Concetti Chiave
- Hitler formò rapidamente uno Stato dittatoriale, iniziando con la nomina a cancelliere e nuove elezioni per ottenere una maggioranza assoluta.
- L'incendio del Parlamento, probabilmente opera dei nazisti ma attribuito ai comunisti, fu usato come pretesto per reprimere duramente il partito comunista.
- Le libertà costituzionali furono abrogate, e una legge conferì a Hitler poteri legislativi per quattro anni, centralizzando il potere.
- Tutti i partiti di opposizione furono sciolti, compreso il partito cattolico, instaurando un sistema monopartitico con il nazismo al comando.
- I sindacati furono eliminati e sostituiti con il fronte del lavoro, un'organizzazione corporativa che privava gli operai di diritti sindacali.
Indice
Ascesa al potere di Hitler
In pochi mesi Hitler riuscì a formare uno Stato dittatoriale (dal 30 gennaio del 1933 fino l’estate).
Incendio del Parlamento e repressione
Dopo essere stato incaricato cancelliere, indisse nuove elezioni per avere una maggioranza assoluta. Queste elezioni furono precedute dall’incendio del Parlamento; l’incendio molto probabilmente fu appiccato dagli stessi nazisti per avere un pretesto, ma venne attribuito ai comunisti, come un tentativo rivoluzionario. Venne attribuito ai comunisti anche perché fu arrestato un comunista olandese che venne indicato come autore dell’incendio; magari lo era stato ma più probabilmente erano stati i nazisti. In ogni caso questo episodio oscuro fu lo spunto per la repressione durissima contro i comunisti considerati responsabili.
I dirigenti del partito furono incarcerati, il partito fu messo fuori legge sfruttando questo episodio oscuro. Quindi il primo partito a essere messo fuori legge fu quello comunista. Non solo, prima delle elezioni viene emanato un provvedimento ancora più duro dal punto di vista delle libertà costituzionali, ovvero furono abrogate tutte le libertà sancite dalla costituzione di Weimar, di unione, associazione, stampa.
Elezioni e consolidamento del potere
Le elezioni si risolsero con un successo di Hitler, che ottenne però una maggioranza relativa, non assoluta. Ebbe la maggioranza, ottenendo sia seggi per il partito nazista sia per la destra; a Hitler ciò non bastava, perché mirava a abolire il Parlamento e ciò si verificò, perché dopo le elezioni il Parlamento approvò una legge suicida che affidava tutto il potere a Hitler per quattro anni, quindi il legislativo fu concentrato nelle mani di Hitler che potette legiferare, modificare la costituzione.
Gli unici che votarono contro furono i comunisti (che ormai erano latitanti o incarcerati) e i social democratici. Hitler stava quindi accumulando pieni poteri.
Monopartitismo e centralizzazione
Nel giro di pochi mesi furono sciolti tutti i partiti di opposizione, non solo la Spd, ma anche i partiti di centro o più conservatori che in un primo momento avevano in qualche maniera favorito l’avvento del nazismo, ovvero il partito cattolico del centro. In Luglio fu approvata una legge che proclamava l’unico partito consentito in Germania, quello nazista: ecco il monopartitismo.
Già sei mesi dopo aver ottenuto legalmente la carica di cancelliere, il fuhrer diventò leader, sventrando il Parlamento.
La sinistra cessò di esistere, almeno sul piano politico, senza nemmeno riuscire a opporre resistenza. Era la fine anche dei Lander, dell’autonomia delle regioni storiche. Lo Stato nazista era quello in cui non c’era più lo Stato federale perché nelle varie regioni erano poste delle persone che dipendevano direttamente dal Governo, luogotenenti del Reich, non era più una Repubblica federale, ma uno Stato centralizzato.
Soppressione delle libertà sindacali
Inoltre furono sciolti i sindacati, in particolare di sinistra, e sostituiti dal fronte del lavoro, sostanzialmente un’organizzazione di tipo corporativo. Di fatto si creò il presupposto per la soppressione di ogni libertà sindacale, gli operai non avevano più alcun strumento per tutelare i propri diritti, perché in realtà questo fronte del lavoro era un organismo di partito.
Sulle fabbriche fu esercitato uno spietato controllo nei confronti dei possibili oppositori, perché le fabbriche erano la sede dell’elettorato operaio quindi social-democratico, comunista. Questo spietato controllo avveniva attraverso le cellule del partito nazista.
Domande da interrogazione
- Come Hitler riuscì a formare uno Stato dittatoriale in pochi mesi?
- Quale fu il ruolo dell'incendio del Parlamento nel consolidamento del potere di Hitler?
- In che modo Hitler ottenne il controllo legislativo?
- Cosa accadde ai partiti di opposizione e ai sindacati sotto il regime nazista?
- Quali furono le conseguenze per le autonomie regionali e il sistema federale in Germania?
Hitler formò uno Stato dittatoriale attraverso una serie di azioni strategiche, tra cui l'incendio del Parlamento, la repressione dei comunisti, l'abolizione delle libertà costituzionali e l'approvazione di una legge che gli conferiva pieni poteri.
L'incendio del Parlamento fu utilizzato come pretesto per una dura repressione contro i comunisti, permettendo a Hitler di mettere fuori legge il partito comunista e di limitare le libertà costituzionali.
Dopo le elezioni, il Parlamento approvò una legge che affidava tutto il potere a Hitler per quattro anni, permettendogli di legiferare e modificare la costituzione, concentrando il potere legislativo nelle sue mani.
Tutti i partiti di opposizione furono sciolti, e i sindacati, in particolare quelli di sinistra, furono sostituiti dal fronte del lavoro, un'organizzazione di tipo corporativo che sopprimeva ogni libertà sindacale.
Le autonomie regionali furono eliminate, e lo Stato nazista divenne centralizzato, con le regioni controllate da luogotenenti del Reich, ponendo fine alla Repubblica federale.