Concetti Chiave
- La rivoluzione industriale attirò molti contadini nelle città, trasformandoli in operai nelle fabbriche.
- Le città non erano preparate per accogliere l'afflusso di persone, portando alla formazione di sobborghi malsani.
- Mancavano leggi protettive per i lavoratori, permettendo ai datori di lavoro di stabilire arbitrariamente condizioni di lavoro.
- Gli operai lavoravano spesso tra le 12 e le 16 ore al giorno, inclusi donne e bambini.
- Le masse di lavoratori iniziarono a organizzarsi sindacalmente e politicamente per migliorare le loro condizioni di vita e lavoro.
Indice
L'impatto della rivoluzione industriale
La rivoluzione industriale ebbe degli aspetti anche drammatici. La produzione nelle industrie (e la possibilità di guadagnare salari fissi lavorando nelle fabbriche) attirò nelle città dove sorgevano gli stabilimenti, grandi masse di contadini i quali si trasformarono in operai.
Condizioni di vita e lavoro
Le città non erano sufficienti ad accogliere tutte queste persone, le quali si concentrarono così alla periferia, in sobborghi malsani, in catapecchie da poco prezzo. Mancavano, inoltre, leggi protettive dei lavoratori e i padroni delle aziende o delle miniere fissavano a loro arbitrio condizioni di lavoro, orari e salari. In genere l'orario lavorativo andava dalle 12 alle 16 ore al giorno e spesso lavoravano donne e bambini.
Lotta per la dignità e libertà
A lungo andare queste masse di lavoratori sfruttati ed oppressi cominciarono ad avanzare le loro richieste di più umane condizioni di vita e di lavoro, cominciarono ad organizzarsi sindacalmente e politicamente, rivendicando il loro diritto alia dignità e alla libertà.
In pratica questa nuova classe sociale intendeva portare a compimento le premesse dalle quali era nata la rivoluzione francese e che poi la borghesia non aveva realizzato in pieno.
Nel XIX secolo abbiamo dunque un nuovo movimento di lotta per la libertà, che è quello promosso dalle classi lavoratrici.