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Concetti Chiave

  • Il Veneto fu annesso al Regno d'Italia nel 1866, durante la terza guerra d'indipendenza contro l'Austria.
  • Cavour sostenne che l'unità d'Italia sarebbe stata incompleta senza Roma come capitale, proponendo la separazione tra Stato e Chiesa.
  • La guerra franco-prussiana permise all'Italia di conquistare Roma nel 1870, segnando la fine del potere temporale del papato.
  • Nel 1871, la legge delle guarentigie regolò i rapporti tra Regno d'Italia e Santa Sede, ma fu rifiutata da Pio IX.
  • Il "non expedit" del 1874 vietò ai cattolici italiani di partecipare alla vita politica, un divieto revocato gradualmente nell'età giolittiana.

Indice

  1. Annessione del Veneto e questione romana
  2. Cavour e la formula "libera chiesa in libero stato"
  3. Trattative con Pio IX e Napoleone III
  4. Il sillabo di Pio IX e la laicità dello Stato
  5. Fine del potere temporale del papato
  6. Legge delle guarentigie e reazioni papali
  7. Non expedit e rientro dei cattolici nella politica

Annessione del Veneto e questione romana

Il Veneto era stato annesso nel 1866 con la partecipazione del Regno D’Italia alla guerra austro-prussiana (terza guerra d'indipendenza). Restava il problema dell’annessione dei territori dello Stato della chiesa, nota come “questione romana”.

Cavour e la formula "libera chiesa in libero stato"

Cavour aveva affermato che senza Roma capitale l’unione d’Italia non sarebbe mai stata completa; con la formula “libera chiesa in libero stato” aveva proposto un nuovo rapporto fra Stato e Chiesa in base al quale quest’ultima, rinunciando al potere temporale, avrebbe svolto meglio la funzione spirituale.

Trattative con Pio IX e Napoleone III

Tutte le trattative con Pio IX per una soluzione pacifica furono vane. Il Pontefice, inoltre, trovava in Napoleone III un difensore degli interessi papali, tanto da mantenere le proprio truppe a difesa dello Stato pontificio. Il governo cercò allora di accordarsi con Napoleone III, che restava il vero ostacolo per una conquista militare: la Francia si impegnava a ritirare, entro due anni, le proprie truppe da Roma e l’Italia a non attaccare lo Stato pontificio, e si impegnava a trasferire la capitale da Torino a Firenze.

Il sillabo di Pio IX e la laicità dello Stato

Nel 1864, Papa Pio IX emanò il sillabo, in cui si condannavo tutti gli “ismi” e altre proposizioni che la Chiesa considerava come incompatibili con la dottrina cristiana, ad esempio la tesi che “in questa nostra età non conviene più che la religione cattolica si ritenga come l’unica religione di stato”. Fra quelli che erano definiti errori figuravano la libertà di culto e di manifestare pubblicamente qualunque opinione. Si trattava di una rottura radicale con i principi fondatori del nuovo stato, primo tra tutti la laicità.

Fine del potere temporale del papato

La guerra franco-prussiana segnò la fine del potere temporale del papato.

Il governo italiano infatti, libero dal timore di un intervento francese (dato che erano impegnati nella guerra contro la Prussia), ordinò alle sue truppe di impadronirsi di Roma. Garibaldi, seguito da un reggimento di bersaglieri, dopo essersi aperto a cannonate un varco a porta Pia, entrò nella futura capitale d’Italia.

Legge delle guarentigie e reazioni papali

Nel 1871 il governo italiano approvò la legge delle guarentigie, che regolò il rapporto tra Regno d'Italia e Santa Sede fino al 1929, quando furono stipulati i patti lateranensi.

Garantiva al Pontefice l’inviolabilità della persona, onori sovrani, il diritto di avere al proprio servizio guardie armate a difesa dei palazzi, esentati dalle leggi italiane. Inoltre erano garantiti contributi in denaro, al clero veniva riconosciuta libertà di riunione illimitata e i vescovi erano esenti dal giuramento al re. Pio IX dichiarandolo inaccettabile, emanò l’enciclica “ubi nos” ribadendo che il potere spirituale non poteva essere disgiunto da quello temporale. Lo Stato rispose, sollecitato dall'anticlericalismo della sinistra, sopprimendo le facoltà di teologia dalle università italiane.

Non expedit e rientro dei cattolici nella politica

I rapporti peggiorarono fino al “non expedit” del 1874. Dichiara inammissibile per i cattolici italiani partecipare alle elezioni politiche del Regno d’Italia e alla vita politica in generale.

Soltanto nell’età giolittiana il divieto verrà progressivamente eliminato, fino al rientro dei cattolici nella vita politica grazie al patto Gentiloni del 1913.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il ruolo di Cavour nella questione romana?
  2. Cavour ha proposto un nuovo rapporto tra Stato e Chiesa con la formula "libera chiesa in libero stato", suggerendo che la Chiesa, rinunciando al potere temporale, avrebbe potuto svolgere meglio la sua funzione spirituale.

  3. Come ha reagito Papa Pio IX alle proposte di Cavour e del governo italiano?
  4. Papa Pio IX ha rifiutato le proposte, emanando il sillabo che condannava vari "ismi" e principi come la libertà di culto, in contrasto con i fondamenti del nuovo stato italiano.

  5. Quali furono le conseguenze della guerra franco-prussiana per il potere temporale del papato?
  6. La guerra franco-prussiana ha permesso al governo italiano di impadronirsi di Roma, segnando la fine del potere temporale del papato, poiché la Francia non poteva più intervenire a difesa dello Stato pontificio.

  7. Cosa prevedeva la legge delle guarentigie del 1871 e come fu accolta dal Papa?
  8. La legge delle guarentigie garantiva al Papa inviolabilità, onori sovrani e contributi in denaro, ma Pio IX la dichiarò inaccettabile, ribadendo l'indissolubilità del potere spirituale e temporale.

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