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Concetti Chiave

  • Il tempo era considerato un'espressione divina e qualitativa, non misurabile, secondo Sant'Agostino.
  • Il tempo, creato da Dio, era visto come più vicino alla divinità rispetto al denaro, costruzione umana.
  • La nobiltà medievale disprezzava il denaro, preferendo beni e proprietà come simboli di prestigio.
  • Il denaro era visto come diabolico e tentatore, in contrasto con i valori morali dettati dalla Chiesa.
  • La Chiesa dominava il concetto di tempo, scandendo la vita quotidiana con rintocchi di campane.

Indice

  1. Il tempo nella gerarchia medievale
  2. La dimensione divina del tempo
  3. Il denaro e la sua percezione

Il tempo nella gerarchia medievale

L'affermazione ”Il tempo è denaro” risulterebbe inammissibile in quanto paragona due idee che nella gerarchia valoriale medievale sono situate pressoché agli antipodi. In primo luogo il tempo, e tutto ciò che si colloca in esso, era espressione di un preciso e prossimo progetto divino. Come sostiene il padre della Chiesa Agostino (IV sec.

d. C.), esso non è una dimensione tangibile o misurabile quanto qualitativa, arrivando ad essere distenio animae, poiché l’anima dell’uomo si distende attraverso le sue tre dimensioni: passato, presente e futuro. Quest’ultimo conserva un’unica certezza, ossia la fine del mondo e il Giudizio Universale, massima realizzazione della volontà di Dio, in virtù del quale viene reinterpretata la storia intera.

La dimensione divina del tempo

Il tempo è, inoltre, la dimensione delle cose create, a sua volta generato e infuso da Dio al momento stesso della creazione, per cui, al contrario del denaro, costruzione interamente umana, si potrebbe platonicamente dire che è più prossimo alla divinità.

Il denaro e la sua percezione

In quest’ottica il denaro era perciò misero e disprezzabile: la nobiltà per lungo tempo si è basata sui beni e sulle proprietà, guardandosi bene dal maneggiare direttamente le monete che risiedevano nelle proprie casse e facendolo, invece, toccare ai propri subalterni. Ricchezza era perciò sinonimo di prestigio e non di possesso di contante, interpretato dalla religione come subdolamente diabolico e fonte di tentazione. Questa avversione per la moneta è rinvenibile in alcuni passi delle Sacre Scritture e in particolare del Vangelo (la povertà ideale è, per l’appunto, incarnata da Cristo); era infatti la Chiesa nel Medioevo a dettare i valori e la morale, oltre che a scandire il tempo stesso con i rintocchi delle campane delle sue parrocchie: giorni di riposo e di lavoro, momenti di preghiera e pentimento, periodi di festa e celebrazione…

Domande da interrogazione

  1. Qual era la percezione del tempo nella gerarchia medievale?
  2. Nella gerarchia medievale, il tempo era visto come un'espressione di un progetto divino, non tangibile o misurabile, ma qualitativo, legato al passato, presente e futuro, con la certezza del Giudizio Universale.

  3. Come veniva percepito il denaro nel contesto medievale?
  4. Il denaro era considerato misero e disprezzabile, associato a tentazioni diaboliche, mentre la ricchezza era vista come sinonimo di prestigio basato su beni e proprietà, non sul possesso di contante.

  5. Qual era il ruolo della Chiesa nel determinare i valori e la percezione del tempo nel Medioevo?
  6. La Chiesa dettava i valori e la morale, scandendo il tempo con i rintocchi delle campane, definendo giorni di riposo, lavoro, preghiera, pentimento, festa e celebrazione, influenzando così la percezione del tempo.

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