PREMESSA
• LA PRIMA METÀ DEL '900
ITALIANO
• L’ERMETISMO
Giuseppe UNGARETTI
STORIA
• LA SECONDA GUERRA MONDIALE
GEOGRAFIA
• IL GIAPPONE
SCIENZE
• I VULCANI E I TERREMOTI
TECNOLOGIA
• L’ENERGIA NUCLEARE
INGLESE
• THE VOLCANOES
FRANCESE
• AU TEMPS DE LA DEUXIÉME GUERRE MONDIALE
Paul ELUARD
ARTE
• L’ESPRESSIONISMO
Edvard MUNCH
MUSICA
• IL JAZZ
Louis ARMSTRONG
EDUCAZIONE FISICA
• IL GIOCO DEL CALCIO
PREMESSA
LA PRIMA METÀ DEL ’900
Il ‘900 è un periodo storico complesso e ricco di idee ed eventi rivoluzionari che hanno causato cambiamenti nella vita umana e nel mondo. Nel corso della prima metà si sono susseguiti due conflitti che hanno coinvolto larga parte della popolazione della terra, causando distruzioni e strage di vittime umane. L’Italia da monarchia diventa repubblica. Si passa da un economia prevalentemente agricola ad una industriale e, quindi, da una condizione di povertà generalizzata ad una di benessere: il boom economico si ha nelle regioni del centro nord mentre al sud rimane la povertà e la disoccupazione. Sorgono nuovi indirizzi di pensiero, si afferma una nuova sensibilità, un nuovo gusto, un nuovo concetto dell’ arte che viene vista come pura espressione dello spirito dell’ artista, come rivelazione dell’ essenza più segreta delle cose. La corrente culturale che si sviluppa prende il nome di “Decadentismo” che esprime la crisi profonda e l’inquietudine della civiltà occidentale. Nell’ambito del Decadentismo si sviluppa il Futurismo e l’Ermetismo.
Il Futurismo tenta di svecchiare la cultura italiana e vuole una rottura violenta e completa con il passato. I futuristi, infatti, esaltano le macchine, la velocità, il dinamismo,e la forza. Gli scrittori vogliono esprimersi con libertà per cui tralasciano tutte le regole grammaticali. Il maggiore esponente di questa corrente letteraria è Filippo Tommaso Marinetti.
ITALIANO
L’ERMETISMO
Nel corso degli anni trenta del 900, in Italia, si afferma l’Ermetismo, definito anche come “poesia pura” o “poesia ermetica”, nella quale, si realizza il rinnovamento del linguaggio, svincolato dagli schemi ideali e formali tradizionali.
Il termine Ermetismo, indica una poesia oscura e difficile da capire (gli scritti ermetici sono testi di scienze occulte attribuiti al Dio Ermes che guidava le anime nell’aldilà e portava i messaggi degli Dei, mettendo in contatto il mondo umano e quello misterioso, segreto delle divinità). Per i poeti ermetici, i versi devono esprimere il senso di mistero , quasi religioso, con cui essi osservano la vita, la natura, la realtà. La poesia deve portare alla luce il contenuto segreto del reale, scoprendo i lati più nascosti dell’animo umano e delle cose e testimoniare la sofferenza esistenziale. Essa esprime, dunque, il disagio dell’uomo di fronte ai cambiamenti della società e tenta di concentrare in pochi, scarni vocaboli ciò che si vuole esprimere, eliminando ogni elemento decorativo. La metrica è superata dal verso libero, la punteggiatura è eliminata o ridotta al minimo e i poeti ricorrono all’uso della metafora, della sinestesia, dell’analogia per rendere più carichi di significati i messaggi.
I temi centrali sono:
il senso di solitudine in un mondo ostile;
l’angoscia che deriva dal non comprendere il significato della vita;
l’impossibilità di stabilire un rapporto armonioso con l’universo e con le persone.
Con l’Ermetismo, dunque, la poesia italiana si apre alla cultura europea e diventa più idonea a rappresentare l’inquieta sensibilità moderna. I più importanti poeti ermetici sono: Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo.
GIUSEPPE UNGARETTI
Vita ed opere
Giuseppe Ungaretti nasce ad Alessandria d’Egitto l’8 febbraio 1988. Di famiglia lucchese, dopo aver trascorso in Egitto l’infanzia e l’adolescenza; si trasferisce a Parigi per completare gli sudi a Sorbona dove viene a contatto con gli esponenti più importanti della cultura francese. Tale periodo è determinante per la sua carriera letteraria. Tornato in Italia, si arruola volontario nella I guerra mondiale, come soldato semplice e combatte sul fronte austriaco e su quello francese. La guerra, con la sua atroce violenza, gli fa capire l’incoerenza del combattere e la necessità dell’uomo di avvicinarsi fraternamente ai suoi simili. Questi sentimenti emergono con accenti vivi ed essenziali nelle sue prime liriche “Il porto sepolto” e nella raccolta “Allegria di naufragi”. Finita la guerra, si mette a scrivere su diversi giornali grazie ai quali viaggiò in Europa e in Egitto. Nel 1936, si trasferisce a San Paolo del Brasile come professore di letteratura italiana all’Università. In questa città, la sua vita viene sconvolta dalla morte del figlio Antonietto di nove anni per un’appendicite mal curata. Dopo questa tragica esperienza, scrive una nuova raccolta di liriche “Il dolore”. Ritorna in Italia e va ad insegnare letteratura moderna e contemporanea all’Università di Roma. Muore a Milano nel 1970.
