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Concetti Chiave

  • I Mamertini, mercenari campani, si impadronirono di Messina dopo la morte di Agatocle, portando Roma e Cartagine a un confronto diretto.
  • I trattati tra Roma e Cartagine per il controllo del Mediterraneo occidentale si deteriorarono, portando a tensioni crescenti.
  • L'assedio di Messina da parte di Cartagine e Siracusa portò all'intervento di Roma, segnando l'inizio della Prima guerra punica.
  • Roma costruì una potente flotta per affrontare Cartagine, ottenendo una significativa vittoria navale a Milazzo nel 260 a.C.
  • La guerra si concluse nel 241 a.C. con la vittoria romana alle isole Egadi, costringendo Cartagine a cedere la Sicilia e a pagare un'indennità di guerra.
In questo appunto viene descritta la questione dei Mamertini che erano dei mercenari campani che operavano per conto del tiranno di Siracusa, Agatocle. Si passano in rassegna anche degli eventi come ad esempio il combattimento della Prima guerra punica.

Indice

  1. I Mamertini
  2. Le origini della Prima guerra punica
  3. La prima guerra punica

I Mamertini

Ecco la questione dei Mamertini e chi sono. I Mamertini sono mercenari campani al servizio di Agatocle, tiranno di Siracusa. Dopa la sua morte nel 289 a.C. si impadronirono col tradimento di Messina nel 288 a. C. circa. Nel corso delle loro scorrerie si scontrarono in Sicilia con Pirro, nel Bruzio con i Romani ed infine con Gerone II di Siracusa, che li sconfisse al fiume Longano, nella piana di Milazzo (265 a.C. svolgimento delle guerre punichecirca). Essi allora chiesero e ottennero in aiuto un presidio cartaginese, che scacciarono poco dopo in seguito all’alleanza con Roma. L’intervento di Appio Claudio Caudice, che li liberò dall’assedio dei Cartaginesi e Siracusani, segnò l’inizio della Prima guerra punica nel 264 a.C.

Le origini della Prima guerra punica

I legami che si sono instaurati tra Cartagine e Roma sono stati regolati mediante dei veri e propri trattati che stabilivano le rispettive sfere d’influenza di natura economica e di natura politica, impegnandole in una vera e propria alleanza offensiva o difensiva, come accadeva nel corso del 278 contro Pirro, divennero difficili e ostili dopoché, nella loro crescente espansione, si trovarono a contendersi l’egemonia sui Paesi del Mediterraneo occidentale. Roma, assicuratasi il dominio delle popolazioni italiche e avendo sottomesso le città della Campania e della Magna Grecia, pretendeva libertà d’azione ed esclusivo controllo delle coste e dei mari del territorio; Cartagine quando fu nella piena fioritura della sua attività commerciale e marinara, che fu avvantaggiata dal declino del dominio sul mare degli Ateniesi e dalla possibilità di commercio con l’Egitto, era decisa a conquistare tutta la Sicilia, con la sua ricca terra, per uniformarsi con le faccende nella penisola italica. Le due città, che erano diverse negli usi, nei costumi, nella religione e nelle Istituzioni militari e politiche, arrivarono ad una situazione di grande tensione che era prossima alla rottura.
L'occasione dunque fu offerta dai Mamertini, che, per difendere il possesso di Messina dagli attacchi di Gerone di Siracusa, accolsero in città un presidio di Cartaginesi. Questo aiuto mutò immediatamente in un tentativo armato al fine di trasformare Messina in un avamposto militare necessario per conquistare la Sicilia e quindi per avere totale controllo commerciale e di passaggio sullo stretto del Mediterraneo.
Ecco come si svolse la questione dei Mamertini: l’inaspettata minaccia indusse una parte dei Mamertini a rivolgersi a Roma, che seguiva gli avvenimenti preoccupata di mantenere la libertà di passaggio delle navi del Tirreno allo Ionio e di salvaguardare da ingerenza estranea le terre del Bruzio e della Lucania, di recente conquistate. L’appello, dopo molte esitazioni, venne accolto per il prevalere della volontà del popolo e della consorteria di Appio Claudio Caudice e fu l’inizio del lungo conflitto.

