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Sintesi

Roma imperiale



Uno dei più importanti strumenti per il consolidamento del potere imperiale è il rinnovamento urbano di Roma. Viene ampliata l’area del foro e vengono edificate grandi opere destinate alla vita politica, amministrativa e religiosa. Inoltre vengono edificati complessi architettonici dedicati allo svago e al benessere del popolo. Vengono costruiti grandi teatri, anfiteatri e terme pubbliche. Successivamente si sviluppano anche biblioteche e piccoli teatri. Roma celebrava la sua potenza attraverso l’architettura, vengono costruiti monumenti che costituiscono veri e propri racconti per immagini che illustrando ed esaltando le gesta degli imperatori. A questi monumenti appartengono le colonne coclidi e gli archi trionfali. L’arco perde la sua funzione di sostegno o di ingresso e diviene un monumento celebrativo. I primi esemplari di archi trionfali sono semplici, ad un unico passaggio, successivamente ne troviamo più elaborati. Rimane il realismo dei tratti, ma nelle raffigurazioni degli imperatori sono i simboli a connotarne la figura in modo tale da idealizzarla e renderla simile a quella di un dio. L’imperatore risulta ben conoscibile anche nelle opere con figurazione storico-narrative dove è il soggetto che viene rappresentato di dimensioni maggiori o in posizione diversa rispetto alle altre figure. È riconoscibile anche nei prodotti di oreficeria e alto artigianato. L’arte romana avviene in tutto l’impero e molte opere sono realizzate da maestranze di origine greca e greco- orientale. All’interno dell’Impero cambia lo stile che si verifica anche all’interno della stessa Roma.
Estratto del documento

vedono Apollo a cavallo di un grifo e Diana-luna sulla cerva.

Le personificazione delle due parti del giorno indicano che

la pace sarà eterna.

Augusto Pontefice Massimo: è stata rinvenuta in via

Lavicana e risale all’inizio del 1° secolo d.C.. Qui

l’imperatore è rappresentato nelle vesti di Pontefice

massimo. Vestito di una lunga toga, un lembo della quale

gli copre il capo, Augusto si accinge a celebrare un

sacrificio. La mano destra sollevata doveva sorreggere la

patera (piatto rituale). Il volto appare sobrio e sereno e

concorre a definire l’immagine di un uomo rispettoso degli

dei. Il tipo della toga allungata, che forma uno sbuffo al

centro della figura, costituirà per almeno due secoli il

modello d’animo nella

rappresentazione del buon

cittadino.

Gemma augustea: é un

enorme e prezioso cammeo

in onice datato intorno al

10 d.C.. È un vero e proprio

manifesto di propaganda

imperiale, realizzato per

raffigurare al potente, la

pace e la ricchezza. Nel

registro superiore è

raffigurato Augusto seduto

e vestito come Giove

capitolino. Alle spalle di Augusto

abbiamo Emucene che è la

personificazione del mondo abitato

ed è affiancato da Oceano e da

terra che pone sul capo di Augusto

una corona. Sulla sinistra Tiberio sta

scendendo da un carro

accompagnato da Germanico. Molto probabile che questo

manufatto era stato realizzato per celebrare il ritorno

vittorioso di Tiberio dalle campagne militari condotte in

Dalmazia e Pannonia.

Augusto dopo aver avviato la risistemazione dei santuari, si

dedicò al complesso dei fori repubblicani e monumentale

aperto da Cesare. Il complesso del foro di Cesare

inaugurato nel 46 a.C. non era stato completato e sotto

Augusto l’intera risistemazione fu portata a termine.

Augusto non si limitò solo alla risistemazione, ma fece

aprire un’altro foro perpendicolare a quello di Cesare è

collegato ad esso. Il nuovo foro (125x118 metri) era chiuso

a nord-est dal tempio di Marte vendicatore. Il foro fu aperto

il 2 d.C.. Il foro di Augusto è di Cesare insieme formano il

primo nucleo dei fori imperiali, che raggiungeranno con

Traiano la massima espansione.

I grandi cambiamenti di Augusto non si limitano solo alla

zona dei fori, ma interessano anche il colle Palatino (nucleo

originario della città). Augusto ampliò la sua casa e la fece

connettere con un nuovo tempio di Apollo sul Palatino.

Augusto scelse il campo Marzio per la costruzione di opere

architettoniche più importanti del suo programma.

Nel campo Marzio fece costruire il primo Pantheon da

Agrippa e ricostruito poi sotto Adriano. ARA PACIS

Uno dei

monumenti

rappresentativi

della Roma

Augustea è l’Ara

Pacis, posta nel

campo Marzio

accanto al grande

orologio solare.