Giuseppe Ungaretti è una delle maggiori personalità del 900. Nella vita letteraria italiana è veramente operoso. La sua attività di poeta è continuata fino alla morte, ne sono testimonianza le diverse raccolte di poesie che unisce con il titolo “Vita di un uomo” . Le sue opere, all’inizio, non sono capite, infatti, vengono derise per non avere rispettato le regole tradizionali della poesia lirica, ora, invece, in Italia, sono esempio di voce lirica moderna. Per capirle esse vanno inquadrate nel momento storico in cui il poeta comincia a comporle. Egli, nei pochi versi difficili ed essenziali, fa sentire la voce disperata di un uomo che scopre di essere solo, con i suoi ideali segreti di fronte ad una realtà crudele. Le sue poesie sono varie con frammenti di avvenimenti e stati d’animo su cui domina sempre l’immagine della morte. Usa una quantità minima di parole per dar loro una maggiore forza di suggestione e sensazioni come nelle poesie: “M’illumino d’immenso” e “D’altri diluvi una colomba ascolto”. Ricerca una poesia “pura”, essenziale senza esaltazione e insegnamenti, liberata dalla metrica; egli esprime solo ciò che con la fantasia e la sensibilità intuisce. La sua poesia degli anni 40 è intrisa di angoscia e pietà perché nasce dalla coscienza di una catastrofe incombente, angosciato da dolori come la morte del figlio e da angosce collettive. Anche il titolo è significativo e diventa parte integrante del testo.
“Giorno per giorno”
"Nessuno, mamma, ha mai sofferto tanto..."
E il volto già scomparso
Ma gli occhi ancora vivi
Dal guanciale volgeva alla finestra,
E riempivano passeri la stanza
Verso le briciole dal babbo sparse
Per distrarre il suo bimbo...
Or potrò baciare solo in sogno
Le fiduciose mani...
Mi porteranno gli anni
Chissà quali altri orrori,
Ma ti sentivo accanto,
M'avresti consolato...
Mai, non saprete mai come m'illumina
L'ombra che mi si pone a lato, timida,
Quando non spero più...
Ora dov'è, dov'è l'ingenua voce
Che in corsa risuonando per le stanze,
Sollevava dai crucci un uomo stanco?..
La terra l'ha disfatta, la protegge
Un passato di favola...
Ogni altra voce è un'eco che si spegne
Ora che una mi chiama
Dalle vette immortali ...
In cielo cerco il tuo felice volto,
Ed i miei occhi in me null'altro vedano
Quando anch'essi vorrà chiudere Iddio...
E t'amo, t'amo, ed è continuo schianto!...
Inferocita terra, immane mare
Mi separa dal luogo della tomba
Dove ora si disperde
Il martoriato corpo...
Non conta... Ascolto sempre più distinta
Quella voce d'anima...
Commento della poesia: “Giorno per giorno”
“Giorno per giorno” è una delle 37 poesie scritte da Giuseppe Ungaretti in memoria del figlio Antonietto, morto, in Brasile, a nove anni per un’appendicite mal curata. Il poeta, in questa poesia, rivolgendosi alla mamma, esprime l’inconsolabile dolore di un padre che ha visto morire il figlio: ne risente il lamento di dolore sul letto, ne rivede l’immagine col volto ormai spento, ma con ancora gli occhi vivi, disperatamente rivolti verso la luce e la vita, al davanzale della finestra ove i passeri festosi raccolgono le briciole sparse dal poeta per distrarre il suo bambino. Il ricordo del bimbo riaccende la disperazione del padre che conduce una vita apparentemente normale; ma dentro un vuoto, buio e profondo, che solo nel sogno può parzialmente colmare con la dolcezza di un bacio sulle piccole mani del bimbo. Le tristi previsioni per gli anni futuri sono rese più sconsolate dalla certezza che gli mancherà il conforto della presenza del figlio: quando l’ombra del bambino delicatamente si pone accanto a lui, il poeta sente la disperazione lasciare il posto alla speranza. Lo struggente rimpianto della voce argentina del bimbo, sembra acquietarsi nella certezza dell’eternità, dove il padre raggiungerà il figlio. Ma nel verso finale, il dolore prorompe come un singhiozzo irrefrenabile.
STORIA
LA II^ GUERRA MONDIALE (1939 - 1945)
Verso la II guerra mondiale
Dopo la fine della prima guerra mondiale, il mondo fu sconvolto da una grande crisi che iniziò dagli Stati Uniti d’America e si estese, poi, a tutti gli stati europei. La crisi colpì soprattutto la Germania, uscita sconfitta dalla guerra, dove si fece strada il partito nazional socialista o nazista fondato nel 1920 da Adolf Hitler detto Fuhrer, ossia, capo, che con la sua dittatura riuscì a rilanciare l’economia tedesca. In politica estera, Hitler, si mostrò subito deciso a non rispettare i patti di pace del 1919 fra gli Stati europei; iniziò, infatti, a rivendicare il territorio polacco difeso dalla Francia, dall’Inghilterra e dalla Russia. Grazie al Patto d’Acciaio, nel 1939, si alleò con l’Italia di Mussolini e all’insaputa della Francia e dell’Inghilterra, firmò il patto di non aggressione con la Russia di Stalin con cui si accordò che in caso di guerra avrebbe diviso la Polonia.
Lo scoppio della guerra
Il 1 settembre 1939 Hitler invase la Polonia e così, dopo due giorni, Inghilterra e Francia dichiararono guerra alla Germania. Iniziò così la II guerra mondiale.
Da una parte c’erano la Germania, il Giappone e l’Italia che entrò in guerra un anno più tardi a causa della sua impreparazione militare; dall’altra Francia, Inghilterra, Stati Uniti e Russia che inizialmente, si rese neutrale. Dopo numerose conquiste, nel 1940, Hitler attaccò la Francia e a questo scontro partecipò a suo favore anche l’Italia di Mussolini.
Il 18 marzo 1940 il Führer ed il Duce si incontrarono al Brennero. Durante il colloquio che si svolse alla stazione ferroviaria di confine, Hitler convinse Mussolini ad entrare in guerra.
Conquistato il territorio francese, il Führer attaccò l’Inghilterra con a capo Winston Churchill che riuscì a sconfiggere la Germania.
In seguito a questa sconfitta, Hitler decise di attaccare la Russia, stracciando, così, il patto di non aggressione firmato in precedenza, al fine spazzare via il maggior nemico del nazismo, ossia il comunismo di Stalin, ma anche questa volta ne uscì sconfitto nella battaglia di Stalingrado.
