La guerra civile americana e l'abolizione della schiavitù

Periodo di pace e immigrazione

Dopo l'insurrezione del secolo XVIII e la guerra contro gli inglesi del 1812, gli Stati Uniti acecano fruito di un lungo periodo di pace. Gli immigrati che durante i due ultimi secoli hanno popolato l'America appartenevano alle infime classi sociali europee, gente robusta fisicamente ma culturalmente arretrata. La lotta per la vita in un paese quasi completamente selvaggio aveva contribuito a condurre questi uomini a uno stato di profonda barbarie.

Problema della schiavitù

La prima frattura si verificò per un problema schiettamente morale: il problema della schiavitù. Dal XVII secolo in poi erano stati deportati in America moltissimi negri, razziati o comprati sulla costa africana. Questi erano diventati milioni. Negli stati del Sud viveva ancora una spietato regime schiavista. Qui la principale risorsa economica era l'agricoltura, mentre nel Nord l'industria aveva già un peso enorme. Per gli stati del Nord l'abolizione della schiavitù si risolse in un vantaggio economico, non lo stesso per gli stati del Sud. E' quindi logico che all'annuncio dato da Abramo Lincoln di voler abolire la schiavitù, gli stati del sud si ribellassero.

Secessione e guerra civile

Carolina del Sud, Alabama, Florida, Mississipi, Luisiana, Georgia, Texas, Virginia e poi Arkansas e Tennessee proclamarono la seccessione, si staccarono dall'Unione e costituirono una loro Confederazione. Gli stati del nord presero le armi contro i seccessionisti e riuscirono a evitare che la divisione si attaccasse ad altri stati.

Sconfitta dei Confederati

Gli scontri si susseguirono per tutto il 1862, con prevalenza dei Confederati, i quali trovarono nel generale Lee un capo di prim'ordine. I Nordisti avevano il dominio del mare e questo fatto era tale da fermare ogni iniziativa sudista. Nonostante le vittorie di Lee i Confederati lentamente abbandonarono le loro posizioni nel Kentucky e oltre il Potomac, sotto la pressione delle truppe nordiste guidate da Grant. Battuti presso Chattanooga, dopo una disperata offensiva che minaccio la stessa Washington, i Sudisti si arroccarono nella Virginia. La marina nordista poco a poco chiudeva il blocco attorno ai porti confederati. La decisione del Congresso di liberare gli schiavi delle regioni occupate permise agli eserciti nordisti di arricchirsi di nuovi negri affrancati, che combattevano contro i loro ex padroni. Nell'aprile del 1865 Lee subì la definitiva sconfitta a opera del geneerale Sheridan. Pochi giorni dopo avvenne la resa dei Confederati, che accettarono l'abolizione della schiavitù. Il 14 aprile 1865 un fanatico patriota del Sud uccise a revolverate il Presidente Lincoln, che aveva voluto liberare gli Stati Uniti dall'orrenda macchia dello schiavismo.