vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
America: il crollo del ‘29
Il presidente Wilson fu fondamentale per i Trattati di Versailles proponendo delle sanzioni più leggere per la Germania. Fu il creatore della società delle nazioni al fine di evitare altre guerre come quella appena trascorsa. Si unirono diversi paesi ma non l’URSS; dopo il 1920 Wilson terminerà la sua carica da presidente ed il successore Harding ritirerà gli USA dalla società delle nazioni portandola ad indebolirsi moltissimo. Gli anni ‘20 furono di grande sviluppo per gli Stati Uniti, sono passati alla storia come i Roaring twenties ovvero i ruggenti anni ‘20. Lo sviluppo economico e sociale incrementarono esponenzialmente, il dopoguerra non fu disastroso, anzi, grazie ai Trattati di Versailles ne uscirono creditori di 11 miliardi di dollari nei confronti degli ex alleati. Anche sul fronte umano l’esercito ebbe perdite nettamente minori rispetto agli europei. L’Europa divenne terra di investimenti e la società americana manifestò soddisfazione ed ottimismo; il suffragio divenne universale e si sviluppa moltissimo la società di massa grazie alla diffusione di automobili, radio, cinema, pubblicità e sport. Ci fu l’incremento del PIL e reddito pro capite grazie all’aumento della produzione di materie prime e prodotti finiti. Ci saranno dei risvolti negativi che porteranno al proibizionismo ovvero l’abolizione di vendita di alcolici; questo divieto venne facilmente aggirato grazie al mercato illegale e dunque nel ‘33 fu revocato. Per paura di un’esplosione dei valori bolscevichi i sindacati e le proteste vennero represse in modo duro. Inevitabilmente si sviluppò il gangsterismo di cui ricordiamo Al Capone. Parte della popolazione, circa il 60%, era poco abbiente e operai e persone di colore erano le più penalizzate. Nascono sette estremiste come il Ku Klux Klan e vennero imposte restrizioni verso i flussi migratori. Fino al ‘32 avremo 3 presidenti repubblicani: Harding, Hoover e Coolidge; nei loro 12 anni di presidenza hanno promosso un forte liberismo economico di conseguenza lo Stato permetteva lo sviluppo del libero mercato intervenendo il meno possibile. L'ottobre del 1929, improvvisamente tra il martedi 24 e giovedì 29 detti neri ci fu un crollo vertiginoso del valore delle azioni a Wall Street. Il valore delle azioni varia in base al rendimento dell’azienda. Negli anni antecedenti la compravendita di azioni era diventata molto forte; il capitalismo si era sviluppato anche in ambito finanziario-speculativo. Ci sono molte persone che, nonostante non producano nulla, speculano in borsa; questo processo inizia a fine ‘800. Alcuni riuscirono a vendere azioni a prezzi altissimi nonostante fossero carta straccia.
Nel ‘29 ci fu una crisi di sovrapproduzione, non c’era abbastanza ricchezza reale per comprare tutti i prodotti durevoli: macchine, elettrodomestici sono oggetti che si comprano ogni Tot. anni e non giornalmente dunque l’offerta superava la domanda. I salari bassi dei proletari non gli permettono di spendere e dunque una grande fetta di mercato viene tagliata fuori. Di conseguenza ci furono le prime bancarotte; anche le banche che avevano ingenti investimenti finanziari fallirono. Un’altra causa furono le spese di guerra che la Germania doveva pagare; le banche americane erano gli ultimi creditori nonostante furono le prime ad aiutare economicamente. La Germania prima pagava inglesi e francesi e poi americani; la situazione si aggrava con l’ascesa di Hitler che decise di smettere di pagare i debiti di guerra. Si instaura un circolo vizioso→ si licenzia⟶ disoccupazione⟶ meno capacità di acquisto. In questa situazione molto grave lo Stato dovette reinventarsi e passare dalla politica liberista a quella interventista. Nel 1932 venne eletto Roosevelt, unico presidente della storia americana ad aver conseguito 3 mandati. La sua campagna elettorale si basava sulla risoluzione della crisi e dell’interventismo statale. Tra i primi a proporre un inversione di marcia fu l’economista britannico Keynes, il consigliere di Roosevelt. Lo Stato inizia ad investire e aiutare coloro che sono in difficoltà; nell’immediato si indebita e stampa molto denaro, l’obiettivo era mettere nuovamente in moto l’economia. Coloro che erano molto ricchi vennero tassati. Viene dunque usata una tattica che darà i suoi frutti nel lungo termine, lo Stato ci rientrerà con le tasse. Questo verrà chiamato New Deal. Lo Stato deve essere molto attivo, regolare l’economia, creare lavori socialmente utili per poter dare redditi minimi⟶ creazione di infrastrutture⟶ il popolo lavora. Prima della II guerra mondiale gli Stati Uniti migliorarono e la guerra fu anche una fonte di guadagno.
