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Sintesi
Introduzione
- L’importanza dell’industrializzazione

Quadro storico
- Le rivoluzioni industriali
- The industrial revolution

La visione della macchina e l’industrializzazione secondo gli autori del 900

- Autori a favore dell’industrializzazione
- Autori contro l’industria e la modernità

Segnali della modernità: Le auto elettriche
- Differenza tra ibrida e elettrica
- Le batterie
- Il futuro dell’auto elettrica, pro e contro
Estratto del documento

Introduzione

In questa tesina ho voluto spiegare l’atteggiamento di alcuni dei piu’ importanti autori del

Novecento nei confronti dell’industrializzazione. L’argomento che ho scelto l’ho trovato molto

interessante, in quanto partendo dalle Rivoluzioni Industriali, possiamo capire come le innovazioni

tecnologiche abbiamo cambiato la società, condizionando la poetica e la produzione degli artisti del

tempo.

Inoltre capiremo anche gli stati d’animo di chi, soprattutto artisti, rifiutavano questo tipo di

industrializzazione sempre piu’ crescente, e invece di chi credeva nel progresso tecnologico e

scientifico.

Quadro storico

Iniziero’ descrivendo le innovazioni tecnologiche apportate all’industria, introdotte grazie alle due

Rivoluzioni Industriali. Le Rivoluzioni industriali

La Rivoluzione Industriale fu un periodo compreso tra il 1800 e gli inizi del 1900 quando i

cambiamenti nell'agricoltura, della fabbricazione industriale, e del trasporto ebbero un effetto

profondo sulle condizioni socioeconomiche e culturali della Gran Bretagna. Per rivoluzione

industriale si intende un processo di evoluzione economica che da un sistema agricolo-artigianale-

commerciale porta ad un sistema industriale moderno caratterizzato dall'uso generalizzato di

macchine azionate da energia meccanica e dall'utilizzo di nuove fonti energetiche come ad esempio

i combustibili fossili.

La rivoluzione industriale comporto’anche una profonda ed irreversibile trasformazione che parte

dal sistema produttivo fino a coinvolgere il sistema economico nel suo insieme e l'intero sistema

sociale. Nasce così la classe operaia che riceve, in cambio del proprio lavoro e del tempo messo a

disposizione per il lavoro in fabbrica, un salario. Sorge anche il capitalista industriale, imprenditore

proprietario della fabbrica e dei mezzi di produzione, che mira ad incrementare il profitto della

propria attività.

Spesso si distingue fra prima ,seconda e terza rivoluzione industriale. La prima riguarda

prevalentemente il settore tessile-metallurgico e comporta l'introduzione della spoletta volante e

della macchina a vapore; il suo arco cronologico è solitamente compreso tra il 1760-1780 ed il

1860-1870. La seconda rivoluzione industriale viene invece fatta convenzionalmente partire dal

1870-1880, con l'introduzione dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. Con terza

rivoluzione industriale ci si riferisce incede a quella che si è sviluppata dal 1970 con la massiccia

introduzione dell’elettronica e informatica nelle industrie. 3

Traduzione: The industrial revolution

The Industrial Revolution developed between 1800 and the beginning of 1900 when changes in

agriculture, industrial fabrication and transport had a profound effect on the british social-

economical and cultural conditions. The I.R. was a process of economic evolution from an

agricultural-handcraft-commercial system to a modern industrial system characterized by a general

use of machines powered by mechanical energy and by the use of new inanimate energy supplies

(fossil fuels).

There is usually a distinction between the first and the second I.R.. The first one is mainly based on

the metallurgic-texile field and it relates to the introduction of the loose spool, and the steam engine.

Its chronological span is usually thought to be between 1760-1780 and 1860-1870. The second I.R.

conventionally starti 1870-1880 with the introduction of eletricity, chemical products and petrol.

Sometimes the effects of the massive introduction of electronics and information techoloy are

considered as a third I.R. which strats from 1970. 4

La “Macchina” e gli autori del Novecento

Le rivoluzioni industriali hanno indubbiamente modificato la struttura economica e produttiva di

alcuni stati e hanno notevolmente influenzato e condizionato la società.

E’ proprio per questo cambiamento della società, divenuta ormai di “massa”, che gli autori del

Novecento parlano nelle loro opere.

