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Concetti Chiave

  • La povertà colpisce maggiormente donne, anziani e persone senza titolo di studio, con la prolificità come ulteriore fattore di rischio.
  • Nonostante i progressi, la parità di trattamento tra sessi non è ancora raggiunta, con poche donne in posizioni di vertice.
  • Supportare le donne lavoratrici con provvedimenti specifici potrebbe ridurre la povertà tra le madri.
  • Le persone senza titolo di studio sono a rischio povertà, spesso per mancanza di possibilità economiche per proseguire gli studi.
  • Investire nell'istruzione e nel supporto alle fasce deboli può arricchire sia la popolazione che lo Stato.
TEMA: ARTICOLO DI GIORNALE

PAROLA D’ORDINE: INVESTIRE

Oggi è più facile essere poveri se si è donne, anziani, o senza titolo di studio, ma, secondo Fossati e Levis, un ulteriore fattore di indigenza è la prolificità’. Bisognerebbe ringraziare questi due signori per la brillante conclusione a cui sono giunti: avere uan famiglia numerosa non facilita i conti di casa! Siamo tutti bravi ad emettere sentenze, ma perché, una volta tanto, non proviamo a interrogarci sulle cause? E già che ci siamo pensiamo anche a come risolvere questi problemi che da tempo affliggono il nostro Paese.
Oggi si sente spesso parlare di diritti delle donne lavoratrici e di quanto si sia faticato per arrivare ad avere un'uguarglianza di trattamento.

Sicuramente la situazione è migliorata molto negli ultimi anni, ma non si può però credere alla storiella che i giornali raccontano secondo la quale vi è parità effettuva e raggiunta di diritti tra i sessi. Altrimenti come si spiegherebbe il fatto che le più alte cariche in ogni settore siano rappresentata quasi esclusivamente da uomini? Forse un modo per diminuire la povertà tra le donne sarebbe aiutarle a svolgere i loro ruoli di madri e lavoratrici, magari con specifici provvedimenti e contributi per mantenere i figli.
Un’altra categoria fortemente a rischio povertà è costituita da coloro che non hanno titolo di studio. Ma perché queste persone hanno solo un'istruzione di base? Forse si dovrebbe iniziare a riflettere da qui. Le opzioni sono due: non hanno uto avvoglia di studiare o non hanno potuto permettersi di studiare. Sulla prima categoria non vale la pena dei soffermarsi. Magari la seconda potrebbe essere invece incentivata tramite la diminuzioen dei costi dell'istruzione. Detto così sembra che lo Stato debba elargire contributi e aiutare il popolo gratuitamente, ma in realtà se lo Stato aiuta la popolazione ad arricchirsi anche lo Stato si arricchisce. In parole povere lo Stato dovrebbe investire sui propri cittadini, soprattutto sulle fasce più deboli e a rischio.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i fattori principali che contribuiscono alla povertà secondo l'articolo?
  2. Secondo l'articolo, i fattori principali che contribuiscono alla povertà includono essere donne, anziani, o senza titolo di studio, e la prolificità, ovvero avere una famiglia numerosa.

  3. Qual è la situazione attuale dei diritti delle donne lavoratrici secondo l'articolo?
  4. L'articolo afferma che, nonostante i progressi, non vi è ancora una parità effettiva di diritti tra i sessi, poiché le posizioni di potere sono ancora prevalentemente occupate da uomini.

  5. Quali soluzioni propone l'articolo per ridurre la povertà tra le fasce più deboli?
  6. L'articolo suggerisce di investire sui cittadini, specialmente sulle fasce più deboli, attraverso provvedimenti specifici come contributi per le madri lavoratrici e la riduzione dei costi dell'istruzione.

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