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Storia: la contemporaneità
Filosofia: Sigmund Freud
The Tiger
Quando le stelle gettarono le loro lance
e lavarono il paradiso con le loro lacrime:
Egli sorrise a vedere il Suo lavoro?
Colui che creò l'Agnello, creò te?
Tigre, Tigre, luce chiara
nelle foreste della notte:
quale immortale mano od occhio
osò plasmare la tua terribile simmetria?
Abstract Art-The Dance of Good and Evil- Curtis Verdun
William Blake - Da Songs of Experience, 1794
traduzione di Morris Eave (The Cambridge
Companion to William Blake, 2003).
“People fake a lot of human interactions but I feel like I fake them all" (Dexter) 3
Domenica pomeriggio, sono sola in casa.
Annoiata passeggio per la stanza alla ricerca disperata di qualcosa da fare. La scelta più saggia
sarebbe quella di portare a termine tutte quelle cose che ho l’abitudine di lasciare a metà e che
giacciono ancora qui per casa, incompiute. Come le ‘geniali idee per la tesina’ che sono nate e
morte a milioni nel giro di un’ora. Un Ecatombe di idee in cerca d’autore. Invece mi siedo davanti
alla televisione e inizio a cambiare alla ricerca di qualcosa d’interessante da vedere o da cui trarre
l’ennesimo spunto che andrà a morire assieme a tutti gli altri nella grande scatola delle tesine
perite per la giusta causa. Ma lo zapping mi rende nervosa.
Kandinsky diceva ”Ogni opera d’arte è figlia del suo tempo” eppure si muove in me un profondo
senso di disagio per ciò che vedo. Nelle immagini che mi passano davanti c’e irrimediabilmente
qualcosa di sbagliato, di posticcio, plastico, finto. Drammaticamente e quasi subdolamente finto.
Cambio canale ma la tiritera si ripete in una sorta di monotonia grigia dove tutto assume lo stesso
sapore guasto di un qualcosa andato a male, come se la data di scadenza del prodotto fosse
passata da un pezzo ma nessuno se ne fosse ancora accorto. O volesse accorgersene.
Salto a piè pari alcuni canali fino a che il mio sguardo non si sofferma su una schermata
completamente bianca su cui si allarga a poco a poco una macchia di sangue che ne intacca
interamente la ‘purezza’. Interessata, un po’ moralmente contrita, adagio lentamente il
telecomando al mio fianco, nel caso questa mia occasionale arma di cambio dovesse tornarmi utile
per un secondo tempo, e mi lascio catturare dai colori e dai suoni che mi circondano e mi
trasportano in qualcosa di completamente diverso ma cosi Reale rispetto a tutta la Finzione
precedente che mi dimentico della mia ‘arma’ e della mia noia per cedere all’infida tentazione di
questa interessante macchia di sangue che mi trascina a forza dentro la sua storia.
Quel sangue appartiene a quasi un centinaio di uomini e donne come tanti altri: casa, famiglia,
lavoro, un intera vita davanti ed una altrettanto nutrita alle spalle. Non si conoscono, hanno età,
sesso e razze differenti, non hanno praticamente nulla in comune se non che sono morti. E che la
persona che li ha uccisi è la stessa che tiene in casa una serie di vetrini con una loro goccia di
sangue come trofeo, ben nascosti in un pratico cofanetto di mogano prudentemente celato nella
presa d’aria del suo appartamento di Miami. L’uomo che li ha uccisi però non li ha scelti a caso
perché a ben guardare c’è un altro filo conduttore che li tiene strettamente legati l’uno all’altro, pur
non avendo mai avuto rapporti di alcun tipo tra loro: sono tutti degli Assassini. Hanno violentato,
torturato e ucciso le loro vittime nei modi più atroci e crudeli per il puro piacere di vedere le loro
fragili vite scivolargli tra le dita e sentirsi inondare da quel brivido nefasto che dà l’omicidio.
Non proviamo pena per la loro morte per diversi motivi: se lo meritavano? È solo ‘finzione’? Il
Karma? O forse per il fatto che il ‘male’ non ci e mai sembrato tanto ‘interessante’ quanto lo è ora,
incarnato in questo ‘vendicatore’ sui generis?
Il suo nome è Dexter Morgan. Ed è un Serial Killer di Serial Killer.