L’attegiamento è duplice: si passa dall’esaltazione della macchina , dell’industria e del progresso

dei Futuristi e di D’annunzio, alla condanna di questa industrializzazione sempre piu’ crescente da

parte di scrittori quali Pirandello e Svevo.

Autori a favore dell’industrializzazione

I Futuristi

Le avanguardie del primo Novecento

Il Futurismo si sviluppa sull'onda della rivoluzione tecnologica dei primi anni del '900 e si basa

sull’esaltazione del progresso, decretando la fine delle vecchie ideologie. Per esempio, Filippo

Tommaso Marinetti, fondatore di questa corrente letteraria, esalta il dinamismo, la velocità,

l'industria, perfino la guerra intesa come "igiene del mondo".

Come conseguenza dell'"estetica della velocità", nelle opere futuriste a prevalere è l'elemento

dinamico, il movimento che coinvolge l'oggetto e lo spazio in cui esso si muove. Il dinamismo dei

treni, degli aeroplani, delle masse, nelle loro azioni quotidiane (del cane che scodinzola andando a

spasso con la padrona, della bimba che corre sul terrazzo, delle ballerine) è sottolineato da colori e

pennellate che mettano in evidenza le spinte propulsive delle forme. 5

Gabriele D’annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1 marzo 1938)

La visione dell’industrializzazione secondo lo scrittore Gabriele D’annunzio cambia nel corso del

tempo.

Infatti inizialmente nel suo romanzo “Le vergini delle rocce” egli disapprova la modernità vista

come forma distruttrice della bellezza del passato, quindi la macchina ,l’industrializzazione ma

soprattutto la società di “massa” vengono criticate duramente.

Successivamente la sua opinione cambia radicalmente. Lo si capisce con i romanzi “Forse che sì

forse che no”e “Maia”(dove è contenuta anche “Inno ad Herme”) nelle quali le macchine

industriali vengono mitizzate come docili strumenti dell’uomo, che riescono a moltiplicare senza

fatica la sua forza creatrice. Ma alla macchina industriale si affianca subito la nave da guerra:

l’esaltazione della potenza industriale sfocia inevitabilmente nell’esaltazione dell’imperialismo

aggressivo,collocata all’interno dell’ideologia superomistica, incentrata sul culto dell’energia e

dell’azione.

Ma tale celebrazione non è solo indirizzata a sottolineare il potenziamento delle forze dell’uomo per

effetto della macchina, il superamento di ogni limite umano:vi è in essa la chiara volontà di

presentare la macchina come ordigno da guerra. 6

Autori contro l’industrializzazione

Italo Svevo (Trieste, 19 dicembre 1861 – Motta di Livenza, 13 settembre 1928)

Un differente atteggiamento nei confronti della macchina e del suo ruolo nella storia dell’umanità

traspare dal capitolo conclusivo della “Coscienza di Zeno” denominato “La catastrofe finale”.

Mentre per Svevo l’evoluzione della specie ha sviluppato negli animali gli organi,adattandoli ai loro

bisogni di sopravvivenza,l’uomo ha inventato “ordigni fuori dal suo corpo”:la conseguenza che è

diventato sempre piu’ furbo e debole. Le macchine sono quindi per Zeno il corrispettivo della

malattia intrinseca alla vita umana stessa. Le macchine hanno cancellato la “selezione salutare”, e

“sotto la legge del possessore del maggior numero di ordigni prospereranno malattie e ammalati”. Il

pessimismo di Zeno e quindi anche di Svevo, prospetta per questo sviluppo dell’umanità una

conclusione catastrofica,apocalittica ed insieme risolutiva e liberatoria. Svevo pone l’accento

sull’uso bellico degli ordigni, che è l’altra faccia dello sviluppo industriale: quella aggressiva e

distruttiva ben presente nel Novecento,sconvolto dalle guerre mondiali.

