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Concetti Chiave

  • Elisabetta I utilizzò il parlamento principalmente come strumento per legittimare le sue decisioni, mantenendo però il controllo attraverso il suo consiglio privato.
  • Durante il suo regno, il parlamento inglese fu convocato 13 volte, riflettendo un uso abbastanza frequente ma sempre sotto il controllo reale.
  • L'idea della libertà di parola in parlamento era più teorica che pratica, con i membri spesso soggetti a censura o arresto per le loro affermazioni.
  • Il ruolo del parlamento era visto come potenzialmente onnipotente, ma nella realtà era limitato dalle prerogative del sovrano che evitava gli scontri diretti.
  • Elisabetta I non ebbe figli, e la sua morte segnò l'inizio della dinastia degli Stuart, chiudendo un'era di assolutismo temperato.

Indice

  1. Elisabetta e il parlamento
  2. Funzioni e poteri del parlamento
  3. Influenza e limiti del parlamento
  4. Il ruolo dello Speaker
  5. Assolutismo e successione

Elisabetta e il parlamento

Elisabetta I, sul trono dal 1558 al 1603. Ella, per esempio, utilizzerà nel 1509 il parlamento per un secondo atto di supremazia rivolto ai cattolici irlandesi. Nel periodo di reggenza di Elisabetta le relazioni tra monarca e parlamento non danno origine a grossi scontri. Infatti il terreno era stato preparato da Enrico, che aveva preferito la collaborazione e lo sfruttamento. Anche con Elisabetta, però, la convocazione delle camere è potestà del re, cioè solo quando è voluta. Il parlamento non è quindi un’istituzione con cui il confronto è necessario e inevitabile. Le stesse camere non possiedono il diritto di essere convocate, e il re piuttosto preferiva rivolgersi al suo consiglio privato. Nel periodo elisabettiano vengono convocate 13 volte, quindi abbastanza spesso.

Funzioni e poteri del parlamento

In parlamento si riteneva valesse il principio della libertà di parola, ma spesso accade che i parlamentari si trovassero a dover rispondere delle loro affermazioni, anche con l’arresto. In ogni caso, si va diffondendo l’idea che le Camere si occupino di tanti ambiti, e che gli competino molte funzioni e poteri. Per esempio: abolire le leggi vecchie, farne di nuove, disporre per cose passate e future, modificare diritti e possedimenti di privati, istituire forme di religione, stabilire forme di successione alla Corona, chiarire i dubbi in caso di assenza di legge, concede sussidi, tasse, imposte, amnistie e indulti, fungere da corte suprema. Si profila la teoria seconda la quale il parlamento inglese è onnipotente. Ma è solo un idea, non sarà mai un dato di fatto: piuttosto è un concorrente diretto nella pretesa di esercitare poteri politici concreti.

Influenza e limiti del parlamento

Un parlamento che non aveva periodicità, però, data l’influenza e il ceto dei suoi membri, ci si poteva aspettare che fosse comunque in grado di influenzare l’opinione pubblica. Il re, in ogni caso, poteva muoversi abbastanza liberamente: non c’è iniziativa legislativa, non si poteva scrivere l’ordine del giorno. Dunque, tutti i poteri che gli spettavano, altro non erano che il frutto delle proposte di discussione e leggi che venivano portate dal sovrano o uomini del suo consiglio privato. Però Elisabetta non sarà mai abile a sfruttare il Parlamento a suo uso come il padre, quindi si limiterà a evitare lo scontro.

Il ruolo dello Speaker

Esiste (dal ‘300) nel parlamento un portavoce, cioè lo Speaker, che è una sorta di Presidente della Camera di appartenenza, di nomina regia. Quindi altro mezzo di interferenza del sovrano. Egli poteva, formalmente, prendere parola tutte le volte che desiderava, con liberà di opinione e espressione, in virtù del privilegio di cui è stato fatto oggetto da parte del re. Gli altri parlamentari godono nominalmente soltanto di libertà di parola. Si trattava di una sorta di immunità parlamentare, che era spesso inefficace.

Assolutismo e successione

Elisabetta sempre si rifiuta di discutere e sottoscrivere “bills” (proposte di legge) che riguardassero affari di stato, e aveva un’idea molto larga di questo concetto: anche le tasse, per esempio, che invece sarebbero state prerogativa del parlamento. Oppure di questioni come la successione.

Anche con Elisabetta c’è assolutismo: il Parlamento c’è, ma non può discutere di tutto, ed è solo l’esecutivo a poter portare proposte di legge. Libertà di parola che di fatto non era corrisposta da libertà d’azione.

Elisabetta non ebbe mai figli, quindi alla sua morte si ha l’alba della dinastia degli Stuart.

Domande da interrogazione

  1. Qual era il ruolo del parlamento durante il regno di Elisabetta I?
  2. Durante il regno di Elisabetta I, il parlamento non era un'istituzione con cui il confronto era necessario e inevitabile. La convocazione delle camere era potestà del re, e il parlamento veniva convocato solo quando voluto dal sovrano.

  3. Come veniva percepita la libertà di parola in parlamento sotto Elisabetta I?
  4. In parlamento si riteneva valesse il principio della libertà di parola, ma spesso i parlamentari dovevano rispondere delle loro affermazioni, anche con l'arresto.

  5. Quali erano le funzioni e i poteri del parlamento nel periodo elisabettiano?
  6. Il parlamento si occupava di abolire leggi vecchie, farne di nuove, modificare diritti e possedimenti di privati, istituire forme di religione, stabilire successioni alla Corona, e concedere sussidi, tasse, imposte, amnistie e indulti, tra le altre funzioni.

  7. In che modo Elisabetta I gestiva le proposte di legge riguardanti affari di stato?
  8. Elisabetta I si rifiutava di discutere e sottoscrivere proposte di legge che riguardassero affari di stato, come le tasse e la successione, che considerava prerogative del sovrano.

  9. Cosa accadde alla successione al trono dopo la morte di Elisabetta I?
  10. Dopo la morte di Elisabetta I, che non ebbe mai figli, iniziò la dinastia degli Stuart.

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