Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • L'Italia del ventunesimo secolo è tra i principali Paesi industrializzati, con un ruolo significativo nell'Unione Europea e come meta di immigrati.
  • Persistono contraddizioni economiche, come il divario tra Nord e Sud, con il Sud che affronta alti tassi di disoccupazione e lavoro precario.
  • Il Nord-Est d'Italia mostra dinamismo economico, con un aumento della produzione industriale e della richiesta di manodopera.
  • Il Mezzogiorno sta gradualmente sviluppandosi, con un incremento delle esportazioni e maggiori investimenti industriali.
  • L'innovazione tecnologica è cruciale, con la necessità di investire in ricerca e nuovi settori economici per stimolare l'economia.

Indice

  1. Tema: Lo sviluppo economico in Italia
  2. Scaletta

Tema: Lo sviluppo economico in Italia

Idee per lo svolgimento del tema: L’Italia del ventunesimo secolo è uno degli otto Paesi più industrializzati del mondo, ricopre un ruolo di prima piano nell’ambito dell’Unione Europea, si è trasformata da Terra di emigranti a “meta” ambita da immigrati extracomunitari e non, che aspirano ad una sistemazione transitoria o definitiva nel nostro territorio nazionale.
Ma non sono poche le contraddizioni interne ancora esistenti: persiste il divario economico tra Nord e Sud dello Stivale; nonostante la diffusione del benessere materiale, il numero delle famiglie indigenti è ancora elevato; il tasso di disoccupazione non cessa a diminuire, in particolare nel nostro Mezzogiorno; lo sviluppo delle tecnologie informatiche ha creato nuova occupazione, ma tanti giovani, soprattutto nel Meridione, continuano a lavorare “a nero” oppure devono “accontentarsi” di un impiego precario od occasionale dopo aver conseguito il diploma e/o la laurea.

Scaletta

Ecco la scaletta:
  1. Il dinamismo economico del Nord-Est d’Italia: l’incremento della produzione industriale nel Trentino Alto Adige, nel Veneto, nell’Emilia Romagna e nel Friuli Venezia Giulia; la richiesta di manodopera italiana ed extracomunitaria; la crescita dei tassi di natalità.
  2. Il graduale sviluppo del nostro Mezzogiorno: l’aumento delle esportazioni; la crescita della produzione media; maggiori investimenti industriali.
  3. Il ritardo di alcune regioni meridionali: il lento decollo economico della Campania, della Calabria e della Basilicata; le difficoltà delle piccole e medie imprese.
  4. I fondi dell’U.E. per il Sud dell’Italia: lo stanziamento di 4.500 miliardi per le aree depresse; i finanziamenti destinati ai Beni culturali.
  5. La necessità d’investire nelle nuove tecnologie: l’importanza della ricerca e dell’innovazione tecnologica; i nuovi settori di punta dell’economia.
  6. I progetti per i giovani: i fondi europei sull’imprenditoria giovanile; il “prestito d’onere”; le borse di studio all’estero; i corsi di formazione professionale nel campo dell’informatica.

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