Inaugurata nel 9 d.C. Il recupero dell’Ara Pacis è durato più

di 4 secoli, dai ritrovamenti nel 500 fino alla ricomposizione

sul Tevere nel 1938. Oggi il monumento è conservata nel

museo dell’Ara Pacis realizzato nel 2006 dall’architetto

americano Richard Meier. L’opera è realizzata interamente

di marmo. È formata da un altare circondato da un recinto

aperto sui lati minori. L’altare è costituito da una mensa

sacrificale sul podio. Sullo zoccolo sono scolpite forse le

allegorie delle province, mentre nel fregio superiore un

sacrificio di un montone, di un maiale e di un toro. Intorno

al nucleo centrale del monumento abbiamo un recinto

diviso in due fasce: nella fascia inferiore abbiamo una

palizzata in marmo che rende il recinto come se fosse fatto

con materiale legnoso, mentre nella fascia superiore sono

raffigurate ghirlande. All’esterno del recinto i due registri

sono separati da una fascia a meandro, il registro inferiore

è decorato con girali d’acanto, mentre quello superiore è

figurato. Ai lati dell’ingresso principale sono rappresentati

due miti sulle origini di Roma, che hanno la funzione di

rappresentare la provenienza di Augusto. A sinistra, Marte

e il pastore Faustolo che guardano la lupa che allatta i

gemelli Romolo e Remo.

ARTE COLTA E ARTE PLEBEA

Oltre alla massiccia importazione a Roma di opere greche

originali, abbiamo un aumento di produzione di copie per

abbellire le residenze private e monumenti pubblici.

Accanto all’arte colta abbiamo un altro tipo di arte detta

arte plebea nella quale elabora con modi propri gli antichi

modelli greci.

▪ Arco di Augusto a Susa: Arte plebea. Si trova vicino

Torino e fu costruito lungo l’antica strada delle Gallie

per ricordare la pace tra l’imperatore Augusto e il re

Cozio. Lungo l’arco corre il fregio celebrativo a basso

rilievo. Sul lato Occidentale sono rappresentati

personaggi che firmano i patti. La scena rappresentata

sul lato Orientale è andata distrutta. Sui lati lunghi a

nord e a sud sono rappresentate due cerimonie

sacrificali.

▪ Stele di Marco Celio: Anche le opere di committenza

privata si esprimono spesso in un linguaggio figurativo.

Quest’opera si trova vicino a Castra Metera e ricorda

un soldato originario di Bologna caduto nella battaglia

della selva di Teutoburgo. È stata fatta erigere dal

fratello e il legionario è rappresentato con tutta la sua

corazza.

▪ Stele degli Alemni: Famiglia bolognese. Gli

appartenenti alla famiglia compaiono nella loro stele

funeraria come busti stilizzati posti a coppie in 3 teche

sovrapposte e inframezzate da iscrizioni che le

identificano.

▪ Rilievo del fruttivendolo di Ostia: In questa opera

abbiamo la raffigurazione di un fruttivendolo ritratto

nella sua bottega.

IL PRINCIPATO DI NERONE

Con il passare degli anni cambia l’iconografia scelta per

rappresentare l’imperatore in vita: se Augusto pontefice ha

ancora la toga di chi compie un sacrificio dettato dalla

pietas, Tiberio e Claudio si fanno raffigurare anche in Italia

nelle vesti e nelle pose. Con Nerone questo nuovo

fenomeno ha un nuovo impulso: basta pensare a Colossus

Neronis, una statua di bronzo alta 30m fatta erigere nella

sua residenza privata. Dopo la sua morte la statua sarà

trasformata nella statua del dio Sole dalla quale prende il

nome il vicino Colosseo. Con Nerone abbiamo anche nuovi

progetti urbanistici e residenziali. Anziché realizzare nuovi

spazi pubblici, Nerone approfitta di un grande incendio per

occupare un enorme terreno nel cuore della città e farvi

costruire la propria dimora personale. Durante i lavori di

riedificazione della città dopo l’incendio Nerone inserisce il

grandioso progetto della nuova residenza nota come

Domus Aurea che si estende per 80 ettari tra i colli del

Palatino, dell’Oppio e del Celio.

DOMUS AUREA È il

palazzo imperiale di Nerone fatto progettare dagli architetti

Celero e Severo. Dopo la morte dell’imperatore colpito dalla

damnatio memoriae, i suoi successori si adoperarono per

rimuovere ogni traccia dall’edificio. Le decorazioni, i

rivestimenti e le sculture furono asportati, mentre parte

della struttura venne riempita di terra fino all’altezza delle

volte seppellendo gli affreschi e gli stucchi ancora rimasti.

Questi rimasero nascosti fino al 15° secolo, quando gli

artisti dell’epoca cominciarono a calarsi in quelle che

credevano grotte dipinte, copiandone le pitture che furono

chiamate grottesche. Solo alla fine del 700 si capì che

appartenevano alla domus Aurea.

