Concetti Chiave
- Luigi XIV affronta la questione dei rapporti con Roma, focalizzandosi sulla Chiesa gallicana e le sue prerogative storiche.
- Il gallicanesimo sottolinea l'autonomia della Chiesa francese rispetto all'autorità papale, promuovendo un'identità ecclesiastica nazionale.
- Le dispute riguardano la nomina dei vescovi e la giurisdizione ecclesiastica, tradizionalmente regolate da concordati tra il Papa e il re di Francia.
- Luigi XIV sostiene le posizioni gallicane, cercando di limitare l'influenza papale sulle questioni interne francesi, malgrado la Francia sia cattolica.
- Un punto di contesa persistente è l'approvazione reale necessaria per l'applicazione delle disposizioni papali in Francia e altri paesi europei.
Politica religiosa di Luigi XIV
L’altro fronte che Luigi XIV intende affrontare nell'ambito della politica religiosa è quello dei rapporti con Roma. La Chiesa francese, chiamata “gallicana”, godeva di alcune prerogative: in base ai concordati tra il Papa e il re di Francia che erano intercorsi nei secoli precedenti, in particolar modo nel ‘500, la nomina dei vescovi doveva essere ratificata dal re, i benefici maggiori delle chiese di Francia (grandi abbazie che possedevano molte terre) venivano assegnati dal re agli ecclesiastici. Un altro aspetto ancora era quello giurisdizionale: gli ecclesiastici andavano giudicati solo dai tribunali ecclesiastici o talvolta anche dai tribunali del re? Queste materie erano state finora regolamentate dai concordati. Sull'interpretazione degli stessi, tuttavia, permaneva un contenzioso permanente.
Gallicanesimo e autonomia ecclesiastica
Il gallicanesimo è quella corrente di pensiero che sottolinea le autonomie della Chiesa gallicana rispetto all'autorità del pontefice.
Nel corso del ‘600, Luigi XIV sostiene le posizioni gallicane e cerca continuamente di limitare la sfera d’intervento del potere papale, pur essendo la Francia un paese cattolico e pur poggiando il proprio potere sul cattolicesimo, nelle faccende interne francesi. I papi tentano continuamente di intervenire sulle scelte interne delle Chiese nazionali, e in particolar modo su quelle di Francia; uno dei grandi argomenti del contendere nasce dal fatto che tutte le disposizioni papali, i motu propri, diventavano operativi sia in Francia che in altri Paesi europei solo con l’approvazione del re. Quali fossero i decreti che necessitassero dell’approvazione del re perché non erano prettamente religiosi e quali quelli che potevano essere applicati dal clero in automatico, perché riguardavano solo la dottrina interna della Chiesa, era un continuo motivo di contendere.