N.B. La decisione di portare la figura di un Serial Killer come cuore della
mia Tesina non ha la presunzione né di affermare che uccidere sia giusto,
in qualsiasi caso, né di presentarsi come novella criminologa alle prese
con un trattato sulla mente degli assassini seriali. E’ una ricerca dilettantesca
su un argomento che ha suscitato il mio interesse proprio per la sua
controversia morale e logica che vede lo spettatore arrivare a tifare
ardentemente per il ‘Cattivo’ a discapito dei ‘Buoni’(un poliziotto morirà
quando scoprirà la vera identità del collega ematologo, seppur non per
mano di questi, ma lo spettatore non arriverà mai a formulare il semplice
pensiero ‘Mi spiace sia finita così’ fermandosi invece al più complesso 4
‘Un problema in meno’) “Sympathy for the Devil”
"If you're not looking to be provoked, this is probably not quite the show for you," M.C.Hall
(l’attore che interpreta Dexter)
Il complesso, in psicologia, è una definizione usata per descrivere la comparsa di una serie di
sentimenti di tipo cosciente, sgraditi, inevitabili, arrecanti incertezze e ansie nei riguardi del
soggetto interessato e non alterabili con il ragionamento.
Coniando la definizione “Complesso di Dexter” intendo approfondendire il personaggio di Dexter
Morgan ricercando le cause prime, a volte sgradite ma inevitabili, che ci portano a seguire e amare
un personaggio della sua portata articolando la mia ricerca in diverse fasi, provando a comprendere
quali punti esso vada a smuovere per provocare quella che viene definita “Sympathy for the
Devil”, ovvero un sentimento di legame emozionale verso qualcuno fuori dal Bene ordinario e che
provoca verso lo spettatore un sentimento di attaccamento e identificazione (come già era accaduto
in precedenza con lo sregolato medico drogato di Dr.House MD, gli abili ladri di White Collar o
Ocean’s 11 e il ben conosciuto Capitan Jack Sparrow dei Pirati dei caraibi). Poiché l’intento di
questi personaggi è farsi amare proprio perché controcorrente ho incentrato la mia ricerca su quali
possano essere le chiavi del loro successo e della nascita del conseguente Complesso.
La scelta del Serial Killer Dexter poi come punto di partenza è stata facile:
più si è prossimi al bordo più si e vicini a cadere, ma si gode anche la visuale migliore.
Ovvero, tra tutte le categorie possibili di crimine l’assassinio è quello che smuove in noi le
emozioni piu controverse (basti pensare agli interminabili dibattiti sulla pena di morte) ma che ci
permette anche di sbirciare dentro quella parte di noi non sempre chiara e ragionevole.
Analizzando e confrontando le caratteristiche di Dexter con la nostra società e i nostri
comportamenti ho riassunto in tre punti le cause possibili di questa Simpatia che ho poi chiamato
barriere. Proprio come barriere infatti queste devono essere gradualmente oltrepassate per renderci
affascinati ogni oltre buon senso da questo personaggio e sono tre:
-Della Società: incontro con la collettività;
-Della Morale: incontro col singolo;
-Dell’Anima: incontro col cuore;
Analizzate a seguire con l’aiuto di materiale cartaceo e non, in prevalenza da attribuire ai testi “Un
oscuro bisogno di uccidere”(Massimo Picozzi-criminologo), “Serial Killer” (Harold
Schechter/David Everitt) e la raccolta di saggi “Nel nome di Dexter”(a cura di Vincenzo Cicero)
oltre che alla visione della serie televisiva omonima. N.A. Tutte le citazioni sono riportate in
originale in quanto la serie è stata
da me seguita in lingua con l’ausilio
di sottotitoli italiano/inglese, non ritenendo
il doppiaggio italiano adatto a riportare
fedelmente l’espressività e la sagacia di certi
dialoghi Dexteriani che caratterizzano da
principio la sua figura e di rimando quel
sentimento di Simpatia che è alla base
stessa di questo trattato.
5
The Devil: “Hello, Dexter Morgan”
Dexter è il protagonista della serie televisiva
omonima trasmessa in prima visione negli Stati
Uniti dal canale Showtime a partire dall’ottobre
2006 e basata sul fortunato romanzo di Jeff
Lindsay La mano sinistra di Dio (Darkly
Dreaming Dexter). La serie ricalca la trama del
primo romanzo di Lindsay distaccandosi poi
successivamente dalla creazione letteraria per
prendere forma sulla valida pellicola del produttore
James Manos, Jr, gia alle prese in passato con serie
televisive controverse come The Sopranos e The
Shield.