Nel sistema capitalistico ci sono due scuole di pensiero: la scuola di Chicago ovvero quella dei liberisti e poi abbiamo gli interventisti come Keynes che sanno che non necessariamente il mercato si auto-regola, può portare a bolle speculative che durante i secoli hanno causato varie crisi. Durante il fascismo in Italia lo Stato fu molto presente al fine di diventare indipendenti ma anche per ottenere consensi.
America: il crollo del ‘29
Il presidente Wilson fu fondamentale per i Trattati di Versailles proponendo delle
sanzioni più leggere per la Germania. Fu il creatore della società delle nazioni al fine di
evitare altre guerre come quella appena trascorsa. Si unirono diversi paesi ma non
l’URSS; dopo il 1920 Wilson terminerà la sua carica da presidente ed il successore
Harding ritirerà gli USA dalla società delle nazioni portandola ad indebolirsi moltissimo.
Gli anni ’20 furono di grande sviluppo per gli Stati Uniti, sono passati alla storia come i
Roaring twenties ovvero i ruggenti anni ’20. Lo sviluppo economico e sociale
incrementarono esponenzialmente, il dopoguerra non fu disastroso, anzi, grazie ai
Trattati di Versailles ne uscirono creditori di 11 miliardi di dollari nei confronti degli ex
alleati. Anche sul fronte umano l’esercito ebbe perdite nettamente minori rispetto agli
europei. L’Europa divenne terra di investimenti e la società americana manifestò
soddisfazione ed ottimismo; il suffragio divenne universale e si sviluppa moltissimo la
società di massa grazie alla diffusione di automobili, radio, cinema, pubblicità e sport.
Ci fu l’incremento del PIL e reddito pro capite grazie all’aumento della produzione di
materie prime e prodotti finiti. Ci saranno dei risvolti negativi che porteranno al
proibizionismo ovvero l’abolizione di vendita di alcolici; questo divieto venne
facilmente aggirato grazie al mercato illegale e dunque nel ’33 fu revocato. Per paura
di un’esplosione dei valori bolscevichi i sindacati e le proteste vennero represse in
modo duro. Inevitabilmente si sviluppò il gangerismo di cui ricordiamo Al Capone.
Parte della popolazione, circa il 60%, era poco abbiente e operai e persone di colore
erano le più penalizzate. Nascono sette estremiste come il Ku Klux Klan e vennero
imposte restrizioni verso i flussi migratori. Fino al ’32 avremo 3 presidenti repubblicani:
Harding, Hoover e Coolidge; nei loro 12 anni di presidenza hanno promosso un forte
liberismo economico di conseguenza lo Stato permetteva lo sviluppo del libero
mercato intervenendo il meno possibile. L’ottobre del 1929, improvvisamente tra il
martedi 24 e giovedì 29 detti neri ci fu un crollo vertiginoso del valore delle azioni a
Wall Street. Il valore delle azioni varia in base al rendimento dell’azienda. Negli anni
antecedenti la compravendita di azioni era diventata molto forte; il capitalismo si era
sviluppato anche in ambito finanziario-speculativo. Ci sono molte persone che,
nonostante non producano nulla, speculano in borsa; questo processo inizia a fine
‘800. Alcuni riuscirono a vendere azioni a prezzi altissimi nonostante fossero carta
straccia. Nel ’29 ci fu una crisi di sovrapproduzione, non c’era abbastanza ricchezza
reale per comprare tutti i prodotti durevoli: macchine, elettrodomestici sono oggetti
che si comprano ogni Tot. Anni e non giornalmente dunque l’offerta superava la
domanda. I salari bassi dei proletari non gli permettono di spendere e dunque una
grande fetta di mercato viene tagliata fuori. Di conseguenza ci furono le prime
bancarotte; anche le banche che avevano ingenti investimenti finanziari fallirono.
Un’altra causa furono le spese di guerra che la Germania doveva pagare; le banche
americane erano gli ultimi creditori nonostante furono le prime ad aiutare
economicamente. La Germania prima pagava inglesi e francesi e poi americani; la
situazione si aggrava con l’ascesa di Hitler che decise di smettere di pagare i debiti di
guerra. Si instaura un circolo vizioso→ si licenzia⟶ disoccupazione⟶ meno capacità
di acquisto. In questa situazione molto grave lo Stato dovette reinventarsi e passare
dalla politica liberista a quella interventista. Nel 1932 venne eletto Roosevelt, unico
presidente della storia americana ad aver conseguito 3 mandati. La sua campagna
elettorale si basava sulla risoluzione della crisi e dell’interventismo statale. Tra i primi
a proporre un inversione di marcia fu l’economista britannico Keynes, il consigliere di
Roosevelt. Lo Stato inizia ad investire e aiutare coloro che sono in difficoltà;
nell’immediato si indebita e stampa molto denaro, l’obiettivo era mettere nuovamente
in moto l’economia. Coloro che erano molto ricchi vennero tassati. Viene dunque usata