Dopo il primo anno di guerra la Germania si rafforzò stipulando il 27 settembre 1940, il Patto Tripartito con l’Italia e il Giappone che il 6 dicembre 1941, a sorpresa, attaccò e distrusse a Pearl Harbor nelle isole Haway la flotta americana.
Pearl Harbor, nelle isole Hawaii, alcune ore dopo l'attacco “a sorpresa” giapponese. La nave da guerra statunitense Arizona è in fiamme. Con questa azione i giapponesi si assicurano il controllo del Pacifico centro occidentale
Pochi giorni dopo, anche l’Italia e la Germania si schierarono al fianco della Giappone dichiarando guerra agli Stati Uniti che però, riuscirono ad infliggere una dura sconfitta in Africa ad El Alamein, agli italiani e ai tedeschi, i quali furono costretti a ritirarsi; riuscirono, inoltre, il mese successivo, a conquistare tutto il nord Africa.
L’Europa di Hitler
L’Olocausto: lo sterminio degli Ebrei
Nel 1942, nonostante le varie sconfitte, Hitler controllava direttamente o indirettamente l’economia europea. Nei vari territori occupati (Francia settentrionale, Norvegia, Danimarca, Olanda, Belgio…), era scomparsa ogni libertà e le SS (squadre di protezione), avevano il diritto di vita e di morte su ogni singola persona. Hitler, infatti, era convinto che i tedeschi appartenessero ad una razza pura, la razza ariana, superiore a tutte le altre ed è per questo che scatenò una violenta persecuzione contro milioni di ebrei, nei campi di sterminio di Auschwitz, Mauthausen, Dachau, e nei confronti degli slavi, dei comunisti e degli handicappati che venivano considerati di razza inferiore e quindi soggetti che dovevano essere, torturati, massacrati, fucilati o fatti morire nelle camere a gas, che consentivano di eliminare in massa le vittime designate. Si calcola che 10 milioni di persone morirono in questi campi di sterminio, di cui 5 milioni di soli ebrei.
Gruppo di ebrei in uno dei campi di sterminio istituto nella Polonia occupata, affinché la popolazione tedesca non si accorgesse della presenza di camere a gas e forni crematori utilizzati per eliminare il popolo ebraico.
Corpi dei prigionieri ammassati nel campo di concentramento di Auschwitz. I cadaveri, quando non venivano bruciati, venivano barbaramente gettati in fosse comuni, dopo essere stati privati, in particolare, dei denti d’oro.
La resistenza in Europa
Dopo questi avvenimenti, la dittatura nazista di Hitler suscitò ostilità in tutti i Paesi europei occupati, pertanto, in essi, sorsero movimenti di “Resistenza”, o di opposizione, formati da gruppi di combattenti, spesso sostenuti dal resto della popolazione, che furono chiamati Partigiani.
Verso la fine della II guerra mondiale
La caduta del fascismo in Italia
Dopo la conquista dell’Africa del nord, gli anglo-americani sbarcarono in Sicilia e la occuparono. Gli italiani, vedendo la superiorità dell’armamento nemico, spinsero il re Vittorio Emanuele III ad arrestare Mussolini poiché accusato di essere entrato in guerra al fianco della Germania, nonostante la consapevolezza di disporre un esercito non preparato ad affrontare un conflitto di tale portata. Si giunse così alla fine del fascismo che scatenò l’entusiasmo del popolo italiano, poiché convinto che la guerra fosse finita. L’incarico di formare un nuovo governo italiano fu affidato al maresciallo Pietro Badoglio che firmò, in segreto, un armistizio con gli anglo-americani nella città di Cassibile a Siracusa. A tale notizia, i tedeschi attaccarono i reparti italiani e, per ordine di Hitler, liberarono Mussolini che fondò a Salò, sul Lago di Garda, la repubblica sociale italiana insediando così il suo governo. Intanto il re Vittorio Emanuele III, con la sua famiglia e il suo governo, abbandonarono Roma e fuggirono a Brindisi, nel territorio occupato dagli anglo-americani, dove Badoglio costituì il primo governo dell’Italia liberata.
L’Italia, dunque, si trovò divisa in due zone:
il Sud occupato dagli americani, suoi alleati, con il governo monarchico di Badoglio
il Nord, occupato da Tedeschi, con la repubblica sociale di Mussolini.
La resistenza in Italia
Anche in Italia, l’antifascismo fece sorgere movimenti di Resistenza popolare, di massa a cui parteciparono, oltre agli operai, anche i contadini. Inizio, dunque, la guerra partigiana che con l’aiuto delle forze alleate portò, il 25 aprile del 1944 alla liberazione delle principali città di Milano e Genova. Due giorni dopo, Mussolini fu catturato dai partigiani e fu fucilato.
Il corpo di Mussolini, dopo la sua fucilazione nei pressi del lago di Como, fu esposto nel Piazzale Loreto a Milano dove fu ingiuriato ed offeso, con sputi, calci ed altri oltraggi dalla folla accorsa.
La Germania si arrende
Liberata l’Italia, gli americani decisero di accerchiare li tedeschi e così dopo lo sbarco in Normandia puntarono verso la Germania attaccandola a Yalta in Crimea. Questo attacco finale, fu deciso dai tre grandi: Stalin, Roosvelt e Churchill che decisero di attaccare il nemico da tutti i fronti: da est, da ovest, da nord e da sud. Su tutto il territorio tedesco fu l’inferno. Il 30 aprile, Hitler si uccise e così, dopo alcuni giorni, la Germania si arrese facendo finire, così la guerra mondiale in Europa.
La resa del Giappone
La guerra, però, ancora continuava in Oriente, dove il Giappone resisteva con tutte le sue forze all’offensiva americana fino a quando, però l’America decise di utilizzare le bombe atomiche sulle città di Hiroshima e Nagasaki distruggendole. Il Giappone così si arrese.
