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Concetti Chiave

  • Il modulo è un'unità di misura fondamentale nel design di edifici e corpi, usato per proporzionare gli elementi di una composizione.
  • In architettura greca, il diametro della colonna è un esempio di modulo, determinando le dimensioni delle altre parti del tempio.
  • Il modulo può essere un segno, una forma geometrica o un elemento che si ripete, creando motivi decorativi all'interno di uno spazio definito.
  • Durante l'epoca ellenistica, i moduli architettonici divennero più piccoli, riflettendo un'evoluzione nel design e nella proporzione.
  • Il concetto di modulo ha influenzato anche l'edilizia prefabbricata e il design industriale, permettendo flessibilità e adattamento a diverse esigenze.
IL MODULO
È l’unità di misura che regola la costruzione di un edificio o di un corpo umano, desunta a guida da una “costante” o “massimo comune divisore” da un piccolo elemento dell’edificio o del corpo. Nell’edificio si usa il diametro della colonna, o il triglifo (=gruppo di tre scanalature verticali che si ripete a intervalli regolari nel fregio dell’ordine dorico); nelle navi l’interscalmio (=lo spazio tra due scalmi, cioè tra due coste consecutive); nel corpo umano l’avambraccio, o il piede, o il palmo, o il dito.
In origine pertanto il modulo, che noi nell’uso comune chiamiamo imprecisamente anche CANONE (regola) fu modulo-membro; è un modulo-membro che adoperò appunto, alla metà del V secolo a.c.
Policleto ne suo dorifero.
Nei secoli seguenti però, per comodità creativa, tanto degli architetti, come degli scultori, il modulo-membro divenne un modulo-numero; una quantità lineare, cioè staccata dall’edificio e dal corpo umano. Si danno anche casi di due o più moduli in uno stesso edificio (tempio di Apollo a Delo).
In genere durante l’epoca ellenistica il modulo tende continuamente a diventare più piccolo; il corpo umano da sei moduli in epoca arcaica (=sei teste) arriva ad essere concepito come insieme di 210 moduli (propriamente: 21 moduli ciascuno di 10 parti; Schlikker)

Il modulo: gli elementi che si succedono a intervalli regolari nelle composizioni ritmiche sono detti moduli.
Sono moduli dunque un segno, un andamento lineare, una forma geometrica o una forma libera, che si ripetono all’interno di uno spazio determinato, mantenendo inalterate le loro dimensioni.
La parola MODULO è usata anche per indicare l’unità di misura alla quale sono rapportate le misure di tutti gli elementi di una composizione. Per esempio, nell’architettura greca, il modulo era la misura del raggio della colonna del tempio. Infatti il raggio della colonna del tempio era assunto dagli architetti greci come l’unità di grandezza alla quale erano riferite le dimensioni di tutte le altre parti del tempio.
La ripetizione di un modulo – si tratti di un segno semplicissimo o di una forma complessa – da luogo a motivi decorativi.

Il modulo: dal latino MODUS “misura”
In genere misura, forma, esemplare, elemento fisso, che si assume come modello a cui attenersi, o come elemento fondamentale secondo il quale determinare o proporzionare le misure di un insieme; unità elementare costitutiva di un insieme detto appunto modulare, formato dalla replica di quell’unità secondo date regole di simmetria e di scansione.
In pratica: elemento o principio sul quale si basano le caratteristiche compositive di un’opera d’arte, e in special modo per l’architettura, i rapporti e il proporzionamento fra le varie parti. Analogamente, nell’edilizia prefabbricata, nell’arredamento e nel disegno industriale, ciascuno degli elementi omogenei (strutture, forme, volumi) con caratteristiche costruttive comuni, di dimensioni uguali o multiple, vengono progettati per essere accostati con grande varietà e libertà allo scopo di essere adattati alle più diverse esigenze.

Architettura: il modulo è la misura convenzionale che stabilisce il rapporto fra le varie parti di un edificio e una unità di base di misura. Nell’architettura greca l’unità base è il diametro della colonna nella sua parte più bassa (imoscapo); da tale unità discendono, per moltiplicazione o per divisione, le misure di tutte le parti dell’edificio. In tal modo nell’architettura greca diventa problema fondamentale l’invarianza del modulo.
Accanto al modulo spaziale, con l’introduzione di elementi prodotti in serie secondo dimensioni unificate quale, per esempio, il mattone cotto, si viene a definire un nuovo tipo di modulo di carattere costruttivo, che riflette le proprietà del materiale, le esigenze di produzione, di trasporto e di montaggio.
La teoria del modulo fu elaborata specialmente dai trattatisti del rinascimento. Il modulo fu nelle loro opere teoriche diviso in sottomultipli, indicati con vari nomi, mediante i quali le dimensioni e le forme di ogni membro risultavano prestabilite sulla base di rapporti aritmetici costanti.
Rapporti modulari geometrici basati soprattutto sulla simmetrie e la corrispondenza di figure geometriche simili e similmente disposte, si riscontrano pure in vari edifici della stessa epoca, sia nella distribuzione delle masse e dei volumi, sia nel tracciato delle singole parti.
I valori oggi stabiliti per il modulo base e per i suoi multipli (multimoduli) e sottomultipli (sottomoduli) riflettono esigenze di praticità d’uso, in sede di progettazione e realizzazione, e lasciano spazio al progettista di definire mediante opportune combinazioni delle serie modulari disponibili, i prescelti moduli spaziali.

Domande da interrogazione

  1. Che cos'è il modulo e qual è la sua origine?
  2. Il modulo è un'unità di misura utilizzata per regolare la costruzione di edifici o corpi umani, derivata da un elemento costante o massimo comune divisore. Originariamente, era un modulo-membro, come usato da Policleto nel V secolo a.C., ma successivamente è diventato un modulo-numero per comodità creativa.

  3. Come viene applicato il concetto di modulo nell'architettura greca?
  4. Nell'architettura greca, il modulo è la misura convenzionale che stabilisce il rapporto tra le varie parti di un edificio, con l'unità base rappresentata dal diametro della colonna nella sua parte più bassa. Da questa unità derivano, per moltiplicazione o divisione, le misure di tutte le parti dell'edificio.

  5. Qual è l'importanza del modulo nell'epoca ellenistica?
  6. Durante l'epoca ellenistica, il modulo tende a diventare più piccolo, con il corpo umano che passa da sei moduli in epoca arcaica a essere concepito come un insieme di 210 moduli. Questo riflette un'evoluzione nella concezione delle proporzioni e delle misure.

  7. In che modo il modulo è utilizzato nell'edilizia prefabbricata e nel disegno industriale?
  8. Nell'edilizia prefabbricata e nel disegno industriale, il modulo è un elemento omogeneo con caratteristiche costruttive comuni, progettato per essere accostato con varietà e libertà, adattandosi a diverse esigenze. Riflette le proprietà del materiale e le esigenze di produzione, trasporto e montaggio.

  9. Come è stata elaborata la teoria del modulo durante il Rinascimento?
  10. Durante il Rinascimento, la teoria del modulo è stata elaborata dai trattatisti, che hanno diviso il modulo in sottomultipli con vari nomi. Questi sottomultipli stabilivano le dimensioni e le forme di ogni membro sulla base di rapporti aritmetici costanti, riscontrabili anche nella distribuzione delle masse e dei volumi degli edifici dell'epoca.

Domande e risposte