Concetti Chiave
- Le aziende moderne diventano "mecenati del 2000" investendo nella conservazione di beni culturali e storici.
- Il mecenatismo contemporaneo si concentra su progetti duraturi piuttosto che su eventi temporanei, per un maggiore impatto comunicativo.
- Gli investimenti privati nella cultura generano un ritorno di immagine e pubblicità indiretta per le aziende sponsor.
- I privati possono aggirare le lentezze burocratiche, garantendo che i lavori di restauro vengano completati nei tempi previsti.
- Si assiste a una crescente collaborazione tra industria e cultura, segno di un "amore" rinato tra i due settori.
Mecenati del 2000
Si chiamano “mecenati del 2000” e raramente hanno un nome proprio. Sono aziende, banche, casse di risparmio, enti di ogni ordine e grandezza. Sempre più spesso mettono mano al portafoglio per risanare bellezze e territori minacciati dal tempo e dall’incuria. Si occupano di chiese abbandonate, di musei troppo angusti, di dipinti che chiedono restauri, di edifici pubblici.
La società-spettacolo e il mecenatismo
La società-spettacolo lo esige: non serve più sponsorizzare eventi momentanei anche se di grande valore culturale. Adesso per riuscire a ricavarsi almeno un piccolo spazio nel pianeta delle comunicazioni, bisogna puntare ad opere più durature. Far rivivere ad esempio i segni della storia, i monumenti che rischiano la condanna a morte. I privati spendono decine di miliardi ogni anno per la salvaguardia dei beni culturali. Ma a che cosa si deve quest’ondata di “mecenatismo” in chiave moderna, questa corsa apparentemente gratuita alla conservazione disinteressata di capolavori che rimangono di patrimonio comune? Che cosa ci si guadagna? E perché ancora questa corsa sembra fermarsi a Roma?
Il guadagno d'immagine
Il vero guadagno è in termini d’immagine: c’è un grande ritorno di pubblicità indiretta. Le opere d’arte rimangono impresse nelle menti delle persone.
Inoltre i privati hanno una facilità di manovra molto ampia, potendo pretendere che i lavori siano eseguiti nei tempi previsti, liberi dalle lentezze burocratiche.
Alla vigilia della fine del secolo sembra quindi che tra industria e cultura sia nato un amore.