Il 6 agosto 1945, alle ore 08:14, il bombardiere americano B-29 Enola Gay sganciò sulla città giapponese di Hiroshima l’ordigno denominato “Little boy”, la seconda bomba atomica ad esplodere nella storia dell’umanità dopo il test segreto “Trinity” del precedente 16 luglio. La detonazione che scosse la città di Hiroshima al risveglio di una mattina estiva uccise sul colpo tra le 70 e le 80 mila persone (per lo più civili) e rase al suolo il 90% degli edifici, ma sono incalcolabili i danni sul lungo periodo causati dalle radiazioni.
Conclusione
In seguito a tale conflitto, che provocò la morte di circa 50.000.000 di persone e la distruzione di numerose città, l’Europa perse l’antica centralità negli equilibri internazionali; le due nuove grandi potenze diventeranno gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica.
GEOGRAFIA
IL GIAPPONE
Il Giappone è uno Stato dell’Asia orientale. Il suo nome significa “origine del sole” ed è per questo che viene definito “Paese del sol levante”. E’ un Paese modernissimo, infatti, è molto sviluppato tecnologicamente, ed è considerato la seconda potenza economica del mondo.
Il territorio
E’ situato nell’Oceano Pacifico ed ha una superficie di 377944 kmq. E’ costituito da un grande arcipelago che contiene 6852 isole sparse, di cui le quattro più grandi sono: Honshu, Hokkaido, Kyushu e Shikoku che da sole rappresentano circa il 97% della sua superficie terrestre. Molte isole sono montagne di origine vulcanica; si contano, infatti, 291 vulcani, di cui 60 ancora attivi ed è soggetto a frequenti terremoti distruttivi spesso accompagnati da maremoti o tsunami (come quello del marzo 2011, che provocò migliaia di vittime). La cima più alta è il monte Fuji Yama, un vulcano attivo sempre innevato che viene considerato dai giapponesi, una montagna sacra. Il suo mare, ossia, il Mare del Giappone, lo separa dalla Cina, dalla Corea e dalla Russia asiatica.
Le coste, sono sviluppate e ricche di insenature naturali che vengono utilizzati per i porti.
I fiumi, sono brevi ma ricchi di acque che vengono utilizzate per l’irrigazione e per la produzione dell’energia idroelettrica. Il fiume più lungo è lo Shinano, nell’isola di Honshu, poi ci sono il Tone e il Kitakami. Numerosi sono anche i laghi come il lago Biwa, sempre nell’isola di Honshu che risulta essere quello principale.
Le pianure sono scarse, poco estese, ma fertili per i detriti vulcanici e sfruttate per l’agricoltura.
Il clima, a causa della sua configurazione molto allungata, varia in modo sensibile da nord a sud; a nord, infatti, è di tipo subpolare con inverni lunghi ed estati fresche; nel Centro prevale il clima temperato, simile a quello nostro mediterraneo; al sud, invece, è di tipo tropicale con forti piogge nella stagione estiva a causa del monsone.
Le città
La capitale è Tokyo che ospita circa undici milioni di abitanti.
Le altre città più importanti sono:
Sapporo che è un centro economico industriale;
Nayoga, che è un centro manifatturiero e culturale;
Osaka che è il secondo polo economico del Giappone con il suo importante porto progettato dall’architetto italiano Renzo Piano;
Kyoto, la città dai “mille templi” e splendidi giardini;
Kobe ricca di aziende meccaniche ed elettroniche a livello mondiale;
Fukuoka il più antico porto del Giappone;
Hiroshima e Nagasaki, colpite nel 1945, dalle bombe atomiche americane. Oggi sono state ricostruite e presentano importanti industrie e cantieri navali.
La popolazione e cultura
Il Giappone è fortemente urbanizzato ed ha una popolazione di circa 127513000 abitanti. Ha una densità di 337 abitanti ogni kmq. Presenta grandiose opere ingegneristiche come viadotti e tunnel sottomarini stradali e ferroviari che collegano le diverse isole del Paese. La metà della popolazione, formata da circa 70 milioni di persone, si sviluppa soprattutto nella megalopoli estesa per 1000 km, tra Tokyo, le regioni costiere del mare Interno e Fukuoka.
Cultura, lingua, religione e moneta
La cultura giapponese comprende diverse forme espressive come gli origami ossia l’arte del piegare la carta e varie forme di teatro.
La lingua parlata è il giapponese la cui scrittura è molto complessa poiché formata da 2000 ideogrammi cinesi e da 2 alfabeti con 50 caratteri l’uno.
La religione più diffusa è il buddhismo, e assai diffuso è lo scintoismo il cui culto si rivolge alla natura e agli antenati.
La moneta utilizzata è lo yen.
L’economia
L’economia si divide in tre settori: il settore primario, secondario e terziario.
Il settore primario è il settore economico che raggruppa l’agricoltura, l’allevamento, la caccia, la pesca.
L’agricoltura è limitata perché la superficie coltivabile è ridotta ed è per questo che deve importare i prodotti come i cereali. Si produce riso, che è la coltura principale, tè, frumento, soia patate e agrumi. L’allevamento è costituito da bovini e suini e il foraggio per gli animali viene importato. Si allevano anche i bachi da seta, infatti, è il secondo produttore al mondo per la produzione della seta. La pesca è al quinto posto nel mondo grazie ad una grande flotta che opera anche in mari lontani.
Il settore secondario, è il settore economico che comprende tutte le industrie di produzione che richiedono una bassa quantità di mano d’opera
Le industrie sono molto sviluppate, basti pensare che il Giappone è uno dei Paesi più industrializzati del mondo ed è al secondo posto per la produzione manifatturiera internazionale di automobili (come l’Honda, la Toyota, la Nissan), motoveicoli (come la Kawasaki, la Suzuki, la Yamaha), e di apparecchiature elettroniche ed elettrotecniche di consumo (come quelli della Sony, Panasonic, Canon, Nikon, Nintendo…). Molto sviluppato è anche il settore chimico, tessile e quello delle ceramiche. Per avere più energia, oltre quella idroelettrica e quella prodotta dal petrolio, dal carbone e dal, gas naturale, utilizza anche quella nucleare prodotta da 54 reattori che fornisce il 30% dell’energia totale. Il tasso di inquinamento prodotto dagli scarichi industriali e elevatissimo, soprattutto nelle grandi città, inoltre, a causa del terremoto del 2011, che ha devastato la più grande centrale nucleare del Paese, quella di Fukushima, c’è stata la dispersione nell’aria di sostanze radioattive che provocheranno, col passare del tempo malattie mortali.
