Concetti Chiave
- Courbet è considerato il capostipite del realismo francese, nato a Ornans nel 1819 da una famiglia benestante.
- Sosteneva che l'arte fosse un'espressione individuale, non apprendibile meccanicamente, e aprì una scuola con questo credo.
- Dipinse "L'Atelier", considerato il manifesto del realismo, rappresentando vari strati sociali con espressioni di sofferenza.
- In "L'Atelier", Courbet si ritrae mentre dipinge un paesaggio, circondato da figure simboliche della società del tempo.
- Courbet morì in solitudine dopo aver venduto tutte le sue opere all'asta, rifiutando le influenze esterne sull'arte.
L'inizio del realismo francese
E’ il capostipite del realismo francese. Nasce a Ornans nel 1819 da una famiglia benestante e compie i primi studi nelle città natale, prima di dedicarsi alla copia dal vero di alcuni dipinti del Louvre. Inizia a rifiutare ogni tipo di influenza e nonostante sia contrario all’insegnamento dell’arte apre comunque una scuola in cui insegna che “non ci possono essere scuole, ma soltanto pittori”. Infatti sostiene che l’arte non si può apprendere meccanicamente, è un qualcosa di individuale e per ogni artista è il risultato della propria ispirazione. Morì in solitudine dopo essere stato costretto a vendere all’asta tutte le sue opere.
Il manifesto del realismo
È il Manifesto del realismo: è un opera che raccoglie un po’ tutto quello che avveniva nella società in quel periodo. L’artista si rappresenta al centro di una tela dalle grandi dimensioni, in un momento importante: mentre sta dipingendo un paesaggio.
A sinistra rappresenta la gente del popolo tra cui notiamo un bracconiere con i suoi cani, una prostituta una popolana mentre allatta il figlio, un banchiere ebreo, un prete e un mendicante. Tutte queste persone hanno la testa abbassata e sono pensierosi. Hanno il volto che esprime tanta sofferenza. Dietro alla donna che allatta c’è un nudo è considerato il discobolo di Orione, simbolo delle perfezione che ancora non è stata abbandonata.