Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • Napoleone ristabilì la grande proprietà agricola, penalizzando la piccola proprietà coltivatrice e annullando molte assegnazioni ai contadini.
  • Ripristinò la tratta e la schiavitù dei negri per ricostituire un impero coloniale, nonostante l'uguaglianza civile proclamata.
  • La sua politica coloniale mirava a garantire prestigio e a sfruttare le opportunità economiche del commercio con le colonie.
  • Napoleone reintrodusse il "livret ouvrier", limitando i diritti operai e la loro libertà di movimento e di sciopero.
  • Il "livret ouvrier" fungeva da strumento di controllo sociale, legando gli operai ai datori di lavoro e persino imprigionandoli in caso di mancato possesso.

Indice

  1. Napoleone e la proprietà agricola
  2. Napoleone e la schiavitù
  3. La questione operaia sotto Napoleone

Napoleone e la proprietà agricola

Nei confronti dei problemi sociali, Napoleone mantenne un atteggiamento di chiusura totale.

Mentre la formazione della grande proprietà agricola fu favorita in tutti i modi e la proprietà fondiaria aristocratica ed ecclesiastica, distrutta dalla rivoluzione, fu ricostituita, al contrario, la piccola proprietà coltivatrice non solo non fu favorita, ma contrastata con la legge del 9 ventoso dell’anno XII della Rivoluzione, con cui molte assegnazioni regolarmente attribuite furono annullate, con motivazioni inconsistenti.

Fu un passo indietro perché la Rivoluzione aveva provveduto alla distribuzione a titolo gratuito e definitivo ai contadini più poveri dei beni comunitari quali campi, boschi, lande o terreni incolti e tale iniziativa aveva anche attirato l’attenzione della monarchia.

Napoleone e la schiavitù

Inoltre, la Convenzione aveva abolito la tratta e la schiavitù dei negri; invece Napoleone, una volta arrivato al potere, le ristabilì entrambe, nonostante la tanto decantata uguaglianza civile di tutti gli individui. Egli intendeva ricostituire un impero coloniale in America, come garanzia di prestigio e soprattutto come opportunità economica, visto che nel 1789 un Francese su dieci viveva di commercio con le colonie. Come esempio, si può citare l’isola di Santo-Domingo che da sola rappresentava la metà della produzione mondiale di zucchero.

La questione operaia sotto Napoleone

Molto significativa è anche la posizione di Napoleone in merito alla questione operaia. La Rivoluzione aveva lasciato la classe operaia in una posizione di totale indifesa di fronte al padrone. Napoleone non fece nulla in proposito, anzi aggravò la situazione. Infatti, reintrodusse il “livret ouvrier” che la Rivoluzione aveva abolito; tale documento legava strettamente l’operaio al proprio padrone, gli negava il diritto di sciopero e di difesa oltre a toglierli ogni libertà di movimento. Lo scopo del “livret ouvrier” era di limitare la libera circolazione di un operaio sul territorio francese; pertanto si trattava di una sorta di passaporto, di un mezzo amministrativo di controllo sociale, che permetteva di controllare la maggior parte della popolazione. L’operaio che viaggiava senza tale documento era considerato un vagabondo e come tale veniva condannato e messo in prigione. All’inizio dell’assunzione in una fabbrica, egli consegnava il suo libretto al datore di lavoro il quale doveva registrarci l’inizio e la fine dell’ingaggio, specificando che esso lasciava il lavoro libero da ogni impegno. All’operaio era impossibile lasciare il posto di lavoro fintanto che il padrone non avesse firmato. In caso di lite, il padrone era creduto sulla parola, mentre l’operaio doveva fornire le prove di quanto sosteneva. Il libretto doveva poi essere convalidato da un’autorità, sindaco o polizia, e soltanto così l’uomo poteva lasciare la propria circoscrizione a condizione che fosse specificata anche la nuova destinazione. Senza il libretto, anche in caso di perdita, non era possibile essere assunto o lasciare l’ultimo domicilio. Dopo il crollo dell’Impero, il libretto restò obbligatorio ancora per molto tempo. Anche se Napoleone III pensò di sopprimerlo, in realtà fu abolito definitivamente soltanto nel 1890.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'atteggiamento di Napoleone nei confronti della piccola proprietà coltivatrice?
  2. Napoleone contrastò la piccola proprietà coltivatrice, annullando molte assegnazioni con la legge del 9 ventoso dell’anno XII, un passo indietro rispetto alla distribuzione gratuita ai contadini poveri promossa dalla Rivoluzione.

  3. Come si comportò Napoleone riguardo alla tratta e alla schiavitù dei negri?
  4. Napoleone ristabilì la tratta e la schiavitù dei negri, nonostante l'uguaglianza civile proclamata, per ricostituire un impero coloniale in America e sfruttare le opportunità economiche.

  5. Qual era la posizione di Napoleone sulla questione operaia?
  6. Napoleone aggravò la situazione della classe operaia reintroducendo il “livret ouvrier”, che limitava la libertà di movimento e negava il diritto di sciopero e di difesa agli operai.

  7. Qual era la funzione del “livret ouvrier” e quali erano le sue conseguenze per gli operai?
  8. Il “livret ouvrier” era un mezzo di controllo sociale che legava l'operaio al padrone, limitando la sua libertà di movimento e rendendo difficile cambiare lavoro senza il consenso del datore.

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