Il settore terziario è il settore economico che comprende quelle attività che vanno sotto il nome di servizi.
Fanno parte di questo settore, le banche, le assicurazioni, il commercio e l’intrattenimento che sono molto attivi.
Il sistema dei trasporti è molto sviluppato ed è costituito da una fitta rete stradale, da linee ferroviarie ad alta velocità e da numerosi aeroporti con scali di rilevo mondiale.
Il turismo è in forte sviluppo dopo il calo registrato nel 2011, a causa dei forti terremoti che hanno interessato il suo territorio.
Aspetto storico
I primi abitanti del Giappone furono gli ainu. Fu influenzato culturalmente dalla vicina Cina e Corea dalle quali ha appreso la scrittura ideografica, l’agricoltura e l’arte di tessere la seta e il buddhismo. Nel 1854, iniziò il commercio internazionale che portò ad uno sviluppo industriale che lo fece diventare una nazione potente sia economicamente, sia militarmente. Uscì vittorioso dalla prima guerra mondiale che gli permise di allargare la sua influenza in Asia e nel Pacifico. Uscì sconfitto, invece dalla seconda guerra mondiale, dagli americani che attaccarono con le bombe atomiche le città di Hiroshima e Nagasaki dove persero la vita milioni di persone. Nonostante ciò grazie ad un programma di sviluppo industriale sostenuto dagli Stati Uniti e al senso del dovere dei cittadini, oggi è una delle maggiori potenze economiche del mondo. La sua forma di governo è la monarchia costituzionale e il potere è affidato al Parlamento. L’attuale imperatore è Gigliodi Hirohito, già imperatore durante la seconda guerra mondiale.
SCIENZE
VULCANI E TERREMOTI
Due fenomeni che riguardano la struttura interna della Terra e il movimento delle zolle sono: i vulcani e i terremoti. Le zone interessate da terremoti e vulcani sono distribuite per la maggior parte ai margini delle zolle, lungo le dorsali medio-oceaniche, in corrispondenza di fosse oceaniche o di archi insulari.
Infatti, nei margini hanno luogo i movimenti della crosta terrestre che possono causare terremoti e spaccature della crosta.
I vulcani
Quando una zolla per subduzione risale attraverso cunicoli o spaccature della crosta terrestre, prende il nome di lava di un vulcano. Quindi, un vulcano è una spaccatura della crosta terrestre da cui fuoriesce lava. La lava che fuoriesce e si raffredda forma l'edificio vulcanico o cono vulcanico.
In un vulcano distinguiamo:
Il serbatoio o camera magmatica: la zona dove si forma e si raccoglie il magma.
Il camino: il condotto attraverso cui fuoriesce il magma.
il cratere: dove fuoriesce il magma.
La lava è composta prevalentemente di silicati misti con gas e di materiali allo stato solido.
Secondo la percentuale di silicati si parla di:
Lava acida, se contiene più del 60% di silicati, è di consistenza viscosa, scorre lentamente e le eruzioni sono di tipo esplosivo.
Lava basica, se contiene meno del 50% di silicati, è più fluida, scorre più velocemente e le eruzioni sono di tipo effusive, con colate che scorrono velocemente anche per chilometri.
Lava neutra, se contiene tra il 50% e il 60% di silicati, ha caratteristiche fra quella acida e basica.
In base all'attività vulcanica si possono avere:
Vulcani attivi, nei quali le eruzioni sono costanti o periodici e poco violente.
Vulcani quiescenti, nei quali le eruzioni non sono avvenute per molto tempo, e poiché momentaneamente inattivi, hanno il serbatoio magmatico pieno che potrebbe causare una improvvisa ripresa.
Vulcani spenti, nei quali l'attività è finita e il serbatoio magmatico è vuoto.
L'Etna - attivo - Il Vesuvio - quiescente - Il Monte Amiata - spento -
Fenomeni sismici o terremoti
Quando le zolle sono in movimento, le rocce sono sottoposte a compressioni e stiramenti che tendono a deformarle.
Finché resistono, esse accumulano energia e quando lo sforzo supera il carico di rottura, si spezzano liberando energia, così si ha un terremoto.
I terremoti sono quindi movimenti della crosta terrestre, vengono anche detti fenomeni sismici o tellurici.
Secondo la loro origine possono essere di natura vulcanica, di franamento o locali, oppure tettonici.
I terremoti vulcanici si verificano in presenza di un vulcano, e spesso sono un avviso per la ripresa della sua attività;
I terremoti locali sono originati dal franamento o dal crollo di cavità sotterranee;
I terremoti tettonici sono quelli originati dal movimento delle zolle.
Il luogo dove si verifica il terremoto è detto ipocentro, il luogo della superficie terrestre che si trova immediatamente sopra l' ipocentro è detto epicentro.
Secondo la profondità dell' ipocentro, un terremoto è detto:
Superficiale, se la profondità dell' ipocentro non è superiore ai 60 km.
Intermedio, se la profondità dell' ipocentro va dai 70 ai 300 km.
Profondo, se la profondità dell' ipocentro è superiore ai 300 km.
L'energia sprigionata da un terremoto si propaga attraverso le onde sismiche, che possono essere di tre tipi:
Onde longitudinali o primarie: si propagano in modo concentrico a una velocità tra i 5-10 km/sec e attraversano velocemente gli strati solidi, liquidi e gassosi.