Luigi Pirandello (Agrigento, 28 giugno 1867 – Roma, 10 dicembre 1936)

Pirandello descrive le problematiche dell’uomo che deve convivere con un crescente sviluppo

tecnologico nell’opera “I Quaderni di Serafino Gubbio operatore”, la macchina, strumento di

lavoro del protagonista, si pone al centro della vicenda. Serafino si riduce ad “una mano che gira la

manovella” della cinepresa. Cio’ indica la subordinazione dell’uomo alla macchina, la sua totale

spersonalizzazione e alienazione. L’uomo moderno si è messo a fabbricarsi “nuove divinità di ferro

e accaio”,ed è divenuto schiavo di esse. Per questo Serafino inneggia ironicamente alla “macchina

che meccanizza la vita”, togliendole ogni spontaneità e schiavizzando l’uomo ad essa. 7

I segnali della modernità:L’auto elettrica

Seguendo il filone cronologico dello sviluppo industriale,si arriva ai giorni nostri con lo svilupparsi

della tecnologia elettrica abbinata alle automobili.

L'auto elettrica è un veicolo con motore elettrico che utilizza l'energia chimica che viene

immagazzinata in un "serbatoio" energetico costituito da una o più batterie ricaricabili. I veicoli

elettrici utilizzano motori elettrici in sostituzione, o in aggiunta al motore a combustione interna.

Veicoli elettrici ed auto “ibride”

I veicoli che utilizzano sia motori elettrici che motori a combustione interna (ICE: Internal

combustion engine) sono noti come ibridi . In tali veicoli, gli accumulatori vengono ricaricati da un

motore a combustione interna.

I veicoli elettrici più diffusi sono automobili, piccoli autocarri, biciclette motorizzate, scooter

elettrici, veicoli per campi da golf, carrelli elevatori e veicoli simili, perché di solito gli

accumulatori sono poco adatti per applicazioni che abbisognano di un più vasto raggio d'azione

oppure di una grande potenza e capacità di carico.

I veicoli elettrici hanno complessivamente una maggiore efficienza energetica rispetto a quasi tutti i

motori a combustione interna. Un motore a benzina ha una efficienza energetica del 25%, un diesel

si avvicina al 40%, mentre un motore elettrico a induzione in corrente alternata ha un efficienza del

95%. Non producono fumi di scarico né vapor d'acqua) e, complessivamente, producono un

inquinamento minimo se riforniti con energia prodotta da fonti rinnovabili.

Grazie alla elevata coppia prodotta dai motori elettrici, i veicoli elettrici hanno buone prestazioni in

accelerazione, tali da superare i veicoli convenzionali alimentati a benzina. I nuovi modelli possono

viaggiare per centinaia di chilometri con una sola carica, anche dopo 160.000 km di impiego delle

stesse batterie. I veicoli elettrici, riducendo la dipendenza dal petrolio, potrebbero rallentare il

riscaldamento globale (attenuando l'effetto serra)

Efficienza energetica ed emissioni di anidride carbonica

Le vetture elettriche di serie o convertite tipicamente consumano da 0,11 a 0,23 kWh/km (dati sul

veicolo GM EV1 : 0,179 kWh/km e 0,373 con basso rendimento di carica)

Considerando un consumo di 5 litri di benzina per 100 km, una vettura a combustione interna

consuma circa 0,51 kWh/km. Si tenga poi presente che circa la metà del consumo della vettura

elettrica è dovuto a dispersioni ed al basso rendimento nella ricarica delle batterie, e quindi non è

impensabile un consumo chilometrico inferiore a 0,1 kWh in un futuro molto prossimo, consumo

neppure ipotizzabile nelle vetture a combustione interna. 8

Le emissioni di anidride carbonica (CO2) sono utili per confrontare i consumi rispettivi della via

elettrica e di quella a combustione interna . Questi confronti includono la produzione di energia, la

distribuzione, la ricarica delle batterie, ed i vari tipi di perdite generate dai veicoli (attrito, termica,

ecc.)

Batterie

Le Batterie ricaricabili utilizzate nei veicoli elettrici includono la pila zinco-aria, l'accumulatore

piombo-acido ("innondate" e VRLA), il NiCd, il tipo a NiMH, le litio-ione, le Li-ion polimero.

Le batterie sono tipicamente il componente più costoso dei BEV. Sebbene il costo di fabbricazione

della batteria sia elevato, l'aumento della loro produzione può portare ad un abbassamento dei costi

nel momento in cui la produzione dei BEV avesse le stesse dimensioni della attuale produzione dei

veicoli a combustione interna. Le nuove tecnologie di produzione delle batterie, competitive in

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