1951, the first (VTR) captured
live images from television cameras by converting the information into electrical impulses
(digital) and saving the information onto magnetic tape. Bing Crosby laboratories (the
John Mullin)
research team funded by Crosby and headed by engineer created the first
early VTR and by 1956, VTR technology was perfected (the VR1000 invented by Charles
P. Ginsburg and the Ampex Corporation) and in common use by the television industry.
CCD
Both television/video cameras and digital cameras use a (Charged Coupled Device)
to sense light color and intensity.
During the 1960s, NASA converted from using analogical to digital signals with their
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space probes to map the surface of the moon (sending digital images back to earth).
Computer technology was also advancing at this time and NASA used computers to
enhance the images that the space probes were sending. Digital imaging also had another
satellites.
government use at the time that being spy Government use of digital
technology helped advance the science of digital imaging, however, the private sector also
made significant contributions. Texas Instruments patented a film-less electronic camera in
1972, the first to do so. In August, 1981, Sony released the Sony Mavica electronic still
camera, the camera which was the first commercial electronic camera. Images were
recorded onto a mini disc and then put into a video reader that was connected to a
television monitor or color printer. However, the early Mavica cannot be considered a true
digital camera even though it started the digital camera revolution. It was a video camera
that took video freeze-frames. Since the mid-1970s, Kodak has invented several solid-state
image sensors that "converted light to digital pictures" for professional and home
consumer use. In 1986, Kodak scientists invented the world's first megapixel sensor,
capable of recording 1.4 million pixels that could produce a 5x7-inch digital photo-quality
print. In 1987, Kodak released seven products for recording, storing, manipulating,
transmitting and printing electronic still video images. In 1990, Kodak developed the
Photo CD system and proposed "the first worldwide standard for defining color in the
digital environment of computers and computer peripherals." In 1991, Kodak released the
first professional digital camera system (DCS), aimed at photojournalists. It was a Nikon
F-3 camera equipped by Kodak with a 1.3 megapixel sensor. The first digital cameras for
the consumer-level market that worked with a home computer via a serial cable were the
Apple QuickTake 100 camera Kodak DC40
(February 17 , 1994), the camera
(March 28, 1995), the Casio QV-11 (with LCD monitor, late 1995), and Sony's Cyber-Shot
Digital Still Camera (1996). However, Kodak entered into an aggressive co-marketing
campaign to promote the DC40 and to help introduce the idea of digital photography to
the public. Kinko's and Microsoft both collaborated with Kodak to create digital image-
making software workstations and kiosks which allowed customers to produce Photo CD
Discs and photographs, and add digital images to documents. IBM collaborated with
Kodak in making an internet-based network image exchange. Hewlett-Packard was the
first company to make color inkjet printers that complemented the new digital camera
images. The marketing worked and today digital cameras are everywhere.
DIRITTO D’AUTORE
Il diritto d'autore è, giuridicamente parlando, molto giovane. Solo in tempi recenti, rispetto
alla normale evoluzione del nostro diritto che comincia a formarsi più di duemila anni fa, è
sentita l'esigenza di un riconoscimento di un diritto a favore dell'autore. Questa esigenza
coincide con l'invenzione della stampa e con la conseguente nascita dell'attività editoriale,
capace di produrre forti interessi economici e che porta alla circolazione di un rilevante
numero di esemplari stampati. Certamente, il problema della tutela delle opere letterarie e
artistiche si era presentato in modo rilevante anche in tempi più antichi. Per comprendere
in pieno il diritto d'autore e la sua storia bisogna pertanto tenere in considerazione la
distinzione che si crea tra l'esistenza di un diritto di proprietà immateriale (corpus
mysticum), disgiunto da quello del possesso materiale del bene (corpus mechanicum),
ossia tra il diritto dell'autore di un brano musicale, di un manoscritto, di un quadro o di una
statua, e il diritto di chi possiede materialmente questi beni. Nell'antichità, non essendo
possibile (se non in maniera limitata) una produzione di un numero rilevante di copie tratte
dall'originale, non si poneva un problema di tutela economica: l'autore traeva i mezzi di
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MACCHINA FOTOGRAFICA DIGITALE
sostentamento direttamente dai committenti dell'opera, o dalla città stessa che lo ospitava,
o dai principi.
Nell’antica Grecia le opere erano liberamente appropriabili (riproducibili) in mancanza di
disposizioni legislative. In Roma nessun diritto patrimoniale era riconosciuto agli autori di
opere dell'ingegno, ma solo al librario o all'editore che aveva possesso del manoscritto.
Era riconosciuto però il plagio, il diritto di non pubblicare l'opera e il diritto d’inedito.
Con la caduta dell'Impero Romano, la cultura si rifugia nei monasteri o in pochi centri