Onde trasversali o secondarie: si propagano con vibrazioni perpendicolari a una velocità tra i 4-8 km/sec, non sono in grado di attraversare i liquidi.
Onde superficiali o terziarie: sono quelle che si originano dalle primarie o dalle secondarie e si propagano a una velocità di circa 3 km/sec.
Per studiare i terremoti si usano i sismografi, in grado di registrare la scosse più deboli. Un terremoto viene valutato in base alla scala Mercalli e alla scala Richter.
La scala Mercalli valuta i danni provocati a cose o persone, la scala Richter tiene conto dell' energia sprigionata durante il terremoto.
TECNOLOGIA
L’ENERGIA NUCLEARE
L'energia nucleare è una forma di energia che deriva dalla trasformazione della materia secondo la legge fisica espressa dalla formula: E = m x C² cioè la quantità di energia prodotta è uguale alla massa di materia trasformata moltiplicata per la costante C² che corrisponde al quadrato della velocità della luce (300000 km/s)². Nei processi nucleari solo una piccola parte della materia si trasforma in energia.
Per produrre energia nucleare ci sono due processi:
1. La fissione o scissione nucleare.
2. La fusione nucleare.
La fissione nucleare
La fissione nucleare consiste nella frantumazione del nucleo dell'atomo di alcuni elementi detti fissili, per mezzo di piccolissime particelle: i neutroni che lo dividono in due nuclei più leggeri. Questi sono più piccoli del nucleo originale, significa che una parte di materia è diventata energia. L' elemento fissile usato nelle centrali è l'uranio 235. Esso forma il combustibile che messo nei reattori sviluppa attraverso la fissione nucleare una maggiore quantità di energia. Nei reattori chiamati autofertilizzanti non solo si produce energia ma anche un nuovo combustibile nucleare “il plutonio”.
La fusione nucleare
La fusione nucleare consiste nell'unire i nuclei di atomi leggeri per ottenere un nucleo solo (elio) il quale è più leggero di tutti e due perché la materia mancante si è trasformata in energia. Tale reazione avviene di continuo sul sole e le stelle ad una temperatura di alcuni milioni di gradi. La luce e il calore che arriva a noi sono l' effetto visibile. Il sole manda energia perché trasforma parte della sua materia e diventa sempre più leggero. Sulla terra gli scienziati hanno realizzato la fusione nucleare in micidiali ordigni distruttivi come la bomba all'idrogeno. Le materie prime che servono per il processo di fusioni sono: deuterio e trizio. Esse sono disponibili in grandissima quantità e a poco prezzo. Il deuterio si ricava dall'acqua di mare, il trizio dal litio. L' energia di fusione è sicura e non produce scorie radioattive.
Centrali nucleari
La centrale nucleare per funzionare deve avere il reattore nel quale si mettono le pastiglie di uranio cioè il combustibile e avviene la fissione controllata.
Una turbina a vapore che si mette a ruotare per mezzo del vapore surriscaldato generato dal calore prodotto dalla fissione. La turbina è collegata ad un generatore di corrente che è l'alternatore che dà energia elettrica. La fissione viene controllata da barre di controllo che si inseriscono quando si vuole diminuire la potenza o spegnere la caldaia.
Le centrali nucleari e la sicurezza
Le centrali nucleari non sono troppo sicure; si sono avuti diversi incidenti come quello di Chernobyl in Ucraina il 26 aprile del 1986. Una grande quantità di materiale radioattivo si diffuse nell'ambiente circostante e quasi in tutta l' Europa causando vittime e tumori. Anche in Italia si sono avuti aumenti di radioattività nel suolo, nell'aria, nell'acqua. Dopo questo incidente in molti Paesi e anche in Italia non sono state più costruite centrali nucleari. In Francia e in Giappone invece hanno continuato a costruire nuove centrali.
La centrale nucleare di Chernobyl dopo l’esplosione del reattore nucleare nr. 4. La conseguenza più allarmante dello scoppio fu il problema della salute pubblica. Nei pressi dell’impianto nucleare si registrarono sproporzionati aumenti dei tassi di tumori, leucemie ed altri gravi malattie.
INGLESE
VOLCANOES
The earth has three layers: the crust, the mantle and the core.
The earth's crust is a thin solid surface material covering the liquid and incandescent. Our earth's crust, is crossed by deep cracks, spots in which a part of the crust slips under the other and begins to melt, re-emerging as lava through volcanoes.
The volcanoes are the result of fractures and movements of the earth's crust: the top layer of the earth. The earth's crust is not formed from a single block but is formed by numerous moving plates.
When this happens, one plate slides under the other one. The plate melts and forms a hot liquid called magma.
Because the plates are always moving, holes or cracks sometimes form in the crust.
The hot liquid magma, propelled by the pressure caused by the heat inside the earth, exploding through the slots in the plates.
This explosion is called a volcanic eruption. The volcanoes are mountains formed over the years. They can be different shapes, but inside they are all the same.
The magma chamber has a tube or pipe leading from it up to the top of the volcano. The magma escapes out of the earth's crust through the opening at the top, called the vent.
We can divide volcanoes into three groups according to their phase of activity.
The active phase. The dormant phase. The extinct phase.
FRANCESE
AU TEMPS DE LA DEUXIÈME GUERRE MONDIALE
“Liberté”
Sur mes cahiers d'écolier
Sur mon pupitre et les arbres
Sur le sable sur la neige
J'écris ton nom
Sur toutes les pages lues
Sur toutes les pages blanches
Pierre sang papier ou cendre
J'écris ton nom
Sur la mousse des nuages
Sur les sueurs de l'orage
Sur la pluie épaisse et fade
J'ecris ton nom
Sur la lampe qui s'allume
Sur la lampe qui s'éteint
Sur mes maisons réunies
J'écris ton nom
Sur l'absence sans désirs
Sur la solitude nue
Sur les marches de la mort
J'ecris ton nom
Sur la santé revenue
Sur le risque disparu
Sur l'espoir sans souvenirs
J'ecrit ton nom
Et par le pouvoir d'un mot
Je recommence ma vie
Je suis né pour te connaître
Pour te nommer.