La prima guerra punica

Fatto uscire con uno stratagemma il presidio cartaginese e insediatosene uno romano, Messina venne stretta d'assedio dai Cartaginesi e da Gerone II, loro alleato. Il console Claudio Caudice, con una flotta organizzata dalle potenze greche, si imbarcò da Reggio ed occupò la città contesa attraversando lo stretto.
Numerose popolazioni indigene, tar cui lo stesso Gerone, passarono dalla parte dei romani e molte località, tra le quali, dopo dura lotta, la fortezza di Agrigento nel 262 a.C., vennero conquistate.
Ma Cartagine per essere battuta doveva essere sconfitta in mare: Roma se ne rese presto conto e, contrariamente a quanto sosteneva la tradizione, approfittò della sua precedente esperienza di navigazione per allestire una nuova flotta di circa 130 tra quinqueremi e triremi munite di pontili arpionati con la quale, al comando del console Caio Duilio, riportò nel 260 a. C. un'importante vittoria a Milazzo. Roma, negli anni successivi, si oppose alle basi puniche in Corsica ed in Sardegna, ottenendo un notevole successo. In seguito, quando la guerra in Sicilia proseguì con diversa fortuna, tentò di infliggere un attacco in Africa. Nella primavera del 256 a. C. i consoli Manlio Vulsone e Attilio Regolo con quattro legioni imbarcate su una flotta di 330 navi, di cui circa 265 da guerra, dopo avere spezzato l’opposizione cartaginese in una grande battaglia nelle acque del capo Ecnomo, presso l’odierna Licata, approdarono nei pressi del promontorio Ermeo, per accamparsi poi a Clupea.
Successivamente Attilio Regolo mise i Cartaginesi in una situazione critica; in un secondo tempo li svilì proponendo duri patti e trattati di pace, ma poi i Cartaginesi arruolarono nuovi mercenari, in Spagna e in Grecia, al comando di Santippo, e riuscirono ad infliggere ai romani una sconfitta nei pressi del fiume Bagrada presso Tunisi, facendo prigioniero Attilio Regolo nel 255 a.C.
Il disastro, aggravato dalla perdita, in seguito a una tempesta nei pressi di Capo Pachino, della flotta con i superstiti dell’esercito di Regolo, riportò la guerra in Sicilia e sulle coste italiane.
Per oltre un decennio per terra e per mare le due contendenti si logorarono in una flotta estenuante, in cui i Romani, insieme con notevoli successi come la conquista di Palermo, subirono gravi danni per i naufraghi delle flotte successivamente allestite nel vano tentativo di impadronirsi delle basi di Marsala e di Trapani, mentre i Cartaginesi, ridotti lungo le coste occidentali dell’isola, consumarono una gran quantità di uomini e mezzi in un’attività bellica a carattere sempre più difensivo. Ci furono anche approcci di pace nel 250 a.C., promossi da Annone il Grande. A patrocinarne il buon esito, secondo la tradizione, da Cartagine, dove si trovava prigioniero, sarebbe stato invitato lo stesso Attilio Regolo. Ma a Roma prevaleva la volontà di guerra, pochi anni dopo apparve la determinazione nel fare la guerra ed in quel momento si decise di affrontare lo sforzo finale per risolvere le ostilità che erano entrate in una fase statica, costruendo, con il contributo di un prestito forzoso di privati cittadini, 200 nuovi quinqueremi. Il comando della flotta di circa 300 navi, venne affidato a Lutazio Catullo, che nelle acque delle isole Egadi nel 241 a.C. si scontrò con l’armata navale con circa 400 navi che i Cartaginesi avevano allestito per liberare dall’assedio a Marsala e Trapani, sconfiggendolo duramente. Cartagine venne costretta alla pace, che ottenne condizioni di rinunciare alla Sicilia e alle isole circostanti, di pagare entro 10 anni un’indennità di guerra di 3200 talenti e di impegnarsi nella pace con gli alleati della città di Roma.
Progetto Alternanza Scuola Lavoro.

Domande da interrogazione

  1. Chi erano i Mamertini e quale ruolo hanno avuto nella Prima guerra punica?
  2. I Mamertini erano mercenari campani al servizio di Agatocle, tiranno di Siracusa. Dopo la sua morte, si impadronirono di Messina e, a seguito di vari conflitti, chiesero aiuto a Roma, il che portò all'inizio della Prima guerra punica.

  3. Quali furono le cause principali della Prima guerra punica?
  4. Le cause principali furono le tensioni tra Roma e Cartagine per il controllo del Mediterraneo occidentale, con entrambe le potenze desiderose di espandere la loro influenza economica e politica.

  5. Come si è evoluta la Prima guerra punica dopo l'intervento romano a Messina?
  6. Dopo l'intervento romano, Messina fu assediata dai Cartaginesi e da Gerone II. Roma, con una nuova flotta, ottenne vittorie significative, tra cui quella a Milazzo, e continuò a combattere in Sicilia e in Africa.

  7. Quali furono le conseguenze della sconfitta di Attilio Regolo in Africa?
  8. La sconfitta di Attilio Regolo portò a un ritorno delle ostilità in Sicilia e sulle coste italiane, con entrambe le parti logorate da un conflitto prolungato e costoso.

  9. Come si concluse la Prima guerra punica?
  10. La guerra si concluse con la vittoria romana nella battaglia delle isole Egadi nel 241 a.C., costringendo Cartagine a rinunciare alla Sicilia e a pagare un'indennità di guerra, segnando la fine del conflitto.

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