La serie è incentrata sul personaggio di Dexter
Morgan, ematologo forense della polizia di Miami
che dalla vita sembra aver avuto tutto: un lavoro
che gli piace, colleghi con cui va d’accordo,
l’appoggio di una sorella poliziotto tosta fuori
quanto buona dentro e l’amore di una donna che
rientra perfettamente in tutto quel quadretto
deliziosamente falso che si è costruito attorno nel
corso degli anni per nascondere la sua vera natura.
“Dexter: My sister puts up a front so people won't know how vulnerable she really is.
Me? I put up a front so people won't know how vulnerable I'm not.”(1)
Perché Dexter uccide, seppur con un suo codice, e gli piace farlo. Ama preparare minuziosamente il
luogo del delitto non tralasciando nessun particolare; ama assicurarsi che la sua preda sia
effettivamente ‘meritevole’ dei suoi servigi sociali, come gli piace definirli; ama la caccia, la
cattura, e infine la Notte della Lama in cui la voce dentro di lui si placa, sazia, e gli permette di
tornare a indossare quella perfetta maschera di emozioni che lo rende, a suo dire, un Mostro
perfettamente integrato tra di noi, inosservato e compiacente.
In tutto questo è aiutato da due guide infallibili: un Passeggero Oscuro che siede placido dentro di
lui e che lo tramuta nell’impietoso Killer quando prende il comando della ‘Dextermobile’ ed un
rigido codice che il suo patrigno
poliziotto, Harry Morgan, ha dato lui
per incanalare questa forza oscura
dentro sentieri il meno dannosi
possibili. Per Dexter almeno.
Prudentemente Dexter ascolta
entrambi i suoi Maestri prendendone
però ben presto le distanze nello
sviluppo della serie e del personaggio.
Le circostanze cambiano e anche lui lo
fa non sentendosi piu come il Mostro
che il suo Passeggero vorrebbe che
fosse, ne tantomeno il Vendicatore
che Harry ha cosi faticosamente
cercato di plasmare quando ha
scoperto il lato piu oscuro del figlio. Lo stesso Dexter si definisce cosi: 6
“Dexter: I'm not the monster he wants me to be. So I'm neither man nor beast. I'm something new entirely.
With my own set of rules. I'm Dexter“(2)
Ma di fatto ci sono molteplici sfaccettature della sua
esistenza che vanno considerate quando si parla di lui:
orfano dall’età di tre anni, è rimasto profondamente
segnato dal feroce omicidio della madre, uccisa
brutalmente di fronte a lui e al fratello Brian, di un anno
piu grande. Rimasti sul luogo dell’omicidio per diversi
giorni, immersi nel sangue, i due bambini hanno da
allora portato dentro di loro un mostro, una fame
insaziabile che non trova pace se non quando il coltello
affonda nella carne delle loro vittime.
Chi è allora Dexter? Uno psicotico assassino seriale con
un modus operandi impeccabile e una visionaria
missione utopica o una figura piu profonda dalle miriadi
di sfaccettature in cui diventa impossibile, almeno in
parte, non ritrovarsi? Tenterò in queste pagine non tanto
di trovare una risposta, che probabilmente neppure
esiste, ma di mettere nero su bianco i diversi aspetti che
fanno di questo personaggio atipico un anti-eroe
moderno, seguito, amato e osannato in ogni suo aspetto
per un totale di 60 episodi, una sesta stagione rinnovata,
un ascolto record di 2.3 milioni di telespettatori solo per
la season premiere della quinta stagione e la nomination
per oltre 100 awards contate al Gennaio 2010 (di cui 33
vinte).
1) Episodio 1x01, Dexter 7
2) Episodio 1x02, Let's Give the Boy a Hand
La Barriera della Società: la spettacolarizzazione del male e la tv
1. del dolore come esorcismi alla paura
"The only thing we have to fear is fear itself / L’unica cosa che dobbiamo temere è la paura stessa”
Franklin D. Roosevelt
Sin da piccoli siamo abituati a sentir parlare
dell’uomo nero e del lupo cattivo, artifici utili