Liberté (Paul Eluard)
ARTE
L’ESPRESSIONISMO
L’Espressionismo nasce e si sviluppa in Germania nei primi anni del 1900. Gli espressionisti considerano l’uomo senza spiritualità che vive in una società falsa ed ipocrita. Per criticare la società, usano una tecnica rozza e brutale che trasforma l’immagine dell’uomo in una caricatura, in una maschera grottesca. A differenza dei pittori francesi che usavano il colore per esprimere gioia di vivere, essi lo usano per esprimere l’angoscia della vita, perciò i colori sono aggressivi e deformano le proporzioni. Un esponente di questa corrente è Edvard Munch.
EDVARD MUNCH
Pittore norvegese, nasce nel 1863 e muore nel 1944. Egli esercita grande influenza sui pittori espressionisti. Realizza il celebre dipinto: “L’urlo” od anche “Il grido”.
Il dipinto viene realizzato da Munch nel 1893, su cartone con olio, tempera e pastello. È simbolo dell’angoscia e dello smarrimento che segnano tutta la vita del pittore. La scena rappresenta un’esperienza vera della vita dell’artista: mentre egli si trova a passeggiare con degli amici su un ponte della città di Nordstrand, il suo animo viene pervaso dal terrore; quando il sole tramonta, il cielo si tinge all’improvviso di rosso sangue. Egli si ferma, si appoggia stanco ad un recinto. Sul fiordo neroazzurro e sulla città appaiono sangue e lingue di fuoco. Egli trema di paura e sente che un grande urlo infinito pervade la natura. Nel dipinto rappresenta una figura umana con la bocca spalancata che sembra emettere dei suoni che sconvolgono il paesaggio. Il volto deformato sembra un teschio; anche il corpo sembra essere privo di colonna vertebrale. Il colore è dato a lunghe pennellate che deformano i soggetti rappresentati e suggeriscono uno stato emotivo di angoscia. L’insieme delle linee ondulate e diagonali crea un senso di movimento che provoca tensione nell’osservatore. L’uso della luce scaturisce un senso d’inquietudine e colpisce la figura principale frontalmente. In primo piano c’è il soggetto che emette l’urlo, separandolo dallo sfondo per mezzo del ponte.
MUSICA
IL JAZZ
Le origini
Le origini del Jazz risalgono ai primi anni del '900 negli Stati Uniti. Le radici affondano nella cultura musicale africana della vita di tutti i giorni degli schiavi neri che esprimevano, attraverso il canto popolare, le proprie tradizioni mentre lavoravano, mentre pregavano e durante il tempo libero.
Il jazz, infatti, si sviluppa dapprima nelle piantagioni sud-americane e poi arriva, con le jam session (improvvisazioni collettive di suonatori che componevano musica «ad orecchio»), a New Orleans. È nato come musica vocale perché si eseguiva durante il lavoro nelle piantagioni o durante costruzioni ferroviarie e delle strade, questo per ritmare e coordinare i movimenti del lavoro (infatti il ritmo era binario, deriva ad esempio dalla raccolta e rimessa del cotone nella cesta).
La caratteristica specifica del Jazz è la pratica dell'improvvisazione che si può definire come una composizione estemporanea, pensata ed eseguita nello stesso istante e sviluppata sotto le dita del musicista durante lo svolgimento di un brano.
L'etimologia della parola jazz (che veniva originariamente scritta jass) è incerta. Un'ipotesi fa derivare da jass dalla parola di etimologia francese jaser: fare rumore, gracchiare.
I principali elementi del jazz sono due: ritmo e improvvisazione e molti sono, invece, gli antenati del jazz: reminiscenze della musica africana, canti e richiami di lavoro, canti religiosi spiritual delle chiese protestanti e perfino musica europea per banda militare.
La creazione di un nuovo tipo di musica.
È difficile stabilire con precisione in che modo, a partire dai vari generi e stili musicali presenti in America agli inizi del Novecento, si venne a creare un nuovo tipo di musica che gradualmente prese il nome di jazz. Ciò dipende dal fatto che le prime registrazioni discografiche risalgono a diversi anni più tardi, quando ormai il jazz era un fenomeno diffuso e riconosciuto, per cui non possiamo sapere veramente quale fosse il suono del primo jazz.
Nella nascita del jazz ha un ruolo fondamentale New Orleans, il porto commerciale della Louisiana: agli inizi del secolo la sua popolazione era composita e comprendeva afroamericani insieme a Francesi, Spagnoli e Inglesi. A New Orleans inoltre si eseguiva musica di tutti i tipi: ogni evento pubblico era l’occasione per un ballo o per una fanfara di ottoni, nei teatri si tenevano rappresentazioni operistiche e, mentre per strada si esibivano anonimi cantanti blues, nel quartiere a luci rosse chiamato Storyville trovavano impiego i migliori pianisti di ragtime. Nacquero così piccoli complessi formati da pochi strumenti a fiato.
Anche la chiesa era un luogo di forte aggregazione dove si praticava lo spiritual, un canto collettivo che reinterpretava la tradizione degli inni liturgici protestanti. Vi era poi il blues, un canto individuale eseguito generalmente su accompagnamento di chitarra che affrontava in modo semplice e diretto le tematiche legate alla difficile vita quotidiana del nero in America.
Il jazz ha il suo grande sviluppo all'inizio del XX secolo a New Orleans in Louisiana. Il suo massimo esponente diviene Louis Armstrong.
La musica di New Orleans raccolse per la prima volta l’interesse del vasto pubblico americano dopo che nel 1917 un gruppo di eccentrici musicisti bianchi (l’Original Dixieland jazz band) registrò quello che è considerato il primo disco jazz.
Per il pubblico nero il jazz rappresentava ormai la principale musica di intrattenimento e per soddisfare questa richiesta le compagnie discografiche della città iniziarono ad attingere al ricco bacino di musicisti afroamericani.