Il maestoso complesso, oltre alle strutture abitative,

comprendeva un vasta area con vigneti, pascoli, boschi e

un laghetto artificiale dove successivamente sorgerà il

Colosseo. La domus aurea era composta da più aree, la più

nota si trova alle pendici del colle Oppio ed è quella che è

pervenuta fino a noi. Questo settore era composto da 300

stanze, aveva una grande corte colonnata trapezoidale,

che lo divideva a sua volta in due parti. Quella occidentale

era caratterizzata da un architettura tradizionale, con

stanza disposte attorno a un cortile porticato mentre quella

orientale presentava una soluzione innovativa infatti

gravitava attorno a una sala ottagonale sormontata da una

volta che in prossimità del lucernario centrale diventa una

cupola emisferica. L’ambiente era impreziosito di marmi,

da decorazioni e da una fontana lungo una delle pareti.

Tutta la parte orientale è ricca di importanti invenzioni

architettoniche. Nerone definiva la sua casa una casa

degna di un uomo paragonabile solo alle regge orientali.

I FLAVI E TRAIANO: I GRANDI EDIFICI

PUBBLICI

Dopo la morte di Nerone il potere passa in mano alla

famiglia dei Flavi che si adoperano per eliminare i segni

delle follie di Nerone per restituire al popolo il terreno

occupato dalla Domus Aurea. La prima importante iniziativa

fu l’apertura al popolo dei giardini di Nerone e lo

svuotamento del lago artificiale.

LE TERME

Dove sorgevano le terme private della Domus aurea i Flavi

fecero costruire nuove terme. Furono inaugurate nell’80

d.C. da Tito e costituiscono un esempio del nuovo tipo di

edificio termale. Sull’asse centrale troviamo la grande sala

basilicale delle frigidarium, centro della zona non riscaldata

che segna la divisione dell’intero complesso in due parti

speculari. Furono realizzate tra il104 e il 109 d.C. e

progettate da Apollodoro di Damasco. Tutti gli ambienti

erano rivestiti da cupole e marmi. Vennero costruite sui

resti della Domus aurea. Dall’ingresso monumentale a Nord

si accede al natatio (vasca destinata al nuoto). Lungo l’asse

centrale è situata la grande sala del frigidarium, che

confina a nord con il natatio e a sud con il tepidrium e il

calidarium. Quest’ultimo consisteva in un ampio area

rettangolare con absidi, cioè spazi semicircolari coperti da

una semicalotta ed era il principale ambiente riscaldato

destinato ai bagni caldi in tutti i periodi dell’anno. L’intero

corpo è circondato da portici.

I TEATRI

Per un lungo periodo a Roma furono costruiti teatri lignei

mobile, ma 55 a.C. Pompeo fece erigere il suo teatro in

muratura. Il teatro di Pompeo è l’unico in tutta Roma

nell’epoca Vitruvio. Il teatro romano aveva tre

caratteristiche: la cavea era appoggiata su arcate;

orchestra semicircolare invece che circolare; un edificio

scenico unito alla cavea. In realtà i teatri romani

sfruttavano pendii naturali, sistema molto più economico.

Dove non era possibile sfruttare pendii naturali la cavea

veniva appoggiata su grandi arcate.

GLI ANFITEATRI

Con la parola anfiteatro si definisce una struttura con la

forma di un teatro che non ha la parte scenica ma gli

spettatori si siedono tutt’intorno all’arena. Poteva essere

sferico o ellittico. Attorno all’arena correva un muro altro 4

metri: il podio sul quale erano presenti i posti d’onore. Alle

gradinate si accedeva tramite delle gallerie sovrapposte. I

vomitoria erano gli ingressi che davano accesso alle

gradinate e permettevano un facile deflusso degli

spettatori.

IL COLOSSEO

L’area che occupa il Colosseo è quella che occupava ai

tempi di Nerone il suo lago artificiale. L’area serviva per

ospitare combattimenti tra gladiatori, le simulazioni di

caccia con l’impiego di animali feroci e esotici e infine

alcune volte l’area veniva riempita d’acqua per simulare

dei combattimenti navali. L’ingresso era gratuito, ma la

disposizione sulle gradinate variava secondo la base del

censo.

Il Colosseo divenne fonte di materiali edili nel XVII secolo

per nuove costruzioni.

Il Colosseo è una struttura immensa: ha una circonferenza

di circa 527 metri e occupa una superficie di 3.350 m^2. Si

conta che la sua capienza era di circa 50 mila persone e

per riparare il pubblico dalle intemperie e dal sole, le

gradinate veniva coperte da un’enorme copertura

(velarium) fissato tramite 250 pali.

Il Colosseo aveva 80 arcate per ogni piano, ogni arcata al

piano terra corrispondeva ad un’ingresso.

COLONNA TRAINA

Si trova all’interno dei fori imperiali (quello più grande) in

una piazza tra la biblioteca greca e latina. È stata fatta

costruire da Traino tra il 110 e il 113 d.C. Sulla sua

sommità si trovava la statua bronzea di Traino che è

sostituita nel 500 da quella di San Pietro. Al suo interno nel

basamento cubico su cui poggia la colonna si trova la

camera funeraria con l’urna dell’imperatore. Il sue fregio

racconta le due campagne di Traino in Dacia ed è costituito

da 2500 figure distribuite in oltre 150 scene. Nel rilievo in

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