Con la crescente diffusione del jazz i musicisti affinarono sempre di più la capacità di improvvisare nuove melodie a partire da un tema di riferimento. Tra loro, un giovane trombettista di New Orleans di nome Louis Armstrong si distinse subito come una personalità musicale d’eccezione. Grazie alla padronanza dello strumento e alle idee ritmiche innovative, Armstrong diventò ben presto un punto di riferimento per tutti i jazzisti. Il suono della sua tromba e il suo modo di improvvisare erano immediatamente riconoscibili e conferivano un vigore ritmico – uno swing – fino ad allora sconosciuto. Il percorso di Armstrong segnò una svolta nell’idea stessa di jazz: nacque l’esibizione del musicista solista che propone nuove invenzioni melodiche sostenuto dall’accompagnamento del resto della band.
LOUIS ARMSTRONG
Louis Daniel Armstrong noto anche con il soprannome di Satchmo nacque a New Orelans il 4 agosto 1901 e morì il 6 luglio 1971 a New York. È stato un trombettista e cantante statunitense. Armstrong è stato probabilmente il più famoso musicista jazz del XX secolo. Carismatico e innovativo, al suo talento ed alla sua luminosa personalità si deve molta della popolarità del jazz, che esce dai confini della sua regione d'origine per diventare un genere musicale amato in tutto il mondo. Armstrong raggiunse la fama inizialmente come trombettista, ma fu anche uno dei più importanti cantanti jazz, soprattutto verso la fine della sua carriera.
EDUCAZIONE FISICA
IL GIOCO DEL CALCIO
Il calcio è uno sport, praticato da due squadre di 11 giocatori, con un pallone sferico all’interno di un campo di gioco rettangolare con due porte.
Regolamento
Il gioco è regolamentato da una serie di norme codificate e il suo obiettivo è quello di segnare più punti (detti gol o reti) alla squadra avversaria. Una partita si svolge in due tempi di 45 minuti ciascuno, con una pausa di 15. Risulta vincitrice la squadra che, alla fine dei 90 minuti, realizza più reti; in caso di parità, sono previsti due tempi supplementari di 15 minuti e se ancora nessuna delle due squadre è riuscita a prevalere, la vittoria viene assegnata dopo una serie di calci di rigore.
I giocatori
I calciatori, all’interno del campo, hanno ruoli differenti. Ci sono:
il portiere che è il solo a cui è consentito toccare il pallone con le mani al fine di parare nella propria area di rigore;
i difensori che si dividono in difensori centrali, in terzini destro e sinistro;
i centrocampisti cioè mediani, mezzali, esterni di fascia;
gli attaccanti che agiscono in funzione offensiva e hanno l’incarico di segnare i goal.
Arbitraggio
Gli incontri sono diretti da un arbitro, le cui decisioni dell’applicazione delle regole del gioco sono inappellabili e che si avvale della collaborazione di due guardialinee e di un assistente a bordo campo (il quarto uomo), con compiti prevalentemente di controllo del corretto comportamento dei componenti della squadra a bordo campo e sulle panchine.
Le tecniche di gioco
Gli elementi tecnici fondamentali del calcio sono:
il passaggio che serve a far circolare la palla tra giocatori della stessa squadra
il tiro in porta è il gesto tecnico fondamentale per segnare un goal
il dribbling è l’azione con la quale il giocatore si libera del diretto avversario che lo contrasta
il colpo di testa
lo stop
la parata, per il portiere.
Aspetto storico
La diffusione del calcio in Italia, risale alla fine del XIX secolo ed è dovuta all’esperienza di alcuni appassionati che conobbero tale sport in Inghilterra, Paese in cui si era sviluppato il football.
Alcuni club italiani nacquero tra la fine dell’800 e gli inizi del 900. La più antica società che praticò il calcio fu il Genoa nel 1893. Nel 1910 si decise di costituire una squadra nazionale italiana per opera del Presidente della FIGC: Luigi Bosisio.
Ma la grandezza del calcio si manifestò in particolar modo negli anni venti e negli anni trenta quando il paese era sotto la dittatura fascista, che pensò di inquadrare secondo i suoi schemi anche il mondo del pallone. Per questo motivo quindi venne creata la serie A italiana di calcio proprio con l’intento di dare un ordine al calcio italiano.
Nel 1922 venne istituita “La Coppa Italia” (ufficialmente chiamata TIM CUP per ragioni di sponsorizzazione), ossia, la coppa nazionale calcistica italiana sotto la giurisdizione della FIGC. Attualmente, la squadra vincitrice della Coppa Italia, oltre a sfoggiare sulle proprie divise una coccarda tricolore, ottiene la qualificazione alla fase a gironi della UEFA Europa League. Il primato di coppe vinte appartiene alla Juventus e alla Roma che attualmente sono a quota 9.
Nel 1930, si diede vita al campionato mondiale di calcio, (in inglese FIFA Word Cup) che è il massimo torneo calcistico per squadre nazionali maschili Esso, nacque da un’idea del dirigente francese Jules Rimet; si disputa ogni 4 anni e la sua organizzazione viene curata dalla FIFA.
Il primo mondiale si disputò in Uruguay, nello stadio del Centenario di Montevideo e fu vinto dai padroni di casa. Nel 1934, fu l’Italia ad ospitare i mondiali che furono vinti dalla squadra italiana che riuscì a battere la Cecoslovacchia per 2-1 ai supplementari tra molte critiche perché si accusò Mussolini di aver influenzato le scelte arbitrali.
Ad oggi, i mondiali vinti dall’Itali sono 4 (1934, 1938, 1982, 2006), alla quale si aggiungono un oro olimpico nel 1936 e 2 coppe intercontinentali conquistati prima della creazione dei campionati mondiali di calcio.
L’attuale squadra detentrice del titolo di campione del mondo è la Germania che ha vinto i mondiali del 2014.
La giornata mondiale del calcio viene celebrata il 4 maggio di ogni anno ed è stata istituita dalla Fifa.